PARTE TERZA - Capitolo 12 (I, prosegue...)
Alla fine aveva prevalso la buona ragione, oppure si trattava di una scelta obbligata?
Dave stava tornando a casa a bordo della piccola Ford grigia. L'orologio sul cruscotto dell'auto indicava che erano da poco passate le quattordici e trenta. La chiacchierata con Nora Damon, una delle più simpatiche ed allegre amiche di Ellen, gli aveva procurato un certo senso di spensieratezza, gli aveva fatto bene. Quella donna, di un paio di anni più matura di lui, aveva dimostrato una sensibilità eccezionale menzionando solo in rare occasioni la compianta amica perduta. Ora Dave si sentiva decisamente meglio, ma l'idea di tornare a casa continuava ad andargli un po' di traverso. L'unico motivo vero che lo stava spingendo verso villa Metzelder, probabilmente era quello di verificare come se la stessero cavando Ice ed It da soli.
Quando posteggiò l'utilitaria nel garage accanto alla Volvo (...da quanto tempo è che non ci faccio più un giro? Se quei due se ne stanno buoni e non me la sfasciano, magari domani possiamo provare ad andare da qualche parte...), contrariamente a quanto si era aspettato, Dave non avvertì alcuna tensione. Come previsto, quando aprì la porta di casa ritrovò i due cani ad attenderlo sulla soglia. Agitavano freneticamente la coda, per l'eccitazione nel rivedere il loro padrone. Eppure si era assentato per un paio di ore o giù di lì.
<<Buoni ragazzi. Lasciatemi almeno entrare... se mi lasciaste arrivare in cucina ad appoggiare le borse, riuscirei a darvi qualcosa di buono.>>
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