Capitolo 36

MARIA

Sono più di venti giorni che la mia bambina è tornata a casa.
Simone ha mantenuto la sua parola me l'ha riaccompagnata a casa sana e salva.
Il giorno dopo è ripartito non si è potuto trattenere oltre, suo padre gli stava facendo parecchie pressioni.

I primi giorni sono stati duri per lei, piangeva in ogni angolo della casa soffriva per il distacco.

Ah l'ammore ....che fa bene e che fa male!

Nonostante ciò dopo qualche giorno Giusy si è subito ripresa, mi ha raccontato del loro viaggio sulla neve, della casa di tutto... insomma di quasi tutto.
Come è gusto che sia ha tenuto delle cose per se, sono una mamma ma ancor prima una donna e so leggere determinati sorrisi.
Mia figlia è tornata cambiata sotto tanti punti di vista.
Sta diventando una donna.
Alcune parti del suo racconto mi sembravano familiari, un tempo qualcuno già mia aveva parlato della bellezza di quei luoghi.

Ha ripreso i suoi studi con più grinta e determinazione.
Le ho vietato di andare nel locale dove lavorava prima, non voglio che si stanchi. Stringeremo un po' la cinghia è c'è la faremo.
Io sto facendo un po' più di lavoro extra, siamo a marzo per fortuna le gente partecipa a matrimoni e altre cerimonie è c'è sempre bisogno di sistemare i vestiti che comprano.

Ho discusso a lungo con lei su questa cosa ma alla fine l ho spuntata io con l'appoggio di mio genero.
Fa strano dire la parola genero, è mi devo rassegnare al fatto che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a portare via mia figlia.
È il ciclo della vita! I figli non sono nostri, o sono della vita o sono della morte.

Comunque ad ogni modo sono contenta che mia figlia abbia trovato Simone.
È un ragazzo d'oro, e solo un ceco non ammetterebbero che si amano da morire.
Già il ceco.... non è difficile da capire chi e il ceco in questa storia.

Riccardo...

Non riesco a pronunciare il suo nome senza far perdere un battito al mio cuore.
Cosa speravo di ottenere da quel incontro lo so bene, volevo solo che la smettesse di mettersi tra due ragazzi.
Ma cosa ho ottenuto in realtà?
Un disastro, mi sono ritrovata a far l'amore su una scrivania, e non dico che mi sia dispiaciuto anzi, per anni mi sono svegliata in piena notte col desiderio di voler lui nel mio letto.
Interrompere la storia con lui mi è costato tanto, non ho mai smesso di amarlo e non mi sono mai fatta avvicinare da nessuno.
Chi avrebbe mai potuto prendere il suo posto? Nessuno.

Non mi sono mai pentita di averlo lasciato, ho sempre ritenuto di aver fatto la cosa giusta, l'ho protetto.
Chi ama si sacrifica, io non avrei mai potuto essere felice accanto un uomo che aveva una condanna di morte sulla testa.
Ho preferito che lui mi odiassi, mi dimenticasse, mi disprezzasse; ma mai e poi mai avrei permesso che per colpa mia lui potesse morire.

<"Perché quella notte non sei venuta? Dovevamo scappare insieme io e i tuoi figli. Ci pensi mai che oggi tutto sarebbe potuto essere diverso."
Riccardo mi parla, mentre calde lacrime rigano il mio viso. Avverto la disperazione e la sofferenza che ha provato in questi anni.
Avrei voluto che questo attimo di amore tra di noi fosse durato per sempre, ma è già finito.
Io sono stanca di portarmi dentro questo peso, ed ora che anche lui sappia la verità.
Se non altro si metterà l'anima in pace e forse potrà capirmi.
Mi alzo dalla scrivania e piano piano mi vesto, vedo un tavolo con sopra degli alcolici, non ho il vizio di bere, ma ho bisogno di qualcosa che mi dia coraggio. Mi servo un liquido ambrato non so neanche cos'è e brucia appena scende la gola.
" Sarei venuta da te pure strisciando in ginocchio.
Qualche giorno prima della nostra fuga venne a farmi visita mio suocero.
Sapeva che io e te avevamo una relazione, è che se non ti avessi lasciato lui avrebbe preso te e tuo figlio e vi avrebbe ammazzato."
Lui si passa le mani sul viso più volte, è sconvolto.
" Non volevo dare peso a quelle minacce, mi disse che se avessimo provato a scappare o a denunciarlo lui c'è l'avrebbe fatta pagare.
Mi propose una specie di accordo, avrei potuto divorziare da mio marito, ma dovevo per sempre chiudere con te.
Solo qualche tempo dopo mi resi conto che mi aveva fregato, i suoi avvocati mi fecero firmare delle carte dove io rinunciavo a ogni tipo di mantenimento e alle proprietà. Lui poteva avere accesso ai soldi e proprietà e io sarei rimasta senza nulla.
Questo è stato il male minore, quei soldi erano sporchi di sangue, e a me faceva schifo tutto quello che veniva da loro.
Scelsi una specie di libertà e scelsi di salvare te."
"DOVEVI FIDARTI DI ME!"
Mi urla Riccardo, " Perché non ti sei fidata di me? Ti amavo così tanto che avrei fatto di tutto per toglierti dalle mani di quel bastardo.
Saremmo potuto scappare con l'aiuto della polizia, avremmo assunto nuove identità."
Da un pugno a un muro.
"Non è così. Che vita avremmo avuto? Che vita ti avrei costretto a fare? Sempre a scappare, a guardarci le spalle, a stare con il terrore di essere scoperti. Avresti finito con l odiarmi. Ti amavo così tanto e sapevo che anche tu mi amavi sopra ogni cosa, è sono certa che avresti smosso mari e monti pur di stare con me.
E a Simone ci pensi mai?"

"Simone cosa?" Sbotta di lui, mentre si accende un sigaro per cercare di calmarsi.
"Non potevo permettere che crescesse senza un padre."
È vero stavo con un uomo sposato, ma il suo matrimonio era finito da tempo, ma non potevo permettere che quel figlio non vedesse mai più suo padre.
"Ed e per questo che ti chiedo di lasciare in pace quei due ragazzi, a noi ci ha diviso il destino.
Non poteva andare diversamente."
Mi sento svuotata e senza forze, ricordare quei giorni mi costa sempre un enorme sforzo.
"No. Non ci ha diviso il destino Maria ci hai diviso tu, nel momento in cui non ti sei fidata di me."
Capisco che è inutile stare ancora a discutere, dopo tanti anni gli ho detto la verità anche se questo non cambierà le cose tra me e lui.
Me ne vado e lui non mi trattiene ne mi saluta.
Mi avvolgo nel mio cappotto mentre cammino tra le strada della città, ho freddo e il calore delle sue braccia già mi mancano.
Sospiro consapevole che da oggi in poi ogni notte questo incontro tormenterà i miei sogni insieme a tutti gli altri ricordi che ho di lui. >

RICCARDO

È difficile non pensare ogni giorno a quello che Maria mi ha raccontato.
Non so veramente cosa pensare.
Sono combattuto, da un lato ammiro la sua determinazione a voler proteggere tutti, mettendo li bene degli altri avanti al suo.
Dall'altro canto odio il fatto che abbia scelto anche per me, e per tutti.

Ci potevano essere molte alternative, se lei si fosse fidata di me avremmo cercato insieme una soluzione.
Le sue scelte sono state un fallimento totale.
Cosa abbiamo ottenuto?
Niente.
Siamo stati divisi per anni, abbiamo passato i giorni ad amarci e pensarci senza poterci vivere.
Lei ha perso un figlio, se magari lo avesse portato via da Napoli oggi sarebbe ancora vivo. Io ho cresciuto un figlio da solo, e non sono stato un padre amorevole, perché mi sentivo terribilmente solo.
Lei ha condotto una vita di stenti e sacrifici.
Ha vissuto costantemente con la paura di essere coltellata alle spalle.
Potrei andare avanti per ore a elencare tutti i punti negativi che sono derivati da questa sciagurata decisione.
C'è solo una positiva che io sono vivo.
Ma che vita è la mia?
Cosa sono diventato senza il suo amore?
Che ci piaccia o no dobbiamo ammettere che l'amore ha il potere di cambiarci di migliorarci.

Dalla delusione sono diventato un uomo attaccato al denaro, al successo, al potere.
Maria si è tenuta la parte migliore di me.
Anche volendo adesso è troppo tardi per pretendere di averla indietro.

Nei minuti che sono stato con lei una piccola fiammella si accesa, si è infilata nel fitto e buio bosco del mio cuore.
Un calore al petto sento quando penso al suo corpo avvinghiato al mio, quando la mia bocca ha esplorato la sua intimità.
In tutti questi anni è stata solo mia e io non potevo saperlo, mi sono consumato nel tentativo di odiarla.
Cosa dovrei fare adesso che so la verità?
Dovrei passare sul mio orgoglio ferito e correre da lei?

Mille domande affollano il mio cervello.

Forse è meglio che mi rimetta a lavoro.
Cerco di trovare un po' di concentrazione, i clienti sono sempre in aumento e il lavoro è tanto.
Anche Simone è rientrato a lavorare e devo dire che è più presente ed efficiente.
Questa piccola vacanza gli ha fatto bene.
Devo ancora decidere se smettere di interferire nella sua vita o continuare nel mio piano.
In realtà pensò veramente che lui e Giusy sono due poli opposti per cari motivi.
<< Ti posso parlare Riccardo.>> Lavinia si infila nel mio ufficio interrompendo i miei pensieri.
<< Si dimmi.>>
<< Hai saputo che Simone è stato in montagna, ed ha portato quella tizia allo Chalet Imperiale. Tutta Milano parla della sua maleducazione, avvallata da Simone che la difende. Dove andremo a finire? Addirittura mancare di rispetto ad Arabella Marino.
La nipote del ministro.>>
È molto indignata, io invece sono molto sorpreso dalla reazione di mio figlio. Se ha difeso così apertamente Giusy è perché la ama, ma sopratutto sta diventando un Uomo.
Questo mi fa spuntare un sorriso.
<< Scusa che hai da sorridere?>> mi chiede stizzita Lavinia.
In altri tempi sarei corso da mio figlio e gli avrei fatto una lavata di testa per averci messo in ridicolo.
<< Senti Lavinia non so che dirti, e poi quella Arabella Marino è una pettegola e se lo vuoi sapere pure una stronza!>>
Ah che liberazione, mi è stata sempre antipatica!

Buona sera, capitolo di passaggio.
Che ne pensate in generale della storia? Aspetto le vostre impressioni. Adoro Mina e questa canzone mi sembrava molto appropriata.
Grazie per il sostegno sempre ! ❤️

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