Capitolo 46
GIUSY
Io e mia mamma siamo arrivate a Milano in aereo.
Simone ha preteso che viaggiassi in aereo per evitarmi un lungo viaggio in treno.
Io non avevo mai preso un jet, e nemmeno mia mamma.
È stata una vera e propria avventura dal principio.
Prima non trovavamo il nostro varco, e poi c'è stato un problema con il peso della valigia di mia mamma, dobbiamo stare meno di una settimana ma lei si è portata tutta casa.
Ci hanno controllato da cima a fondo nemmeno fossimo delle terroriste.
Una volta salite l'ansia mi ha assalito.
È se fosse successo qualcosa? Ma poi appena abbiamo preso quota è stato bellissimo vedere la città allontanarsi e ritrovarsi tra le nuvole, sembrava di fluttuare attraverso palle di zucchero filato.
Siamo arrivate sane e salve, il viaggio è durato davvero poco e devo dire che è stato comodo.
Adesso stiamo recuperando i nostri bagagli e ci siamo incamminando per uscire.
Questo aereporto è molto grande e la gente è tanta, troppa.
Intravedo Simone tra la folla,
e il cuore inizia a battermi forte per l'emozione.
Mi avvicino sempre di più e lo chiamo, appena sente la mia voce si gira nella mia direzione mi viene incontro porgendomi un gran mazzo di fiori.
Lo afferro, e mi piazzo subito tra le sue braccia, non so perché ma adesso mi sento a casa, mi sento appagata. Ricambia il mio abbraccio stringendomi più forte a se.
Gesù quanto mi è mancato, cerco di scacciare la malinconia aggrappandomi ai nostri momenti passati insieme, ma non sempre riesco a placare la mancanza che ho di lui.
Mi da un tenero bacio sulle labbra e poi mi lascia per salutare mia madre che è rimasta qualche passo indietro e si guarda intorno come se cercasse qualcuno.
<<Benvenuta Maria.>> le dice Simone,catturando la sua l'attenzione.
<< Grazie Simone.>> risponde, e mentre prima era agitata adesso sembra delusa.
<< Scusate ma trovare posto è stata un impresa...>> dice una voce alle mie spalle, e mi rendo conto dell'arrivo di mio suocero.
Non sapevo della sua presenza, porta anche lui dei fiori e li porge a mia mamma.
Lei sembra impacciata e arrossisce mentre prende i fiori e tenta di dire un "grazie".
Io sono troppo presa dalle mie emozioni per non trovare tutto ciò molto strano.
Anzi penso che sia un semplice gesto galante verso mia mamma.
Del resto la galanteria è una dita di famiglia...
Siamo a cena a casa di Riccardo.
Alloggeremo qui per i prossimi giorni mio suocero si è offerto di ospitarci e anche Simone ha preparato delle cose per restare con noi.
Parliamo del più e del meno, tutto scorre in maniera tranquilla ma io non vedo l'ora di ritirarmi per stare un po' con Simone. Mi scappa uno sbadiglio la stanchezza si fa sentire.
<< Tesoro sei stanca, sarà ora di andare a dormire. >> mi fa notare Simone, arrossisco perché non è molto elegante quello che ho fatto.
Anche mio suocero dice che ho la faccia stanca, e dopo aver dato la buona notte a tutti, io e Simone ci ritiriamo nella nostra camera.
Non chiudo nemmeno la porta che Simone è già su di me.
Le sue mani si intrufolano sotto i miei vestiti e in un attimo sono nuda sotto il suo sguardo.
<< Non puoi capire quanto tu mi sia mancata...>> mi dice mentre mi spinge sul letto.
Lo capisco benissimo.....amore perché anche tu mi sei mancato da impazzire.
Inizia a spogliarsi e resto sempre un po' timida davanti a tanta intimità, sono mesi che stiamo insieme e non è la prima volta che facciamo l amore ma a me mette sempre un po' soggezione.
Quindi mi copro i seni e cerco di distogliere lo sguardo da quel fisico statuario.
Lui se ne accorge e si avvicina, << Fatti guardare che non ne posso più di immaginarti...>>
I suoi occhi chiari brillano mentre setacciano ogni centimetro del mio corpo.
È bello sentitisi così desiderata.
Sta sera sono proprio ispirata mi spoglio di questo velo di timidezza e ribalto la scena.
Simone si ritrova sdraiato sul letto e io sono su di lui.
È sorpreso e divertito, e mi guarda con malizia.
La mia natura è a contatto con la sua erezione è già sento mille brividi risalire lungo la mia schiena.
Mi abbasso su di lui e lo bacio, poi passo a baciare il suo torace, la sua poca peluria mi solletica il naso, deve piacergli perché lo sento ansimare. Arrivo al pube e con una mano inizio a giocare con la sua erezione.
Muove il bacino sotto i miei colpi, mentre emette versi di piacere.
I suoi versi mi fanno coraggio per fare una cosa che mai ho fatto nella mia vita, mi sento pronta a dare piacere al mio uomo.
Uno strano desiderio di farlo impazzire e sentirlo godere si impossessa di me.
Porto la mia bocca sul suo pene e inizio a prenderlo tutto dentro.
<< Mio Dio Giusy vuoi farmi morire questa sera? ...>> mi dice con voce roca.
Non gli rispondo e continuo a fare su e giù con il suo pene nelle mia bocca.
Mi mette le mani sulla testa per accompagnare i miei movimenti e mi libera dai capelli ribelli scoprendo il mio viso, e mi accarezza dolcemente.
Adesso quello che fino a poco fa sembrava volgare sta prendendo una piega romantica.
Aumento il ritmo e spingo sempre di più, poche spinte e sento delle goccioline liquido arrivarmi in gola, Simone si sposta e viene fuori.
Resto così un attimo interdetta senza sapere cosa fare.
Simone si ripulisce e poi mi prende tra le sue braccia.
Mi accascio su di lui, vorrei dirgli qualcosa o vorrei che lui mi dicesse qualcosa.
Mi piacerebbe sapere se gli è successo piaciuto se sono stata brava.
Insomma ho l'ansia da prestazione. Ma non faccio in tempo ad aprire bocca che il sonno si impossessa di me.
MARIA
Che emozione essere in questa casa.
Mi sono sempre immaginata come fosse casa sua, che abitudini avesse nella sua privacy.
Se avessi fatto delle scelte diverse oggi forse conoscere ogni angolo di queste mure.
Ma va bene così... non mi pento di niente. Quando si ama si è protegge in maniera diretta o indiretta.
Simone e Giusy sono andati a dormire, se così si può dire!
Adesso io e Riccardo siamo soli. Abbiamo passato molto tempo a telefono tra telefonate messaggini foto ecc, ma niente può reggere il confronto con gli sguardi che per tutta la serata mi ha lanciato.
Non ha mai smesso di guardarmi di cercarmi.
<< Finalmente soli...>> mi dice.
Gli sorrido, e mi sposto dalla mia sedia per azzerare le distanze che ci sono tra noi.
Mi prende per mano, << Vieni voglio mostrarti una cosa.>>
Mi alzo e lo seguo senza lasciare la sua mano, che si intreccia alle mie dita.
Saliamo le scale e andiamo al piano di sopra e poi saliamo ancora delle scale.
Apre una porta e siamo nella mansarda, e arredata in maniera deliziosa, c'è un divano, una grossa libreria piena di libri, qualche quadro e un vecchio giradischi.
Chiude la porta e si avvicina al gira dischi.
Ne ha molto di dischi e trentatré giri, tutte canzoni della nostra gioventù.
Sono pezzi introvabili, che solo chi è un collezionista può possedere.
Mette su un disco e mi bastano poche note per capire di che canzone si tratta.
È una canzone bellissima, allarga le braccia e io prendo posizione per ballare con lui.
<<Ogni sera venivo qua sù ad ascoltare questo brano, pensando a noi, non ho mai smesso di sperare che tu tornassi.>>
[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]
E mentre la musica dei Camaleonti riempie la stanza, mi stringo sempre più a Riccardo.
So cosa ha provato in tutto questo tempo, so che ha sofferto, ho patito anche io e ho cercato in tutti i modi di andare avanti.
Restiamo sulla mansarda tutta la notte ad ascoltare altri brani beviamo un po' di grappa e fumiamo. Ridiamo e parliamo di tutto e di niente, per la prima volta siamo due persone semplici. Non c'è astio o rancore, quegli anni passati lontani non sono mai esistiti, tutta quella sofferenza sembra essere svanita.
È l'ora dell'amore; ma di quello vero, di quello delle anime che si sono ritrovate e che non si lasceranno mai più.
Buona sera .... intanto le sue belle sono arrivate a Milano. Spero che il capitolo vi piaccia a presto.
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