Capitolo 25
GIUSY
Sono passati alcuni giorni dal mio ricovero, mi sento un po' meglio, anche se sono stanca. La vita da ricoverata non è così rilassante.
In questi giorni, appena le febbre è calata, hanno iniziato a farmi un sacco di indagini, quindi sono stata spesso portata da una stanza all'altra, senza tregua.
Io che non ho mai messo piede in uno studio medico in questi giorni ho recuperato anni e anni.
Ancora non sanno dirmi cosa ho di preciso, è per questo spesso sono di pessimo umore.
"Deve stare tranquilla..." ecco cosa mi rispondono quando gli chiedo cosa ho.
Più mi dicono così e più mi agito. Io che come dice mia mamma tengo l'argento vivo in corpo, passo le giornate tra letto e poltrona.
È un riposo forzato che comincia a darmi sui nervi.
Comunque la cosa positiva è che mia mamma mi ha raggiunto a Milano, e non era sola. Salvatore l'ha accompagnata e la cosa mi ha fatto molto piacere.
Lui mi fa sentire l'aria di casa, con il suo parlare e con i suoi modi di fare, e inoltre di nascosto mi porta un po' di cibo che piace a me.
Nonostante ci siano degli orari ferrei da rispettare per le visite, Salvatore e mia mamma non mi lasciano mai sola.
Mia mamma con il suo fascino è entrata nelle grazie del Primario, la mattina che arrivo fece una scenata perché non volevano farla entrare, le sue urla si sparsero per tutto il reparto. Il Primario uscì fuori dalla sua stanza pronto a chiamare la vigilanza.
Ma quando si trovò davanti "Maria da Sanità" rimase di stucco.
Disse alle infermiere che ci avrebbe pensato lui. È infatti lei e Salvatore hanno un pass per venire a ogni ora.
Simone invece viene appena finisce di lavorare la sera, e resta fino a tardi, anche lui è una specie di raccomandato. Purtroppo a lavoro ha molti impegni e suo padre gli sta col fiato sul collo.
Gli ho detto che è meglio non creare altri problemi o tensioni, sta facendo molto per me, quindi è meglio che vada a lavoro. Devo ammettere che mi manca molto, e quando la sera viene è molto stanco.
Però per fortuna ho la compagnia di Salvatore mi fa bene.
<< A che stai pensando piccerè...>> mi chiede Salvatore.
Siamo nella mia camera e tra qualche ora il Primario ci dirà cosa ho. Sono molto preoccupata.
<< Sto agitat Salvato.>> dico sospirando.
<< Tien ragione!>> mi dice lui prendendomi per mano.
Oltre a essere preoccupata sono veramente delusa dalla vita.
Non me lo meritavo anche questo.
Stavo cercando di essere felice, di lasciarmi alle spalle tutto il dolore di questi anni, ma a quanto pare là felicità non è una ricompensa al dolore!
Questa incertezza di non sapere come potrà procedere la mia vita da adesso in poi mi fa paura.
Avevo ancora molto da fare.
Sento delle lacrime salire agli occhi, cerco di mandarle via, ma niente, ormai hanno rotto gli argini e dopo giorni di totale silenzio da parte mia finalmente mi sto sfogando.
Salvatore ha lasciato la mia mano, si è appena accorto delle mie lacrime mi abbraccia.
Il suo grosso torace mi avvolge, e mi sento protetta da uno scudo.
<< Piangi pure quanto vuoi.... ma poi devi tornare a essere la piccola leonessa che sei sempre stata?>>
<< Non cosa mi sta succedendo...scusami...>> tento di dire tra i singhiozzi.
La tensione di questi giorni si sta sciogliendo adesso.
Ho cercato di essere forte, soprattutto avanti a mia mamma e Simone, ma adesso sto crollando.
<<Scusarti di che? È tutto normale, nessuno è fatto di ferro, e neanche tu che in questi giorni ostentavi finti sorrisi. >>
Mi prende per il mento e mi costringe a guardarlo, mi sento come una bambina che è stata trovata con le mani nel barattolo del cioccolato. Salvatore si era accorto che tentavo di nascondere le mie angosce.
<<Nun ave paura ... io sto ca.. vicino a te!>> mi dice, ed è così convincente che gli credo.
<< Tu si forte ricciulella... si a persona chi u fort che conosco... >>
Guarda mi dice, scoprendo il suo braccio, e vedo un tatuaggio, c'è scritto "Keep on Movin" .
Automaticamente mi strappa un sorriso.
È il titolo della nostra canzone, mia sua e di mio fratello.
La cantavamo a squarciagola nei pomeriggi di noi, loro a fumare sigarette e io a studiare.
E se adesso penso alle parole di quella canzone la sento attuale è adatta al caso.
Avevo bisogno di sentirmi dire che non ero sola, e mi sento più sollevata.
Lo guardo attentamente negli occhi e lo abbraccio, affondando la mia faccia nel incavo del suo grosso collo.
Ne aspiro il profumo e mi allungo verso la sua guancia per lasciargli un bacio.
Ma nello stesso momento anche lui si gira verso di me e la mia bocca finisce sulla sua.
SALVATORE
Quando Maria mi ha chiamato in lacrime per dirmi di Giusy non ho esitato ad offrirle il mio aiuto. Lei voleva che io le trovassi un treno il più velocemente possibile e che le prenotassi una pensione a Milano, vicino all ospedale. Invece io ho insistito per accompagnarla e così in poche ore avevo organizzato tutto.
Come potevo starmene a Napoli sapendo che la mia piccola stava a Milano ricoverata? No sarei impazzito.
Già stavo fuori di testa per aver saputo che stava dal suo fidanzati quel Simone.
Che a mio parere con Giusy non c'entra niente. È il classico belloccio figlio di papà che gioca a fare il professionista.
In questi giorni che sono a Milano purtroppo lo incontrato più di una volta, e odio vederlo vicino alla mia Giusy.
Gli tiene la mano, l'abbraccia, gli da dei baci.
Devo spesso reprimere i miei istinti omicidi!.
Devo stare calmo, adesso non posso far agitare Giusy, devo far finta di niente. In questi giorni sto passando molto tempo con lei, e anche se siamo in un ospedale a me sembra di essere nel posto più bello del mondo, solo perché c'è lei. La vedo soffrire in silenzio, fa la spavalda ma si vede che se la fa sotto dalla paura. Io la conosco bene.
Le sue condizioni stanno migliorando e oggi sapremo cosa ha.
Siamo nella sua stanza attendendo. Oggi è più strana del solito. Le chiedo cosa ha, e dopo pochi minuti inizia a piangere, la stringo forte a me.
Il suo corpo tra le mie braccia, il cuore lo sento scoppiare nel petto.
Cerco di confortarla, gli mostro il tatuaggio che feci subito dopo la morte di Ciro.
C'è lo dovevamo fare insieme, doveva essere un simbolo di fratellanza, anche se lui non c'è è così per me.
Lei lo guarda e sorride.
Finalmente sorride, potrei morire quando sorride per me!
Mi abbraccia, sento le sue lacrime bagnare il mio collo, mi sto girando per dargli un bacio, quando le sue labbra sono sulle mie.
Quante volte ho sognato questo momento.
Quante volte mi sono chiesto di cosa sapessero le sue labbra?
Adesso lo so, sono umide e morbide e non riesco a fermarmi preso da un desiderio represso per anni, la stringo più forte a me, le non si sta muovendo, ma non mi sta nemmeno respingendo, così prendo coraggio apro di più la mia bocca e insinuo la mia lingua nella sua bocca.
Sono dentro di lei, avanzo con dolcezza e sussulto quando sento la sua lingua accarezzare la mia, sta ricambiando il mio bacio.
Mille brividi percorrono il mio corpo, non riesco a staccarmi da lei.
La sua bocca sa di miele e mandorle, di cose ghiotte, e più ne prendo e più ne voglio.
Il ritmo è decisamente cambiato dalla dolcezza sto passando a baciarla avidamente come se stessi succhiando una pesca saporita.
Mi sto godendo il momento senza pensare alle conseguenze.
Si perché sono pronto anche a prendermi uno schiaffo.
La sento ansimare e venirmi dietro in questa estrema lotta di lingue.
Sento che gli piace, siamo in perfetta sintonia, andiamo allo stesso ritmo.
Ma ad un certo punto la porta si apre producendo un rumore stridulo.
Giusy si stacca bruscamente da me.
Buona sera bella gente! Spero che il capitolo vi piaccia! Fatemelo sapere cosa ne pensate. Chi avrà spalancato la porta? È Giusy perché non ha respinto subito Salvatore?
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