Capitolo 33
RICCARDO
Sono abbastanza nervoso. Simone in questi giorni è sempre più assente dal lavoro, e quelle poche volte che è presente non combina nulla di buono.
È distratto e per nulla concentrato.
Si dimentica delle scadenze imminenti delle cause che stiamo seguendo.
Sta venendo meno ai suoi doveri come figlio e come dipendente.
Avevano un patto io e lui.
Io ho fatto la mia parte ora tocca a lui rispettare il nostro accordo.
Gli ho dato il tempo necessario per capire l'errore fatto, ho avuto pazienza ed io non sono più un tipo molto accomodante.
La colpa di tutto ciò è solo di quella mocciosa, che sta mandando in fumo il cervello di mio figlio.
Provo una grande avversione contro di lei, personalmente non mi ha fatto niente, anzi potrebbe anche starmi simpatica.
Il fatto è che mi ricorda costantemente sua mamma e il male che mi ha fatto.
Quando penso che nelle sue vene scorre il sangue di quei delinquenti mi si drizzano i peli dello stomaco.
Tra qualche giorno mamma e figlia lasceranno Milano e tutto sarà più semplice.
Devo assolutamente allontanare mio figlio da loro. Devo fare per lui quello che non feci per me all'epoca.
Mi accendo un sigaro e mi verso un cognac, è presto per bere, ma ne ho bisogno per concentrarmi.
Sono sommerso di lavoro meglio così lavorare mi aiuta a non pensare.
Ho detto alla mia segretaria di non disturbarmi per nessun motivo.
Apro l'enorme fascicolo di una causa a cui sto preparando un ricorso, inizio a leggere le prime pagine del dossier, non riesco a capire niente perché in sala parlano ad alta voce e con tono conciso.
"Allora mi vogliono far fare una strage oggi!"
Vado in sala mi sento come un toro in una corrida, pronto a sbranare qualche mio collaboratore che sta alzando troppo la voce, o Olga che non fa rispettare il silenzio.
Quando arrivo nella sala i miei sentimenti cambiano, da toro mi sento il torero pronto ad essere aggredito.
Maria è davanti a me, non mi troverà vulnerabile, e di spalle è questo gioca a mio favore.
Sgrido la mia segretaria usando il tono più alto che ho di voce.
La povera Olga non riesce a parlare, devo sembrarle furioso.
Maria si intromette subito dicendo che la colpa è sua ma è lei che sta insistendo per vedermi.
È fiera e maestosa come sempre, mi chiedo se c'è qualcosa che possa in un certo modo piegarla.
La conduco in una stanza appartata non voglio che ci disturbino.
<< Allora cosa vuoi? Non ho molto tempo ho da fare. >> Sono diretto, non voglio perdere tempo.
E non voglio stare troppo vicino a lei.
Mi guarda e abbozza un piccolo sorriso.
<< Certo che con gli anni sei diventato uno scostumato, hai perso tutte le buone maniere verso le Signore. >> e si mette a sedere su una poltrona, si toglie il cappotto come se sti stesse mettendo a suo agio.
Indossa un abito semplice fasciato in vita che mette in risalto il suo seno, le scende attillato sui fianchi arriva fin sotto al ginocchio lasciando scoperto il resto della gamba.
I capelli sono sciolti le ricadono sulle spalle in maniera disordinata.
La sto osservando troppo, non riesco a smetterla di guardarla. Nonostante qualche ruga lasciata dal tempo e dal dolore resta sempre molto bella.
Ed il mio cuore sta battendo un po' troppo per i miei gusti.
Allora distolgo lo sguardo, mi ha appena dato del cafone, non ha perso l'abitudine di stuzzicarmi. Io e lei abbiamo fatto sempre questo, lei offende in modo velato e in dialetto, io ribatto in italiano. Era un gioco eccitante, oggi controbatto solo perché non mi lascio offendere ne da lei ne da nessuno. Giro il capo a destra e a sinistra come per cercare qualcosa, mi gratto la barba e poi stupido esclamo:
<< Sai non credo di essere stato scortese, io qui non vedo nessuna Signora!. >>
Lei cambia posizione sulla sedia, le mie parole hanno avuto il loro effetto.
Fa un sospiro, << Ma tu non ti sei scocciato Avvocato di portare sempre tutto questo rancore?>>
Non le rispondo.
<< Comunque sono venuta qui per dirti che ho saputo del tuo misero tentativo di corrompere Salvatore. So che c'è l'hai con me per il passato, ma Giusy e Simone non c'entrano niente.
Sopratutto Giusy non ha colpa, non è giusto che paghi anche per questo. >>
<< Tu credi veramente che io ostacolo questa relazione per quella mezza avventura che c'è stata tra di noi? Credi di essere così importante? >>
Mai e poi mai gli confesserò che la amo ancora... e che non ho mai smesso di farlo. Malgrado mi sia impegnato non sono mai riuscito a sradicarla da me come si fa con l'erba cattiva. La detesto si è la odio anche ma al contempo la amo.
Adesso è lei a non parlare, sul suo viso appare una smorfia di sofferenza, devo aver punto nel posto giusto: nel suo orgoglio di donna.
<< Non è per questo. I motivi sono altri: Giusy è la figlia di un boss che sta in carcere, ha una madre che non ha una posizione lavorativa stabile.
Un fratello ammazzato dalla camorra.
Siamo noti Avvocati noi e non potremmo mai imparentarci con gente come voi. Senza contare che Giusy non ha un sufficiente grado di istruzione, è si una bella ragazza e sicuramente mio figlio sarà appagato carnalmente da lei, ma poi? Non sa parlare non saprebbe mai stare tra la gente come noi. >>
Adesso lo vedo il suo animo piegato, umiliato, sembra un animale ferito.
Ed io godo a vederla così.
<< Non parlare di mia figlia così. Tu non sai niente di lei. >> riesce a dire trovando un po' di compostezza, ma la sua voce è un tremito.
<< Sono solo padre che difende suo figlio. >> replico con aria innocente.
<< Anche io difendo mia figlia.>> dice lei tirando in piedi sfidandomi con lo sguardo, ha subito recuperato il suo modo superbo.
<< Spero che riuscirài a proteggere almeno lei, ma ho seri dubbi....>> non finisco la frase che mi arriva uno schiaffo in pieno volto. Sta per alzare l'altra mano pronta a colpirmi ancora, ma la blocco per il polso.
Siamo vicini una davanti all'altro, i nostri occhi sono scintille piene di odio e rancore. << Non ti azzardare mai più a mettermi le mani addosso..>> ringhio al suo orecchio.
<< E tu non ti permettere mai più di giudicarmi.>> mi dice lei con tono sprezzante al orecchio.
Sento il suo fiato sul collo e irrimediabilmente perdo ogni tipo di controllo.
L odore della sua pelle mi manda in tilt, la passione che provo per lei alimentata dalla voglia di possederla ancora mi avvampa subito creando un incendio dentro di me.
Le mordo l'orecchio, e l'attiro forte a me.
Porto la mia bocca sulla sua, ci baciamo come due che si odiano e che vogliono farsi del male, le sue mani si attaccano al colletto delle camicia e inizia a far aprire tutti i miei bottoni scoprendo il mio petto, sento le sue unghia conficcarsi nella mia pelle.
Mi fa male ma mi piace, siamo due animali che sono stati troppo tempo in gabbia ed ora sono liberi di sfogarsi.
Infilo le mani sotto il suo vestito e stringo il suo sedere grosso tra i miei palmi e con la forza del mio corpo la spingo sulla scrivania.
In un attimo tutto cade per terra, porta penne, matite fogli, libri, creando un rumore assordante.
Si stende sulle scrivania e divarica le gambe.
Le tiro giù le calze e gli tolgo le scarpe, in un solo colpo.
La sua natura è completamente sotto la mia visuale. Vado in mezzo al suo paradiso e inizio a stuzzicare le sue grandi labbra e poi con la lingua raggiungo la parte più profonda. La sento ansimare dal piacere e spingere la mia testa sempre più dentro,mi tira i capelli con violenza.
Mi tirò su in maniera brusca, sono anni che aspetto questo momento, anzi avevo perso ogni speranza che ciò accadesse.
Nella mia testa l ho immaginato in mille modi diversi.
Una cosa è certa non ci metterò il cuore sarà solo sesso.
Vedo il desiderio nei suoi occhi, ha il fiato corto per l'eccitazione, so che gli piace da impazzire fare l'amore con me.
Come piace anche a me.. del resto!
Lei mi attira a se e mi slaccia i pantaloni, liberando la mia erezione.
Sono così eccitato che potrei esplodere solo se lei mi toccasse.
Le scopro i seni e inizio a stuzzicarli, palpeggiandolo con foga, la sento gemere sotto i miei tocchi.
Imprigiona con le sue gambe il mio bacino e mi invita a entrare in lei.
Spingo il mio pene nella sua entrata, e la sento stretta, serrata.
È possibile che in tutti questi anni non abbia più avuto rapporti?
Forse lei deve aver letto il mio pensiero perché mi confida che dopo di me non c'è stato più nessuno.
Sento il mio cuore schizzare all impazzata, in tutti questi anni nessuno l'ha mai toccata, in tutti questi anni sono stato l'ultimo ad entrare dentro di lei.
Affondo dentro di lei in maniera lenta e delicata.
Tutta la rabbia sembra essersi dissolta, un nuovo sentimento mi avvolge: appagamento.
Mi sento finalmente in pace mentre la bacio e accarezzo i suoi capelli, mentre la sua pelle ambrata si attacca alla mia.
Mi sento nel posto più sicuro del mondo mentre le sue mani stringono le mie, mentre il suo corpo caldo d'amore accoglie il mio, fondendosi completamente a me.
Mio Dio da quanto tempo è che non stavo così bene? Da troppo ... troppo tempo.
La stanza è piena dei nostri respiri Maria sotto di me si muove accompagnando ogni mio movimento, non smetto di baciarla e di guardala, ricoperta dai miei baci è ancora più bella, adesso che so che è stata soltanto mia la amo ancora di più. Veniamo insieme, complici ed affiatati come se il tempo non si fosse mai fermato, come se tutti i giorni avessimo sempre fatto l'amore.
Buona sera bella gente ! Spero che vi piaccia.
Io mi sono divertita molto!
Sarà una pace definitiva o solo una breve parentesi tra l inizio di una guerra? Lo vedremo.
A presto aspetto i commenti😘
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