Il Natale, inevitabilmente, riporta alla mente dei ricordi: spesso felici, alcune volte dolceamari, raramente dolorosi. Tutte queste immagini sono importanti, perché racchiudono una magia difficile da spiegare con le parole, un qualcosa d'irrazionale, incomprensibile, capace tuttavia di scaldare anche il cuore più indurito. Io lo so benissimo, la vita mi ha fatto adorare questo mese di rinascita, poi l'ho odiato profondamente, fino ad arrivare a festeggiarlo solo per dovere, finalmente però, dopo un lungo vagabondare, sono tornata alle origini. Quest'anno sarò fedele allo spirito amorevole di queste festività e quale modo migliore di quello di cucinare? 

In gioventù, per pagarmi gli studi, ho lavorato in un laboratorio di pasticceria e ho scoperto che, il giorno di Natale, eravamo tutti felici di creare dolci e venderli. Il lavoro non ci pesava, perché eravamo avvolti dall'essenza di vaniglia e cacao, il profumo dolciastro si spandeva all'interno del negozio e volava oltre quelle mura sfidando il freddo, la brina, la neve e, in alcuni casi, la nebbia. Gli abiti e il cuore erano impregnati di mille aromi diversi e, le persone che acquistavano i nostri prodotti, lo percepivano... 

Negli anni belli, come in quelli bui, non ho mai smesso di cucinare dolci, raccogliendo le varie ricette in un quaderno, come quello che possedeva mia nonna e mia madre. In questo santo mese, grazie a:" Il tuo caffè letterario" posso realizzare un antico sogno: pubblicarle. 

Tra un ricordo e l'altro, tra un pensiero natalizio e l'altro, inserirò il dolce legato a quelle sensazioni. Spero di farti venire voglia di cucinare!