Game of Characters #3 SFIDA

«Principessa!» Ryan salutò Shireen con un inchino.

La bambina alzò lo sguardo dal libro che aveva posato sulle ginocchia e gli rivolse un sorriso: «Salve, Ryan!»

L'uomo era abituato al suo viso, ma, ogni volta, la vista della tenera pelle della piccolina martoriata dal morbo grigio gli procurava una fitta di dolore al petto.

Nascose quella sofferenza dietro un'espressione gioiosa, proprio per non rattristarla. Le si avvicinò e si inginocchiò al suo fianco: «Cosa leggi?»

Shireen sollevò il tomo per mostrargli la copertina di pelle: «Le cronache della battaglia del Campo di Fuoco.»

Ryan si mostrò interessato, come era successo nelle ultime settimane da quando soggiornava a Roccia del Drago; spesso si fermava a chiacchierare con la principessa, instaurando con lei un rapporto di fiducia reciproca.

La bambina gli aveva mostrato il cervo che Ser Davos aveva intagliato per lei, nell'atto di spiccare un salto, con lunghe corna ramificate, mentre lui le aveva raccontato che spesso gli ricordava Emily, la sua promessa, con il naso sempre ficcato nei libri, persa in qualche storia affascinante.

«E come si è svolta?»

«I Lannister e i Gardener si sono uniti per combattere contro i Targaryen e stavano anche vincendo... Finché Aegon e le sue sorelle non sono saliti sul dorso dei loro draghi!» La voce della piccola era eccitata. «Balerion, il Terrore Nero, era il più grande dei tre! Anzi, il più grande di tutti i draghi mai esistiti!»

«Davvero?» Ryan fece una faccia meravigliata.

«Sì! Si dice che avesse denti lunghi come spade!»

Il suo entusiasmo era così contagioso che lo zio scoppiò a ridere: «E gli altri due draghi come si chiamavano?»

«Vhagar e Meraxes. Fu l'unica volta in cui combatterono tutti insieme. Bruciarono vive quasi quattromila persone, compreso Re Mern Gardener.»

Ryan corrugò la fronte: «Ma è terribile!» commentò, mimando paura.

«Infatti!» convenne lei: «Durante la battaglia il sangue scorreva a fiumi, come il vino alle nozze di un re.»

Una risata gutturale venne fuori dalla gola dell'uomo, che nel frattempo scuoteva la testa incredulo: «Ma come fai a leggere questa roba? Poi riesci a dormire?»

Shireen parve imbarazzarsi a quella domanda, ma poi risollevò lo sguardo verso di lui, negando con il capo: «Queste sono storie paurose, ma mi piacciono, perché raccontano ciò che è successo un tempo. Vite di grandi uomini e donne coraggiose! I racconti di Macchia... invece... a volte... mi spaventano molto di più...»

«Mmm...» Ryan mise una mano sotto al mento, pensieroso: «Vuoi che gli parli? Che gli dica di smettere?»

La bambina scosse ancora i lunghi capelli e gli pose una mano sul braccio per rassicurarlo: «No, tanto so che sono storie inventate le sue. E poi... è divertente... poi...»

Si guardarono un momento, quasi guardinghi, come se ognuno volesse studiare la reazione dell'altro, finché entrambi non scoppiarono a ridere allegri.


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