Capitolo 11
SIMONE
Sono rimasto di sasso quando mi sono trovato davanti quel ragazzo. È molto corpulento con spalle massicce.
I suoi lineamenti sono molto marcati, pretende rispetto solo al guardarlo.
Vorrei cacciarlo via,
ma dato che non è casa mia non posso farlo.
Si muove in casa con una certa familiarità.
Mentre non arriva Giusy ci squadriamo dalla testa ai piedi. Lui mi guarda con aria di sfida, io sostengo il suo sguardo. Non mi faccio intimorire da questo scimmione.
Non capisco cosa vuole da Giusy. Chi gli da la libertà di presentarsi qui quando gli pare e piace?
Giusy arriva, e il volto di lui si illumina solo a guardarla.
I suoi lineamenti si addolciscono, e questa cosa non mi piace.
Quello stesso sentimento provato allora si fa strada in me.
Ma adesso so etichettarlo: gelosia.
Sono geloso di lei.
Mi presenta questo armadio a quattro ante, precisa che è il miglio amico di suo fratello.
La notizia dovrebbe rassicurarmi, ma non è così. Non gli stringo la mano in segno di amicizia, non sono un maleducato però provo molta antipatia per questo Genny, mi limito a dire "piacere".
Lui gli propone di andare in un posto ma Giusy rifiuta, dicendo che ha già un appuntamento con me, ma dal velo di tristezza che si affaccia nei suoi occhi capisco che è dispiaciuta. "Forse voleva andare con lui!."
E se lei preferisse lui a me? Non lo potrei sopportare.
Alla fine lui se ne va.
Ma io non mi sento sollevato.
Giusy cerca di nascondere il suo turbamento e raggiungiamo il suo motorino.
Sono molto silenzioso, ci sediamo in sella e partiamo. Giuda lei, io da dietro la cingo per la vita e affondo la faccia nei suoi ricci.
Non so dove mi porterà, in genere decide sempre lei.
In questi mesi mi ha portato a vedere tutti i musei, e tutte le chiese dove è stato compiuto un opera di restauro, mi ha portato nelle migliori trattorie e nei vicoli più malfamati, proprio in quelli si nascondono chiese ed edifici meravigliosi.
Si percepisce che è appassionata di restauro quando ne parla gli brillano gli occhi.
Stiamo uscendo da Napoli e stiamo prendendo la direzione verso San Giovanni a Teduccio.
Dieci minuti dopo imbocca la strada della ferrovia.
Ci fermiamo davanti alla stazione.
<< Siamo a Pietrarsa!>> mi dice lei mentre scendiamo dal motorino.
<< Qui c'è il museo dedicato ai treni. Lo sai che la prima linea ferroviaria è stata la Napoli-Portici? >> mi chiede mentre acquistiamo i biglietti per entrare.
Io non rispondo sono ancora perso nei miei pensieri.
"La giornata era cominciata bene ... poi la visita di quello ha mandato a monte i miei piani."
<< Simone!! Ma mi stai ascoltando o no?>> alza un po' il tono della voce tanto che alcuni passanti ci guardano.
<< Non urlare! Ci guardano tutti!>>
<< Sai che me ne fotte!!>> afferma lei.
Mi da le spalle ed entra all interno del museo.
Ci sono vari padiglioni e varie carrozze. Alcune sono molto antiche, leggo che risalgono ai primi del settecento.
È veramente bello questo posto. Perso dal guardarmi intorno mi perdo Giusy.
Dopo un po' a girovagare la trovo.
È seduta su un muretto, di una grande terrazza che affaccia sul mare, la vista è pazzesca da qui.
È gennaio e fa freddo, il sole è tiepido, il mare sbatte sugli scogli.
Ogni tanto ti arriva qualche schizzo di acqua e il sale ti rimane attaccato addosso.
Anche Giusy mi sta rimanendo attaccato addosso.
Mi sta appiccicando il cuore.
Il vento le muove i ricci e le pizzica la faccia.
Mi avvicino a lei, e le metto una mano sulla spalla.
Non si gira, sa che sono io anche da un semplice tocco.
<< Genny voleva portarmi a un mercato dove andavamo sempre con mio fratello.>>
Mi confida, con voce roca.
Resto un po' confuso, forse è per questo che prima il suo viso si è ombrato.
<< Capisco! Se per te era importante perché non ci sei andata?>>
Si gira verso di me, i suoi occhioni sono velate da lacrime.
<< Volevo stare con te! È l ultimo giorno che possiamo passare insieme. Ma tu mi stai evitando. Perché?>>
"Perché sono in coglione..."
<< Scusami è che io pensavo che invece volevi uscire con Genny. Non sapevo di questo posto vostro!.>>
La abbraccio forte a me, cercando di consolarla.
<< Senti io ci ho capito poco qui! Insomma andiamo dentro e mi spieghi qualcosa? Oppure andrò a lamentarmi con l ufficio turistico!>> riesco a strappargli un sorriso.
Quando siamo dentro non c'è molta gente. Lei mi tiene per mano e mi trascina da una carrozza all'altra.
Dopo un oretta torniamo a Napoli e andiamo a pranzo fuori. Ci fermiamo su un piccolo ristorante sul lungo mare. Mi sento molto più rilassato, ci stiamo divertendo, Giusy non fa altro che ridere. Io ho un po bevuto e sono più pagliaccio del solito, ma va bene così perché lei è felice.
Le ore passano veloci ed è ora di accompagnarla, un velo di tristezza scende tra di noi.
Non so come si fa a dire addio a una persona, credo che nessuno lo sappia.
Arrivati fuori casa sua la guardo le sue labbra, il sapore del nostro bacio lo sento vivo in me.
Preso da una scarica di adrenalina la bacio.
Ricambia subito, le sue labbra si aprono di più per permettere alla mia lingua di accarezzare la sua. È così morbida la sua bocca, sono già senza fiato per l emozione.
Mi attira dentro casa sua, la blocco al muro con il mio corpo, lei si slaccia il cappotto e io mi ritrovo subito con la mano tra i suoi seni generosi. La sento gemere dal piacere.
Mi libero del mio giubbotto, le sue mani accarezzano la mia schiena.
Con la mano libera entrò nel cavallo dei suoi pantaloni.
Ricordo perfettamente che è vergine, indugio su cosa fare, ma sento che è calda e bagnata.
<< Giusy ti prego aspettami... non so quando ma tornerò! >>
Sono sicuro delle mie parole, la mia è una promessa.
<< Ti prego fammi tua...!>> mi supplica mentre si toglie la camicia.
Vorrei farla mia più di qualsiasi altra cosa, non solo per quella maledetta scommessa che ho già vinto, ma non voglio che sia così.
Non voglio che si svegli sola dopo averlo fatto per la prima volta, e voglio che sia una cosa speciale.
La guardo, noto nei suoi occhi delusione, e mi si spezza il cuore.
Ho ancora la mia mano nel suo cavallo.
La muovo e penetro la sua natura con un dito.
Le sta piacendo inarca la schiena e mi bacia con foga.
<< Non faremo l'amore oggi... ma credimi quando lo faremo sara qualcosa che non dimenticherai mai più!
Voglio solo il meglio per te!>>
La sua faccia è dipinta di piacere, la sento genere spingo di più dentro e le stuzzico il seno con la lingua.
Le sue unghie graffiano le mie spalle si aggrappa con forza a me, la sento venire e chiamare il mio nome.
Quando tutto è finito la prendo in braccio e la adagio sul suo letto. Mi siedo sul bordo e le do un bacio sulla fronte, lei nasconde la faccia nel cuscino per la vergogna di quello che le ho fatto.
<< Non devi vergognarti! Meriti di essere amata.>>
Non so neanche io cosa sto dicendo, sono turbato non pensavo di poter provare di nuovo sentimenti, di preoccuparmi per il benessere di qualcun'altra.
Io che pensavo che quello che avevo vissuto era amore!
Forse non lo era più da molto tempo!.
Io che negli ultimi anni avevo chiuso il mio cuore con mille chiavistelli.
Vorrei solo sdraiarmi affianco a lei per l eternità.
La vita mi sta dando una nuova occasione per essere felice e per alleggerire il peso dei miei errori.
<< Ti aspetterò .... >> mi dice lei guardandomi negli occhi.
Così me ne vado con la speranza di un nuovo amore.
Buona sera !!! Spero che vi sia piaciuto il capitolo.
Spero che approverete la canzone, non sono un amante dei neo melodici però questo Mr Hyde mi piace molto! 😆
Lasciate commenti e stelline.
A presto Bea. 😘😘come sempre grazie di seguirmi.
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