Capitolo 9
Evan non riusciva a restare ancora con quel dubbio, aveva bisogno di incontrare i suoi amici e, visto che quel giorno non avevano allenamento, l'unico posto dove potevano essere era l'area comune affianco alla caffetteria.
Solitamente il campus la domenica era vuoto, quel giorno invece era animato da tutti quelli che si erano trattenuti all'università per partecipare alla festa.
Infatti lungo il breve tragitto incontro diversi ragazzi e ragazze che lo salutarono augurandogli buona fortuna per il campionato e facendogli i complimenti per la bellissima festa.
Evan ringraziò tutti anche se il suo contributo alla serata si limitava al consumo di bevande alcoliche, le cheerleader avevano organizzato ogni cosa.
Come previsto trovò Isaac, Joey e Nolan intenti a guardare una partita di NHL. Fortunatamente non c'erano ragazze in giro pronte a far diventare la sua nottata di dominio pubblico, sempre se non lo fosse già, grazie a Bonny e le sue "confidenze fra amiche" anche le dimensioni del suo uccello lo erano.
Si lasciò cadere su una poltroncina libera "Ciao"
I suoi amici risposero in coro senza neanche voltarsi.
Evan valutò fosse meglio attendere la fine del primo tempo per poter parlare senza essere mandato "a quel paese", infondo mancava poco.
Non ebbe bisogno di chiedere niente perché, appena ci fu l'interruzione, Joey partì in quarta: "Evan ieri sera l'hai fatta grossa. Bonny era furiosa"
Evan sentì un brivido di terrore percorrergli la schiena, cosa aveva combinato?
Cercò di restare calmo e non farsi prendere dal panico fingendo di ricordare "Perché cos'avrei fatto di così grave?"
Si intromise anche Nolan "Niente di grave, ma per una ragazza tutto! L'hai lasciata da sola e te ne sei andato con il tuo amico, dopo che siete stati in bagno a confabulare. Non puoi ingannarla dicendo che vai a dormire, era chiaro che andavate a rimorchiare da un'altra parte."
Joey annuì "E Miles ne ha subito approfittato. Non voglio dire che se l'è portata a letto, potrebbe anche solo averla accompagnata in camera, ma tu sai quant'è bastardo lui."
Joey non riusciva a sopportare Miles e non ne faceva un mistero, ma a Evan, in quel momento, non interessava scoprire se avevano "chiavato" o no, fatti loro. In fondo Bonny non era la sua ragazza.
Il fatto fondamentale era che aveva lasciato il locale con Nathan dicendo che andava a dormire, ma così non era stato, i graffi sulla sua schiena lo confermavano.
Visto che i suoi amici attendevano una risposta, alzò le spalle "Bonny non è la mia ragazza. Scopiamo quando non abbiamo di meglio da fare. E visto che io ieri sera ho avuto di meglio da fare, spero anche lei"
Isaac lo guardò stupito " Quindi se io ci provassi con lei non avresti niente da ridire?"
Evan scossa la testa "Lei è una donna libera, tu un uomo libero. Non vedo il problema"
"Ormai l'hai detto. Non puoi rimangiarti le parole"
Nolan si intromise "Fermi, fermi. Non cambiamo argomento. Evan voglio sapere tutto. Dove sei stato e chi hai rimorchiato?"
Evan non sapeva cosa rispondere, decise di rimanere sul vago e dire una mezza verità.
"Un locale che non conosco e, sinceramente, ubriaco com'ero non saprei nemmeno ritrovarlo. Della ragazza posso dire lo stesso, non ricordo il nome, ma solo che era bionda con occhi azzurri, alta e magra, con un culo da favola. Uno schianto" Evan si rese conto immediatamente di aver descritto Nathan, ma cercò di restare impassibile "Questa mattina quando mi sono svegliato se n'era già andata".
Isaac si mise a ridere "Avrai sognato tutto"
Evan sorrise "Sì e questi me li ha fatti il gatto" e si alzò la maglietta per mostrare i graffi.
Joey arricciò il naso "Cazzo, spero che hai goduto almeno quanto hanno fatto male questi"
Evan ampliò il sorriso "Puoi giurarci" non ricordava, ma ne era certo.
La fine dell'intervallo riportò tutta la loro attenzione allo schermo e l'argomento "notte brava" perse importanza.
Evan rimase a guardare la partita senza però riuscire a seguirla veramente, mille pensieri e mille domande gli riempivano la mente: cosa si erano detti lui e Nathan in bagno? Era riuscito a raccontargli tutto, a chiedergli scusa finalmente? Perché erano andati via insieme? Dove erano andati dopo? Chi aveva incontrato? Anche Nathan si era portato qualcuno a letto?
Quel ultimo pensiero lo infastidì particolarmente riportandogli alla mente frammenti di ciò che lui credeva essere solo un sogno, divenuto ormai quasi un'ossessione.
Il bisogno di sapere era diventato fondamentale per la sua sanità mentale, non poteva evitarlo, doveva chiamare Nathan.
Ritornato nella sua camera, si stese sul letto che odorava ancora di sudore e di sesso e per la prima volta un particolare lo face fremere, non avvertiva nessun profumo femminile.
E se le immagini che gli proponeva la sua mente non erano solo frutto di un sogno? Se non c'era nessuna ragazza? Se erano semplicemente usciti dal pub dirigendosi immediatamente nella sua camera? Se aveva veramente fatto sesso con Nathan?
Quel pensiero lo eccitava e allo tempo stesso lo spaventava a morte.
Aveva fatto sesso con un maschio?!
Un conto era sognarlo o immaginarlo, un altro era farlo veramente.
Era riuscito a venire metterlo nel culo ad un ragazzo? E perché non ricordava? Possibile gli fosse risultato così normale fare sesso con lui?
Cercò di concentrarsi e riportare alla mente quei piccoli flash per cercare qualcosa che li differenziasse dai sogni che ultimamente faceva.
Bastò l'immagine della testa di Nathan fra le sue gambe mentre si scopava da solo a farlo eccitare all'inverosimile. Gli uscì un'imprecazione, gli bastava così poco per diventare tanto duro? Evidentemente si.
Sì portò una mano al sesso e cavalcando le immagini della loro notte di sesso, vera o sognata, si lasciò andare al piacere.
Raggiunse l'orgasmo con la netta sensazione della sua mano attorno al collo di Nathan mentre lo prendeva da dietro.
Non poteva esserselo sognato il ricordo era diventato ad un tratto molto nitido e poi ricordava il piercing al capezzolo, nei suoi sogni precedenti non c'era.
Se davvero aveva fatto sesso con Nathan, questo cosa implicava? Erano cambiate le sue preferenze sessuali? No, se pensava a due belle tette ancora gli si rizzava.
Oppure era semplicemente troppo ubriaco per capire cosa stava facendo? Forse.
Però si era appena masturbato "da sobrio" pensando a lui.
E per Nathan cosa significava? Perché gli aveva permesso di scoparselo? L'aveva perdonato oppure era solo sesso e niente più? Si faceva trombare da chiunque?
Forse sì, infondo era un uomo e anche lui non si tirava mai indietro davanti a una bella scopata.
Prese il cellulare e compose il numero.
Nathan rispose al primo squillo "Pronto?!"
"Ciao Nathan. Sono Evan"
"Che cazzo vuoi?"
Evan avertì un brivido percorrergli la schiena sentendo l'amico ansimare, la voce chiaramente distorta dalla fatica, così simile a quella stravolta dal piacere "Cosa stai facendo?"
Nathan avrebbe voluto chiudergli il telefono in faccia, ma aveva bisogno di fargli capire immediatamente, prima che si facesse strane idee, cosa pensava di quello che c'era stata fra loro "Sto correndo idiota! O mi dici subito cosa vuoi o chiudo"
Evan cercò di ritornare lucido e cacciare i pensieri sconci che gli avevano già riempito la mente.
"Volevo ringraziarti per ieri sera. Mi ha fatto molto piacere vederti alla nostra festa"
La prendeva larga, va bene vediamo dove vuole arrivare, pensò Nathan "Non sono venuto per te. E' stato un caso cercavo un posto dove sbollire la rabbia per quello che ha fatto Tyler."
"Chi Tyler? Il bestione? Cos'ha fatto?"
Nathan sorrise "Non ricordi te l'ho raccontato ieri sera?"
Evan imprecò fra i denti, non ricordava assolutamente quella conversazione e ora si era fregato da solo. Avrebbe voluto non ammettere subito la sua amnesia, ma la sua bocca aveva parlato prima del cervello e la curiosità aveva ucciso il gatto.
"Ero ubriaco e devo ammettere che non ricordo tutto, però ricordo che siamo usciti insieme dal locale"
Era ciò che Nathan sperava, adesso non gli restava che fargli credere di aver sognato tutto "Non farti strane idee, abbiamo solo deciso di andare a casa nello stesso momento e visto che eri talmente ubriaco da non reggerti in piedi ti ho accompagnato, ma poi me ne sono tornato al mio appartamento"
Evan non credeva minimamente alle parole dell'amico, anche perché se non era stato con lui, con chi altri poteva essere stato se Nathan lo aveva accompagnato fino alla sua stanza? L'unica poteva essere Bonny, ma lei era rimasta nel locale e poi era andata via con Miles, inoltre se la sarebbe ritrovata nel letto anche la mattina dopo. "Quindi vuoi dirmi che tu non sai niente dei graffi sulla mia schiena?"
Nathan si era dimenticato di quel particolare, ma non per questo avrebbe ceduto "Non chiederlo a me, chiedilo a quelle gatte in calore che ti scopi"
Evan non aveva intenzione di mollare "Però è con te che sono uscito, non con loro ed è te che ricordo di aver scopato"
Nathan sentì il panico assalirlo e dovette fermarsi, si appoggiò ad un albero e cercò di camuffare come si sentiva con una risata "Sono felice di essere il protagonista dei tuoi sogni erotici. Ma ti posso assicurare che la cotta per te mi è passata da tempo, da quando Morgan ha cercato di violentarmi e poi non farei mai sesso con un etero. Mi hai confuso con qualcun altro, eri talmente ubriaco che non riuscivi a stare in piedi. E adesso scusa, ma devo continuare il mio allenamento"
E detto questo chiuse la telefonata.
Evan lanciò un urlo di frustrazione. Non poteva finire così, doveva farglielo ammettere e l'unico modo era parlargli di persona.
Non sapeva dove abitava, però sapeva che era andato a correre e considerato che non lo aveva mai visto farlo dentro il campus, il posto migliore nei dintorni era il parco centrale. Se aveva fortuna forse riusciva ad incontrarlo.
Evan si sentiva uno stalker, ma non poteva restare con quel dubbio. C'era ancora la remota possibilità che si fosse sognato tutto e per questo, per non impazzire, doveva chiarire.
Si diresse a piedi verso l'entrata del parco più vicina, era quasi arrivato quando lo scorse uscire, la testa biondo platino di Nathan era inconfondibile. Era stato un vero colpo di fortuna, prese a seguirlo rimanendo a una certa distanza.
Lo vide entrare in una delle tante palazzine per studenti appena fuori dal campus principale.
Fece una corsa, ma la porta si chiuse alle spalle di Nathan.
Così prese a suonare diversi campanelli finché non trovò un ragazzo che gli aprì il portone usando la scusa di essere rimasto chiuso fuori. Salì le scale controllando ogni ingresso, arrivato all'ultimo piano trovò quello che cercava: il nome di tre ragazzi fra cui spiccava quello di Nathan Gray.
Evan suonò e attese. Sentì chiaramente oltre la porta dei passi avvicinarsi e la voce di Nathan alterata "Giuro Percy che se hai dimenticato nuovamente le chiavi ti metto a pecora e t'inculo"
Non ebbe tempo di pensare a quella frase che la porta si spalancò e si ritrovò davanti Nathan a torso nudo con solo dei calzoncini stretti da corsa che lasciavano poco spazio all'immaginazione.
Nathan sgranò gli occhi "Che cazzo ci fai tu qui?"
Evan sentì una scarica di eccitazione attraversarlo, ma poi il suo sguardo si soffermò sul piercing al capezzolo e soprattutto sui lividi che segnavano in modo inequivocabile il suo corpo e combaciavano con i suoi stralci di ricordi "Sono venuto a controllare i segni che ti ho lasciato ieri notte mentre facevamo sesso" Evan non prese nemmeno in considerazione la possibilità che non fosse stato lui.
Nathan non sapeva cosa rispondere valutò le sue opzioni: chiudergli la porta in faccia con il rischio che iniziasse a sbraitare mettendo al corrente tutti i vicini dei fatti suoi, oppure farlo entrare e convincerlo che non era stato niente, solo sesso. Per un momento aveva anche pensato di provare a dire che quei segni glieli aveva fatti qualcun altro, però Evan sembrava troppo sicuro, forse ricordava più di quello che lui sperava. Così optò per la seconda.
"Vieni dentro idiota"
Evan sorrise vittorioso, una piccola cosa l'aveva ottenuta.
Nathan richiuse la porta poi si avviò verso la sua camera "Seguimi"
L'altro lo seguì sentendo l'eccitazione aumentare vedendo il suo sedere perfettamente delineato da quegli aderenti pantaloncini neri e i segni delle proprie mani sui suoi fianchi, un flash nitido di come lo aveva posseduto da dietro lo fece fremere e i buoni propositi con cui era andato lì andarono a farsi benedire.
Come furono dentro la camera, Evan lo afferrò e lo scaraventò sul letto salendoci immediatamente sopra, bloccandolo sotto di sé.
Nathan fu preso alla sprovvista "Che cazzo fai? Lasciami!"
"Voglio rifare quello che abbiamo fatto stanotte"
"Col cavolo. Te lo scordi! Non mi farò scopare da te!"
"Perché no? L'hai già fatto"
"Sì, ma eravamo entrambi ubriachi. E speravo non te lo ricordassi"
"Infatti. E' per questo che voglio rifarlo. Non ricordo cosa ho provato, ho solo dei flash che però mi lasciano terribilmente eccitato." Evan si mosse per far sentire all'amico quanto fossero vere le sue parole "Lo senti?!"
Poi si abbassò a baciargli il collo "Nathan ti prego ... è solo sesso ... cosa c'è di male in una bella scopata?"
Tutto con te, avrebbe voluto rispondere Nathan, ma aveva ancora le braccia bloccate e quella posizione era estremamente eccitante; quando poi l'amico iniziò a giocare con la lingua con il suo piercing un gemito uscì dalle sue labbra mandando in pappa il suo già scarso autocontrollo.
Evan sentendo quel suono esultò aveva la vittoria in tasca, ma fu subito colto da mille dubbi.
E ora? Doveva fare come con le ragazze? Leccarle per farle bagnare e poi dentro?
Non ricordava quasi niente di quello che aveva fatto, almeno non in ordine. Sesso orale l'avevano fatto, ma era stato Nathan a prenderglielo in bocca.
Però, se c'era riuscito da ubriaco voleva dire che doveva lasciar fare alla sua parte meno razionale, al puro istinto.
Lasciò le braccia di Nathan per potersi togliere la maglia temendo però di ricevere un cazzotto, invece Nathan lo afferrò per i capelli "Questa è l'ultima volta".
Evan sorrise continuando a spogliarsi mentre l'altro faceva lo stesso.
Il moro guardò il biondo leccandosi le labbra "L'ultima fino alla prossima" poi si avventò sulla sua bocca.
Si baciarono, divorandosi con urgenza, succhiando e mordendo mentre le loro erezioni strusciava una con l'altra aumentando il desiderio, finché Nathan non si sottrasse "Devo farmi una doccia sono tutto sudato"
Evan era troppo eccitato per poter attendere ancora, temeva inoltre che Nathan potesse ripensarci "Vorrà dire che sarai tu a leccarmi".
Si mise in ginocchio con le gambe ai lati del corpo del compagno. Nathan lo desiderava troppo e non riuscì a dirgli di no. Si tirò su e passò la lingua sulla punta del suo sesso turgido strappandogli un gemito di approvazione. Dopodiché afferrò Evan per le natiche e lo prese completamente in bocca.
"O dio, Nathan mi fai morire ... nessuna cazzo ... nessuna" portò le mani fra i capelli biondi dell'altro e prese a gemere senza ritegno "Cazzo! Così mi farai venire ..."
Nathan lasciò che prendesse il comando scopandogli la bocca finché non sentì il suo seme caldo inondargli la gola.
Alzò lo sguardo incontrando quello appannato di Evan, portò una mano alla bocca e lasciò uscire lo sperma che aveva trattenuto, poi passò la stessa sul torace del compagno imbrattandolo "Sei soddisfatto?"
Evan sorrise "Neanche per sogno. Voglio scoparti"
"Allora prendi un preservativo e quel barattolo. Spalmamelo dove vorresti entrare. Io non mi bagno da solo come la tua troietta" Anche in quel momento Nathan non riusciva a non pensare con odio a quella Bonny che la sera prima si strusciava all'amico.
Mentre Evan si allungò a prendere il lubrificante e il preservativo Nathan si girò mettendosi a 90. Bastò questa visione a far risvegliare il sesso di Evan. Si ricordò di come Nathan si era preparato con le dita, così capì di dover fare lo stesso.
Si posizionò dietro di lui e dopo essersi ricoperto le dita con quel liquido freddo prese a penetrarlo.
Non incontrando nessuna resistenza aggiunse anche il secondo dito spingendo in profondità. Nathan sentì una scarica di piacere attraversargli il corpo e non riuscì a trattenere un gemito. Quel suono fece eccitare Evan "Vuoi il mio cazzo, ammettilo. Le dita sono troppo piccole per te."
"Imbecille! Mi hai scopato solo poche ore fa"
Evan tolse le dita "Chiedimelo".
Era abituato a quei giochini con Bonny, le li adorava, ma questa volta era diverso, era lui a volerli. Nathan lo travolgeva a tal punto da fargli bramare di averlo totalmente in suo potere, che fosse completamente suo.
Voleva sentirgli dire che lo desiderava, così come lui si sentiva completamente in balia della lussuria che solo Nathan riusciva a fargli provare.
Strusciò il suo sesso fra le natiche esposte soffermandosi con la punta sul buco, mentre con una mano gli afferrò l'erezione stringendola.
Nathan gemette e non riuscì ad impedirsi di spingere il bacino indietro per avere di più, ormai era preda del desiderio "Sì scopami!"
Evan sorrise mettendosi il preservativo, poi portò entrambe le mani ai fianchi di Nathan facendo combaciare i segni e si spinse con decisione dentro di lui.
Era così caldo e stretto "Nate sei fantastico. Scoparti è da delirio"
Evan sentì il piacere travolgerlo e fargli perdere completamente il controllo su se stesso. La sua forza e il suo impeto lasciarono Nathan senza fiato, se era stato rude la volta prima, questa volta era ancora più irruento e passionale.
Nathan boccheggiava dal piacere, però voleva vedere la sua espressione così riuscì a dire fra un ansito e l'altro "Fammi ... girare ..."
Evan lo accontentò, poi senza dargli il tempo di riprendersi gli alzò il bacino e si spinse nuovamente dentro di lui.
"Cazzo. Potrei scoparti per giorni"
Nathan non riuscì più a trattenere ciò che stava provando "Sì... Evan continua... più forte" prese a segarsi cavalcando le spinte dell'amico ancora più decise e forti dopo il suo incitamento, ammirando il suo viso travolto.
Era certo che la visione di Evan che lo scopava avrebbe accompagnato le sue future masturbazioni.
Nathan raggiunse l'orgasmo incitato da Evan "Fammi vedere come godi!" riversandosi sul proprio addome, mentre le energiche spinte continuavano. Sentire i muscoli di Nathan contrarsi per l'orgasmo portarono anche Evan all'apice.
Sfinito si lasciò cadere su l'altro imbrattandosi con il suo seme.
Passata la lussuria e soddisfatto il desiderio Nathan fu assalito da una grande rabbia, si alzò dal letto e lanciando a Evan i suoi vestiti disse duro "Vado a farmi una doccia. Non voglio ritrovarti qui quando torno"
Evan ancora ubriaco dal piacere riuscì solo a pensare "Siamo di nuovo amici"
Nathan scoppiò a ridere "Scopi così i tuoi amici?"
"No, naturalmente!"
"Appunto."
"Quindi?"
"Quindi dovevi pensarci prima di sfondarmi il culo. Adesso vattene"
Uscì dalla stanza cercando di non far vedere quanto fosse faticoso per lui camminare.
Evan si vestì impossibilitato a fare ordine nel caos che aveva in testa.
Doveva andare da Nathan per chiarire e invece gli era saltato addosso non chiarendo un bel niente, incasinando ancora di più la situazione. Nathan sembrava ancora più incazzato.
Però non era pentito, lo avrebbe rifatto altre mille volte, sentiva l'impulso di seguirlo sotto la doccia per ricominciare e prenderlo lì in piedi sotto l'acqua calda. Doveva smettere di pensarci per non eccitarsi nuovamente.
Fare sesso con Nathan era stata grandioso, le sue fantasie non si avvicinavano minimamente alla realtà.
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