Capitolo 2: Non è tutt'oro ciò che luccica
Atsushi, dopo il discorso di Ward, era uscito dalla palestra.
Era perso nei suoi pensieri. Maeko era rimasta invece a parlare con alcuni degli altri compagni. Il suo carattere raggiante forse sarebbe tornato utile per risollevare gli animi dal pensiero di essere cacciati da una organizzazione criminale. Lui camminava per il cortile della scuola avanti e indietro. La classe in sé era per così dire "libera" quel giorno. Avevano loro infatti concesso la libertà di esplorare la scuola in quel primo giorno, per ambientarsi meglio dicevano. Atsushi aveva subito colto l'occasione e si era avviato per vedere i tanto famosi dormitori della UA.
Si diceva che erano un edificio unico per ospitare tutti gli studenti, oltre che per proteggerli da un attacco, evitando che le loro famiglie rimanessero coinvolte. Ciò era effettivamente una buona trovata, pensando ad esempio alla 1A. Aveva letto delle notizie a riguardo, nonostante la scuola cercasse di preservare la privacy degli studenti era ovviamente non del tutto possibile. Le notizie scappano fuori ad un certo punto. E se arrivano alle orecchie di qualcuno, c'è la possibilità che scoppi il panico, soprattutto tra i civili.
Tuttavia a a questo punto i pensieri di Atsushi vennero disturbati e la sua attenzione si spostò su un rumore metallico, proveniente da oltre una piccola barricata metallica. Questa era posta per separare la zona scolastica della UA, da quella residenziale, dove passavano gli studenti per raggiungere, per l'appunto, i dormitori.
Atsushi allora prima di passare oltre attivò il suo quirk.
Il quirk di Atsushi non era considerato un quirk estremamente utile, per il combattimento perlomeno. Questo era chiamato Devil Eyes e consisteva in una visione migliorata.
Atsushi ora come ora riusciva ad utilizzare una visione migliore sulla lunga distanza e una visione periferica completa a 360 gradi in un raggio di 20 metri. Inoltre era in grado, nello stesso raggio di percepire i movimenti di ciò che accadeva intorno a lui, qualche istante prima che questo accadesse.
Come se non bastasse, se guardato negli occhi con il quirk attivo per un prolungato periodo di tempo, Atsushi provocava nel bersaglio un senso di nausea, perdita di orientamento e cecità parziale per qualche secondo.
Gli occhi del ragazzo, prima marroni, si tinsero di un colore tendente al magenta, simbolo del quirk attivo.
Poco più in là avvertiva 3 presenze.
Due erano studenti, ma il terzo?
Non era un professore.
Che fosse per caso uno dei membri dell'organizzazione di cui Ward aveva parlato? Chiuse gli occhi. Un altro colpo sulla barricata. Doveva fare qualcosa e in fretta. Non aveva la sua arma originale, ma perlomeno aveva la sua fidata Shinai da allenamento. La estrasse velocemente dalla "finta chitarra" e in un lampo scavalcò la barricata.
Uno studente era a terra privo di sensi, mentre una studentessa era stata afferrata per il collo da un tentacolo di una sostanza dal colore dorato. Anzi, forse era proprio oro. Davanti a lui la terza figura era avvolta in una lenta spirale brillante. Il tentacolo rilasciò la ragazza, che tossiva tenendosi le mani al collo per cercare di respirare. L'uomo si girò per un istante verso Atsushi, senza però calcolarlo. La sua attenzione invece si rivolse invece verso un cespuglio, da dove uscì un omaccione vestito completamente di nero.
Non lo aveva percepito, forse perché prima si trovava fuori dal raggio del suo quirk. Era decisamente più alto di lui e in apparenza era risultava più grosso. La sua carnagione era praticamente bianca tal da sembrare malata, tuttavia era visibile solo un poco del volto dato che questo era per metà coperto da un copricapo che ticordava a metà tra una bombetta e una coppola. Subito prima che Atsushi potesse fare qualcosa questo di punto in bianco afferrò la povera ragazza e la scaraventò violentemente nel cespuglio.
<Ohi, finalmente ti ho trovato numero 10.> Disse al suo compare il tizio che controllava l'oro. Il nuovo arrivato se ne stava in silenzio senza proferir parola alcuna.
Solo allora il primo si girò verso di Atsushi e lo degnò finalmente di attenzione, senza però rispetto.
<Ne ho abbastanza di questi mocciosi scassapalle...> Disse lui.
Mentre parlava però Atsushi si spostò di lato in modo fulmineo, le sue abilità fisiche erano di gran lunga superiori a quelle di un normale ragazzo della sua età. Voleva colpire il bestione nel suo punto cieco, tuttavia la sua priorità ora non era combattere. Doveva recuperare i due feriti e medicarli. Era la prima cosa da fare. Portandosi appresso i due ragazzi ci avrebbe impiegato circa pochi minuti per raggiungere l'infermeria dall'altra parte della scuola, tuttavia con i due Villain a braccarlo non c'è l'avrebbe mai fatta.
In quel momento il primo portò un braccio davanti al compare, per poi rimetterlo a posto e scrocchiare le sue dita tinte d'oro.
<Va pure a sgranchirti le gambe numero 10... a questo qui ci penso io.>
Disse lui. Il grosso omone si allontanò con delle enormi falcate.
<Ora siamo soli...io e te...> Disse lui
Un sorriso sadico si era dipinto sul suo viso, mentre i suoi capelli anch'essi tendenti al biondo svettavano, provocanti, oltre i suoi occhi rossi, fissi sul ragazzo che aveva di fronte.
<Mi spiace, ma non sono interessato agli uomini.> Rispose Atsushi, quasi per scherzo.
Non poteva lasciar andare quel "numero 10" o come diavolo lo aveva chiamato.
In quel momento Atsushi sentì dei rapidi passi da dietro. Attivò il suo quirk. Non poteva girarsi, non ora che l'avversario era davanti a sé.
I suoi occhi si colorarono.
Dietro di lui una figura familiare si mise al suo fianco. Era Maeko, era riuscita a trovare Atsushi e ora stava guardando inorridita il villain.
<Atsushi chi è quello?> Chiese la ragazza.
Atsushi le fece cenno di stare indietro.
Due cose passarono per la mente di Atsushi in quel momento:
Primo, lei lo aveva chiamato per nome. Non capiva se gli era piaciuto o era strano. Non era importante lo sapeva, tuttavia quell'enorme confidenza che lei si era presa lo aveva confuso un attimo.
Secondo, se non c'era speranza di battere quell'avversario loro due allora c'era una sola soluzione.
<Ci sono troppi studenti in questa scuola di merda...>Disse il tipo con fare leggermente arrabbiato.
<Akiyama. Ascoltami bene...> Disse lui cercando di mantenere il contatto visivo con l'avversario.
Doveva attaccare, tuttavia aveva capito che l'avversario era decisamente più forte di lui.
<Quest'uomo ha aggredito due studenti. È pericoloso ed è decisamente più forte di noi... Akiyama. Devi andare a chiamare i professori. Subito. Io cercherò di trattenerlo fino all'arrivo dei rinforzi.>
Sapeva che ora si sarebbe fiondato su di lei. Ma lui non l'avrebbe mai fatto passare. Era la cosa migliore da fare.
Lei scosse la testa.
<Ma che sei, pazzo? Insieme dovremmo riuscire a tenerlo a bada.> Rispose lei.
Atsushi, però la riprese subito.
<Akiyama, ragiona a mente lucida! Anche insieme non avremmo possibilità! Inoltre devi pensare prima ai due ragazzi feriti. Se non vai a chiamare un professore qui tutti gli alunni se la vedranno brutta.> Rispose lui. Lei lo guardò preoccupata.
Non voleva lasciarlo solo, non ora che il nemico era decisamente più forte di lui.
Però, poi ripensò a cosa lui aveva detto. Se c'era qualcuno che poteva fare più di loro due, erano sicuramente i professori.
<Cazzo, andrò a chiamare questi stramaledetti rinforzi! Ci metterò poco, ma tu vedi di non farti male ok?> Disse lei. In quel momento il suo tono di voce cambiò diventando basso.
<Non mi farò sconfiggere, sta tranquilla. Ora vai!>
Era il momento. Il tizio lo aveva fissato per un po e ora il quirk avrebbe avuto il suo effetto. L'uomo perse un poco equilibrio e di tastò la fronte.
In quel momento Maeko cominciò a correre verso l'aula professori per cercare rinforzi.
Anche se era confuso, l'avversario gettò a terra degli anelli d'oro, che liquefacendosi, assunsero la forma di tentacoli.
Atsushi si dovette gettare di lato, per evitare un attacco fulmineo.
<Non lascerò che tu la raggiunga.>Disse Atsushi. Tuttavia il tipo non si scoraggiò. Anzi, si lanciò con una velocità assurda contro Atsushi.
Il rosso non si era reso conto delle reali capacità del nemico.
<È un peccato... per te, intendo!>
Il tizio allora gli afferrò la maglietta, cominciando a tramutarla in oro.
Atsushi tuttavia con i riflessi mostruosi che aveva, infilò la spada di legno nella maglietta e facendo da perno usò la sua forza per strappala, levandola dal suo corpo, evitando così di essere trasformato. Fece poi qualche veloce passo indietro. In quel momento al tipo colò del sangue dal naso, però se lo spazzò subito via, appena se ne accorse.
<Begli addominali...>Disse lui incantato per un attimo.
Atsushi allora colse l'occasione per arrivargli vicino e colpirlo violentemente al fianco con la spada.
L'uomo gemette di dolore, però subito dopo afferrò il legno e lo tramutò in oro. Alla spada spuntarono inoltre dei tentacoli che andarono a bloccare i polsi e le caviglie di Atsushi, mentre un tentacolo d'oro lo afferrava da dietro e lo sollevava da terra.
<Scacco matto.> Disse l'uomo.
Atsushi però in quel momento fece un sorrisetto.
<Esattamente ciò che volevo> Disse il ragazzo, tirando una violentissima testata al tipo e lanciando la spada in aria. L'avversario sarebbe rimasto stordito per qualche secondo, ma ciò era più che sufficiente.
<Come avrai notato, mi alleno fino allo stremo ogni giorno. Ora anche qualcosa di pesante come l'oro per me è come spezzare un fuscello.>
Allora Atsushi contrasse i suoi muscoli e, a fatica, si liberò dalla presa. Ora questi si gonfiarono come mai, mentre la spada cadeva. E mentre questa cadeva che Atsushi la afferrò. Ora che era pesante in oro avrebbe fatto molto più male. Usò oltre alla sua forza anche l'energia potenziale della spada e colpì direttamente in volto l'avversario, ammaccandolo per bene. Un a sferzata di sangue coprì il volto del tizio, forse Atsushi gli aveva rotto il naso.
<Pezzo di merda!> Si limitò a dire lui.
Tuttavia in quel frangente un forte pugno colpì Atsushi in viso facendolo cadere a terra.
Il ragazzo si rialzò in fretta, sputando una macchia di sangue. Il suo labbro e la sua fronte sanguinavano.
<Stronzo ora io...> Stava per dire il tipo, ma a quel punto un'altra voce accorse.
<ATSUSHI!>
Era Maeko che arrivava seguita da una dozzina di professori.
Il tipo era incazzato, tuttavia sapeva anche lui che affrontare così tanti professori sarebbe stata una scocciatura.
<Numero 6, apri il gate.>
Dopodiché guardò il rosso.
<Ricordati questo Atsushi, tu finirai nella mia collezione. Il mio nome è Gild Goldhand, non scordarlo.>
Dietro di lui comparse un portale e lui ci entrò, scomparendo prima che i professori potessero fare qualcosa.
Atsushi si sedette. Era ammaccato e a petto nudo.
<Grazie di essere andata a chiamare i rinforzi.>Disse lui guardandola anche se un po in imbarazzo per la sua condizione. Aveva persino detto che non si sarebbe fatto nulla, ma a quanto pare un bel pugno se lo era preso pure lui. Lei lo guardò e capendo il suo pensiero arrossì, d'altronde lui non era affatto un brutto ragazzo.
Maeko, tuttavia, si tolse la giacca, sopra la divisa scolastica, e la diede ad Atsushi, anche se un poco stretta.
<Penso che tu possa avere freddo, ora.> Disse semplicemente. I due allora cominciarono a riderci sopra.
Atsushi, però, sarebbe rimasto seduto per poco, dato che sapeva che c'era ancora numero 10 a piede libero per la scuola.
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