Capitolo 7

SIMONE

Sono tutti arrivati i miei cugini, qualche zio, i miei amici, abbiamo deciso di fare questa piccola festa a casa di mia mamma.
Sento il campanello, suonare "E adesso chi sara? non manca nessuno..." penso mentre vado ad aprire.
Davanti a me compare Giusy, è avvolta nel suo parka, una sciarpa le copre la bocca, in testa ha un capellino di lana. La punta del suo naso è arrossata dal freddo come anche le sue guancia.
I suoi occhi marroni sono puntati su di me.
Sono sorpreso di ritrovarmela davanti, io alla fine non le ho detto niente della festa.
Sono ancora incazzato se penso al giorno che sono andato da lei con l'intento di invitarla.

<< Certo che sei proprio nu milanese fai una festa e non mi inviti.>> dice con la sua solita arroganza facendosi strada e infilandosi in casa senza attendere il mio permesso.
<< Cioè me lo ha dovuto dire Damiano, e tuo cugino Filippo che mi ha invitato. Glielo hai dato tu il mio numero? >> parla in maniera frettolosa, non solo devo metabolizzare che è davanti a me, ma per di più mio cugino è riuscito a mettersi in contatto con lei.
"Lo strozzo ! "

<< Va buo nun fa niente!>> dice Giusy, mentre si libera di tutto l'armamentario che ha per proteggersi dal freddo, rivelando il suo abbigliamento: un vestito scollato nero e corto, forse un po' troppo corto visto che ha le cosce in bella mostra.
Ma la cosa che mi colpisce sono i tacchi, indossa delle scarpe rosse con tacco alto.
È molto bella, e si è preparata con cura.
"Si è fatta così bella per Filippo." La mia coscienza maligna mi mette subito in allarme.
In maniera molto acida controbatto :<< Veramente ero venuto a casa tua per invitarti di persona, ma ti ho trovato in dolce compagnia. Non volendo essere di troppo me ne sono andato.>> Ultimamente sembra un ape regina con troppi mosconi che gli girano intorno.

Lei mi guarda, non sa cosa dire. Apre e chiude la bocca.
Ma non mi interessa la sua risposta sarebbe solo una bugia per giustificarsi.
Quindi avanzo nella casa facendogli strada e raggiungiamo gli altri.
Quando arriviamo tutti la salutano, mio cugino Filippo si avvicina subito a lei, e anche Pietro. Dovrebbero sapere questi due idioti che la nostra Giusy ci prende in giro tutti!

<< Bene sembra che ci siamo tutti!>> esclama mia madre.
I nostri domestici portano da bere e da mangiare.
Tutti ci avviciniamo al tavolo e prendiamo posto.
Io mi ritrovo seduto vicino a Pietro.
Giusy è seduta tra Filippo e  Rossella.

Non riesco a sentire quello che dicono, perché è lontana da me ed inoltre Pietro non la smette di parlarmi, quanto è fastidioso.
La vedo, sorridere e ogni tanto abbassare lo sguardo.
Adesso sta parlando con Rossella, e nei suoi occhi appare un velo di tristezza, Rossella la prende per mano e si abbracciano.
Giusy si asciuga una lacrima che le è sfuggita.
Sono preso dal impulso di alzarmi e andare da lei.
Vorrei sapere perché è così triste, vorrei consolarla.
"Fanculo al tipo dell'altro giorno!"

Mio cugino Filippo richiama la sua attenzione, lei gli fa un timido sorriso, lui prende un fiore dalla composizione che c'è al centro tavola e glielo porge.
Lo afferra Giusy e questa volta gli fa un sorriso enorme, sistemandosi il fiore tra i capelli.

<< Guarda Giusy come sorride a Filippo! Hai capito quel mezzo prete.... mi sta togliendo la polpetta dal piatto.>>  sbuffa Pietro.
A quanto pare la complicità di quei due non è sfuggita a mio cugino.
Abbiamo sempre chiamato Filippo così sin da piccoli.
Il mezzo prete se c'era da fare una marachella lui cercava sempre di dissuaderci, elencando tutti i rischi e pericoli che ne sarebbero potuto derivare.
Ma il titolo lo ha acquisito per la sua dedizione alla religione. Sorrido pensando che forse anche lui è ancora vergine, e Giusy sarebbe perfetta per lui. Sono sicuro che consumerebbero
la prima notte di nozze!.

<< Perché ridi?>> mi chiede Pietro.
<< Niente... pensavo che forse il mezzo prete è ancora verginello!>>
<<Ma che!Non è così ...>> afferma mio cugino Pietro.
La sua sicurezza mi da fastidio, ho bisogno di avere qualcosa che mi porti a screditare la sua perfezione.
<< Scusa tu che ne sai?>> chiedo.
<< Quello con quel aria innocente e da santerello rimorchia. Credimi lo so per certo. Come so per certo che presto si porterà a letto Giusy!>>
La mia spina dorsale si irrigidisce a quelle parole.
<< Giusy è diversa!>> esclamo con molta enfasi.
<< Si certo! È come tutte le altre vuole solo qualcuno che le dia piacere. >>
Non parlo, ho paura di esplodere da un momento all'altro, e sopratutto devo stare attento a non rivelare quello che so su di Giusy.
Agli occhi di Pietro lei sarebbe ancora più appetibile.
<< Facciamo una scommessa?>> mi propone Pietro.
Lui invece ha avuto sempre il vizio di fare scommesse da quanto eravamo piccoli, ai tempi del totocalcio lo chiamavamo schedina gli piaceva scommettere su tutto. << Spara!>>
<< Però prima devi dirmi una cosa ed essere sincero.>>
<< Si dimmi!>> dico in tono rassicurante, anche se so che qualsiasi cosa mi chiederà io risponderò con una bugia.
<< Ti piace Giusy?>>
Che razza di domanda è? Ovvio che no!
<< No!>> affermo, e non è una bugia.
<< È solo una amica. >> aggiungo.
<< Perfetto! Allora scommettiamo che o io o Filippo ci faremo un giro su Giusy.>>lo dice con occhi pieni di malizia, di lussuria.
So che è un predatore e gli piace fare anche cose al limite della perversione, riesco a sentire i suoi squallidi pensieri mentre osserva Giusy in modo lascivo.

Lo guardò, e mi chiedo quanti anni ha. Gli manca qualche anno per compiere trent'anni e fa ancora scommesse sulle ragazze!.
Io sono sicuro che Giusy non andrà mai a letto con nessuno si loro due.
Accetto il guanto di sfida ma rilancio in maniera pesante e senza riflettere.
<< Io invece scommetto che non verrà mai a letto con voi! Ma con me si!>>
<< Wow! - esclama Pietro- la cosa si fa interessante una sfida a tre! Mi piace!!>> mi porge la mano, ed io gliela stringo.

Ho accettato una ridicola sfida.
"Ma che cazzo sto facendo... Non posso approfittare di lei per vincere una stupida sfida."
La mia coscienza me ne sta dicendo di tutti i colori.
Però ho i miei buoni motivi per accettare, non potrei mai tollerare che quei due si approfittassero di lei. Preferisco passare io da bastardo che farla toccare da loro.

GIUSY
Era offesa perché Simone non mi aveva invitato personalmente, quindi non sapevo se accettare l'invito.
Anche se dentro di me lo giustificavo, in effetti era una piccola festa fatta tra parenti, e forse si sentiva in difficoltà, io sarei stata fuori luogo.
Poi c'era stato quella specie di incontro ... ma che dico di pasticcio tra me e lui, probabilmente era imbarazzato quanto me, anche se lui ha sempre una faccia da schiaffi.

Quando ci penso ancora mi tramano le gambe e il cuore mi sbatte in petto all'impazzata.

In questi giorni mi sento molto triste, sarà la malinconia che mi prende sempre in queste feste di Natale, la visita di Genny è stata bella e inaspettata, ma anche un tuffo doloroso nel passato.
Quel giorno è rimasto a pranzo da noi, la mamma ne è stata felicissima. Gennaro ha avuto anche la delicatezza di portarci dei regali di Natale. Però nonostante ciò la mia mente correva sempre da Simone e alla sua imminente partenza.
È difficile da digerire, è un boccone amaro, io odio gli addii.
Sento che perderò un amico e il pasticcio che abbiamo combinato ha creato una frattura tra di noi.
Mi mancherà, ma ho bisogno di crearmi una barriera ed è per questo che punto su un look un po' appariscente che non mi si addice ma che mi fa sentire più sicura. Come il giorno delle nozze di Marta, non vorrei sbagliarmi ma forse a Simone piaceva la Giusy più donna e intrigante.
Quando entrò in casa sua e gli faccio notare che mi sono offesa per non essere stata invitata, lui subito si mette sulla difensiva e mi dice che un giorno mi ha trovato in dolce compagnia, resto un attimo immobile a pensare a cosa si riferisse, poi capisco che si riferisce a Genny, voglio spiegargli chi è ma non me ne da modo.

La serata non sta cominciando nei migliori dei modi, ma almeno mi ritrovo seduta tra Rossella e Filippo. Quest'ultimo non mi fa mancare le sue attenzioni.
Racconto a Rossella della visita di Genny, per un attimo ci emozioniamo entrambe.
Vedo lo sguardo di Simone su di me. È uno sguardo dolce e tenero, per un attimo mi perdo in quel colore azzurro delle sue pupille.
Ma entrambi veniamo distratti da altro.
Io da Filippo che mi porge un fiore, e lui da Pietro.
Parlottano quei due e avvolte mi guardano.
Non mi piacciono le occhiate che mi rivolge Pietro, ho una brutta sensazione a pelle.
Mi guarda come se mi volesse spogliare con gli occhi, insomma è quello che a Napoli definiamo un rattoso, sono certa che se ne avesse modo mi infilerebbe le mani da per tutto.
Rabbrividisco a questo pensiero.

La madre di Simone mi richiama all'attenzione, un po' come tutti del resto.
Ed inizia un discorso.
<< Sono felice che mio figlio abbia passato questi mesi con me... lui lo sa per me può restare quanto vuole. Tesoro tieni ti ho preso un regalo....>> gli porge una scatolina ed aggiunge << per la tua futura carriera...>>
Sono dei gemelli d oro impreziositi da un ancora.
Sono bellissimi, anche se credo che un cuoco non ha tempo di indossare un abito elegante, ed inoltre a che gli servono per la carriera? << Anche noi ti abbiamo preso un regalo ...>> dice Serena. È da parte di tutti i cugini ed è una valigetta porta documenti tutta di pelle nera.
Sono ancora confusa, a che gli serve?
Arriva il mio turno anche io gli ho preso pensierino.
Sono sicura che è molto più appropriato. Gli porgo il mio pacchettino.
Ho confezionato un grembiule e un cappello da cuoco con la stessa stoffa, con una fantasia molto simpatica, mi diletto a cucire, mia mamma mi ha dato qualche lezione visto che lei è una sarta.
<< L ho fatto io con le mie mani!>> ci tengo a precisare, mentre lui lo apre.
Tutti stanno in silenzio e aspettano di vedere cosa c'è dentro.
Io mi sento sotto esame, e aspetto che Simone dica qualcosa.
Ma lui sta in silenzio, guarda il cappello lo stringe tra le mani e poi guarda me.
Non è l unico a guardarmi, mi sento improvvisamente una stupida. << Carino ...>> si decide a dire con un filo di voce, mentre in sottofondo sento delle risate.
<< Delizioso!! >> dice sua mamma. << Del resto a Simone tornerà utile ha sempre avuto l hobby della cucina una dote che ha preso da me!>>
<< Già! Invece fare l avvocato è una dote che ha preso da suo padre, e dal mio!>> È Pietro a parlare, il suo tono è pieno di ilarità.
"Avvocato... ma che cavolo sta dicendo..."
Solo in quel momento apprendo che Simone è un avvocato, quindi tutti i regali erano più che appropriati, mentre il mio è totalmente fuori luogo.
Simone in tutti questi mesi mi ha mentito.
Ma che razza di persona è?
Alzò lo sguardo e incontro i suoi occhi, gli rivolgo un occhiata piena di delusione e amarezza.
Mi sento così presa in giro che non ho la forza di arrabbiarmi. Mi alzo da quel tavolo, voglio solo andare via.
Saluto frettolosamente e mi avvio a recuperare le mie cose.
Lui mi segue, sento i suoi passi e mi sta chiamando.
<< Giusy ti fermi un attimo!>> mi prende per un braccio.
<< CHE VUOI?>> sto urlando.
Lo odio in questo momento. Mi ha riempito di cazzate ed io sono stata così patetica con quel grembiule.
"Chef Rubio dei bugiardi o l'avvocato Azzeccagarbugli!! Chi cavolo sei ? "
<<Voglio spiegarti.... , ti ho omesso delle cose.>>
<<Omesso delle cose. >> ripeto. <<No tu mi hai rifilato una marea di puttanate...>> ho il sangue agli occhi e il mio linguaggio comincia a essere poco signorile.
Devo assolutamente andarmene prima di dare il peggio di me. Ma lui non molla il mio braccio, per fortuna arriva Filippo.
<<Che succede...>>
<<Niente!Sto andando via.>> prendo le mie cose.
<<Aspetta ti accompagno io.>> mi dice Filippo.
Non protesto, la sua compagnia mi è gradita.
Per tutto il tragitto mi ascolta senza proferire parola.
Gli dico di come mi sento, senza peli sulla lingua impreco contro Simone.
Lui ogni tanto ride, ma non esprime nessun parere mi lascia sfogare.
Arrivati a casa mia si ferma a guardarmi << Ma lo sai che tu rendi tutto più interessante!>>
I suoi occhi sono sinceri, mi sento un po' in imbarazzo.
È un bel ragazzo, non gli manca niente, inoltre è gentile ed educato, pure troppo educato per una come me. Devo aver fatto una pessima figura. La colpa è di Simone che mi ha fatto tirare fuori il peggio di me.
<< Scusami sono stata terribilmente maleducata... io non sono così... cioè mi arrabbio se mi dicono le bugie.., amo la sincerità specialmente se con te mi apro. Vorrei essere ricambiata alla stessa maniera. Invece ho sbagliato tutto con Simone. >> balbetto e tento di fare ammenda al mio comportamento.
<<Giusy non ti devi giustificare.
Sei perfetta così come sei!
Cavolo sei vera, quello che pensi lo dici senza macchinazioni o finzioni.
Non ho mai conosciuto una persona più vera di te! >>
<<Forse dovrei riflettere prima di parlare, e fidarmi meno delle persone.
Dovrei cambiare.>> ribatto a mia discolpa provando un certo imbarazzo.
Filippo mi è molto vicino ed io non mi sono accorta di questa minima distanza tra di noi.
<<Assolutamente no! Mi piaci così come sei!>> e mi bacia sulla bocca.
Ricambio il bacio, le mie labbra sfiorano le sue, poi le nostre lingue si accarezzano, spingo sempre di più, sono alla ricerca di un emozione di una scarica elettrica.
Ma niente questo bacio non mi sta trasmettendo nessuna emozione.
Oggettivamente è bellissimo e dovrei sentire qualcosa come quando si guarda un opera d'arte, ma non tutte le  opere d'arte ci trasmettono qualcosa.
In alcune riconosci la bellezza e la perfezione ma non ti fanno battere il cuore.
In questo momento sto persino dubitando di avere un cuore.

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