Capitolo 14: Demone
Atsushi si rialzò da terra.
Raiden generò un bastone di scariche elettriche.
<Voi. Morirete tutti qui.>
In quel momento Atsushi si gettò contro Raiden ad una velocità sovraumana, tranciando a metà il suo corpo con un solo fendente.
Questo rimase impassibile. La sua figura si ricompose in un attimo.
Il suo intero corpo era creato di elettricità.
<Sul serio Pensavi che saresti riuscito a ferirmi?> Disse l'uomo.
In quel momento Atsushi si trovò schiena contro schiena con Maeko.
Maeko, Shinara e Ayaka stavano resistendo a malapena contro Gild e sarebbero già crollate, se non fosse stato per la cura e la protezione che poteva offrire quest'ultima.
<Atsushi, non possiamo continuare così...> Disse la ragazza sfinita.
Tuttavia l'attenzione dei due si spostò sul Numero 1.
La sua mano zampillava di scintille sempre più potenti. Maeko creò tre scudi in fronte a loro.
<200 milioni di Volt...>
Tutti si girarono a guardare quella scena, come ipnotizzati. Persino Gild e Barbabianca girarono lo sguardo.
<Sono spacciati. Neanche io ho sopportato quell'attacco.> Disse lui a bassa voce, mentre combatteva con Aria. Atsushi allora decise, in quel frangente di tempo, di fare la cosa più giusta in quel momento.
<EL THOR!> Gridò Raiden, sparando un impetuoso raggio elettrico, che distrusse tutto ciò che gli si parava davanti. Atsushi allora con la spada si parò davanti a Maeko, mentre proteggeva loro con la spada questa lo graffiò. Gli scudi cominciarono a disintegrarsi contro l'energia scatenata da Raiden.
Non importa cosa pensano gli altri.
Non mi importa cosa accade intorno a me.
L'esistenza è sofferenza e a causare sofferenza è l'attaccamento all'ego.
L'ego è la separazione della conoscenza dalla Unità universale.
Si continua a soffrire finché tale separazione esiste.
Solo l'unificazione di tutte le coscienze porterà alla fine della sofferenza.
La nascita è sofferenza.
Invecchiare è sofferenza.
La malattia è sofferenza.
La morte è sofferenza.
La separazione è sofferenza.
La sofferenza verrà meno quando ci sarà una unica Coscienza, quando la coscienza dell'Uno è la coscienza dell'Universo e non ci sarà differenza tra il sè e un altro sè, tra oggetto e soggetto, tra ciò che si percepisce e ciò che viene percepito.
La diversità delle forme è causa di sofferenza.
Ogni forma di vita deve essere simile alle altre; ogni forma di vita deve essere una sola.
Solo quando ogni cosa diventerà un tutt'uno con la Spada, la sofferenza cesserà.
La Spada è la perfezione.
La Spada è la liberazione dalla sofferenza.
La strage della Spada proseguirà il proprio corso fin quando non ci sarà un'unità tra tutte le cose.
Quando ogni cosa diventerà una, quando ogni forma diverrà perfetta entro la Spada, solo allora la Spada smetterà di togliere e vi sarà pace.
Tutto è Uno.
Uno è Tutto.
Uno è Niente.
Niente è Tutto.
Un manto nero si avvolse attorno al braccio destro di Atsushi.
Le sue vene iniziarono a ribollire, mentre le sue carni bruciavano tra le fiamme infernali.
Le sue iridi si colorarono d'oro e I suoi capelli divennero un poco più lunghi.
Il nero tumore aumentò di misura, toccando il collo del giovane. Un corno arricciato crebbe dalla rossa chioma mentre una singola ala, generata dalla cenere nera del braccio, si allungò sulla schiena del ragazzo, per poi mostrarsi con fierezza.
<Oh, non avevo ancora visto questo lato di te Atsushi. Ammetto che la tua forza è considerevole, ma tuttavia non è abbastanza per battermi.>
Maeko si ritrovò abbracciata da quel calore desertico, anche solo a stargli vicino, allo stesso tempo intenso e irrespirabile.
<Quella forma...> Mormorò Maeko.
La prima volta non era riuscita a capire cosa fosse successo. Ora tuttavia era riuscita ad intuirlo, proprio come lo stesso Atsushi. Era stata la ferita inferta dalla spada a renderlo così. Ciò non aveva funzionato con le altre persone. Quindi, forse funzionava solo con lui considerando che ne fosse il portatore.
<Atsushi...non...non puoi fare come la scorsa volta. Il mio cuore non reggerebbe...> Disse la ragazza.
Atsushi la guardò, mentre una luce si accese nei suoi occhi.
<Maeko. Non andrà come la scorsa volta.> Disse il rosso portandosi in fronte a Raiden.
<Bene, vedo che ti è venuta un po di voglia di combattermi.> Disse il numero 1. In quel momento entrambi sembrarono smaterializzarsi.
Colpi ripetuti avvenivano sull'asfalto, mentre Gild e le tre ragazze non riuscivano a vedere cosa stesse accadendo.
Gli unici che riuscivano a vederli nitidamente erano Barbabianca e Aria, in combattimento poco più il la.
"Allora vedi che se ti impegni ci riesci?" Pensò Aria scorgendo i due scontrare le armi tra loro.
<Davvero ti sembra di essere in una situazione tale da poterti distrarre giovanotto? Il tuo amico non vincerà mai contro Raiden.> Chiese Barbabianca al ragazzo, afferrando il nulla e squarciando lo spazio vicino ad Aria.
<Tranquillo, non perdo l'occasione di giocare con te.> Rispose il corvino, schivando il colpo a mezz'aria. <Se lui non ce la fa, vuol dire che era debole e che avrò più da divertirmi. Inoltre, chi ha detto che lui è mio amico?>
Aria estrasse la lama è si fiondò sul suo avversario. Non poteva sottovalutarlo. D'altra parte però sapeva di essere pesantemente sottovalutato.
Allo stesso modo Atsushi combatteva contro Raiden, tuttavia c'era qualcosa di strano. Atsushi stava accelerando sempre di più. Le fiamme sul suo corpo divampavano più forti ad ogni istante che passava. Il suo corpo combatteva per riflessi, tuttavia la sua mente e la sua coscienza stavano scivolando via.
L'abisso. Voragine di una profondità indefinita. Casa del buio e del caos più puro, ma allo stesso tempo dimora del silenzio assoluto.
Lentamente Atsushi stava cadendo in questo buco senza fine e inesorabilmente, senza via di uscita, si trovava stretto tra quelle pareti scure, senza poter contare su una singola luce.
Oramai il corpo di Atsushi era diventato un contenitore vuoto, mosso solo dalla propria volontà di combattere. Ciò era il suo unico appiglio rimanente. L'unica ancora di salvezza. Il desiderio di combattere, proteggendo i propri compagni e
la persona amata.
Atsushi sentì una lontana voce.
<Svegliati Atsushi... è mattina...>
I suoi occhi si aprirono debolmente.
La testa del giovane si alzò lentamente, poggiando la schiena contro l'enorme l'albero di osmanto prezioso, che gli aveva fatto da giaciglio per la dormita.
Un eterno campo dorato si estendeva a perdita d'occhio varcando la linea dell'orizzonte verso l'infinito.
Spighe bionde marcavano il terreno proliferando oltre il comprensibile, mentre lui da una collinetta solitaria osservava il vento disegnare complessi arabeschi nel grano.
Il cielo limpido come il mare era segnato da qualche pecora bianca, che solitaria, brucava pigramente coperta blu, invece che scendere su questa terra.
Atsushi era seduto con la schiena poggiata all'albero quando a quel punto sentì un suono di campanelle.
Il vento gli scompigliava i capelli in un tripudio di gloria. In quel campo dorato, noto già da tempo. Ad Atsushi allora apparvero quattro figure sfocate.
In rombo di tuono a ciel sereno aprì il firmamento ed ecco la prima figura.
Ed ecco gli apparve un cavallo bianco e colui che lo cavalcava aveva un arco, gli fu data una corona e poi egli fu nominato Vittorioso, per regnare e vincere ancora.
Il cielo allora nuovamente si aprì e le fiamme aprirono i cancelli del Paradiso. Gli apparve la seconda figura.
Costui stava su un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato potere di togliere la pace dalla terra perché gli uomini si uccidessero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada. Quella spada Atsushi la riconosceva. Poiché quella spada
era la sua. La Slicer.
La terza figura uscì dalla volontà terrena mentre l'aria si fece pesante e umida facendo appassire i fiori intorno a loro.
Apparve allora un cavallo nero e colui che lo cavalcava aveva una bilancia in mano. E udii gridare una voce in mezzo ai quattro esseri viventi:
<Una misura di grano per un danaro e tre misure d'orzo per un danaro! Olio e vino non siano sprecati>.
Ed ecco l'ultimo apparse dal rombo dell'inferno ponendo fine alla calma degnata fino ad allora. Il cielo si tinse di rosso e la terra si increspò.
Apparve l'ultimo su un cavallo verdastro. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli veniva dietro l'Inferno.
Atsushi rimase a fissare i 4 a capo chino. Fu dato a loro il potere sopra la quarta parte del mondo per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra.
Tutte quelle scosse, tutte quelle ferite, insistevano sul suo corpo per ogni secondo. I suoi occhi completamente azzurri erano diventati vacui, senza espressione. Atsushi non sentiva più dolore. Ma non era per l'adrenalina.
Difatti Atsushi in quel momento era già da lungo morto dentro.
Atsushi guardò le figure avvicinarsi a lui, sopra i cavalli. La loro aura minacciosa li faceva sembrare enormi in confronto al ragazzo.
Lui li conosceva in qualche modo, erano i pilastri della fine. I cavalieri dell'Apocalisse.
Non c'è bisogno di luce nella totale oscurità. Solo vuoto incorreva tra lui e l'infinito. Cadeva. Risorgeva. Precipitava. Risaliva. Era un viavai di sensazioni che si propagavano in quel suo Infinito. Un infinito buio, inesistente, senza traccia di essere vivente o non vivente. Lui non sentiva più le sue braccia. Le sue gambe. Il suo corpo. La sua coscienza vagava nel nulla senza dare segnali. In un abisso senza sole.
<A quanto vedo sei riuscito a gestire il mio potere. Ma non ci siamo ancora.
Per divenire uno di noi dovrai rinunciare a tutto.> Disse il secondo.
Atsushi era confuso.
Cosa voleva dire il cavaliere?
<Le guerre fanno nascere l'Odio per proteggere l'Amore delle persone care.
Noi, vogliamo creare un mondo dove regna solo pace. Un mondo di soli vincitori, un mondo di solo Amore.
Noi creeremo un mondo così.
Ma per fare ciò, Tu dovrai distruggere questo mondo.
Dovrai distruggere il mondo, per poi salvarlo.> Disse lui.
L'albero dorato si incendiò dietro il ragazzo, mentre il cielo cadeva nelle grinfie del fuoco.
<Possa Dio considerare il Tuo peccato come dote della tua persona> Disse il cavaliere bianco, Conquista.
<Possa Dio onorare la Tua forza d'animo e fisica.> Disse il secondo Cavaliere, Guerra.
<Possa Dio concretizzare il tuo Fato.> Disse il terzo cavaliere, Carestia.
<Possa Dio essere la Tua unica ancora a questo mondo.> Disse il quarto cavaliere, Morte.
Il cielo si squarciò di netto liberando il blu limpido.
<Che le Tue gesta siano ricordate nello stampo rovente della terra, nei meandri più conosciuti dell'inferno. Che il diavolo inizi a tremare e che l'Apocalisse inizi a regnare!> Dissero tutti e 4 insieme.
Distruggi il mondo. Con il calore delle Tue Fiamme. Crea un nuovo mondo. Con la lama della mia spada. Preserva il mondo. Tu che puoi farlo. Presterò a Te il potere di tistruggere. A Te. A Te che sei. Il vero demone di questo mondo.
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