1.Uno.One.Un.Eine.

Ciao.....mi presento......il mio nome è Luca, per gli amici Quadrato....ho 16 hanni....

Vivevo a Vercelli, una metropoli del Piemonte Orientale, ma da quando ho perso i miei genitori in un incidente gravissimo........ ho domicilio alla stazione di Torino Lingotto con mia sorella maggiorenne Viviana, che ne ha 21.

---PROLOGO---

Accadde tutto così in fretta, una notte di Febbraio. Mi hanno sempre detto che amavo la musica, come mia madre. Lei l'amava così tanto che una volta le cadde la pianola elettrica che stava suonando nella vasca da bagno, folgorandola sul colpo. Una tragedia immane.

Perdemmo nostro padre qualche giorno dopo, quando, in ritardo, per fretta di andare in ufficio , scese dall'auto. Si era dimenticato di fermarla. Il suo corpo rimase tra le uscite dei caselli di Tropea e Catanzaro per 2 settimane prima che il carro funebre potesse raggiungerlo....maledetto traffico sulla Salerno-Reggio Calabria...

---FINE PROLOGO---

Io sono un tipo artistico, come mio padre..... Si chiamava Liceo.... Il mio talento consiste nel saper disegnare quadrati fantasiosissimi e tutti diversi fra di loro, unici nella loro essenza. La mia ultima opera, 21-4-13-18 (le lunghezze dei lati) è un capolavoro acclamato da 9 dei miei zii su 10... Purtroppo il mio estro non era compreso a scuola, dove avevo la media del 4.5 (sono in quinta elementare). 

La stazione è un posto selvaggio, una giungla, specie se devi lottare per la sopravvivenza dopo la morte di tua sorella sordomuta mentre stava stendendo i panni sui cavi dell'alta tensione, per non aver sentito l'arrivo del regionale veloce per Genova Brignole a quello stesso binario. Mi guadagnavo da vivere scommettendo coi vecchi tossici del binario 6 sui ritardi degli Intercity, e, con quel poco vinto, mi compravo un cornetto al Figlio di Soia, il bar vegano a fianco alla sala d'attesa. Il gestore, Tiziano, per gli amici Cucciolotta, era un uomo altissimo, magrissimo e pelatissimo. Vestiva sempre con la sua camicia bianca, il grembiule verde da Starbucks e i suoi inconfondibili occhiali neri. Mi riconobbe subito quando varcai la soglia del suo locale, col mio euro e 10  per il croissante giornaliero, come si dice da queste parti: "MACCIAAAAAAAO TESOOOOOORO QUESTO BISCOTTINO QUANDO LO PUCCIAMO??". Già. Era un Vegaytarian bar. Prendo il cornetto ed esco. Lo assaggio. Mi ha di nuovo messo il cloroformio nel ripieno. Dannato Cucciolotta. Svengo tramortito dal sonnifero.

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