Capitolo 31

Ed infatti, piansi.

Per qualche secondo furono dei semplici singhiozzi spezzati, poi i singhiozzi divennero suoni inarticolati e soffocati in gola, mentre la mia vista diventava sfuocata. Appoggiai gli occhiali sul ripiano appena sotto la finestrella che c'era nel bagno, coprendomi il volto con le mani.
Soffocai diversi rantoli di dolore e disperazione tra i palmi delle mie mani, quasi premuti contro le labbra e gli occhi; solo il naso era libero dalle mani a coppa, per permettermi di respirare.

Passai qualche minuto con le lacrime che sgorgavano ininterrottamente dagli occhi e urla di dolore incastrate in gola, uscendo poco a poco come rantoli o singhiozzi. Per fortuna quel bagno era sempre deserto e io non stavo facendo troppo rumore. Strappai un po' di carta igienica, soffiandomi il naso completamente tappato, mentre sentivo la testa iniziare a far male.

Succedeva sempre quando piangevo con "troppa foga": finivo per avere un po' di mal di testa, essere stanca e schivare un po' tutti.

Decretai che calmarmi era la cosa migliore: comunque dopo avrei avuto altre tre ore di scuola e mostrarmi davanti a tutti i miei compagni di classe distrutta emotivamente (e anche un po' fisicamente) non mi allettava per nulla.
D'altronde, doveva essere un segreto mio e della mia famiglia più stretta che mi sarei dovuta <<portare nella tomba>>, tanto per usare un'iperbole (che poi forse tanto iperbole non era).

Iniziai a fare respiri profondi, riuscendo a recuperare un minimo di aplomb.
Guardai un attimo l'orario che proiettava il display del mio orologio da polso.
Le 10:55.

Mancavano cinque minuti alla fine della ricreazione e ancora nessuno era venuto a cercarmi. Mi faceva sentire un po' dispiaciuta perché davvero non importava a nessuno che fossi sparita da dieci minuti ("neppure ad Asami e Shinichi?")? 

Però scacciai via un minimo quella negatività ripetendomi che era meglio così per "la nuova me": nessuno avrebbe notato qualcosa di strano nel mio comportamento, quindi nulla sarebbe stato scoperto (e nessuno avrebbe provato a venire a capo del mio malessere...).

Sentii proprio allora bussare alla mia porta.
Per fortuna avevo smesso di piangere da un minuto buono, quindi non doveva avermi sentito piagnucolare, in teoria (ci speravo).
Con la voce più normale che trovai dentro di me in quel momento, dissi quasi all'istante (con la voce comunque un po' flebile): <Occupato...>

<Amaya-chan... sei qua?> chiese la voce aldilà della porta, sollevata e preoccupata allo stesso tempo.
<Shinichi?! Che ci fai nel bagno delle ragazze?!> esclamai sinceramente stupita dal riconoscerlo, spalancando gli occhi.

<Posso entrare?>
<Ehm... non finché non mi dici perché sei qui.>
<Non ti avevo visto di sopra con Watanabe e quell'altra ragazza e non eri neppure in classe. Allora ho chiesto a Benate...> iniziò a spiegare con certa fretta.

<E che ti ha detto Tsukiko?>

<Di averti visto uscire, un po' scossa a dir sua, dalla classe. Ho pensato fossi in bagno e che ci fossi rimasta. Ho preferito provare da qua dato che non c'è mai nessuno, come piace a te, e anche perché ad iniziare da sopra non avrei mai potuto andare io in bagno, date quante ragazze ci sono sempre. E di farmi aiutare da qualche ragazza, tipo Watanabe, non avevo proprio voglia. Anche perché non avresti confermato di essere te se ti avesse stanata qualcun'altra, con ogni probabilità.> riassunse brevemente.

Annuii al suo ragionamento: aveva totalmente senso.

<Ora mi fai entrare?> chiese dopo qualche secondo, come a darmi la possibilità di sistemarmi; come se sapesse che avevo pianto poco prima, che avevo ancora gli occhi lucidi e rossi, che sulle guance si notava ancora la via seccata percorsa dalle lacrime e che il mio volto era la rappresentazione della disperazione.

Beh, in realtà speravo che non lo sapesse.
E che aveva aspettato un attimo in attesa di un mio commento che, verbalmente, non avevo fatto.

Stavo decidendo a rispondermi che sentii la porta che conduceva ai bagni aprirsi e una voce (stupita e molto seccata) dire: <E tu che ci fai qui?!> mentre la persona che aveva parlato richiudeva la porta dietro di sé.
<Watanabe.> disse Shinichi con voce monotona ma carica di freddo astio.

Oh, no...

Non so se si fosse ben capito da quel che è già stato detto, ma, nonostante io fossi amica di entrambi, quei due non riuscivano a sopportarsi e cercavano sempre di stare il più lontano possibile l'uno dall'altra.
Erano tipo cane e gatto e io ero il povero cuscinetto ammortizzante tra loro due.

<Rispondi alla mia domanda, Inoue.> si impose Asami notevolmente seccata.
<Quale domanda?> chiese Shinichi, sbuffando leggermente con superiorità.
"Ok, qualcuno mi deve spiegare perché fanno così! Con me non lo fanno mai!" mi dissi mentre fissavo con intensità la porta del gabinetto nel quale ero entrata.
Boh, forse speravo che a far così mi sarei concentrata meglio e non mi sarei persa mezza loro sillaba.

<Non mi piace ripetere le cose, specialmente agli idioti.>
<E a me non piace parlare con i fastidi umani ambulanti, ma alcune volte la vita non va come si vuole.>
<COSA HAI DETTO? Tu non sai nulla di me e non ti permetto di parlarmi così! Vieni qua, brutto stronzo, vieni qua! Solo perché May ti vuole bene non significa che non ti picchio se mi fai incazzare!> quasi sbraitò Asami, mentre sentivo i suoi passi più vicini.

<Non pensare che io mi tiri indietro solo perché sei una ragazza gracile e la migliore amica di Amaya-chan, anzi, di May.>
<Tu non la puoi chiamare così!> fece Asami, per poi pestare un piede a terra con forza. Credetti che Shinichi si fosse mosso verso il fondo del bagno, sfuggendo momentaneamente dalla "morsa" di Asami, dati i passi che sentivo.

Dannazione!

Perché sembravano due cazzo di animali che litigavano?
<Io sono il suo migliore amico e non credo che si arrabbi o le dispiaccia se la chiamo May.>
<Tu non la conosci per nulla!> protestò Asami, pestando i piedi con forza a terra mentre andava verso il fondo del bagno.

Cazzo, stavano per menarsi?!
Non potevo lasciare che avvenisse!
<SMETTETELA!> mi imposi, uscendo dal bagno, inforcando gli occhiali, e fissando il fondo del bagno con aria truce. Lì c'erano Asami e Shinichi che si stavano guardando in cagnesco, pronti a mettersi le mani al collo.

("Fiu, uscita un attimo prima di una tragedia!")

<Amaya-chan!> <May!> esclamarono entrambi, sollevati e preoccupati.
Li continuai a guardare male mentre chiedevo: <Che è saltato in mente ad entrambi? Perché vi comportate sempre come se vi foste uccisi l'un l'altro il gatto e siete in cerca di vendetta? Qual è il problema fra voi due?>

Entrambi mi guardarono con il pentimento e la vergogna ben visibile in volto e sulle guance, fissandomi muti a labbra serrate a forza (come se volessero dire qualcosa ma non si osassero).
<Perché hai gli occhi lucidi?> mi chiese poi Asami, preoccupata, facendo un passo in avanti.
<E perché hai il naso rosso?> aggiunse Shinichi, guardandomi a sua volta preoccupato.

Caaaaaaaaaazzo...

Asami non gli lanciò un'occhiata torva per essersi intromesso e lui parve non calcolarla: in parole povere, parevano alleati.

"PERCHÉ PROPRIO QUANDO IO SONO IN DIFFICOLTÀ, PORCA PUZZOLA?"

<Io...> mi persi nei miei pensieri e nelle scuse che avrei potuto accampare, non trovando appigli.
<Tu cosa?> <Lo puoi dire, fidati: non uscirà da questa stanza.> fecero quasi sincronizzati (parevano un filino inquietanti).

L'ansia iniziò a montarmi dentro.
E ora come cavolo ne uscivo?!
La campanella suonò, segnando la fine dell'intervallo.

<Nulla di che. Ansia e stress per via della scuola e adesso pure frustrazione perché mia madre mi ha appena detto che non potrò neppure godermi l'estate come voglio io!> inventai lì per lì.
Mi guardarono entrambi un po' allarmati, chiedendomi in sincrono con punta di preoccupazione nella voce: <Perché?>

A quel punto, però, si girarono l'uno verso l'altra e si guardarono in cagnesco.
<NON MI COPIARE!> strillarono entrambi, incazzati, e io passai in secondo piano davanti il loro bisticcio.

Ne approfittai per sgattaiolare fuori ed entrare in classe, dove la prof ancora non era arrivata. Mi strofinai un attimo la faccia dicendomi mentalmente "Non far trasparire nulla", per poi buttarmi al mio posto.

<Asami e Shinichi?> chiese Tsukiko da accanto a me, non notandoli ancora in classe.

La guardai e, recitando come meglio potevo, risposi: <Boh. Ho passato l'intervallo in bagno perché non mi sono sentita tanto bene appena è suonata la campanella...>
<Ora stai meglio?> mi chiese un filo preoccupata.
<Sì, ora sto meglio. Scusa se ti ho fatto preoccupare prima...>

<May!> mi richiamò una voce, sovrastando quella di Tsukiko, che voleva rispondermi.
Guardai all'ingresso e lì il duo litigio mi fissava un po' arrabbiato.
Sorrisi nel mio strano modo (bocca incurvata più a sinistra che a destra), occhi chiusi, mano a grattare la nuca e posa da "imbarazzata in situazione scomoda", facendo col labiale: <Scusa.> ad entrambi.

Aprii gli occhi e vidi entrambi guardarmi un po' esasperati ma nuovamente tranquilli (quasi contenti), mettendosi poi a fare i cazzi loro.

Fiuuuuu, salvata da una cazzo di campanella!

Per fortuna che un minimo di ascendente da cara amica ce l'avevo su entrambi!
E almeno così non si sarebbero preoccupati.
La professoressa entrò e la lezione iniziò.

Sospirai mentre pensai "Mi preoccuperò a casa" mentre mettevo il telefonino di QLab insieme a quello normale nello zaino (evitando di portare quello mio normale nella scatola).



N/A: ammetto, mi sono divertita a scrivere il litigio tra Asami e Shinichi.

Sono troppo cane e gatto, e con May in mezzo che non capisce nulla è ancora più divertente.

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