Capitolo 8: Il potere di distruggere il prossimo
Atsushi si erigeva in piedi davanti a loro 3. Nonostante la potentissima forza che si trovavano davanti, le ragazze non accennavano a muoversi.
Non era per timore, né per sfida.
Shinara guardò Numero 9 di fronte a sé. In questi due mesi era riuscita ad ottenere una sorta di abilità particolare del suo quirk.
Era in grado ora di capire la forza del nemico basandosi sul suo peso spirituale.
Guardando Atsushi ne vedeva la pericolosità, si era un mostro, ma in tre potevano affrontarlo e forse persino sconfiggerlo.
Questo, se non fosse che la maschera in questione era ancora indossata sul suo viso. Era stato un regalo da parte di Numero 6, quello che era conosciuto come intelligenza artificiale.
Per non spaventare i clienti con la sua enorme forza spirituale questo gli aveva fatto dono di una sorta di limitatore, che per l'appunto rinchiudere i suoi poteri, limitando la sua presenza e permettendo di rilasciarne solo poco del suo reale potere, altrimenti incontrollato.
In un attimo Shinara creò un enorme ventaglio di cristallo, grande quasi quanto lei. Lo puntò contro Atsushi lasciandogli una ventata di schegge di cristallo.
Maeko poggiò i palmi delle mani a terra e creò dei tentacoli di roccia, per bloccare i movimenti del barista.
Atsushi però rimase fermo.
Le scheggie si infransero contro una sorta di schermo invisibile, mentre i grovigli gli bloccarono le gambe.
<Cristalli e roccia? Oramai mi è venuta nostalgia di ciò. E impossibile dimenticare cio che abbiamo passato, nevvero?> Disse Atsushi.
Prese la maschera con la mano e togliendosi i lacci liberò il suo volto.
Un secondo. Il tempo di realizzare cosa fosse successo, inspiegabilmente.
Maeko rimase bloccata, Shinara nella stessa condizione.
Una lacrima scese sul viso della prima.
La persona da lei amata si trovava in fronte a sé.
<Atsushi. Sei t-> Fece per dire, quando in quel momento si accorse che c'era qualcosa di sbagliato.
Era lui, ma al contempo non era lui.
Shinara allora si sentì la testa girare.
Una enorme sensazione di nausea la prese con se e, per quanto ci si sforzasse, non riusciva a respirare.
Come era possibile? Quanto era grande il divario tra la loro forza? Il solo potere spirituale di Atsushi era talmente forte che stava lentamente e inesorabilmente uccidendo la ragazza. Il quirk che Atsushi aveva acquisito, venendo controllato da Tetsuyama, permetteva lui di espandere il suo potere spirituale facendogli assumere corpo o plasmandolo a proprio piacimento.
Esso poteva anche essere incendiato a comando, generando fiamme azzurre dal calore molto più elevato di quanto il normale fuoco potesse raggiungere.
Quell'enorme forza costrinse Ayaka e Maeko in ginocchio. Quest'ultima lo guardò spaventata.
<Tu... Non sei lui.>
Atsushi la guardò di sbieco. Un sorriso freddo e appuntito si dipinse sul suo volto.
<Beh. Possiamo dire che io sia Atsushi, ma non completamente lui. Perlomeno questo corpo è il suo.> Rispose.
Maeko subito si avvicinò velocemente a Shinara. Non poteva fare nulla in quel momento, non per la sua situazione.
Non poteva curarla o alleviare il dolore come faceva lei. Perlomeno però poteva evitare che questa venisse uccisa.
<Cosa gli hai fatto?!?> Gli Sbraitò la ragazza.
<L'ho semplicemente messo a dormire. Tuttavia se fossi te, rispetto che del tuo moroso, mi preoccuperei più che altro delle tue amiche qui. Sai, lei sta morendo semplicemente perché avverte il mio potere spirituale.> Disse riferendosi ad Shinara.
<Merda...è già così tardi. Andiamo numero 9, altrimenti il boss ci ammazza.> Disse Gild.
Atsushi annuì.
Si avvicinò al biondo e dietro di loro si aprì un portale.
<Ci rivedremo presto. Cara.> Disse Tetsuyama con uno sguardo pungente.
I due scomparvero nel portale, lasciandosi alle spalle le 3 ragazze.
Maeko allora diede qualche leggera scossa a Shinara. Ayaka si riprese velocemente dalla pressione nemica, mentre l'altra ragazza riaprì lentamente gli occhi.
<Cazzo, stai bene?>
Gli occhi dell'azzurra tremolavano.
<Non lo avete sentito...?> Chiese lei.
Le altre due la guardarono con sguardo preoccupato e interrogativo.
<Parlo del suo potere spirituale.> Rispose lei. <La sua forza ora... è quasi, se non pari... a quella che emetteva All Might.>
Le ragazze la guardarono scioccate.
Era davvero possibile fermarlo?
Gild e Atsushi erano tornati nella base. Si ritrovarono davanti la porta di un ufficio. Bussarono.
Una voce disse loro di entrare.
I due entrarono velocemente. Di fronte a loro, a braccia conserte, sedeva Onur.
Li squadrò.
<Bene. A quanto pare abbiamo qualche problema a gestire 3 mocciose, vero Gild? Ci hanno rilevato non lo sai?> Chiese il capo.
I due abbassarono il capo.
<Mi dispiace signore, io non commetterò più un disonore simile.>
Onur allora si alzò in piedi e si avvicinò al biondo. La sua voce cambiò in tono gentile e calmo.
<Alza la testa Gild.> Disse lui.
Il biondo alzò il capo, quando senza neanche poter accorgersene una forte ginocchiata lo colpì allo stomaco e un potentissimo pugno colpì il suo volto.
Gild venne scaraventato contro la parete, con la faccia ridotta al pari di una poltiglia.
<In questi 2000 anni in cui sono in vita, non mai visto nessuno di così tanto incapace.> Poi guardò Atsushi.
<Numero 9, ti prego porta via questo scempio dalla mia vista.>
Atsushi si alzò e si caricò Gild in spalla, macchiando di sangue il suo smoking nero.
<Con permesso.> Disse Atsushi prima di uscire dalla porta.
Erano passati alcuni giorni dallo scontro del casinò e Tetsuyama, si stava godendo una cada brezza nel deserto vicino alla città. Doveva rilasciare il suo accumulo di potere spirituale, prima che questo si potesse sovraccaricare.
Puntò la spada al cielo. I suoi occhi brillarono e una enorme quantità di potere spirituale venne lanciata nel cielo sottoforma di una colonna azzurro-bianca, visibile per miglia.
In quel momento un enorme drago rosso sorvolò i cieli e atterrò vicino alla fonte di quel potere. Subito la sua forma cambiò e apparve Smaug, vestito bene come al solito.
<Ohi, ho sentito che Gild è stano menato dal boss. Ora come sta?> Chiese l'uomo.
<Ora meglio, l'ho medicato il prima possibile.> Rispose Atsushi.
Smaug lo guardò.
<Perché combatti per noi?> Gli chiese Smaug.
<Sono riconoscente, verso il capo e verso voi. Sono passati innumerevoli da quando ho perso il mio padrone e il mio corpo. Perciò ora mettermi ai servigi di un grande uomo qual'è il capo è un grande onore per me> Rispose Atsushi chinando leggermente il capo. Il drago lo guardò.
<Voglio parlare con il vero Atsushi. È possibile?>
Tetsuyama lo guardò.
<Come desideri.>
Chiuse gli occhi e i suoi capelli cominciarono lentamente ad assumere una tinta rossastra.
Atsushi era inginocchiato sull'erba. Intorno a lui uno sterminato campo dorato. I suoi capelli rossi coprivano il suo viso e si muovevano di poco con l'azione del vento, gli occhi chiusi, il capo chino. Nell'aria solo i petali biondi dei gialli fiori, di cui il campo vi era padre. Il cielo infinito, limpido e azzurro mostrava la sua grandezza e vastità, spoglio, se non per qualche pecora solitaria, che sembrava come brucare quell'erba celeste. Il ragazzo scrutava il suo stesso animo dall'interno, di cui il paradiso, non tentennava. Intorno a lui, solo vastità. L'armatura di sangue a lui indosso, dalle membra del poveretto che era sprofondato negli inferi a causa sua.
La lama nera, non proferiva parola, ancora non rincasata nella sua integrezza, nel rosso fodero. Il giovane guerriero, piegato a chinoni, teneva sotto uno dei suoi ginocchi, l'elmo erculeo. Due grosse corna, anch'esse cremisi, sfociavano dai lato della testa metallica di questo. La bordatura dorata emergeva, mostrando quel poco che ancora voleva proteggere. Con l'elsa in mano e il fodero a lato, in compagnia della rinnegati spada, l'anima del guerriero. Proferiva il cantico.
<Orsù, povera anima in pena,
Tu che disturbi la quiete su questa terra,
Porta a me tutto il tuo rancore e risentimento.
Porgi la testa al leone e perisci per mano della spada,
ch'é fiamma e anima mia.
Parlo da uomo, di cui core ha peccato. Invoco il credo del frate esiliato.
Giura il guerriero, il destino tagliare. Morte al demonio, che inizi a tremare.>
Dopo ciò ritirò la spada nel fodero e si alzò. Sapeva di trovarsi nel suo animo irto di insidie, doveva lottare. Per sé stesso e per Lei.
Lei che aveva preso le sue difese e aveva provato a farlo tornare com'era.
A liberarlo dalle sue catene.
Allora, sentì come una sorta di forza, spingerlo fuori da quella sua dimensione sconfinata.
Aprì gli occhi, i quali colori erano tornati normali.
<Ho sentito che mi volevi parlare.>
Disse stavolta il Vero Atsushi e non quel corpo controllato da Tetsuyama.
<Come ti senti?> Chiese l'uomo.
<Come mi dovrei sentire secondo te? Dopo che ho ferito i miei amici...
...
Dopo che mi sono unito a un gruppo di assassini...
...
Dopo che ho ripudiato la persona che amo...
...
SECONDO TE COME CAZZO MI DOVREI SENTIRE?> Sbraitò il ragazzo.
Smaug lo guardò dall'alto in basso.
<Noi non siamo assassini. Siamo dei liberatori e ciò che faremo sarà portare la pace in questo modo corrotto.> Disse lui. Gli occhi di Atsushi lo fissavano dritto negli occhi, mentre le sue sopracciglia si arcuavano.
<Non mi importa cosa siete. Avete comunque ucciso molte persone e ora anche io mi sono sporcato le mani.>
La sua rabbia non faceva che aumentare.
<Basta... NON LO SOPPORTO!>
Fu allora che uno scoppio d'ira fece detonare la sua rabbia.
Non aveva mai utilizzato quel potere da sé. Difatti era totalmente controllato dalle sue emozioni.
Le sue iridi divennero azzurre come il cielo infinito. Una enorme quantità di potere spirituale si addensò nell'aria, esplodendo violentemente intorno a lui.
Miglia di terreno vennero ricoperte da questo suo imperversare, che quasi sembrava una sorta di tempesta.
Smaug lo guardò e subito si trasformò in drago. Il suo era semplice timore, dato che aveva visto perfettamente cosa Atsushi era in grado di fare, anche se il suo potere non gli era mai sembrato tanto diverso da allora.
Tanto incontrollabile quanto allora, ma soprattutto tanto potente quanto allora.
In quel momento una enorme quantità di energia si accumulò tutto intorno ad Atsushi infittendosi e compattandosi a dismisura.
Due bagliori azzurri, come xandele in una notte d'ossidiana, si generarono da un elmo munito di corna e con vari ricami dorati, che formavano varie e complesse trame.
Una enorme armatura a placche si generò come scudo del ragazzo erigendosi verso l'alto.
Le gambe possenti, prima in ginocchio, fecero muovere il colosso, calpestando il terreno sabbioso e smuovendo un gran polverone. Le ampie braccia del gigantesco guerriero si staccarono dal busto corazzato, mostrando al drago una lunga spada dal filo sottile.
Questa era la forza che Atsushi aveva sempre tenuto nascosta e ora era pronto a sfoderare il suo potere.
I due si bloccarono con uno sguardo fisso negli occhi avversari.
Ma Atsushi era determinato.
Non avrebbe più lasciato ad alcuno ferire i suoi compagni.
Col venir della sera era arrivato il tempo di guerra, i due nemici stavano per cominciare lo scontro che avrebbe potuto causare danni anche alla lontana città che svaniva in fronte al fiore dorato.
Giura il guerriero, il destino tagliare. Morte al demonio, che inizi a tremare.
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