Capitolo 7: Maschera

Atsushi indossò uno smoking, abbinato con i suoi eleganti capelli laccati, questo tuttavia gli stava un poco attillato e ciò rendeva la sua apparenza ancora più imponente.
<Cristo, stai da dio con questo addosso. Non mi stancherò mai di vederti così.>
Disse Gild.
<Ho capito Gild, non serve ripeterlo per la quarta volta.> Rispose Atsushi.
Da quando Atsushi era entrato nella Associazione erano passati oramai 2 mesi, dove lui aveva convissuto con gli altri seggi e aveva imparato un poco a conoscerli.
<Solo perché ho detto la verità, non è vero Atsushi?> Disse lui gioioso.
In quel momento però il suo tono di voce cambiò in un tono stronzo e più basso. <O non dovrei chiamarti tale?>

Atsushi sospirò.
<Oh, a quanto pare la mia parte non ha retto troppo bene.> Rispose il ragazzo.
Gild lo guardò in viso avvicinandosi.
<Ce ne siamo resi tutti conto, anche il semplice fatto che i tuoi occhi abbiano dei colori completamente svarionati è di per se indice di cambiamento.> Rispose Gild.
Allora Atsushi rise.
<Beh per quello non ci posso fare molto. Comunque lascia che mi presenti ufficialmente.> Disse lui chinando il capo e portando la mano guantuta sul cuore.
<Il mio nome è Tetsuyama, un demone dall'anima intrappolata nella spada, che ora questo ragazzo porta con se. Ho preso il controllo di Atsushi da quando lui ha detto il mio nome, trasferendolo nella spada che porta il mio nome.> Disse il ragazzo.
Gild sospirò.
<Non importa un gran che alla fine, numero 9.> Disse poi.
Atsushi allora prese una maschera poggiata su un tavolino. Questa era bianca per metà se non per i buchi degli occhi e un gigantesco ghigno scuro, che passava affilato, nella parte interiore della maschera. Sull'occhio destro era raffigurata la figura dell'asso di picche.
Lui se la allacciò in faccia tramite delle cinte di cuoio poste sul retro di questa.
La sua voce ora appariva molto più bassa.
<Nel privato potete comunque chiamarmi Atsushi, penso sia più semplice per tutti.> Disse lui.
Gild si limitò ad annuire, poi gli fece cenno di seguirlo.

I due si trovavano nel Gold, il Nightclub del casinò di Gild. Atsushi era diventato un barista nel tempo che aveva passato lì. Si era guadagnato il nomignolo di Ace, affibbiatogli dai clienti abituali. Aveva ottenuto parecchia esperienza in quel periodo e ora era in grado di accontentare anche la clientela più difficile. Gild si spostò in unaltra sala per i propri affari.
Come al solito Atsushi diede il cambio al barista di turno, mettendosi dietro al bancone.
Nel club risuonava Latina, mentre la gente arrivava sempre più. Era dalle 21 che il club cominciava a farsi più affollato, specialmente nella fascia d'età tra i 18 e 35 anni.
In quel momento una ragazza si sedette al bancone e un ragazzo dai capelli rossi si sedette vicino a lei.
<Posso offrirti qualcosa?> Chiese lui.
La ragazza acconsentì e il giovane si girò verso Atsushi.
<Qualcosa di forte. Per entrambi.> Disse il ragazzo.
Questo aveva una chioma rossa che svettava oltre la già normale altezza del ragazzo. L'espressione del suo viso gli sembrava un po idiota, quasi preso più dal posto che dalla ragazza.
I suoi occhi variavano colore dall'arancione, al rosso, al verde a causa delle luci del club. Atsushi allora subito si mise al lavoro.
<Il mio nome è Yurei.> Disse il rosso alla ragazza senza che lei glielo chiedesse.
In poco tempo Atsushi preparò 2 Sazerac e li passò al ragazzo che allungò il bicchiere alla ragazza.

Mentre i due bevevano e flirtavano, l'attenzione di Atsushi si concentrò su Smaug, seduto al tavolo vip numero 6, circondato da belle ragazze, quale sua espressione tuttavia tradiva la noia.
Un cameriere si avvicinò al bancone.
<Un gin tonic per il tavolo 6 e un Green Light per il tavolo 15.> Disse questo.
Atsushi subito preparò il gin e l'analcolico alla menta passandoli al cameriere.
Al tavolo 15 vi era una ragazza piuttosto bassa, dai capelli azzurri, conciati piuttosto elegantemente. Anche  il suo abito era lungo e sontuoso.
In quel momento Smaug la addocchiò e ci andò a parlare. Era decisamente più piccola rispetto a lui forse aveva 16 anni. "Quell'Atsushi" aveva qualche dubbio su di lei tuttavia. Era distante, in mezzo a quella gente, acconciata in maniera diversa, tuttavia aveva il sospetto di averla già vista, nei SUOI ricordi.
Fortunatamente il vero se stesso era abbastanza resistente per quanto il far trapelare il meno possibile sui suoi amici e compagni.
In quel momento Gild si rifece vivo e chiese ad Atsushi un gin tonic, quale quest'ultimo preparò quasi acrobaticamente.
<Piacevole questa serata eh Ace?>
Atsushi annuì semplicemente per poi mettersi a parlare con il biondo.

Erano oramai 10 minuti che quei due parlavano, quando ad un certo punto Smaug si dileguò e altre due ragazze entrarono nel Nightclub.
La prima non era conosciuta da Atsushi. Questa non era troppo alta, aveva i capelli corti e rosa, e gli occhi dello stesso colore. Indossava un vestitino bianco dai toni anch'essi eleganti, mentre una fascetta rossa le faceva quasi da cerchietto.
La seconda, anch'essa in abito elegante, più alta delle altre 2, aveva i capelli scuri e corti.
Questa invece, fece venire un sussulto al vero Atsushi.
I ricordi di lei non potevano scomparire alla sua controparte, né poter essere nascosti con facilità.
Subito l'Atsushi attuale comprese la sua identità. Si avvicinò a Gild e gli parlò sottovoce.
<È davvero pieno di studenti stasera.>
Gild girò un poco il busto vedendo Maeko e l'altra ragazza avvicinarsi a Shinara.

Per capire cosa ci fanno loro lì, facciamo un veloce passo indietro.

Dopo gli avvenimenti accaduti in città e il rapimento di Atsushi la scuola si era preoccupata di far riposare gli studenti, per poi cercare di attuare un piano per scovare il covo dell'Associazione.
Da ricerche su ricerche la UA aveva scoperto che i portali creati dalla Associazione emettevano un segnale radio unico. Ciò ha permesso loro di scoprire l'ubicazione della base nemica.
Un isola a largo delle coste statunitensi. Los Santos.
Perciò si sono avviati sull'isola tramite la portaerei USS Enterprice, armati di strumenti di spionaggio, per rintracciare la base dell'Associazione.
Arrivati sull'isola si sono messi a setacciare tutta la città, da cima a fondo. E a loro era toccato il casinò.

Tornando al presente, Maeko si girò verso il bancone, notando una figura leggermente familiare seduta su uno degli sgabelli.
<Gild a quanto pare il nostro tempo a disposizione è quasi scaduto. Ci siamo fatti notare troppo.> Disse Atsushi al biondo.
<Si, se non fosse che la mia intenzione era proprio questa.>
Rispose lui, girandosi completamente, dando così, le spalle al bancone.
Maeko allora sgranò gli occhi.
Quello era Gild, ne era sicura al 100%.
Tirò Shinara per una manica.
<Dobbiamo andarcene da qui e in fretta.> Bisbigliò lei.
Shinara allora notò il villain e si alzò dal tavolo.
<Ayaka, muoviamoci.> Disse riferendosi all'altra ragazza. Questa si limitò ad annuire. Non aveva ancora capito del tutto la situazione. Non avendo visto Gild va per se che potesse solo immaginarsi la sua reale forza.
<Che ne dici Numero 9, andiamo a dare loro un saluto?> Chiese Gild al barista.
<Poi ne vado sempre di mezzo io nei tuoi casini. Tuttavia... ad Atsushi non farebbe male avere una rimpatriata con i suoi compagni eh?>
Rispose lui, con un velo di sadismo.
La maschera copriva il suo viso, tuttavia un enorme sorriso distorto compariva sulla truce faccia del ragazzo. Questo perché nonostante non avesse controllo Atsushi, soggiogato dentro la gabbia creata da sé stesso, cercava di combattere, inutilmente, per liberarsi.
Un bruciore, quest'ultimo avvertì al petto, intrappolato nella propria coscienza. Il desiderio di riabbracciare Maeko era forte, più forte che mai. Tuttavia più forte era il suo desiderio di fuggire via, di sparire per sempre, evitando così di fare del male agli altri.
Nonostante ciò era completamente impotente verso ciò che stava accadendo a sé. Intanto Atsushi si liberò dal bancone e scomparve tra la folla. Un altro barista prese il suo posto, come se non fosse accaduto nulla.

Le ragazze si alzarono velocemente, coprendo i rumori con la musica del pub. Gild era appresso a loro camminando tra la gente con passo sciacco. Non sarebbero andate lontano. Quello era il suo Casinò.
Il suo locale.
Il suo dominio.
Maeko continuava a tenere d'occhio Gild con la coda dell'occhio, muovendosi tra tavoli e gentaglia, quando ad un certo punto sbattè contro un busto insolitamente duro.
Stava per scusarsi, quando tirò su lo sguardo però notò che il barista del club che stava parlando con Gild su trovava di fronte a sé.
<Non ordinate nulla signorine?> Chiese Atsushi.
In quel momento però in quel momento da dietro le prime spuntò una tigre che si lanciò in avanti con le fauci, puntando alla gola di Atsushi.
Questo neanche si mosse, il muso sbattè contro una sorta di muro invisibile.
<Abbiamo una cliente maleducata a quanto vedo.>
In quel momento l'aria presente nell'intera stanza divenne pesante e invivibile. Maeko e le altre si sentivano soffocare, ma si reggevano in piedi nonostante ciò.
In quel momento la tigre mutò forma ripresentandosi come Ayaka.
Il quirk della ragazza infatti le permetteva di assumere le sembianze di una tigre e di conseguenza, le rispettive abilità. Inoltre lei era in grado di aumentare la potenza del suo ruggito, stordendo o spaventando gli avversari. Quando cambia forma il suo vestiario è come se prendesse parte delle sembianze, riottenendolo nel passaggio da forma animale a forma umana.

La pressione era scomparsa dopo poco.
<CHE DIAVOLO TI È SALTATO IN MENTE AYAKA!> La rimproverò Shinara.
Lei la guardò spaventata. Probabilmente il suo istinto predatorio si era scontrato con la forza spirituale di Atsushi causando un estremo e incontrollato panico nella ragazza.
<È...un mostro...> Disse Ayaka, tremolante sia per la paura, che per lo sforzo subito per colpa della pressione.
Gild comparve vicino a loro intervenendo.
<Ora basta. Gradirei avervi fuori da qui, prima che vi arresti legalmente.
Gli eroi sono banditi da questo posto raffinato.> Disse il biondo.
Maeko allora non riuscì a trattenere la rabbia. Appoggiò le mani al suolo.
<Proprio tu dici ciò... TI DOVREI FAR ARRESTARE PER SEQUESTRO DI PERSONA, BRUTTO STRONZO!>
Un enorme zolla si staccò dal pavimento e venne lanciata verso i due.

Mentre il pezzo di pavimento veniva scagliato verso di loro, il tempo fu quasi come si fermasse.
Atsushi, allora, fece un passo avanti e  fece flettere il suo avambraccio, portando il palmo aperto, con il filo della mano, rivolto verso il pavimento.
Tracciò poi una linea verticale, perfettamente perpendicolare al suolo.
La zolla venne precisamente tagliata a metà, senza sbavature.
<Le ragazze non dovrebbero comportarsi così maleducatamente, signorina Akiyama.> Disse Numero 9.
La ragazza si placò esterrefatta.
<Come fai a conoscermi?> Chiese la ragazza preoccupata.
<Questo è il casinò del Signor Goldhand, conosco tutti coloro che entrano qui dentro.
E ora vi pregherei di lasciare questo posto sedutastante. Altrimenti...>
L'occhio sinistro brillò intensamente da sotto la maschera. La sua voce divenne bassa e sconcertante. Una enorme pressione venne applicata a tutte e tre, togliendo loro il respiro.

<Non vi basteranno sei vite l'una per andarvene da qui in vita.> Disse lui.

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