Capitolo 21

GIUSY
Ieri sera ne ho combinata un'altra delle mie.
Ero piegata in due, perché dei forti crampi stavano dilaniando il mio stomaco.
Ho vomitato pure l'anima, e ho imbrattato il costoso bagno.
Simone era vicino a me, mi ha tenuto i capelli mentre mi liberavo del cibo che mi aveva provocato questa indigestione .
"Io odio vomitare ..." pensavo tra me e me.
Era tutta sudata e una puzza terribile si era impossessata di me.

Impreco contro tutti i Santi del calendario perché non me ne va bene una.

Il mio aspetto è orribile.
<< << Sono bianca come un cero!.>> dico ad alta voce, mentre mi lavavo i denti e cercavo di darmi una sistemata.
Simone invece scaricava acqua e versava detersivo nel water. 
<< Mio Dio! Mi dispiace tanto..ho sporcato tutto.>> tentai di giustificarmi.
Lui mi si avvicino e mi prese le mani.
<< Cosa vuoi che mi importi dello sporco! Come ti senti?>> mi chiese con dolcezza.
<< Meglio... forse mi ha fatto male qualcosa. Sarà stata la tisana....>> perché a dirla tutta chi ha mai bevuto una tisana dopo cena.
Fa molto snob!
<< Ho forse hai mangiato troppe cotolette... te lo avevo detto di andarci piano.>>
<< Si è vero forse tre cotolette alla milanese sono un po' pesanti da digerire! >> ammettei dandogli ragione e lasciandomi condurre nel suo letto.
Ciò messo pochissimo ad addormentarmi.

Ora è domenica mattina e devo alzarmi per preparare le mie cose per partire.
Non ne ho nessuna voglia. Guardo Simone vicino a me che dorme e già so che mi mancherà moltissimo.
"Maledetta luntananza ...!"
E sono preoccupata al pensiero che quella gatta morta gli miagolerà attorno tutto il giorno. Se stessi a casa mia avrei già messo apposto quella tipa a modo mio.... comme fann è femmen i casa mia.

Sbuffo alzandomi dal letto, con l intento di preparare una bella colazione per Simone.
Mentre mi dirigo in cucina sento molto freddo, mi rannicchio di più nel mio pigiama e mi metto al lavoro.
Ho anche mal di testa e mi sento gli occhi lucidi.
Sto un oretta a trafficare con uova, farina e latte.
E alla fine riesco a fare dei pan cake.
Il profumo di dolce invade la cucina, e anche il caffè è pronto. Mi giro per poggiare il tutto sul tavolo e i miei occhi si posano su Simone che è sul ciglio della porta e silenzio mi guarda con un sorriso stampato sul volto.

È bellissimo, ed io resto imbambolata a guardarlo.
<< Buongiorno... >> riesco a farfugliare.
<< A te... che magnifico risveglio..>> dice mentre le sue braccia mi intrappolano e mi stringono al suo caldo corpo. Mi bacia avidamente la sua lingua spinge nella mia bocca come se fosse affamato di me.
<< È molto eccitante vederti girare nella mia cucina.>> mi rivela mentre si stacca dalla mia bocca. Io mi sento bollente come se avessi la febbre.
Mi da un bacio sulla fronte.
<< Giusy ma sei caldissima... >> mi dice Simone.
<< Sarà la tua vicinanza ..>> dico avvertendo un brivido.
<< Sarà! Ma per me hai la febbre.>> sentenzia lui, allontanandosi da me,
per poi tornare con un termometro.
<< Ma glia t par che teng a freva..>> ribatto mentre mi punta il termometro.
Alla fine mi misuro la febbre ed effettivamente sono malata.
Il mercurio arriva si è espandi arrivando a 38.
Cerco di minimizzare, sarà una febbre dovuta alla cattiva digestione.
<< Adesso prendi una tachipirina e mi passa..., così poi posso partire. >>
<< Giusy tu non ti muovi di qui! >> dice lui serio.
<< Io devo tornare a Napoli, o sto a letto qui o rannicchiata su una poltrona in un treno non cambia niente.
Questa è una febbre provocata dalla scombussolamento di ieri sera. >>
Non sono minimamente preoccupata per questa febbre, ho la pelle dura, spesso andavo anche a scuola ammalata. Mamma mi dava un'aspirina e mi mandava a scuola, diceva che era meglio stare lì che a casa da sola.
Simone non sembra essere d'accordo con me.
<< Pensi veramente che io possa farti mettere in un treno in questo stato? No è fuori questione!.>> e usa tutto il suo tono autoritario da avvocato.
<< Cosa dirò a mia mamma?>>
E non lo dico come scusa, ma non voglio tradire la sua fiducia le avevo promesso che domenica sera sarei tornata a casa.

SIMONE

Giusy è più testarda di un mulo. Come può prendere in considerazione l ipotesi di partire con la febbre. Che uomo sarei se la lasciassi partire in questi stato?
In mezzo al freddo e su un treno su cui sicuramente non ci sono i riscaldamenti.
Mentre cerco di far valere le mie ragioni, la sento dire : << Cosa dirò a mia mamma?>> Capisco che il problema è sua mamma.
<< Giusy sei grande abbastanza da decidere cosa è meglio per te!>>
<<Non voglio tradire la sua fiducia, io devo andare, non voglio che pensi che sia una scusa.>>
<< Parlerò io con lei.>> dico senza riflettere.
Forse non crederà neanche a me, ma devo fare un tentativo. Conosco sua mamma e se lasciassi partire Giusy in quello stato non lo perdonerebbe mai.
Lei mi guarda in maniera confusa, tentenna col cellulare in mano.
<< Oh! Avanti chiamala! Sono o non sono un avvocato!>>
Esclamo mostrando una certa sicurezza. Invece me la sto facendo sotto, la mamma di Giusy è un vero mastino napoletano.
È quella che a Napoli si chiama "femmina tutto d'un pezzo".
Frequentando Napoli ho capito che per le donne napoletane essere chiamate Femmine equivale ad avere un certo prestigio nella società.
Così Giusy chiama sua madre, e iniziare a parlare. Dal suo tono di voce sua mamma già percepisce che sta male. Classica mamma partenopea che ha i super poteri. "Niente mà, mi ha fatto male qualcosa ieri aggia vomitato e mo teng a freva..."
Giusy le fa un resoconto, sorvolando di aver mangiato come un bue. "No non ti preoccupare, però non posso partire così." Prosegue la conversazione.
"Si mo te lo passo." la sento dire, e mi porge il cellulare.
<< Buongiorno signora.>>
<< Ue a signora sta in celo! >> dice una voce carica di ironia. << Mi raccomando bada a mia figlia u milanese che già si è ammalata. Può restare da te finché non si riprende?>> mi dice con tono minaccioso.
Come fa questa donna a mettere sugli attenti un uomo anche solo per telefono!
<< Certo ... >> rispondo con voce tremante << Giusy può stare qui tutto il tempo necessario e io mi occuperò di lei. >>
<< Va bene. Allora mi raccomando fatemi sapere come starà. Falle un bel brodo caldo, così si ripiglia. >>
Saluto cordialmente e chiudo la chiamata.
Lei mi guarda e aspetta di sapere cosa ha detto sua mamma.
Ometto il fare intimidatorio di quella donna, perché non voglio passare da pirla, e le dico che è tutto apposto. Facciamo colazione, obbligando Giusy a mangiare, dato che ha la nausea, le do una tachipirina e la sistemo di nuovo a letto. Gli rimbocco le coperte e gli do il telecomando. Si mette a guardare un film ovviamente romantico. Io invece mi vesto e vado a fare la spesa per preparare questo brodo come mi ha detto Donna Maria!.

Buona domenica a tutti !! Sto tornando, aggiornerò più assiduamente un bacio!😍♥️

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