PARTE TERZA - Capitolo 10 (IX, prosegue...)

   Il pianto in breve si trasformò, diventò un doloroso lamento, straziante. Le cose della moglie erano lì, ancora come lei le aveva lasciate, nulla era stato cambiato o spostato. Dave prelevò il maglione preferito della sua donna, un maglioncino di un rosa vivace, preparato e regalatole molti anni prima da una nonna: l'uomo al momento non riuscì a ricordare di quale delle due si trattasse. Dave non aveva la forza ed il coraggio di pensare a niente. Voleva solo stringere tra le mani quell'indumento della moglie ed assaporarne a fondo l'aroma. Continuò a piangere con il volto affondato nel cotone del maglioncino, perché gli parve di sentire ancora la fragranza della pelle di Ellen. Gli parve di averla ancora tra le braccia.

   Appoggiò la schiena al muro di fronte al letto, sul quale era stato consumato il loro matrimonio un'infinità di volte, e si lasciò scivolare a terra. Poi si rannicchiò con le ginocchia contro il petto, senza mai staccare il maglione rosa dal viso.

   Il contatto tra le sue natiche ed il pavimento freddo non lo infastidì minimamente. Continuò a piangere e a singhiozzare fino a quando il maglione che stringeva con energia tra le mani risultò fradicio, poi se ne infilò in bocca un lembo e strinse con forza con i denti.

   Strinse e pianse il suo lamento.

   Ben presto Ice ed It furono al suo fianco, con le orecchie basse e la coda penzoloni tra le gambe, in una sorta di rispettoso omaggio.

   A poco a poco, la pressione delle ginocchia contro il petto si fece meno opprimente, la forza esercitata da mandibola e mascella si allentò e la testa di Dave scivolò lenta ma inesorabile sulla spalla sinistra. Il sonno, come un leggero drappo di seta nero, avvolse ogni cosa, portando molto lontano anche gli ultimi inconsci lamenti dell'uomo.

   L'imperturbabile radio sveglia dal luminoso display a caratteri rossi, indicava le 00.42AM.

   La notte non sarebbe terminata tanto presto.

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