Capitolo 10
GENNY
A distanza di pochi giorni mi ritrovo qui davanti alla porta di Giusy.
Sono venuto per chiedere alla piccola Giusy se vuole passare la giornata con me.
Ci ho messo tre anni per tornare a Napoli.
Il dolore per aver perso il mio unico amico, anzi fratello è stato troppo forte.
Sono andato via da questa città perché ogni angolo di strada mi ricordava lui.
Ne ha abbiamo fatte di cazzate io e lui.
La nostra è stata un amicizia nata in adolescenza.
Anche io non vengo da una famiglia di cui andare fiero. Forse è stata la stessa voglia di riscatto a unirci, all inizio non ci stavamo neanche tanto simpatici.
Un giorno ho difeso sua sorella da un gruppo di teppistelli da strada e da allora mi sono guadagnato la sua fiducia.
Conosco tutto di questa famiglia, ogni gioia, ogni dolore. Ogni goccia di sudore versato dalla loro madre per mettere un piatto a tavola, a me non è mai stato negato un piatto di pasta.
Mi manca tanto e alcune volte sento che non gli ho detto abbastanza quanto gli volevo bene.
Negli ultimi tempi ci eravamo un po' distaccati, lui si era innamorato, era completamente perso per una ragazza che si chiamava Rossella.
Ricordo che la madre mi mandò a chiamare era disperata perché Ciro aveva rifiutato il programma di protezione. Mi supplico di parlargli, confidava in me per fargli cambiare idea.
Io ci parlai, e finimmo per litigare.
Non accettavo la sua scelta, trovavo assurdo che per amore mettesse a repentaglio la sua vita. Non capiva che avrebbe causato tanto dolore? Giusy era appena una ragazza che aveva ancora bisogno di suo fratello.
Lui però diceva che era tranquillo e che ci stavamo allarmando per niente.
Sarebbe partito con Rossella e avrebbe fatto ritorno quando le acque si sarebbero calmate.
Ci fu un bagno di sangue e lacrime. Lui morto sparato la sua fidanzata che si voleva suicidare e Giusy e sua mamma piansero con disperazione.
Io mi allontanai dopo i funerali. Sapevo che loro avevano bisogno di me ma non c'è la facevo.
Il nostro litigio mi tormenta giorno e notte.
Quella maledetta sera lui mi disse
:<< Genna tu ti preucupp troppo assaje di Giusy! C'è qualcosa che mi vuoi ricere?>>
Io gli risposi che non c'era niente che gli dovevo dire è che mi preoccupavo perché per me era come una sorella.
Per la prima volta nella mia vita mentii al mio amico.
Non ebbi il coraggio di dirgli che ero innamorato di sua sorella.
Avevo paura della sua reazione. Era molto geloso di lei, e non credo che mi avrebbe dato il permesso per corteggiarla.
Anche questo mi porto dentro.
Adesso però ho trovato il coraggio di mettere alla luce i miei sentimenti.
In questi tre anni ho provato a dimenticarla, mi sono raccontato che lei era solo un ossessione, ho provato a uscire con altre ragazze. È stato tutto inutile.
Voglio riprendere i rapporti con lei e dichiararmi.
L'accoglienza che Giusy mi ha riservato l'altro giorno mi lascia sperare in un lieto fine. Avrebbe potuto mandarmi via, dato che l ho lasciata sola nel momento del bisogno, invece lei mi ha accolto a braccia aperte, era come se non ci fossimo mai lasciati.
Negli anni è cambiata è diventata più donna, non è più la ragazzina che ho lasciato.
Il suo meraviglioso corpo già all epoca formoso è sbocciato in un misto di femminilità e sensualità. I suoi occhi ne hanno viste tante ma non hanno perso quello scintillio che l hanno sempre contraddistinta.
Stretto tra le sue braccia sono rinato, ho affossato la faccia in quei meravigliosi riccioli, e il suo profumo della sua pelle mi ha procurato un infinita di brividi.
Sono stato nel buio Giusy, ma adesso voglio la luce del tuo volto ad illuminarmi.
Così faccio un profondo respiro e suono al campanello, di quella che è anche casa mia.
GIUSY
Dopo aver parlato con Simone, decidiamo di andare a fare un giro. Oggi è l ultimo giorno che stiamo insieme perché domani parte. Sono in bagno quando sento il campanello suonare.
Dico a Simone di vedere che è, perché io mi sto vestendo.
Dopo poco lo raggiungo in cucina e c'è Genny.
Non si sono accorti del mio arrivo. Sono uno di fronte all altro, il milanese sembra una statua di cera, i suoi occhi sono sgranato.
Genny è con le braccia conserte, il suo torace fa su e giù sembra che dalle sue narici tra un po' esca del fumo.
Si stanno guardando in malo modo, oserei dire che si stanno minacciando solo guardandosi.
Questa situazione non mi piace, sono entrambi miei amici, due persone a cui tengo.
Invece sembra che tra un momento se le daranno di santa ragione.
"Maschi..."penso.
Alla fine decido di mettere fine a questa competizione senza senso.
<< Genny... ciao che ci fai qui?>>
Solo ora si accorge di me, è qualcosa nel suo sguardo muta.
<< Ciao Giusy bella ero venuto a invitarti a Ercolano, se ti andava di andare a pugliano.>>
Sono da tanti anni che non vado più a Ercolano al mercato di pugliano, un quartiere della città.
Ciro e Genny ci andavano sempre per comprarsi le giacche di pelle.
Io andavo spesso con loro, ci usciva sempre un regalo e un favoloso panino ripieno di melenzane e salsicce da un ambulante chiamato Gigino è un amico.
Tutti questi ricordi mi fanno venire un nodo alla gola.
Mi farebbe piacere andarci, ma senza di Ciro non me la sento.
Lo vedo guardarmi e aspettare una risposta, spera in un sì, glielo leggo negli occhi.
Simone sposta lo sguardo da me a lui.
<< Veramente non posso. Ho gia un appuntamento con Simone. >> dico, per poi aggiungere per togliermi dall imbarazzo: << Simone lui è Genny , il miglior amico di mio fratello Ciro.>>
Spero che quelli che ho detto possa sciogliere la tensione che avverto da parte di Simone.
Ma non è servito a niente, continua a guardarlo in malo modo: << Piacere.>> dice con tono piatto senza porgergli la mano in senso di amicizia.
Lo stesso fa Genny, non stende la mano.
Ho il presentimento che non diventeranno mai amici.
Alla fine Genny si congeda e io e Simone usciamo.
Lui è molto silenzioso, stiamo raggiungendo il mio motorino, dato che lui è senza macchina.
Buona sera !!! Lo pensavate a un colpo di scena del genere!!! 😅😅😅. La faccenda si complica! Che succederà ?
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