Capitolo 4

Sam

Non avevo mai visto mia madre così radiosa. Era davvero felice di rivedere quello sconosciuto.
-"Devo andare" disse Scott, passando vicino a mia madre, mentre tremava come una foglia.
-"Ma dove te ne vai? Mandaci Loris A prendere ciò che ti serve" rispose l'anziano signore.
-"No, vado io" rispose Scott senza voltarsi. Salì sul furgoncino azzurro, mise in moto e sparì alla fine della strada sterrata.
-"Cosa potevo aspettarmi?" disse mia madre, col capo chinato e un tono di delusione e amarezza. La guardai meglio e vidi che una lacrima le tifava il viso ma, Seth che se ne accorse prima di me, l'abbracciò e le disse
-"Dagli tempo Carol. Purtroppo noi uomini siamo orgogliosi e, quando la donna che amiamo ci ferisce, diventiamo dei veri e propri coglioni. Ma sta pur certa che se è destino, tornerà da te". Lo guardai estasiata e anche un po' amareggiata perché mi fece sentire in colpa: sapevo che so stava riferendo a me.
-"Grazie di cuore Seth, sei un ragazzo d'oro. La mia piccola Sam è stata proprio fortunata a trovarti" disse mia madre, abbracciandolo.
-"Oh no, sono io che devo ringraziare te Carol. Mi hai donato un angelo come lei" disse Seth.
Mi commossi a quella scena così dolce ed accorsi ad abbracciarli anch'io. Poi trascinammo Char in quell'abbraccio di famiglia Che durò qualche minuto.
-"Carol, mio figlio è stato male quando sei scomparsa. Non mangiava, non usciva, non rideva; non era più lo Scott spensierato di quando stava con te. Ma posso giocarmi casa, perdindirindina, che lui ti ami anxora" disse l'anziano.
-"Grazie mille" rispose mia madre, abbracciandolo.
-"Nonno!" urlò un ragazzo alto, con i capelli rossi come il fuoco, gli occhi grigi e il fisico di chi lavora sodo tutto il giorno. Braccia possenti, vita stretta, spalle larghe. Ed aveva un sorriso magnifico, con dei denti bianchissimi. Avrà avuto circa la mia età.
-"Dimmi Loris" rispose il vecchio.
-"Papà dov'è? Mi serve una mano con la jeep" rispose Loris.
-"È andato a prendere un pezzo allo smorzo".
-"Sarei dovuto andarci io!" disse il ragazzo. Poi si voltò verso noi e chiese
-"Vi serve aiuto?" con il tono più gentile che potesse esistere e sorridendo.
-"No grazie, eravamo venuti qui A salutare tuo padre ma è dovuto scappare via" rispose mia madre.
-"Come lo conosce? " chiese Loris, incuriosito.
-"È una storia lunga ragazzo mio. Ora andiamo, è stato un piacere" rispose mia madre.
-"Signora, potrei invitarvi tutti a cena questa sera? Mi piacerebbe conoscere la vostra storia" disse il ragazzo, guardando di sottecchi Charlotte.
-"Non credo che tua madre e tuo padre sarebbero d'accordo" rispose mia madre.
-"Conosceva anche mia madre?" chiese il ragazzo.
-"Si. Sei identico a lei, ma perché ne parli al passato?" chiese mia madre.
-"Perché lei non c'è più signora" rispose il ragazzo. Non aveva un'aria afflitta o dispiaciuta.
-"Mi dispiace caro" disse mia madre, abbracciandolo.
-"Non si preoccupi, non ho molti ricordi legati a lei. È morta quando ero piccolo ed io sono cresciuto con mio padre. Sa, guardandola meglio, mi ricorda qualcuno" disse Loris, scrutandola. Dopo qualche secondo sbarrò gli occhi e, spalancando la bocca come quando ci si ricorda di qualcosa e allo stesso tempo se ne rimane sorpresi, disse
-"Ma lei deve essere Carol, la fidanzata che papà aveva al liceo! Sa che mio padre conserva ancora la vostra foto del ballo di fine anno? Da piccolino mi ripeteva sempre 'Figliolo, quando incontrerai la donna della tua vita, fa di tutto per non fartela mai scappare' e dopo guardava quella foto e lo fa tutt'ora". Mia madre sorrise come una ragazzina di dodici anni. L'amore della sua vita ancora l'amava, doveva solo riconquistarlo.
-"Allora venite a cena da noi? Lo convincerò io mio padre" aggiunse Loris.
-"Va bene" rispose mia madre.
-"Ora dobbiamo andare zia, abbiamo il pranzo da quel signore di ieri" disse Charlotte.
-"E tu chi sei, meravigliosa ragazza?" chiese Loris, avvicinandosi a Charlotte. Mia cugina si fece rossa in volto e, balbettando, rispose
-"P-piacere s-sono Charlotte. La n-nipote di Carol".
-"Puoi star tranquilla, non ti mangio mica" le disse Loris, facendole un sorriso dolce è che trasmetteva sicurezza.
-"Io sono Seth, il ragazzo di Sam" disse, presentandosi.
-"Piacere Seth, io sono Loris" rispose, stringendogli la mano.
-Io sono Sam, la figlia di Carol" dissi, presentandomi.
-"Piacere mio" rispose, per poi tornare da Charlotte.
-"Allora ti aspetto stasera. Se ti va, dopo cena, ti faccio vedere il lago che ha come sfondo la catena montuosa, da una grotta che sta nella valle" disse il ragazzo.
-"Volentieri" rispose Char.
-"Allora a stasera. Ciao!" Salutò tutti Loris con una mano, tranne Charlotte, che le diede un bacio sulla guancia.
-"Sei tutta rossa Char" le sussurrai.
-"Non dire cavolate " rispose.
-"E ora andiamo in pasticceria, sennò faremo tardi al pranzo". Prendemmo una torta saker, la facemmo incartare e andammo a casa di Dan.

Seth
Arrivammo davanti l'abitazione, suonammo al campanello e una donna bassina, un po' cicciottella, con dei lunghi capelli rossi ricci, lentiggini e gli occhi castani ci aprì la porta.
-"Carol!" urlò, per poi abbracciarla.
-"Meredith, da quanto tempo" rispose Carol.
-"Quando Dan mi ha detto che eri in città non potevo crederci. È passata una vita, come stai?" chiese la donna.
-"Bene grazie e tu?".
-"Benissimo. Ma venite dentro, non rimanete lì fuori. Sono tutti tuoi questi bei ragazzi?".
-"No, lei è mia figlia Sam" disse Carol, indicandola.
Poi, spostando l'attenzione su me disse
-"Lui è Seth, il fidanzato di mia figlia ed infine c'è Charlotte, mia nipote, la figlia di Jocelyn". La donna storse per un attimo il naso quando Carol presentò Char, ma subito dopo ci invitò in sala da pranzo dove c'era Dan.
-"Ciao ragazzi, sono felice che siate venuti" disse, abbracciandoci uno ad uno.
-"Grazie a voi per l'invito" rispose Carol.
Ci sedemmo a tavola e iniziammo a parlare del più e del meno. Dan e Meredith non avevano figlia perché lei non era fertile e, dato il basso stipendio, non gli era concesso nemmeno di adottarli. Ci chiesero della scuola ed io risposi che mi ero diplomato già da due anni e che davo una mano nell'azienda di mio padre. Char non ne sapeva nulla, mentre Sam lo aveva scoperto poco tempo prima, trovando alcune fatture nel mobile di casa mia. Char disse di essersi diplomata l'anno prima, mentre Sam avrebbe avuto gli esami di quinto superiore fra un mese.
-"Carol, ricordi quando te e Scott siete scappati di casa?" chiese Dan. Tutto sommato Carol non era poi così tranquilla.
-"Oh si che me lo ricordo. I miei genitori non volevano che stessi con Scott perché dicevano che mi toglieva tempo per lo studio. Quindi, in piena notte, facemmo le valige e scappammo col furgoncino azzurro. Però ci trovarono quattro giorni dopo, in un casale qui vicino, e ci riportarono a casa, promettendoci di farci vedere a patto che non fossimo più scappati "rispose malinconica. E continuarono così fino le quattro del pomeriggio.
-"Ora andiamo. Grazie mille per l'ottimo pranzo e per l'invito. Ci vediamo presto" disse Carol, abbracciando tutti. Ci salutammo e andammo di corsa a casa. Io e Sam salimmo nella nostra stanza e ci buttammo sul letto, l'abbracciai, inspirai il suo profumo e dissi
-"È una vera avventura piccola. Non riusciamo mai a star da soli".
-"Hai ragione amore ma ho un piano" rispose, sorridendo maliziosamente.
-"Dimmi piccolo diavolo, ti ascolto".
-"Questa sera Char uscirà con Loris dopo cena e, con la scusa di lasciar sola mia madre con Scott, finalmente staremo tranquilli per conto nostro. Cosa ne pensi?".
-"Penso che sei la cosa più bella che mi potesse capitare".
Mi guardò come a dire 'e questo cosa c'entra con la mia domanda' ma sorrise, si mise sopra di me e mi baciò. Un bacio lento, passionale, straziante. La desideravo e non potevo farla mia. I nostri bacini si sfregavano tra loro, cercandosi.
-"Amore, togliti ti prego" dissi.
-"Perché?" chiese Sam, provocando.
-"Perché non possiamo".
-"Lo so, ma amo provocarti" rispose.
Ama provocarmi? Vediamo se dopo questo, lo amerà ancora. La spinsi, capovolgendola sotto me. Scesi tra le sue gambe scoperte che iniziai a baciare. Le alzai la gonna del vestitino di lino bianco e passai la lingua sulla stoffa delle mutandine. Sentii Sam gemere sotto quella passata ,allora decisi di rifarlo e vidi la stoffa bagnarsi leggermente. Con le dita iniziai a massaggiarle il clitoride e, quando vidi che iniziò a bagnarsi e a gemere frequentemente, mi rialzai e mi stesi di fianco a lei.
-"Perché ti sei fermato? " chiese, quasi sconvolta.
-"Perché mi piace provocarti bambolina" risposi, con sorriso beffardo.
-"Sei uno stronzo, ma ti amo" disse, dandomi una cuscinata.
-"Anch'io" risposi, rispondendo all'attacco. E fu così Che finimmo dal fare a cuscinate, a farci il solletico. Ridemmo tutto il pomeriggio e parlammo tantissimo: Sam mi aveva detto di voler continuare gli studi e diventare un avvocato. Guardammo l'orologio ed erano le sei.
-"È ora di prepararsi" disse.
Annuii e mi spogliai, mentre Sam mi fissava desiderosa.
-"Non guardarmi così" le dissi.
-"Non posso farci nulla se sei bellissimo" rispose, facendo cadere quel vestitino e rimanendo in intimo. Mi avvicinai a lei, abbracciandola da dietro e dissi
-"Tu sei meravigliosa. Dobbiamo per forza passare a prendere tu sai cosa, ho voglia di te". Si girò, appese le mani al mio collo e disse
-"Seth, per una volta facciamolo senza". No riuscii a resistere: la presi per le natiche, la sollevai, mi abbassai i boxer, le spostai le mutandine ed entrai in lei. Un colpo: la sentivo come non mai e gemetti assieme a lei. Due colpi: era così bello sentire il caldo che mi accoglieva. Tre colpi: stavo per perdere il controllo. Quattro colpi: il suo liquido bagnò il mio membro ed io persi il controllo. La feci poggiare con la schiena sul muro e, velocizzabdo il ritmo, tra gemiti e liquidi corporei, la feci mia. Tornai in me e, sollevandola, uscii da lei, tornando a vestirmi.
-"Dobbiamo provvedere" disse Sam, mettendosi un meraviglioso vestitino aderente color avorio. Le fasciata alla perfezione il seno abbondante e metteva in risalto il sedere tondeggiante. 'È solo mia questa meraviglia' pensai e mi scappò un sorriso. Io indossai una maglia con scollo a V, un jeans strappato chiaro è le Nike roshe one bianche.
-"Ragazzi, andiamo?" urlò Carol dal piano di sotto.
-"Arriviamo" urlò Sam.
Scendemmo e, entrambi, fischiammo a Carol come ad approvare il suo look: era una bomba sexy. Vestito rosso che fasciava il corpo in forma, tacchi rossi, capelli con boccoli, mascara e rossetto rosso.
-"È tardi dai" disse.
Salimmo in auto e ci dirigemmo A casa di Scott. Arrivammo, parcheggiammo e, una volta davanti la porta dell'abitazione, suonammo. Da dentro provenne la voce di Scott che disse
-"Un attimo!". Pochi secondi dopo aprì la porta e rimase stupito.

***Spazio autrice***
Piccoli tesoriiii vedo che la storia tra Scott e Carol vi sta piacendo! Scott perdonerà mai Carol? E Loris? Cosa succederà tra lui e la nostra piccola Char? Come andrà questa cena? Per scoprirlo... Dovrete leggere il prossimo capitolo :D

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