PARTE TERZA - Capitolo 12 (X, prosegue...)

   Quando si svegliò frastornato, con un lacerante dolore in mezzo alla testa e alla base della nuca, sentì le voci di Ice ed It in un crescendo di tensione, di spavento e di cattiveria. Provenivano dalla biblioteca. Sul momento fu difficile per Dave cogliere le differenze tra sogno e mondo reale. L'ululato dell'aria nelle turbine e nelle tubature dell'abitazione continuava opprimente, ma non riusciva a coprire i versi animaleschi provenienti dal labirinto di scaffali e volumi.

   Poi ci fu un guaito, un penetrante lamento di dolore. Senza ombra di dubbio doveva trattarsi di uno dei suoi cani. Dave, colto da una serie di brividi freddi lungo la schiena, si sollevò con un colpo di reni troppo violento dal divano. Un capogiro lo assalì all'istante. Poi, rievocando la fastidiosa sensazione provata nel sogno sui sassi taglienti della sponda del fiume, a piedi nudi corse nella direzione da cui erano riprese più nervose di prima le grida di Ice ed It.

   Oltrepassò i primi quattro scaffali di libri, una raccolta di testi classici a cui Dave aveva riservato solo delle sporadiche occhiate da quando ne era entrato in possesso. Il respiro gli si pietrificò, rimase lì, in piedi a bocca aperta con le braccia ciondoloni lungo i fianchi, allibito e terrorizzato. I movimenti di tutto il corpo diventarono improvvisamente legnosi.

   La parte più folle di Dave Metzelder sapeva che prima o poi sarebbe accaduto. Eppure si sentiva tremendamente impaurito ed impreparato.

   Il momento era giunto.

   Dopo un rapido reso conto della situazione, il padrone constatò che i suoi cani stavano tutto sommato bene. Solo Ice indietreggiava tenendo sollevata la zampa anteriore destra e sfruttando abilmente le altre tre. In breve Dave si riscosse e richiamò a sé i suoi impavidi amici.

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