PARTE TERZA - Capitolo 12 (VII, prosegue...)
La preda del gigante proruppe in un urlo che risultò completamente muto e rimase sepolta dalla terra. Quando poi riaprì gli occhi, suo malgrado era ancora nel sogno, sotto Dio solo sa quanti metri di terra fredda. Accanto a lui, il corpo di un angelo riluceva di una luce accecante ma incantevole: vi riconobbe il volto di Ellen. Quel volto, che a poco a poco appariva sempre più distinto nell'aurea di splendore, dava l'impressione di essere spaventato. Nulla si mosse, tranne quelle bellissime labbra; tutti i rumori all'interno dell'incubo suonavano muti, ma quella candida voce pronunciò:
<<Grande è la porta e la strada che conduce alla morte. Piccola è la porta e stretta la via che conduce alla vita.>>
Che significato potevano avere quelle parole? Non ci fu il tempo per azzardare una qualche ipotesi. Dave sbarrò gli occhi di soprassalto e si ritrovò nella propria abitazione. Non si accorse subito che l'incubo non era ancora terminato. Si alzò a sedere di scatto sul letto matrimoniale della loro camera, al piano di sopra. Avvertì la gola riarsa fiammeggiare dalla sete, scese dal letto e si incamminò a passo svelto verso la porta chiusa della stanza; la aprì e si ritrovò nella camera d'ospedale di Ellen. Sua moglie era appena morta, ma appariva già in avanzato stato di decomposizione. Quel che rimaneva della donna si tirò su a sedere e gli sorrise, mostrando brandelli di carne livida al posto delle labbra.
...piccola è la porta e stretta la via...
... che conduce alla vita...
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