Capitolo 48

SIMONE
Mi sto avvicinando a Giusy, e più la guardo e più mi rendo conto che ho una vera perla al mio fianco.
Quando sono vicino a lei nemmeno il tempo di aprire bocca che mi ritrovo a essere schiaffeggiato.
La sua mano colpisce il mio viso, un boato forte attira gli l'attenzione delle persone presenti; ed io mi ritrovo al centro di sguardi curiosi.

"Cosa avrò fatto adesso?"

Mi chiedo mentre istintivamente mi porto una mano al viso e mi massaggio la parte colpita.
Adoro Giusy, ma questo suo modo di fare sta iniziando a stancarmi.
Capisco tutto, ma questa sua intemperanza caratteriale comincia a darmi sui nervi.
Lei anche si guarda attorno. Non so se si è pentita del gesto plateale ma sta guardando il pavimento.
E per quanto io sia arrabbiato, e vorrei sbraitarle contro, decido che la miglior cosa da fare è toglierla da questo momento di imbarazzo. 

La afferro per un polso e la trascino via.
Per fortuna non fa resistenza e la porto in una sala vuota adiacente alla nostra.
Mia suocera si incammina per seguirci ma vedo mio padre che la ferma, e lei non ci segue più.

Meglio così, non posso tenere a bada madre e figlia, insieme sono come la dinamite.

Lascio Giusy e chiudo le porte.
<< Allora che cazzo ti ho fatto adesso?>> Ho il tono della voce alta e non è da me dire parolacce, ma anche io mi sento sempre sotto esame con lei.
Ma ovviamente adesso non parla, si guarda intorno, e non mi degna di uno sguardo.
<< Senti hai avuto un allucinazione, sei ubriaca o cosa? Cioè li fai tanto la gradassa e qui sei muta! Cristo parla!.>> le ordino.
Si porta le braccia al petto e le incrocia, mi guarda. << Qui quello che deve parlare sei tu! Qui quello che mi nasconde le cose sei TU.>>
Parla accusandomi e marcando bene il tu.

Non so a cosa sta alludendo e non mi piace essere accusato senza motivo.

<<Io non ti nascondo niente!>> affermo serio.
<<Ah no!>> ribatte lei con sarcasmo.
<< Lavinia afferma di non esserti indifferente... te lo chiedo adesso e voglio che tu sia sincero, c'è stato qualcosa tra te e lei?>>
<< NO!>> rispondo prontamente con la bocca, mentre invece nel mio cervello si proietta la scena di quella sera dove lei ha cercato di sedurmi.
Inizio a sudare e mi allento la cravatta.

Sto pregando tutte le divinità religiose che conosco affinché Giusy mi creda.

Lei mi osserva, << Se hai la coscienza pulita perché ti stai agitando?!>>
Sto per risponderle, quando la porta alle mie spalle si apre ed entra Lavinia.

Non ci posso credere! Come si permette di venire qui! Sta stronza!

<<VATTENE VIA!>> le urlo.
Ma lei non mi considera e si rivolge a Giusy.
<< Te lo dico io perché si agita. L'altra sera nello studio abbiamo fatto l'amore. Tu hai anche telefonato e lui non ti ha risposto.>> 
<< Non è vero! Sei tu mi hai saltato addosso e io ti ho rifiutato. Lo sta facendo per vendicarsi, Giusy credimi non ti ho tradita. >>
Mi avvicino alla mia ragazza e  le prendo il viso tra le mani, e noto che è pallida.
<< Non mi toccare.. >> riesce a dire tra una lacrima e l'altra che già rigano il suo viso.
<< Non ti crede! È fa bene. Del resto non è che puoi ingannare sempre tutti e farla franca.>> incalza Lavinia.

Lascio il viso di Giusy e mi fiondo su Lavina la spingo contro il muro e gli metto le mani al collo.

La strozzo sta stronza, se non l'ho fatto quando mi ha tradito lo faccio sta sera! Non mi rovinerà ancora la vita.

La sento urlare con il poco fiato che le è rimasto in gola, mentre le mie mani stringono, non sono del tutto impazzito voglio solo spaventarla così almeno la smetterà di mettersi tra me e Giusy.

Giusy si aggrappa alle mie spalle nel tentativo di fermarmi, e così mollo la presa.

Lavinia si allontana si porta le mani sul collo, è leggermente arrossato, ha la pelle molto chiara e il minimo trauma si evidenzia subito.

<< Tu sei pazzo... >> dice tra un colpo di tosse e un altro.
<<Avresti potuto uccidermi. Ma questa volta non l'avresti fatta franca... maledetto assassino. >>
Mi urla in faccia queste parole e se ne va.

GIUSY

Assassino.... assassino... abbiamo fatto l'amore.... non gli sono indifferente....

Cosa sta dicendo Lavinia?
Ho temuto che Simone la uccidesse davvero, i suoi occhi azzurri erano freddi come il ghiaccio.
Sembrava fuori di se, non l'ho mai visto così cattivo.
Adesso non so più cosa pensare.
Non credo che lui mi ha tradito, sono sicura che è stata quella vipera a buttarsi addosso a lui, ma la reazione di Simone è stata esagerata.
C'è qualcosa di molto più grave che mi nasconde.
Il cuore dalla paura mi rimbomba forte in petto, e questo non mi fa bene.
Mi metto seduta su una sedia, e cerco di fare dei respiri profondi.

Simone allarmato dalla mia salute si avvicina a me.
Ha nello sguardo un velo di tristezza mista a vergogna.
<< Giusy...>> sussurra il mio nome.
<< Simone ti ascolto...>> dico.
Tengo lo sguardo fisso nei suoi occhi.
Qualsiasi cosa sia voglio sapere di cosa si tratta, non può escludermi così dalla sua vita.
<< Non sono stato a letto con lei. Te lo giuro!>> dice mentre si siede di fronte a me.
<< Perché ti ha chiamato assassino?>> lo voglio sapere.
<<Giusy è solo una pazza isterica gelosa...>> dice lui.
<<Senti o me lo dici tu, o vado da lei è con le buone o con le cattive mi deve dire perché ti ha chiamato cosi. >>
Sono seria, sono decisa ad andare in fondo, e soprattutto perché lui non si difende da un'accurata del genere?
Sto per alzarmi, ma lui mi ferma.
<< Aspetta..>> mi dice.
Mi metto a sedere.
Si allenta i bottoni della camicia, si toglie la giacca. Vicino a dove siamo seduti ci sono dei bicchieri e delle bottiglie di alcolici.
Si versa un bel po di liquido e lo beve di un fiato.
<< Quello che sto per dirti potrà farti cambiare idea su di me. Sono quasi sicuro che ti perderò. Però è giusto che tu sappia una parte della mia vita che ti ho nascosto.
Te ne avrei voluto parlare tante volte, ma mi è sempre mancato il coraggio, e me ne vergogno. Spesso mi dicevo di farmi forza e di parlatene, sapevo che tu mi avresti capito e non mi avresti giudicato, ma io ero troppo codardo per parlartene. Adesso lo devo fare e lo sto facendo nel più peggiore dei modi.>>
Si versa ancora un'altro bicchiere e lo manda giù avidamente.
<< Quella maledetta festa della laurea... già Lavinia mi ha rovinato la vita. Ti avevo detto che l'avevo scoperta che mi tradiva con il mio migliore amico. Il colpo è stato forte, una persona con un po' di fegato si sarebbe fermato a prendere a pugni l'amico.
Ah se lo avessi fatto!
Almeno avrei scaricato la delusione che provavo.
Invece presi delle bottiglie e mi misi a bere, non ho mai retto bene l'alcol, mi ci è voluto poco per essere ubriaco.
Mi misi all guida della mia macchina e mi ritrovai nella zona industriale, erano le prime ore del mattino e alcuni operai uscivano da lavoro.
Uno mi attraverso davanti, ma non lo vidi, fu come un ombra e poi un boato.
Lo avevo investito. Senti le voci degli uomini che urlavano e correvano verso la mia auto, ma io scappai via, senza prestare soccorso e spaventato dalle conseguenze, ed ero poco lucido a causa del alcol. >>

Si copre il viso con le mani, si vergogna profondamente per quello che ha fatto.
Vorrei poterlo rincuorare, ma non riesco a giustificare quello che ha fatto. Dove è finita tutta la sua integrità? E perché non si è fidato di me?

<< È morto? >> chiedo pensando a quel uomo che potrebbe essere un padre di famiglia.
<< No. Non è morto, ha passato parecchio tempo in ospedale ed è rimasto invalido.>>

C'è qualcosa che non torna, come fa Simone a fare l'avvocato dopo quello che ha fatto? Ovviamente suo padre avrà preso la sua difesa e lo avrà tirato fuori dai guai.
Ma sempre un reato grosso è!

Ecco perché non guidava! Forse gli avevano ritirato la patente.

<<Simone ecco perché non giudavi? Ti avevano ritirato la patente.>>
Dico ingenuamente.
Lui fa un sorriso tirato.
<< No Giusy. Io non ho pagato nulla per quello che ho fatto. Nemmeno il ritiro della patente. E credimi il ritiro della patente sarebbe stato il minimo rispetto a quello che avrei dovuto pagare.!>>

Sono confusa, come è possibile ciò?

<< Scusa come sarebbe a dire? Come hai fatto a farla franca?>> dico, pensando alla merda che sta per venire a galla.
<< Abbiamo pagato una persona di fiducia, che si è presa la colpa di tutto. L'operaio oltre a essere stato risarcito dall'associazione ha avuto anche altri soldi affinché mantenesse il silenzio.
Io sono sparito per un po' da Milano. Ha fatto tutto mio padre.
Ovviamente io non mi sono lasciato convincere che fosse la cosa più giusta da fare.
Anche se non c'è un giorno che non penso al male che ho fatto. E mi sento un verme!>>

Mio Dio!! Ma che razza di persone sono? Hanno i soldi e pensano di poter comprare i valori e i sentimenti delle persone? Non sono poi diversi dai mafiosi che con la violenza e la paura sottomettono i più deboli. Non sono poi diversi da mio padre e da mio nonno... e da quelli come loro.
Questi ricconi sono anche peggio perché con le giacche e le cravatte camuffano la loro vera indole.

Improvvisamente mi manca l'aria e sento lo stomaco attorcigliarsi. Un rigurgito di acido mi sale in gola, mi alzo di scatto alla ricerca di una bagno sento che per il disgusto sto per vomitare.
Corro per il corridoio trovo il bagno è inizio a vomitare.

Odio vomitare.... ma adesso mi sembra necessario quasi un atto purificatorio.

Penso che la faccenda sia finita così, invece inizio a sudare e a non vedere niente.
So che qualcuno e alle mie spalle, e mi sta sorreggendo, sono le mani di Simone sono sicura perché mi chiama nel tentativo di farmi riprendere. Vorrei urlargli di lasciarmi perché l'idea che lui mi tocchi con quelle mani sporche di sangue mi fa venire di nuovo il volta stomaco.
Invece mi lascio andare e perdo i sensi.
Davanti a me il buio.

Buona sera !!! Mi scuso per la scena di Simone e Lavinia. Sono contro ogni forma di violenza ma mi serviva per far continuare la storia
A presto grazie sempre per la fiducia. Buone vacanze a chi già e al mare .

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