Capitolo 1: Il primo passo

Era finalmente mattina. Atsushi stava aspettando a lungo quel giorno. Si tirò su dal letto al suonare della sveglia.
Rifece le coperte del futon, uscì da camera sua e scese le scale del tempio.
Il ragazzo aveva oramai compiuto i 15 anni, ma già da giovane aveva avuto il desiderio di entrare alla UA, la scuola per eroi più famosa del Giappone.
La famiglia di Atsushi non aveva avuto molta fortuna.
La famiglia Sawa è una grande famiglia composta da famiglie più piccole dove il mestiere dell'eroe è molto disprezzato dai più anziani.
Infatti questa discende da una lunga stirpe di Samurai, che generazione dopo generazione si è fatta sempre più rada.
Con l'avvenire dei quirk infatti il ruolo di Samurai si è praticamente estinto.
Nessuno aveva più bisogno di forti guerrieri abili nelle tecniche di spada, quando queste non erano quasi più efficaci.
Atsushi tuttavia, sin da bambino era rimasto affascinato da quei vecchi signori che, nonostante la loro età avanzata, fossero ancora devoti al loro nome. Volle imparare le tecniche base della scherma, mettendoci talmente tanto impegno da sembrare surreale.
Si allenava talmente tanto che a volte iniziava al levar del sole e finiva a notte fonda, alle volte persino trascurava anche le lezioni impartite dai saggi del tempio, pur di allenarsi.
Era determinato a diventare il guerriero più forte di tutti, per dimostrare che la casata non era stata scalfita col tempo e che anche i giovani potevano diventare prodi guerrieri, capaci persino di superare le avversità dei giorni odierni con la stessa maestria dei propri antenati.

Scese le scale entrò nella mensa comune, e si sedette in mezzo ai monaci. Stava dicendo la preghiera mattutina quando, suo fratello minore di 4 anni, Kuroko, si sedette vicino a lui e si mise a pregare.

Quando Atsushi aveva 9 anni sua madre scomparve misteriosamente.
Le ricerche procedettero senza sosta, ma quando questa fu trovata senza vita 2 mesi dopo fu uno shock gravoso per tutti. Il padre dei 2 bambini, non seppe accettare la cosa e, depresso, si diede all'alcool, trascurando i due figli accuditi fino ad allora con amore. Atsushi e suo fratello minore, allora, andarono a vivere nel tempio della casata principale dei Sawa, dove furono accolti come dei figli dai monaci e ad Atsushi fu concessa una buona preparazione al suo desiderio di diventare eroe, per proteggere suo fratello, tutta la restante casata e i cittadini, per far sì che nessuno dovesse più perdere una persona cara, come era successo a lui.
Atsushi si allenava con rinnovata e forse anche maggiore determinazione. Il suo fisico cresceva in modo diverso rispetto ad un giovane della sua età, ma non era dato dal quirk del ragazzo, bensì dal suo duro e costante allenamento.
Le sue abilità con la spada diventarono sempre più accurate e anche se carente di tecnica ed esperienza il ragazzo riuscì a superare tutti i maestri spadaccini del tempio.

Dopo aver mangiato una colazione abbondante, Atsushi indossò la divisa scolastica della UA e si diresse verso la porta. Oltre il suo zaino il ragazzo aveva anche una custodia per una chitarra.
Si, gli piaceva suonare. Tuttavia la custodia serviva più che altro a tenere chiusa la sua passione per il combattimento.
Suo fratello lo aspettava alla porta.
<Buona giornata fratellone> Disse Kuroko mostrando un sorriso talmente brillante da aver bisogno di occhiali da sole.
Atsushi allora mostrò la sua enorme mano e la poggiò sulla testa del fratello, scompigliandogli le ciocche rossastre.
<Anche a te, piccola peste.> Rispose ricambiando l'espressione dolce e uscendo dalla costruzione.

Aveva le cuffiette con sparato al massimo "I Wish You Where Here" dei Pink Floyd.
Adorava quel genere di musica, ma Atsushi era letteralmente attirato da tutto ciò che rientrasse nel rock o nel country. Le canzoni del momento le tollerava, ma il rock americano-britannico della golden age era il suo fulcro, a cui non avrebbe mai potuto rinunciare.
Le vie cittadine erano ricoperte di petali rosa dei ciliegi. La primavera era arrivata decisamente prima di quanto il ragazzo si aspettasse.
Faceva fatica a credere di dover andare in una scuola. Non ci era mai stato, a scuola. Tutto ciò che gli era stato insegnato era merito un po dei suoi e in gran parte merito dei monaci del tempio, occupatisi della sua istruzione.
In quel momento vide la figura dell'edificio in lontananza.

Lo aveva sempre visto da fuori, tuttavia era agitatissimo all'idea di entrarci. Cominciò a camminare a passo più spedito, non che fosse in ritardo, raggiungendo l'entrata della enorme scuola. Le imponenti vetrate brillavano alla luce del sole, facendo da specchio per i petali nell'aria, che vagavano nel cielo azzurro.
Era lì fermo imbambolato davanti all'entrata. Il fermento era tale da non riuscire quasi a muoversi. Beh il suo sogno si stava avvicinando sempre più.
Si decise ad entrare.
Il cortile era un continuo passare di studenti, che come lui avevano deciso la strada dell'eroe. Se non fosse che ognuno degli studenti della nuova classe era stato raccomandato. Atsushi non conosceva le ragioni per una simile scelta, tuttavia era quasi felice di non dover fare un esame. Non era troppo bravo con le materie scritte.
Quando entrò nell'atrio si tolse le cuffiette e le infilò nello zaino. Gli era stato dato un armadietto dedicato, perciò lui si tolse le sue scarpe e indossò quelle scolastiche, dalle suole blu. C'era però qualcosa che quasi lo tormentava.

Vedere tutti quegli studenti vivaci, gli metteva un po di tristezza. D'altronde essendo stato cresciuto in un tempio di monaci non aveva uno straccio di capacità sociale verso i ragazzi della sua età. Soprattutto con le ragazze. Non aveva mai parlato con una ragazza che non fosse sua madre o la cassiera del supermercato.
Fu proprio mentre era perso in questi suoi pensieri, una ragazza, si fermò dal parlare con un'altra studentessa e gli si avvicinò.
Era più alta rispetto alla gran parte delle ragazze lì presenti. Anche Atsushi, con i suoi quasi 2 metri era spesso considerato un gigante rispetto agli altri studenti.
I capelli di lei, di un nero scuro, mettevano in risalto i suoi occhi marroni e la sua espressione solare.

La divisa scolastica le calzava a pennello, ma Atsushi era decisamente troppo timido per fare complimenti in quel modo ad una ragazza, soprattutto visto che non la conosceva.
<Scusa, sei anche tu della classe 1Z?>
Chiese lei gentilmente.
Atsushi annuì un po timoroso.
<Si...anche io-> La sua voce tremolava, ma la ragazza non sembrava farci caso.
<Ah finalmente ho trovato qualcuno della mia stessa classe.> Disse unendo le mani in segno di felicità.<Io comunque sono Maeko Akiyama, piacere.>
Atsushi si sentiva un poco più rilassato, l'euforia della ragazza lo stava come contagiando e lo fece sciogliere un po. <Io sono Atsushi Sawa, piacere.>
Disse il ragazzo.
Maeko allora lo squadrò un secondo, lui d'altra parte era ancora troppo timido per guardarla in faccia.
<Certo che sei veramente gran-> Mugugnò lei, prima di vedere la custodia sulla schiena del ragazzo e ciò fece accendere nuovamente la sua euforia.
<Suoni la chitarra?> Chiese lei.
Atsushi allora divenne pallidissimo.
Una goccia di sudore corse sulla sua fronte. Pensava infatti che se Maeko avesse visto all'interno della custodia, lo avrebbe potuto reputare strano e si sarebbe allontanata subito. Atsushi non voleva perdere subito la possibilità di fare amicizia. Anche perché la chitarra la suonava, tuttavia quella vera era rimasta al tempio.

Tuttavia Atsushi era talmente nervoso da non riuscire neanche più a pensare.
<Beh...posso dire di...si?> Rispose lui.
L'espressione della ragazza faceva intendere che aveva capito che lui avesse qualcosa da nascondere.
<Posso vederla?> Chiese lei un po' sospettosa, ma in modo comunque cortese e allo stesso tempo con il suo accento euforico.
Atsushi allora sbiancò per un secondo.
Non voleva però essere scortese con la prima persona che gli aveva rivolto la parola a scuola. Poteva essere il fatto che la trovasse carina o solo perché non volesse offendere la sua curiosità, ma ciononostante Atsushi, sconfitto, si levò la custodia dalle spalle poggiandola per terra. Controllò che nessuno stesse guardando verso di loro e aprì l'involucro, rivelando una pesante cassa di ferro dalla forma allungata.
Aprì anche questa, rivelando una spada da Kendo dalla forma abbastanza particolare. Questa era infatti pensata per infilarci dei cilindri, in diverse conche incise sulla spada.
<Mi vergogno un po di mostrarla, perché non è molto normale girare con una di queste.> Disse lui afferrando un cilindro da 10Kg, dallo spazio della custodia in cui erano riposti, per farglielo vedere.
Tuttavia la reazione della ragazza fu tutt'altro che quella aspettata.
<Wow, che figata. Aspetta, quindi tu giri sempre con questa roba sulle spalle? Non è pesante?>
Atsushi era quasi scioccato dal modo in cui Maeko aveva reagito, quando in quel momento la campanella suonò.

Era il momento di raggiungere la palestra gamma, dove era stato segnalato l'incontro tra tutti i membri della nuova classe.
<Andiamo?> Gli chiese la ragazza.
Lui annuì ed entrambi si diressero verso la palestra.
In questa erano presenti circa una ventina di ragazzi e un adulto parato davanti a loro.
L'uomo aveva capelli, barba e sopracciglia bionde come il riso allo zafferano e un poco faceva strano, tuttavia era probabilmente il loro responsabile.

<Buongiorno a tutti ragazzi. Il mio nome è Ward e sono l'insegnante addetto a quella che sarà la Classe Z, vale a dire Voi. In questa classe ci sono sia eroi, che Villain e Vigilanti. Ovviamente abbiamo tutte le informazioni sui vostri quirk e i vostri crimini per quanto riguarda queste due ultime categorie.>
Poi fece una pausa, con la quale si sollevò un po di brusio tra i vari studenti. Il suo tono cambiò e pur rimanendo autoritario questo si fece un poco più cupo.
<Questo è ciò che diremo alla stampa, tuttavia ora voi verrete a conoscenza di una informazione riservata.>
Avvenne un'altra pausa, ma stavolta il brusio non fu presente. Ward aveva l'attenzione di tutti.
<Dopo la rivelazione di All Might, ora si pensa che in circolazione ci sia un'altra associazione criminale oltre alla Legue of Villains. Voi dovrete spalleggiare la 1A, bersagliata più volte da questa per scoprire cosa sta accadendo. Buona fortuna giovani stelle.> Disse infine Ward concludendo il discorso. Questo poi si staccò dal gruppo e si diresse verso l'edificio principale. Alcuni studenti decisero di uscire dalla palestra, altri rimasero lì a chiacchierare.
Atsushi era abbastanza preoccupato di quel discorso, ma non aveva idea che ciò a cui stava andando incontro, si sarebbe ben presto rivelata più di una semplice vita da aspirante hero liceale.

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