Capitolo 3

GIUSY

Sono molto accaldata, sarà colpa del vino, forse ho un po' esagerato. Ma nella mia testa non rimbomba la musica che sto ballando ma solo un nome: Lavinia.
"Gesù Gesù che nome snob! Sarà sicuramente una strafiga ricca viziata! "
Non sono la tipa che giudica le persone però questa Lavinia mi sta sulle palle a prescindere, anche se non la conosco.
Mi si avvicina Pietro e mi chiede di ballare, accetto volentieri, anche perché mi sto annoiando a questo tavolo e poi ... in fondo speravo che Simone mi invitasse invece non lo ha fatto.
Pietro è un gran casca morto ci sta provando spudoratamente e io glielo lascio fare.
Mi si avvicina, abbattendo le distanze convenzionale che in genere io metto, mi parla nell'orecchio con fare malizioso, io mi lascio andare voglio sentirmi corteggiata e sono anche un po' brilla.
Ma anche lucida abbastanza da vedere che Simone e suo padre parlano in maniera animata e guardano verso di me.
"Ma cosa vorrà mai da me ? Perché il padre di Simone mi guarda sempre male?"
Poco dopo Simone si alza mi passa vicino e lo vedo uscire.

La musica incalza e io Pietro ci stiamo scatenando, ogni tanto riempiamo i bicchieri e riprendiamo a ballare con gli altri.
Vedo Simone rientrare e mettersi seduto al tavolo, questa sua indifferenza mi fa arrabbiare è così decido di essere più spudorata.
Inizio a strusciarmi su Pietro, i miei fianchi ondeggiano molto vicini al cavallo del suo pantalone.
Pietro che non è un santo mi afferra subito per la vita e mi fa girare così che i nostri corpi possano aderire, sento le sue mani sui miei fianchi scendere quasi sul mio sedere.
Continuo a stare al gioco, quando sento qualcuno che mi afferra per il gomito, con prepotenza mi fa girare verso di lui.
Sono un po' contrariata da questo gesto chi sarà mai? E che vorrà? Proprio ora che mi sto divertendo!
Due occhi azzurri sono attraversati da fiamme rosse.
È Simone.
Per quale motivo mi guarda come se stessi facendo qualcosa di sbagliato?
Non lo mai visto guardarmi così, neanche quando per dispetto mentre dormiva sotto l ombrellone gli feci un gavettone per vendicarmi che si era mangiato il mio ultimo panino col polpette!
Dopo la pagai cara... però mi divertii molto.
Sostengo il suo sguardo, lo sto sfidando.
<< Che c'è u milanese ti sii scetato! Vuoi ballare pure tu?>>
Non risponde e continua a guardarmi.
<< Forse non sai ballare...>> lo stuzzico, invece so che sa ballare e anche bene!
Dato che non risponde continuo a ballare, gli ballo intorno prendendolo in giro.
Ad un certo punto la musica cambia viene messo un pezzo lento, lui mi da la sua mano mi tira forte a se e iniziamo a ballare su una meravigliosa canzone di Pino e Irene Grandi.

SIMONE

Mi avvicino a quei due che ormai stanno dando uno spettacolo pietoso.
" Lo so predico bene e razzolo male!"
Se avessi davanti a una ragazza che si comporta come Giusy, io farei la stessa cosa di Pietro.
Non posso biasimare mio cugino per questo.
Ma lei è Giusy, la mia piccola.. si insomma!.
La situazione gli sta sfuggendo di mano ha bevuto un po' troppo.
Mi avvicino e la tiro per un gomito facendola staccare dal corpo di mio cugino che le sta palpando il sedere.
Il mio modo poco gentile la fa girare verso di me.
La sto guardando incazzato, se penso alle mani di lui su di lei.
Ma lei è la solita strafottente e mi prende in giro e mi chiama milanese. Odio quando mi chiama così, è lei lo sa bene, però continua a farlo sopratutto quando discutiamo o vuole farmi indispettire.
E ci sta riuscendo, si mette a ballarmi intorno sfidandomi.

Parte una canzone lenta la prendo per mano e stringo forte a me, dovrei ringhiare addosso e mettere in moto uno dei nostri soliti teatrini.
Invece ho solo voglia di averla pochi minuti accanto a me.
Senza protestare lei si mette a ballare con me, sono io a condurla.
Mi colpiscono le prime strofe della canzone :"
Se mi vuoi
Sono esattamente come te
Posso darti tutto quello che ho
Però
Se mi vuoi
Prova a chiedermi una carezza
Per scoprire
Che la paura è una certezza
E sale e sale e salirà
Quest'ansia che ci unisce
E passa ma non passerà
Quest'attimo che cresce ..."

Ecco in quest'attimo sta crescendo qualcosa, lo sento che si sta facendo strada nel mio cuore arrugginito e ammaccato dalla delusione.
Lo sento come un germoglio che cresce in mezzo al cemento.
Con la mano libera accarezzo il viso di lei.
Che mi guarda con un misto di sorpresa, ma poi chiude gli occhi come a voler bearsi di quella carezza, come se volesse che non finisse mai.

Da quanto tempo non riceve una carezza?
Forse non ne ha mai ricevute!
Come me del resto, troppo impegnato a essere il figlio perfetto per ricevere complimenti da mio padre, ma mai una carezza; troppo bravo a schivare l'affetto di mia madre, perché un vero uomo così fa.
"Sono esattamente come te!!"
La stringo più forte a me, e sono percosso da brividi di piacere quando il suo corpo aderisce perfettamente al mio, quando sento il profumo dei suoi capelli entrarmi nelle narici. Anche lei mi stringe e un senso di benessere mi invade.

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