Capitolo 50

Riccardo
Maria è davanti a me, il momento del confronto è arrivato.
Non posso più nascondermi dietro a sotterfugi.
Mi ha chiesto come abbia fatto ad arrivare a tanto.
È delusa si aspettava che io fossi ancora il ragazzo giovane e ingenuo che ero, non sa che come lei negli anni ho dovuto abbandonare il mio senso di giustizia e scendere a compromessi per ottenere la posizione di cui ora godo.
È arrabbiata perché sua figlia sta male e pensa che io e mio figlio siamo dei delinquenti.
Mi ha buttato addosso tutto il suo risentimento e in parte riesco a capirla. Ma anche io sono un padre e a modo mio ho cercato di proteggere mio figlio.
<<Maria sono un padre, se pur sbagliando ho cercato di proteggere mio figlio. Lo so che ho fatto una cosa grave, ma era solo un ragazzo ed era spaventato a morte. >>
Dico a mia discolpa.
<< Non ci provare a giustificarti... Ricca.>> Mi ammonisce lei.
<< No Maria, invece è così.
Lo conosci Simone sai che non farebbe del male nemmeno a una mosca, era dispiaciuto ha pianto per giorni interi.
Mettiti un attimo nei miei panni, e nei suoi. Si è laureato è l inizio di nuova vita, con la donna che ama, ha davanti a se una carriera brillante.
Ma è bastato un attimo, un solo attimo perché tutto andasse in fumo.
Lavinia lo tradisce, il suo amore crolla, è disperato e un miscuglio di sentimenti lo portano a bere, non era in se era preda dell'alcol.
Ho cercato di salvare il salvabile, solo sulla carriera potevo rimediare.
Che dovevo fare? Dovevo farlo consegnare ai carabinieri?
Non pensi che stava già pagando un prezzo alto per il suo errore, doppiamente beffato dalla sfortuna? >>

Ripenso a quei giorni, a come stava male mio figlio, il volto pallido e gli occhi consumati come chi passa le notti a guardare il soffitto.
Magro, e senza voglia di vivere.
Deluso dall'amore, tradito dal suo migliore amico.
Io e sua mamma abbiamo fatto di tutto per non farlo cadere in depressione. Se c'è una cosa che ci ha sempre accomunati è lo stesso amore che abbiamo per nostro figlio. Io sono sempre stato quello più severo, mentre lei è stata una mamma amorevole, nonostante la sua stravaganza.
Lei sa benissimo cosa ho fatto ed ha appoggiato la mia idea.

Mi verso un bicchiere dì brandy, questi giorni sono stati un vero e proprio calvario.
La tensione che si respira in questo studio era palpabile.
Ho subito studiato i contratti di lavoro che ho stipulato con la famiglia di Lavinia, voglio trovare il modo di sciogliere questa società.
Voglio che escano dalle nostre vite.
Simone ha rotto definitivamente con Giusy, lei non ne vuole più saperne di lui.

Forse è un po' troppo severa!.

Volevo andare a parlare con lei, ma dato che in passato non mi sono comportato molto bene, mio figlio mi ha detto che avrei peggiorato la situazione.

Forse ha ragione lui!
Anche se peggio di così!

Forse è meglio che pensi ai miei problemi di cuore.
Non è che sto messo meglio di Simone.
Il fatto è che non so proprio che fare. Maria è ancora arrabbiata, ed è spazientita dal mio silenzio.
<< Va be non ha niente altro da dire?>> mi chiede.
Avrei un milione di cose da dirle, avrei un miliardo di parole da dedicarle. Eppure non parlo, apro un cassetto dello scrittoio del mio studio, e ne estraggo una piccola scatola di velluto rossa.
Lei mi guarda, mentre gli apro la scatola.
<< Sposami ....>> le dico serio.
Si porta una mano tremante alla bocca, i suoi occhi si spalancano dalla sorpresa.
È lo stesso anello con cui anni prima gli chiesi la stessa cosa, l'ho conservato nutrendo dentro di me la speranza di poterglielo ridare un giorno.
Non è un anello di brillanti, Maria non è la classica donna, ma è un anello di oro bianco con al centro una pietra di topazio. Lo feci commissionare da un artigiano orafo napoletano, è un pezzo esclusivo.
<< Non è possibile che tu lo abbia conservato per tutto questo tempo...>> balbetta lei.
Prende un respiro cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma queste hanno già iniziato a rigare le sue guancia tonde.
Mi avvicino e le metto l'anello al dito.
Mi guarda e anche io la guardo, e non posso fare a meno di constatare che col tempo è diventata ancora più bella, e non posso fare a meno di desiderare che sia mia per tutta la vita che mi resta.
Non posso perderla di nuovo. Ho avuto la fortuna di aver incrociato il mio passo al suo, e questa volta non balleremo un assolo, ma un tango pieno di passione.

SIMONE

Entro in un bar, mi metto seduto al bancone e ordino un bicchiere di gin.
Ho solo bisogno di schiarirmi un attimo i pensieri.
Sono ore che cerco di analizzare la situazione, cercando di dare la colpa a Lavinia, la stronza pensava che io l'avrei perdonata? poi a mio padre che pur sapendo quello che era successo tra di noi si è messo in affari con lei, e non è solo per questo che c'è l'ho con lui anche per come ha sempre trattato Giusy.
E lei, quella testarda, con lei sono arrabbiato non mi ha dato nessuna possibilità, mi ha subito giudicato.
Un vero e proprio processo su di me.
Guardo il fondo del bicchiere, avrò perso il conto dei gin che ho preso, vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto. Progettavo una vita con lei, ero in procinto di trasferirmi a Napoli, avevo di nuovo rimesso in moto il mio cuore.

Invece tutto mi sta scivolando tra le mani.
Forse è questo il mio errore più grande, dare tutto e subito, annientarmi per gli altri. Dovrei imparare ad essere meno impulsivo è più razionale.
Ho sempre paura di ferire gli altri, lasciando che gli altri feriscano me.
Ho sempre fatto così, accondiscendente con mio padre, giustificato le intemperanze di mia mamma, assecondando i capricci di Lavinia, e infine lasciarmi travolgere da Giusy.

Ah non imparerò mai....!

Per quanto io mi sforzi non riesco a non avercela con lei.
Sento ogni parte di me intrappolata nelle rete del suo cuore. Sento il suono della sua risata ovunque, cerco sempre le sue mani.
Immaginavo un infinita di sere distesi sul divano a guardare film idioti, o strappalacrime, a me non sarebbe interessato nulla, perché il più bel film da vedere è lei, pur di stargli vicino gliele avrei date vinte su tutte.
Mi manca già tremendamente, ma ho paura di insistere perché non potrei sopportare l ennesimo rifiuto.
Resto qui seduto in questo bar, le canzoni alla radio scorrono in sottofondo, mentre io mi perdo in un bicchiere e l'altro in una marea di ricordi e sogni infranti. 

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Buona sera ..... chissà se vi ricordate di me!! Il capitolo è un po' corto ma oggi mi sentivo ispirata! Grazie a chi ancora mi segue e a chi si sta accodando

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