Capitolo 18: Ora di salutarsi

Gli altri si avvicinarono lentamente verso di loro.
<Vi devo ringraziare Atsushi, Aria. Non pensavo sareste stati in grado di indebolire abbastanza Onur e da fargli usare persino la sua seconda vita. Ora.
Ho finalmente eliminato una delle due minacce principali che impedivano l'attivazione del mio progetto.>
Di colpo la sua immagine diventò volatile e sotto la sua pelle venne rivelato il duro metallo di cui era veramente fatto.
<Parla lavatrice di merda. Prima che ti smonti per bene e ti faccia diventare una lavastoviglie.>Disse Aria alzandosi.
Il buco che aveva nel petto non aveva colpito organi vitali, tuttavia aveva perso molto sangue.
<Una delle due?> Chiese Atsushi.
Il robot guardò tutti gli altri.
<Voi due siete forti, ma ingenui. Voi siete la minaccia, l'umanità è il pericolo. Onur rappresentava l'82% del pericolo, ma ora che è stato sconfitto, l'uomo è l'unico altro ostacolo che impedisce il completamento assoluto del piano ADAMAS.> Si pronunciò lui.
Atsushi lo guardò freddo.
<Inoltre... ora la prima fase del piano è iniziata.>
Il robot prese un piccolo quadretto con un timer e lo lanciò ad Atsushi.
Mancavano meno di 10 minuti.
<Mentre voi tenevate Onur impegnato io mi sono espanso su tutta la rete globale e ora ogni artiglieria nucleare su questo pianeta ha iniziato il bombardamento della terra. In questo tempo un missile giungerà qui e farà piazza pulita di voi.> Continuò la macchina.

Tutti si guardarono spaesati.
<Se davvero volete provare a fermarmi nascondetevi e pregate di sopravvivere. Anche se le probabilità quando il missile esploderà saranno prossime allo zero e l'intera isola finirà in fondo al mare.> Disse il robot, prima di sparire in un portale verde.
<DOBBIAMO FUGGIRE SUBITO!> Gridò Ayaka.
<Già, dobbiamo perlomeno trovare un riparo sicuro...> Mormorò Shinara.
Tutti si voltarono per andarsene via.
<Forza Atsushi muoviamoci...> Disse maeko. Girò la testa.
Atsushi aveva il volto girato verso l'orizzonte.
<Atsushi?> Chiese la ragazza.
<Io resterò qui.> Disse lui.
Tutti lo guardarono voltandosi di scatto.
<CHE CAZZO STAI DICENDO? VUOI MORIRE?> Gli urlò contro Shinara.
<Avete sentito? Il missile distruggerà tutto quando colpirà terra. Tuttavia c'è ancora una possibilità. Farò esplodere il missile in aria, prima che tocchi terra. Ciò vorrà dire che l'onda d'urto colpirà solo la superficie.> Rispose Atsushi.
<Ripeto perché forse non mi hai sentito...SEI IMPAZZITO?> Gli chiese nuovamente Shinara.
<Ascoltate. Io qui sono l'unico in grado di poter fare una cosa del genere. Non posso rischiare che tutti quanti voi moriate. Volevo salvare la vita a tutti coloro che riuscivo e non riuscivo a raggiungere. Però mi sono accorto che è impossibile. Io sono un guerriero. Non un eroe. Perciò...se dovrò morire lo farò qui. Scegliendo chi salvare. Le persone che desidero stringere a me e gli ideali che voglio raggiungere.> Rispose lui.
<Atsushi tu...> Mormorò Deku.
<NO, NON PUOI...> Maeko piangeva li, su quel suolo freddo.
<NON PUOI GETTARE TUTTO VIA COSÌ NON LO PERMETTERÒ!>
<Maeko...> Atsushi la guardò per poi avvicinarsi a lei e abbracciarla nei limiti del possibile.
Sentiva la sua calda stretta stringersi.
Il suo corpo adagiarsi al suo.
E le fredde lacrime uscire copiosamente dai suoi occhi, rigando il suo stupendo viso. Lui allora la baciò passionevolmente, come la prima volta.
<NON SONO PRONTA PER LASCIARTI ANDARE E NON LO SARÒ MAI!> Disse Maeko poi. Le loro fronti si appoggiarono l'un l'altra, mentre le lacrime scendevano sul viso di lei.
<Maeko...mi dispiace...> Disse lui.
<Cos->
Un colpo ben assestato dietro la nuca della ragazza le fece perdere conoscenza. Atsushi sapeva cosa aveva fatto, ma era la scelta migliore.

Poi guardò Aria.
<Non vorrei chiedertelo...>
<Per una volta hai fatto qualcosa di leggermente più interessante. Però nonostante ciò odio il tuo lato bonaccione. Muori in pace Atsushi.> Disse per poi prendere in spalla Maeko.
<Andiamo.> poi gridò agli altri.
<Kayo.> Disse Atsushi girandosi verso numero 7. <Non ti ho mai disprezzato. Se hai un cuore. Portali via di qui e guidali tu in un luogo sicuro.>
Il ragazzo lo guardò un secondo.
<Sai Atsushi. Neanche io ti ho mai disprezzato.> Disse soltanto.
Puntò poi lo sguardo verso le altre 2 ragazze.
<Vi prego... Ayaka, Shinara... prendetevi cura di Maeko...> Disse Atsushi.
I loro visi erano tristi, come durante un funerale di un caro amico.
Atsushi sapeva che per lui oramai era arrivata la fine.
Non voleva rattristire nessuno. Ne veramente desiderava lasciarli. Tuttavia il voler proteggere loro, andava in cima a tutte le sue priorità.
<Atsushi. Ti prego ripensaci. Non fare sciocchezze.> Rispose Ayaka triste.
Tuttavia Atsushi era nuovamente girato verso l'orizzonte.
<È meglio che andiate. Cercate un posto sottoterra. Lì sopravviverete.> Disse il ragazzo.
Le due ragazze, con i visi ricolmi di lacrime e il morale sottoterra si allontanarono.
Deku, Bakugo e Todoroki erano fermi a guardare il rosso.
<Andate anche voi. Siete forti, molto forti. Vorrei che la 1A si unisse alla nostra classe per sopravvivere.> Disse Atsushi. Bakugo e Todoroki si morsero il labbro. Avevano capito che non potevano fare molto a riguardo.
Il viso di Deku era invece puntato verso il cielo.
<Comprendo. Anche se questa non è una normale scelta che farei. Atsushi. Vedi di sopravvivere. Se veramente vuoi che noi ci uniamo alla vostra classe allora devi vivere.> Disse lui triste. Poi si girò e seguito dagli altri due si allontanarono da lì.
Atsushi era rimasto solo. Finalmente sapeva che le vite dei suoi compagni non sarebbero state in pericolo.

Era in riva al mare ora. Da solo.
Guardò l'orologio. Tre minuti rimasti.
Lo gettò in mare.
Prese l'unica sigaretta che gli era rimasta. Con il mignolo istigò una piccola fiamma azzurra e accese la cicca. La appoggiò alle labbra.
Ancora, il mantello era mosso dal vento, aumentato, come per l'occasione.
"Grazie Shinara, Deku, Ayaka, Aria, Maeko." Pensò il ragazzo per poi soffiare via il fumo e spegnere la sigaretta nella sabbia.
Aveva fatto un solo tiro. Esattamente il numero di quante erano le sue possibilità.
Sapeva di non essere mai stato un grande eroe. Sapeva di non essere stato affatto un buon ragazzo.
Sapeva che il suo ideale di querriero era molto lontano ma che si sarebbe ben presto spento lì. Esattamente come aveva fatto con la sigaretta.
In lontananza una figura apparve nel tramonto. Tra le poche nubi, sapeva che un enorme razzo stava tagliando il cielo e si stava dirigendo lì. Sapeva che non era molto distante.
<Povera o mia anima in pena... >
Estrasse la sua spada recitando queste parole.
<Ch'io portai disturbo... alla quiete di questo tempo... >
La poggiò al suo fianco facendola slittare poi sopra la testa.
<Offro la mia esistenza...>
La spada era puntata in modo perpendicolare all'orizzonte.
Il sole moriva nel mare provocando una danza di colori adatti alla fine.
Rosso. Colore del sangue.
Arancione. Colore del fuoco.
Rosa. Così come la pace che lui aveva agognato di raggiungere.
<Che di fronte ai miei peccati e al mio volere... tremino Paradiso... Inferno... e tutto ciò che vi sta in mezzo... e oltre...>
Ora la figura del missile apparse nel sangue. Mancavano meno di trenta secondi all'impatto.
<Impero degli eroi...arrivo.>
Una energia scura si raccolse intorno ad Atsushi. Le catene tentennavano.
Era giunto il momento.
Abbassò la spada.

DIMENSIONAL SLASH

Il tempo rallentò fino a bloccarsi completamente.
Atsushi posò la spada al suo fianco.
Il missile si bloccò. L'orizzonte divenne grigio. La Slicer tornò normale.
Allora il cielo si divise, di cui una metà slittò leggermente più in basso dell'altra, quasi come se si volessero ricomporre le due parti di un foglio.
Il missile venne tranciato a metà. Tuttavia non esplose. In quel frangente tutto ciò che era impossibile era diventato possibile.
La dimensione era stata divisa a metà per un tempo infinitesimalmente piccolo e con se anche la fisica ora era soggetta a distruzione.
Quell'attimo era talmente piccolo da non poter essere considerato neanche esistenza. Fu in quel momento che Atsushi sorrise. Una lacrima gli rigò il viso stanco, mentre il tempo
mortale ricominciava inesorabilmente a scorrere. Atsushi allora vide un bagliore rosso.
Una luce allo stesso vicina e distante.
<Ci siamo divertiti... eh ragazzi?>
Una gigantesca esplosione rase al suolo una buona parte di ciò che giaceva sulla superficie dell'isola. Palazzi, case, ospedali, il molo, il casinò di Gild. Tutto era finito.

La vista era appannata. Le orecchie fischiavano. Il suo corpo era pesante.
Lo sentiva. Sentiva qualcuno.
Vedeva una figura sfocata.
<Veneranda Madre. Sei tu?>
Di colpo la figura scomparse per qualche secondo.
Sentì un rumore di fondo. Come se una mandria di elefanti stesse arrivando lì.
Di colpo si ritrovò due figure e non più una sola. Una goccia cadde sul suo viso bagnandolo.
<Ah...hsih...> Sentì lui.
Poi la voce si fece più chiara e la sua vista mise a fuoco.
<Atsushi!!!>
Shinara era lì vicino a lui.
Ayaka stava piangendo al suo fianco.
<Ayaka...Shinara...Siamo morti tutti?>
<NO COGLIONE! SEI VIVO!> Disse lei con gli occhi lucidi.
<Menomale... siete sopravvissute...ma io... come...> Mormorò lui.
<Quando ti abbiamo trovato... 6 ore dopo l'esplosione... eri avvolto in una armatura rossa, tuttavia è scomparsa poco dopo che ti abbiamo portato qui.
In un bunker sotto l'ospedale della città.>
Atsushi allora avvertì come un piacevole calore al cuore. Aveva capito.
<

Grazie compare...> Disse sottovoce.
Di colpo un gran numero di passi veloci si avvicinarono alla stanza.
Una lacrima scese sul viso della ragazza.
<Atsushi...sei un idiota...> pianse Maeko avvicinandosi ad Atsushi.
Lui si alzò debolmente la sua carnagione era pallida, tuttavia era vivo e vegeto.
<Non fare mai più una cosa così...il mio cuore non reggerebbe senza di te...> Disse la ragazza asciugandosi le lacrime. I due si abbracciarono.
Qualcosa finalmente era andato bene.

<Ehi Atsushi, pensi che possa bastare la benzina?> Chiese Deku.
<Si, immagino di si. E se non basta, immagino possiamo sempre affidarci a Katsuki e Shoto per dare una spinta alla barca.> Rispose il ragazzo.
<Forza andiamo ragazzi!!> Gridò l'eroe della ex 1A
Erano passati 3 mesi da quando era avvenuto il giorno del giudizio.
Cominciava a far freddo e l'inverno era quasi alle porte.
Gli eroi avevano preso tutto ciò che era utile e ora stavano per ritornare in Giappone. Anche perché lì, il cibo era poco le scorte sarebbero durate ancora meno di un mese e loro non potevano aspettare. Infatti LUI poteva già essere sulle loro tracce, probabilmente.
O forse erano loro sulle tracce di LUI.

"Stiamo arrivando a cacciarti. Non vivrai ancora a lungo. Adamas." Pensò Atsushi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top