Capitolo 47
GIUSY
"O core si da a chi su sape tene..."
Questo diceva mia nonna.
E aveva ragione, quanto aveva ragione!.
Avevo preso alla lettera il suo consiglio, tanto è che me lo ero tenuto per me.
Pensavo di essere al sicuro al riparo dalle conseguenze dell'amore. Più crescevo è più fortificavo questa idea.
Se mi guardavo intorno vedevo solo le conseguenze negative dell'amore.
Mia mamma innamorata di un uomo che poi si era rivelato un deliquente, mio fratello che era morto per amore, e le poche amiche che avevo non erano poi così felici.
Mi ritrovavo spesso a consolare ragazze del rione, tradite e lasciate sole.
Ho sempre avuto pronta la spalla da porgere a qualche povera sconsolata.
Mi sono appassionata al restauro sin dalla tenera età. Aggiustavo le mollette di legno, quelle che mamma rompeva per stendere i panni, lei mi diceva:<< Giusy lascia perde, è solo una molletta. >>
E in effetti non aveva nessun valore, ma io proprio non la potevo vedere così spezzata in due, senza quella molla di ferro che la teneva unità.
Nel mio immaginario erano due persone unite da quel pezzo di metallo, che sembrava essere un unico cuore.
È perché mai dovevano restare divise? Perché non tentare di unirle di nuovo?.
Ma non sempre il mio intento andava a buon fine.
Non tutte le molette si possono ricomporre, è così i casi senza speranza le mettevo da parte e raggiunto un certo numero le univo con la colla e ne facevo o un portapenne o una scatola porta gioie.
Ecco perché mi piace il mio lavoro, mi permette di dare una nuova vita alle cose che per gli altri sono inutili e vecchie.
Peccato che con la vita delle persone non funziona proprio così!
Quello che si rompe e si crepa difficilmente si mette apposto.
Però a un certo punto a quelle crepe non fai più caso e ti ritrovi con un cuore restaurato.
È questo quello che mi è successo, Simone è riuscito a darmi una nuova vita.
È credo che questo sia il periodo più bello della mia vita.
Sono davanti alla specchio della sua camera, pronta per andare alla festa del compleanno del padre.
Ho scelto un abito nero lungo elegante ma sobrio, e mi sto esercitando a stare in equilibrio sui miei tacchi.
Dio mio potevi darmi più femminilità e meno tette !
Sono emozionata ma allo stesso tempo tesa.
Ho una gran paura di non esserne all'altezza.
<< Sei bella da togliere il fiato! >> dice Simone poggiando una mano sul mio fianco.
Arrossisco e abbozzo un sorriso.
<< Non potresti essere più bella... e ho una sorpresa per te!>>
Apre la mano libera e fa scivolare un bracciale tipo tennis.
Prende il mio polso e me lo mette.
Il bracciale brilla sulla mia pelle scura, e i miei occhi sono carichi di meraviglia.
<< U Gesù è bellissimo!>> riesco a dire.
Lui mi sorride, divertito.
<< Ma sono brillanti veri??>> chiedo.
<< Sono diamanti ...>> mi corregge lui.
Non posso accettare un simile regalo!.
E sto per dirglielo, ma lui deve aver intuito le mie parole.
<< Giusy è solo un regalo. Non mi permetti mai di fare nulla per te. Ti prego accettalo dal profondo del mio cuore. >>
Non ribatto, effettivamente non lo lascio mai fare nulla per me.
<< Grazie è meraviglioso..>> dico, per poi lanciarmi sulla sua bocca e baciarlo.
Raggiungiamo il miglior ristorante di Milano, affittato da mio suocero per festeggiare in privacy con la miglior gente di Milano e dintorni.
Dei camerieri tutti tirati a lucido prendono i nostri sopra abiti e altri ci scortano all'interno della sala.
C'è poco da dire, il lusso e la bellezza del posto riempiono i miei occhi.
Gli invitati sono vestiti con estrema eleganza.
La mia agitazione aumenta, e mi ritrovo a stringere forte il braccio di Simone.
<< Non farti prendere dall'ansia, sono più umani e fragili di quello che pensi.>>
Cerca di rassicurarmi, e riprendo a respirare.
Dispenso sorrisi tirati e stringo mani mentre Simone mi presenta a persone che non conosco.
Con la coda del occhio vedo mia mamma, anche lei sta socializzando e Riccardo non la lascia un attimo sola, sembra essere molto rilassata e a suo agio.
Ci sediamo al nostro tavolo e né approfitto per potermi guardare meglio intorno mentre Simone prende da bere.
Non conosco nessuno, e mi sento un pesce fuor d'acqua.
O forse si una persona la conosco, anzi due di sicuro.
Noto quella sciaqquetta insipida, la ex del mio ragazzo che parla con quella che era allo chelet in montagna.
Che lei sia qui lo posso capire ma la presenza della sua amica no.
Anche loro mi hanno viste e si avvicinano tra di loro parlando fitte fitte e guardano verso di me.
<< Come mai sono qui quelle due?>> chiedo a Simone che è appena arrivato con due cocktail.
Lui guarda nella direzione delle due, ovviamente non è sorpreso come me.
<<Giusy è ovvio che siano qui, ci sono anche le loro famiglie.>>
Io devo avere la faccia che assomiglia a un pitt bull pronto ad azzannare qualcuno.
<< Lasciale perdere e godiamoci la serata...>> mi dice lui.
Prendo il bicchiere che Simone mi sta porgendo e gli regalo un sorriso.
Ha ragione, in questi mesi il nostro rapporto è cresciuto, mi ha dato tante sicurezze e non voglio rovinare tutto per la gelosia, o per le mie insicurezze.
Facciamo un brindisi a noi e ci diamo un bacio sulle labbra.
Inizia la cena, vengono servite ostriche, salmone, champagne, caviale, e altre raffinatezze per il palato.
Il mio devo dire il vero non è un palato così fine, ho gusti più caserecci però devo ammettere che è tutto molto buono.
Simone al mio fianco ride mentre litigo con il frutto di un ostrica che mi scivola di continuo dalla forchetta.
<< Scusa ma non posso prenderla per le mani e succhiarla ?>> gli chiedo seria.
<< Uhm! Preferirei che succhiassi qualche altra cosa..>> mi dice in maniera maliziosa.
Avvampo per la vergogna.
<< Ti adoro.>> mi dice lui sporgendosi sulla sedia e lasciandomi un bacio sul collo.
Per fortuna arriva un bel risotto di mare e qui mi sento meno in difficoltà.
Dopo poche ora la gente si distribuisce in un salotto adiacente dove un piccolo complesso musicale suona musica classica.
Simone si allontana da me, per andare a fumare una sigaretta, io non lo accompagno è umido e non voglio prendere freddo.
Ma un brivido mi percorre quando sento la voce fastidiosa di Lavinia.
È dietro una colonna non si è accorta della mia presenza.
Mi appoggio e cerco di sentire la conversazione.
Sta parlando con una donna più grande.
<<Per il cielo ! Figlia mia quelle due sono una più grezza dell'altra! Io posso capire Riccardo che ormai ha una certa età , ma Simone come è potuto cadere così in basso. Che oscenità!>>
Mi scappa un piccolo sorriso, sono solo gelose, e sono delle pettegole.
<< Mamma lasciamo perdere. Ma quanto vuoi che duri Simone non quella! Per piacere si renderà conto che tra di loro c'è un abisso, la scaricherà in men che non si dica.
Ed io sarò pronta a consolarlo. Non gli sono del tutto indifferente, fidati. >>
L'ultima frase mi spinge senza riflettere a uscire allo scoperto.
La mamma mi guarda e fa un colpo di tosse per avvisare la figlia della mia presenza.
Si gira verso di me la stronza, sono rossa in viso, mentre lei per un attimo impallidisce poi forte della presenza della madre mi sfida con lo sguardo.
<< Lo sai che è cattiva educazione origliare le conversazioni altrui?>>
<< E tu lo sai che non si parla male delle persone ?>> ribatto.
Lei sta per andarsene ma io l'afferro per un braccio.
<< Che significa che non sei del tutto indifferente al mio ragazzo?>> chiedo in tono aggressivo.
<< Ah Giusy... Giusy.>> ripete il mio nome quasi sbeffegiandomi.
<< A quanto pare non ti fidi di Simone. >> dice soddisfatta.
<< Mi fido di lui. È di te che non mi fido.>> preciso acidamente.
<< Allora fatti dire da lui cosa è successo l'altra sera.
E fatti dire da lui anche la verità sulla sera della festa di laurea.>>
<< Cosa? Che cosa è successo l'altra sera? Di che stai parlando? >>vorrei aggiungere un po' di parolacce perché sento la rabbia esplodermi dentro.
<< Senti non fare una delle tue solite sceneggiate. Io non ti dirò nulla, sono una Signora non scendo in certi particolari intimi. Ma una cosa è certa Simone ti nasconde troppe cose. E prima di cercare sempre la colpa in me parla con lui. >>
Questa volta gira i tacchi e se ne va con sua madre al seguito.
E niente la rabbia che provavo è svanita ed io sento solo un grande vuoto dentro.
Le parole scorrono troppo velocemente nella mi testa.
Mi appoggio a quella lastra di marmo gelata, cercando di sorreggermi. Non so perché ma ho la strana sensazione che sta per arrivarmi un ennesima mazzata tra capo e collo.
Sento che il colpo sarà forte e duro da mandar giù.
Vedo Simone avvicinarsi a me, e non so cosa fare.
Forse dovrei giocare da astuzia, ma questi mezzucci non fanno da me, sono un istintiva ed ho una reazione di pancia, la classica reazione alla Giusy, appena mi si avvicina la musica si ferma perché il rumore dello schiaffo che gli ho dato in piena guancia fa fermare i musicisti.
Buona sera perdonatemi davvero. Non è un buon momento e sto avendo una serie di problemi. Scusatemi.
Buona lettura .
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