Capitolo 40

GIUSY

" Giusy ascolta è una mascalzonata, una cretinata tra maschi. Lo sai quanto possono essere stupidi ..."

Silvia e Serena mi hanno raccontato quello che loro sapevano.
La sera che sono andata a cena da Simone, prima che lui partisse, hanno fatto una scommessa, la cosa è iniziata da Pietro che aveva messo gli occhi su di me. Ha sfidato Simone che ha accettato la sfida: chi dei due mi avrebbe portato a letto.
Simone ha vinto, perché aveva mandato una foto a testimonianza di ciò.

Che tipo di foto aveva mandato?
Mi ha fotografato mentre dormivo allo chalet?
È venuto a letto con me solo per una misera scommessa?  

I miei occhi sono pieni di lacrime, una fitta di dolore mi trapassa il costato.
Un intervento a cuore aperto farebbe meno male!

Le ragazze cercano di minimizzare l'accaduto, ma forse non sanno cosa vuol dire essere ingannati.

Ho dato la cosa più importante della mia vita a chi? Al ragazzo che diceva di amarmi e che ha fatto a pugni per me, o a un bambino viziato che va in giro a giocare con i sentimenti altrui? Non so più cosa credere, e soprattutto tutto quello che ho vissuto con lui, adesso, mi sembra una squallida commedia.

Fuori sta iniziando a piovere, sento la pioggia battere sui vetri.
È inutile stare ancora in questo bagno e sono stanca di sentire queste due che mi compatiscono nel più misero dei modi.
Adesso avranno altri pettegolezzi da poter raccontare in giro, e la mia fama da sfigatella aumenterà sempre di più.
Ma non me ne frega niente andassero al Diavolo!.

Asciugo le lacrime e a testa alta mi dirigo verso quello che fino a pochi minuti fa era l unica ragione della mia vita.

Come ho fatto a non accorgermi che mi prendeva in giro? Che umiliazione.

Lui è sotto un pergolato si sta riparando dalla pioggia, e sereno, sorridente.
Lo osservo e pensando che è stata la sua bellezza ad ammaliarmi così tanto da non farmi vedere la realtà.
Mi ha incantato con le sue belle parole, con i suoi modi di fare.
Sono arrabbiata con me stessa perché sono stata una credulona e un ingenua.
Le persone ci fanno del male
perché noi glielo permettiamo.
Nel momento in cui abbassiamo tutte le nostre barriere lo sappiamo che ci esponiamo al rischio di essere feriti.

Mi avvicino a lui, mi sorride sembra così innocente, gli tiro un forte schiaffo la mia mano prende in pieno la sua guancia.
<< Giusy ma sei impazzita? >> mi chiede mentre si massaggia la parte colpita.
<< Dimmi Simone hai già riscosso la vincita della tua scommessa?.>>
Non so da dove sto trovando la forza per non piangere.

Abbassa gli occhi non ha neanche il coraggio di guardami in faccia.
<< Mi fai schifo.>> dico con cattiveria mentre lo spingo
<< è guardami quando ti parlo!>>
Alza la testa, si passa una mano sul viso più volte, è stato scoperto è tutto ad un tratto il principe del foro ha perso la parola.
<< Come l'hai saputo?>> mi chiede con voce tremante.
<< Le tue adorabili cugine parlavano della scommessa, non sapevano che ero al bagno insieme a loro.>>
<< Giusy ascolta non arrivare a conclusioni affrettate... se ho accettai quella scommessa era solo per toglierti Pietro da dietro. Ero già innamorato di te ma troppo stupido per ammetterlo!.>>
Intorno a noi la pioggia inizia a incalzare ma io non la sento, non è niente in confronto alle lacrime che vorrei versare.

Simone ha ammesso di aver partecipato alla scommessa, non dovrebbe stupirmi però in cuor mio speravo che non fosse stato così.

<<Non me ne frega niente dei tuoi motivi. Tu hai giocato con i miei sentimenti sapevi che ero vergine. Ma che razza di mostro sei? Lo avevi detto anche a lui? >>
<< NO! Mi fai così meschino. Proprio perché sapevo che eri vergine ho accettato, tu non conosci mio cugino Pietro quando punta una ragazza fa di tutto per averla.>> Cerca di difendersi.
<< Basta mi hai scocciato tu è tutte le tue chiacchiere.>>
<< Andiamo a casa, sta piovendo ti ammalerai.
Ti spiegherò tutto per strada.>> Mi afferra per il gomito nel tentativo di portarmi via.
Ma il pensiero che quelle mani mi stiano toccando mi fa ribrezzo.
Mi scanso, in malo modo.
<< Ti prego non fare così.>> mi supplica lui intuendo che dentro di me qualcosa sta cambiando.

Mi infilo nella sua auto,
durante il tragitto verso casa non parlo, mi limito a guardare fuori dal finestrino mentre migliaia di sentimenti fanno a botte dentro di me.

Arrivati a casa, per fortuna mia mamma ancora non c'è.
Vado in camera, e prendo tutte le cose di Simone; gliele butto alla rinfusa nella sua valigia, voglio che se ne vada il più in fretta possibile.
<< Mi devi dare la possibilità di spiegarti tutto.>> dice lui mentre mi toglie la valigia di mano.
<<Te ne devi andare.>> gli ringhio, sono sull orlo di una crisi di pianto e non voglio dargli anche questa soddisfazione.
<< ME NE ANDRÒ! Ma prima devi ascoltarmi. >> mi urla, lanciando la valigia per terra.

Mi metto seduta sul bordo del letto, incrocio le braccia al petto.
Prende una sedia e si siede davanti a me, si toglie il cravattino e si sbottona la camicia. Fa un profondo respiro poi inizia a parlare:
<< La sera che sei venuta a cena da me è iniziata questa cazzata. Ok ! È una enorme cazzata! Pietro non faceva altro che stuzzicarmi facendo battute su di te,  e tu non facevi altro che fare la carina con Filippo. >>
Lo interrompo, sto perdendo la pazienza: << Stai a vedere che adesso è colpa mia?!>> ribatto con sarcasmo.
<< No! Non sto dicendo questo. Comunque io non accettavo ancora il fatto che tu mi piacessi, sapevo che eri vergine e non l'ho mai detto a nessuno.
Pietro aveva messo gli occhi su di te, e i commenti lascivi che faceva su di te mi mandavano fuori di testa. Mi propose questa scommessa accettai solo per toglierti dalle sue grinfie. Quella sera Filippo ti riaccompagno a casa e quando torno senti della scommessa. Ne fu indignato e confesso apertamente che era interessato a te.
Era molto serio.
Io ero su tutte le furie.
Non chiusi occhio tutta la notte, stava succedendo un casino dietro l'altro; io che ti avevo mentito riguardo la mia vita, la scommessa, Filippo.
La mattina dopo venni a casa tua, volevo scusarmi e mettere le cose apposto.
Tu dormivi mezza nuda e per terra c'erano i tuoi vestiti.
Era uno scenario perfetto per far credere che eravamo stati insieme.
Fotografai gli abiti e poi me a dorso nudo e inviai la foto.
Basta era finita!Avevo vinta io, e sia Pietro che Filippo ti avrebbero lasciato in pace.
Lo so è orribile quello che ho fatto ma ti amo e lo farei altre mille volte.>>
Il suo viso è più rilassato, si è tolto un peso dalla coscienza, i suoi occhi sono lucidi e chiedono un po' di compassione.
Vorrei poterlo perdonare ma al momento sono troppo arrabbiata e non trovo nessuna giustificazione per quello che ha fatto.
<<Avresti potuto dirmi la verità, così da mettermi in guarda da Pietro.
Avevo già notato come mi guardava e a pelle non mi piaceva.
Questo avresti dovuto fare!.
Ti rendi conto che io mi fidavo di te? Pensavo che ti fossi avvicinato a me per amore.
È ci pensi a come ne sono uscita io? Come una ragazza facile. >>
Adesso le lacrime hanno la meglio su di me e inizio a piangere, sfogando tutta la mia rabbia.
Cerca di abbracciarmi ma io lo respingo prendendo a pugni il suo petto.
Sta zitto e incassa i miei colpi,
mentre continuo a urlargli in faccia tutto il mio disprezzo.
Gli dico che mi ha usata e sta con me per compassione perché sono malata.
A queste parole mi blocca i polsi, i suoi occhi diventano neri come la notte.
<< Non è vero. Stai delirando! Cazzo Giusy smettila!>> mi urla minaccioso.
<< Come puoi pensare che sto con te per pietà? Ti amo più della mia stessa vita.>> mi afferra brutalmente il viso tra le mani e mi bacia.
Un bacio salato di lacrime che si mischiano a saliva.
<< Tu si l'aria che respiro...>> mi dice senza interrompere il bacio.

Sarà sincero? In questo momento ho solo bisogno di restare da sola e di riflettere.

Mi stacco dalle sua bocca, anche se dentro di me vorrei soltanto sciogliermi dentro le sue braccia.
Gli do le spalle e gli chiedo di andarsene.
Mi abbraccia da dietro, affonda il viso nei miei capelli e tenta di farmi cambiare idea.
<< Ti prego farò tutto quello che vuoi, ma non mandarmi via.>>
<< Non c'è niente che tu possa fare per me. Vattene.>>
Lo sento prendere le sue cose e poi la porta alle mie spalle sbatte, facendomi sussultare.
Il cuore inizia a martellarmi nel petto e le tempie mi fanno male.
Mi accascio sul letto e mi lascio cadere in un pianto silenzioso, mentre come una moviola le immagini di noi due scorrono sulle pareti della mia stanza, testimoni della nostra notte d'amore.

SIMONE

Guardo le lancette del orologio rincorrersi, girano veloci eppure questa notte mi sembra infinita.
Senza di lei il tempo non passa mai. Non riesco a farmene una ragione, non posso perderla, non può scivolarmi via così.

È vero quella della scommessa è stata una cosa orribile, specie alla mia età, lei pensa che tutto il nostro rapporto sia una farsa, ma non è così.
Io la amo, l'ho amata dal primo istante che l'ho vista, dietro quel bancone del bar che faceva cocktail e inceneriva con lo sguardo chi si prendeva troppa confidenza.
Ha ragione quando dice che avrei dovuto parlargliene, ho sottovalutato il fatto che lei si è sempre saputa difendere da sola.
Non sono mai stato un maschio protettivo pronto a difendere il suo territorio, però da quando c'è lei nella mia vita ho iniziato a marcare i miei spazi, senza rendermene conto ho iniziato a proteggerla, non perché la ritenessi fragile e indifesa, ma perché è così che si fa con le persone che si amano: si proteggono.

Ecco volevo proteggerla da quel porco, di mio cugino. Invece le ho fatto del male.
Avevo promesso di restaurare il suo cuore e invece anche io l'ho maltrattato.

Tra i due l'unica a saper maneggiare i sentimenti è lei. Io sono un completo disastro.
Devo trovare un modo per farmi perdonare.

Prendo il cellulare, ci sono vari messaggi e chiamate perse.
Mi ha chiamato Pierre e poi anche Marta.
Apro la chat dei messaggi e resto senza parole quando leggo che Rossella ha partorito ma c'è stato un problema la bambina ha problemi.
Chiamo subito Pierre.
" Che fine avete fatto tu e Giusy? Stavate facendo le cose zozze..."
Pierre pensa sempre alle stesse cose, anche in un momento così delicato. Infatti sento Marta rimproverarlo, e gli strappa il telefono da mano.
" Simone, dov'eri? Avete fatto bene a non venire qui è successo l'impensabile. Speriamo che le cose si aggiustino la bambina è in terapia intensiva neonatale."
Non so che dire davanti a questa notizia.
" Mi raccomando di a Giusy di star e tranquilla, Gesù ci manca solo che lei si sentisse male per Rossella."
"Si ci penso io a lei!."

Marta ha ragione Giusy si preoccuperà molto.
Decido di uscire e di tornare a casa sua, mi apposterò fuori. Ho paura che presa dal panico possa uscire in piena notte da solo per andare da Rossella.

Buona sera. I fidanzati hanno litigato. 😢😢😢

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