Capitolo 42
GIUSY
Dopo essere stata in ospedale e aver liquidato Simone, e il suo l'ennesimo tentativo di fare pace, sono qui all'università.
Non ho voglia di fare niente.
Fare il cuore tosto con lui è stata un impresa.
Mi manca, e vorrei potermi buttare questa storia alle spalle ma sono ancora troppo arrabbiata e sono una orgogliosa.
Potrei perdonarlo in fondo non è una cosa grave! La gente fa cose molto peggiori e se c'è l'amore si riesce a perdonare.
Ma non è questo; ho la sensazione di non riuscire più a dargli fiducia.
Non è la prima volta che mente o che nasconde qualcosa.
Prima la sua falsa identità, poi che la sua Ex lavora con lui. Adesso la scommessa.
No! Se ci penso bene non posso! Non mi fido più di lui.
<<Giusy ci sei batti un colpo!>> mi dice Moira, la mia compagna di studi, nonché mia amica.
Dovremmo parlare della tesina tesina da preparare insieme ma io non le sto prestando attenzione.
<< Scusa è che oggi nun è jurnat.>>
<< Si lo vedo. Ma questa relazione non può più aspettare, siamo molto in ritardo e la consegna è a breve.>>
Siamo nella merda, ed e principalmente per colpa mia, in questo periodo sono stata distratta da altre cose.
Da una persona ...
Lei ha già terminato la sua parte, io sono ancora in alto mare.
<< Va bene, hai ragione sta sera mi metto a lavoro e tra due giorni al massimo sarà tutto pronto. >>
Ed è quello che voglio fare tanto non ho altri impegni, anche se fino a qualche giorno avevo altri progetti, con Simone.
<< Mi dici che succede?>> mi chiede la mia amica, che ha un fiuto infallibile nel capire quando c'è qualcosa che non va.
<<Niente!>> esclamo cercando di essere convincente.
<< Sento puzza di bastardo!>>
Colpito è affondato!
Lei è una che riconosce i stronzi a chilometri di distanza, è molto brava in questo, è un po' meno brava ad evitarli.
Alla fine vuoto il sacco, e mi sento meglio avevo bisogno di parlare.
<< Ok! È un bastardo! E se c'è lo avessi davanti lo farei a pezzi! Ma resta il fatto che lo ha fatto per te.
Ho capito chi e suo cugino Pietro un vero e proprio mega bastardo.
Una ne prende e cento ne molla!.
E poi a te piace Simone, sei innamorata persa di lui, forse dovresti cercare di passare sopra a tutta questa storia.>>
Mi consiglia lei.
<< Non so se potrò fidarmi più di lui, e credo che la fiducia sia la base di un rapporto.>>
Ribatto con le lacrime agli occhi.
<< Va bene! Tira fuori la lista.>> mi ordina Moira.
<< Cosa?>> chiedo sorpresa.
<< Su muoviti la lista delle cose da fare prima che muori!>> dice ridendo.
Un pomeriggio dopo aver scoperto della malattia avevo stilato una lista delle cose che dovevo assolutamente fare, cose che non avevo mai avuto il coraggio di fare fino a prima.
Pensiamo di avere tutta la vita davanti, ma non sappiamo quanto tempo ci sia donato. La vita che può essere infinita di spalma su un tempo che si esaurisce velocemente.
Con Moira non si può mai stare tranquilli è una vera forza della natura.
Tiro fuori la lista, e iniziamo a leggerla.
Ovviamente in cima c'era fare l'amore con Simone, è quello era stato fatto!.
Farsi un tatuaggio, fare un viaggio in mezzo alla natura selvaggia, vincere la mia paura verso gli animali, cambiare colore dei capelli, indossata un bikini super sexy, andare in macchina a più di 100 km, ecc.
Moira spulcia la lista, e vaglia le varie cose che potremo fare.
<< Ecco! Andiamo alle giostre stasera.>> dice tutta entusiasta.
Odio le giostre, perché soffro di vertigini e maledetta me quando su quel foglio ho scritto: andare sulla ruota panoramica.
<< No!>> esclamo decisa.
<< Si andremo sulla ruota panoramica.
È una bella serata a svagarti ti farà bene!>>
Mi arrendo ha vinto lei.
Usciamo e ognuno di noi due va a casa propria.
Quando sono a casa mia mamma mi dice che in camera c'è una sorpresa per me.
Delle meravigliose rose color arcobaleno sono poggiate sulla mia scrivania.
Mi avvicino osservarle meglio, emanano un dolce profumo.
C'è un biglietto.
"Ti prego torna a portare l'arcobaleno nel mio cuore.
Ti amo Simone."
Sospiro portandomi il biglietto sul cuore, sono tentata di telefonargli almeno per ringraziarlo, ma ho paura che inizierebbe di nuovo una sua arringa difensiva.
Forse ho bisogno davvero di staccare la spina, è così decido di rimandare a domani ogni mia decisione.
Mi metto al computer e cerco di iniziare la mia parte del progetto.
SIMONE
Sono fuori l'accademia, e ho la certezza che Giusy è qui, ho visto il suo motorino al parcheggio.
È quasi ora di pranzo quando la vedo uscire con una ragazza.
Quella deve essere Monia la sua amica.
La descrizione che ho di lei coincide con la ragazza.
Appena le due si dividono mi metto a inseguire Monia.
È lei il mio cavallo di Troia!
MONIA
Fuori la facoltà saluto Giusy e vado verso la mia macchina. Ripenso alla sua situazione ed è veramente molto complicata. Sta sera usciremo e avrà modo di schiarirsi un po' le idee. Prendere le distanze avvolta aiuta a guardare le cose da un altra prospettiva.
Mentre sto per entrare in macchina mi sento chiamare da una voce che non conosco.
Mi giro di scatto col cuore a mille.
Dietro di me un ragazzo biondo molto bello mi sta fissando.
Non lo conosco, ma penso di sapere chi è.
<< Chi sei? >> dico sulla difensiva.
<< Scusa se ti disturbo.
Mi chiamo Simone sono il ragazzo di Giusy. >> mi dice con un po' di soggezione.
Ah lo stronzo!
<<So che non state più insieme. So quello che è successo, e ti meriteresti una lezione.>> Deve sembrare molto aggressiva perché lui indietreggia di un passo.
Nonostante prima l'ho un po' difeso a viso d'angelo adesso che c'è l'ho davanti trovo giusto fargli scontare un po' della mia avversione verso gli uomini, in particolare verso tutti quelli che mi hanno trattato male.
Lo so lui non c'entra niente con me, sta facendo soffrire la mia amica di conseguenza fa soffrire anche me!
<< Mi dispiace! Ma avevo i miei motivi. Capisco che tu sia arrabbiata, so che tu e lei siete molto amiche. Ed è proprio per questo che voglio che tu mi aiuti .
Vorrei fare qualcosa per lei, ma mi evita e non vuole darmi un altra chance. >>
Viso d'angelo sa essere molto convincente, e riseco a percepire che è realmente pentito.
Potrei prendere in considerazione la possibilità di aiutarlo, ma questo gioverebbe a favore o a sfavore di Giusy? Devo per prima cosa pensare è meglio per la mia amica.
<< Cosa dovrei fare io? E cosa vorresti fare per lei?>>
Chiedo.
Lui mi parla di varie cose da poter fare.
Tutte cose già viste e sentite, quanto sono banali gli uomini.
In pratica io dovrei portare Giusy da qualche parte e lui organizzerebbe una sorpresa.
Parla senza sosta, propone un flash mobe a piazza Plebiscito con cartelloni e cose varie.
Mamma mia forse non sa che a Napoli facciamo in flesh mobe al minuto.
Boccio la sua idea subito.
Allora ne spara un'altra:
una serenata neo melodica.
Per carità ! Che oscenità!
Non so se accettare o meno, sto vagliando tutti i pro e i contro, ma devo dargli comunque qualche consiglio perché lui con le sue idee rischia di compromettere la situazione ulteriormente e soprattutto rischia di fare una figura di merda epocale.
GIUSY
Sono molto soddisfatta sono riuscita a finire in tempo il mio lavoro. Queste ore di concentrazione sono state molto utili, ho tenuto un po' a freno i miei pensieri verso il milanese.
Prendo il telefono, che è rimasto muto per ore, ne una telefonata ne un messaggio.
Simone ha deciso per la tattica del silenzio.
È non so perché ne sono un po' infastidita.
Già si è arreso!
Controllo il suo ultimo accesso a whatsapp, ed è da molte ore che non si collega.
Strano! Cosa starà facendo?
Non è un mio problema, non mi riguarda.
Le sue bellissime rose sono ancora lì sulla scrivania, la stanza di colore sembra più colorata e il profumo che emanano è dolce.
Prendo i miei vestiti per potermi preparare per uscire con Monia. Sto per andare ma sento il Campanella suonare.
È chi sarà adesso?
Mi tremano le mani, al pensiero che possa essere Simone.
Ma la porta della mia camera si apre e davanti a me c'è Monia già vestita e preparata.
<< Che ci fai qui è presto!>>
Effettivamente manca un ora al nostro appuntamento.
<< Sono venuta ad assicurarmi che non cambiassi idea, e a controllare che tu ti vedrà in maniera decente.>>
Mi squadra da capo a piedi, e mi coglie con in mano un jeans e una camicetta.
Alza gli occhi al cielo,
<< Gesù! Dobbiamo andarci a divertire, non dobbiamo andare a fare un pellegrinaggio.>>
Sto per ribattere che non è necessario essere vestite chissà come, ma lei già si è fiondata nel mio armadio e sta tirando fuori i miei vestiti.
<< Questo no! Forse questo.... >> dice mentre prende le cose alla rinfusa.
<< Dai smettila. >> dico, mentre lei continua l'arrembaggio al mio armadio.
<<Ecco!>> esclama contenta.
Prende una gonna nera plisettata lunga e un maglioncino di filo rosa.
Devo ammettere che l'abbinamento è carino non ci avevo mai pensato.
Mi preparo ovviamente mi fa truccare e sistemare i capelli come dice lei.
Dio Mio quando ci se mette è tremenda!
Arriviamo al luna park, che è un po' fuori Napoli.
Ci sono molte persone, famiglie con bambini, ragazzi.
Le luci illuminano le varie attrazioni, ci sono molte giostre per accontentare i piccoli fino ad arrivare a quelli per i più grandi e aggiungerei i più coraggiosi.
C'è ne sono certe che solo a guardarle mettono paura.
L'odore di zucchero filato, noccioline caramellate e pop corn riempiendo l'aria, e stimolano il mio appetito.
Decidiamo di comprare lo zucchero filato.
Camminiamo serene e felici questa serata ci voleva proprio.
Ed eccoci davanti alla nostra ruota.
La guardo dal basso e inizio ad avere un po' di ansia.
<< Dai non è altissima.>> mi incoraggia Moira << Quella di Londra è molto più grande.>>
<< È tu che ne sai? Ci sei stata? >>
<< No però l'ho sentito dire!>>
Va a prendere i biglietti e ci mettiamo in fila, vorrei scappare, davanti a me ci sono anche dei bambini e quindi cerco di trovare coraggio che figura ci farei.
<< Magari è meglio se ti bendi. >> propone lei.
<< Perché? >>
<< L'ho sentito dire. Così non guardi giù e non ti viene paura. Poi quando ti sentirai sicura la toglierai.>>
Posso sempre provare, e gli dico di sì.
Lei si toglie il fulaurd che porta al collo e quando cucine alla nostra combina mi benda, e mi giuda all'interno della cabina.
Mi metto seduta e sento il clic di sicurezza della porta.
Respiro forte, cercando di calmare i battiti del mio cuore.
<< Siamo solo io e te? >> chiedo dato che non sento altre voci.
<< Si. Siamo solo io e te..>>
Ma a parlare non è la voce di Monia.
Adesso si che il cuore mi scoppierà in petto.
Mi porto le mani agli occhi per togliermi la benda ma vengo fermata.
La sua bocca vicino al mio orecchio mi dice di aspettare e di ascoltare.
Il calore del suo corpo così vicino al mio fa vibrare la mia anima, è una canzona inizia a riempire l'abitacolo della cabina.
Buona sera!
Questa è la prima parte.
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