PARTE TERZA - Capitolo 12 (VIII, prosegue...)

   Quella visione fu di una tristezza lacerante. Dave scappò, oltrepassando di nuovo la soglia della stanza della clinica polifunzionale di Greenville. Corse lungo un interminabile corridoio buio. Passò accanto a sé stesso, in piedi immobile davanti ad un televisore acceso nella notte, e riconobbe il volto di Andrew Barkley. Passò di fronte ad un muro su cui si stagliava un'ombra disumana, dagli occhi fiammeggianti. Continuò a correre, ma questa volta angosciato dal rumore di piccoli passi veloci alle sue spalle.

   ...la grande porta della morte...

   Senza fermarsi, si guardò alle spalle ma non distinse nulla, solo della ricca vegetazione aveva preso il posto del lungo corridoio di cemento. Si sentì graffiato e straziato dai rami che si intrecciavano lungo il sentiero.

   ...Ellen, non sono riuscito a fare nulla per te...

   Il cuore danzava furente senza sosta.

   Continuò a correre disperato attraverso una natura ostile, incalzato da quello scalpiccio, sempre più vicino.

   Sempre più vicino, quasi addosso...

   ...devo trovarla, deve essere qua da qualche parte...

   TUM, TUM, TUM... ad una frequenza insostenibile.

   Finalmente trovò l'apertura attraverso la vegetazione e la superò (...devo trovarla, è qua attorno...), portandosi sulla sponda asciutta e ghiaiosa del fiume, lo stesso corso d'acqua che aveva trovato nel sogno con la piccola Lucy Daniels. Solo allora si accorse di essere scalzo; sentì la liscia pelle delle piante dei piedi lacerarsi sopra ai sassi taglienti.

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