Capitolo 8

Salutarono velocemente gli altri e si diressero a piedi alla loro meta.

Nathan aveva dovuto aiutare l'amico a camminare, iniziava a temere che Evan non sarebbe riuscito a fare niente in quelle condizioni e che le cose che aveva prelevato dalla sua macchina sarebbero state inutili.

Invece appena varcarono la porta della camera Evan gli si buttò addosso facendolo cadere sul letto e bloccandolo sotto di sé; cercò di spogliarlo, gli tolse la maglietta e andò ad armeggiare con i pantaloni.

Nathan cercò di toglierselo di dosso "Aspetta idiota! Non sono una ragazza! Tu adesso aspetti qui da bravo mentre io vado in bagno a prepararmi"

Evan mise il broncio "No! Non voglio aspettare. Fallo qui. Voglio vederti."

Nathan sospirò "E va bene" era come quando erano piccoli l'amico otteneva sempre ciò che voleva.

Evan riprese a spogliarlo con foga incitato da quelle parole e dal desiderio crescente, poi fece sparire anche i propri vestiti. Appena furono entrambi nudi si avventò sulle labbra del biondo.

Nathan sentì l'eccitazione salire alle stelle: aveva Evan nudo spalmato addosso che lo baciava desideroso di fare sesso.

Anche se non era certo che Evan si rendesse perfettamente conto di cosa stavano per fare. Cioè, sì, sapeva e soprattutto voleva fare sesso, ma forse in quel momento un buco valeva l'altro per lui, se non fosse arrivato probabilmente Evan avrebbe fatto sesso con la rossa.

Nathan cacciò quei pensieri, anni prima avrebbe venduto l'anima al diavolo pur di avere la possibilità di fare sesso con lui, adesso doveva solo godersi l'opportunità.

Invertì le posizioni, poi si mise a gattoni fra le gambe di Evan e dopo aver versato abbondante lubrificante in una mano prese a penetrarsi con le dita, mentre con l'altra afferrò il membro del compagno e si abbassò a leccargli la punta. Il moro trattenne il fiato per l'eccitazione e la lussuria che lo invasero prepotenti.

Quando la bocca di Nathan inglobò il suo membro iniziando a succhiare, Evan si morse il labbro per impedirsi di chiudere gli occhi per il piacere travolgente, non voleva perdersi nemmeno un attimo di quella visione così erotica. Nathan si stava scopando con le dita mentre succhiava il suo cazzo.

Non era certo fosse la realtà, anzi dubitava fortemente di non stare sognando, era decisamente troppo per essere vero.

Però se era un sogno poteva fare quello che voleva, e anche se stava godendo da matti nella sua bocca, ma quanto cazzo era bravo, lui voleva fare sesso con Nathan, voleva scoparlo, voleva spingersi dentro di lui, sentirlo gemere di piacere.

"Basta, fermati!"

Nathan alzò il viso e lo guardò sconsolato, Evan si era pentito.

Non fece in tempo ad assaporare fino in fondo l'amarezza di quella forte delusione che Evan lo tirò su e lo buttò supino sul letto salendogli sopra. Gli allargò le gambe posizionandosi nel mezzo, lo afferrò per il bacino e cercò di farsi strada dentro di lui.

Nathan colto di sorpresa si ritrovò sotto Evan con la punta del suo sesso che spingeva per forzare il suo buco non ancora completamente dilatato.

Boccheggiò per il dolore bruciante appena il moro riuscì ad entrare spingendosi dentro con forza.

Gli uscì un imprecazione "Cazzo Evan aspetta! Va piano!"

Evan era troppo ubriaco e troppo eccitato per riuscire ad andare con calma.

"Sei così stretto, mi stritoli è magnifico!"

Non attese che si abituasse a quella intrusione, iniziò a muoversi avanti e indietro, uscendo e rientrando, provocando a Nathan delle scosse di piacere che andarono ad unirsi al dolore.

"Cazzo, Nathan scoparti è fantastico e i tuoi versi mi fanno eccitare da morire."

Dopo il bruciante dolore iniziale per l'irruenza del suo partner, anche Nathan stava godendo come non gli era mai capitato, si ritrovò a gemere incontrollato e ad affondare le unghie nella schiena di Evan completamente in balia del piacere che lo stava travolgendo.

Così quando l'altro gli chiese di girarsi, lui lo accontentò, si mise a gattoni e attese voglioso di essere nuovamente penetrato.

Un spazzo di lucidità gli ricordò che non avevano usato il preservativo "Metti il preservativo"

Mentre faceva come gli era stato detto, Evan si fermò a guardarlo, era una visione talmente erotica che senza pensarci si abbassò a leccargli l'apertura spingendo la lingua all'interno.

Nathan gemette sorpreso per quel trattamento estremamente erotico e quasi non ascolto le parole di Evan "Non sai quanto ho desiderato averti così davanti a me".

Prima di rialzarsi gli morse una natica, poi afferrando il compagno per i fianchi con forza si spinse nuovamente dentro di lui.

Il ritmo con cui Evan faceva avanti e indietro sbattendo il bacino contro il sedere di Nathan era forte e deciso e gemeva senza vergogna, producendo un suono osceno, tanto che Nathan credette di impazzire dal piacere.

Quando sentì le dita di Evan attorno al collo che lo spingeva giù, lo assecondò. Si abbassò con la testa sul cuscino e portò le proprie mani ad occuparsi del proprio sesso ormai gocciolante. Cosa che non poteva sperare facesse l'altro così preso dal proprio piacere.

Nathan raggiunse l'apice proprio mentre Evan gli sussurrava "Mi fai impazzire" affondando i denti nella sua spalla.

Anche per Evan l'orgasmo fu intenso e lo lasciò stremato. Si addormentò immediatamente.

Nathan invece si vestì in fretta e uscì dall'appartamento.

Passata l'eccitazione e soddisfatto il desiderio rimanevano solo i dubbi.

Mentre camminava per ritornava alla propria auto il dolore che sentiva ad ogni passo gli ricordava che Evan ci era andato giù pesante e probabilmente la mattina dopo nemmeno se lo sarebbe ricordato.

Si maledisse per quello che aveva fatto, si era fatto trattare da puttana come succedeva sempre con Connor. Era proprio un autolesionista ad andare a letto con un ubriaco per di più etero che sicuramente si era scopato lui perché troppo fuori per capirne la differenza.

Doveva metterci una pietra sopra immediatamente e non pensare a quanto fosse stato intenso o a quanto lo avesse desiderato, quella situazione non avrebbe potato a niente di buono.

Decise che se Evan non ricordava cosa avevano fatto lui non glielo avrebbe certo ricordato, anzi avrebbe fatto di tutto per negarlo.

Evan si risveglio con un terribile mal di testa e completamente confuso, chiedendosi dove fosse. Appena realizzò di trovarsi nel proprio letto le domande si moltiplicarono: come c'era arrivato? E perché era completamente nudo?

Non ricordava assolutamente niente. Forse una doccia lo avrebbe aiutato a ritrovare un po' di lucidità.

Come si mise in piedi la stanza prese a vorticare pericolosamente, così si risedette sul letto, ma nel farlo calpestò qualcosa: un preservativo usato. Aveva avuto compagnia, ma lui non ricordava niente.

Quando la stanza torno ad essere ferma con cautela si diresse in bagno.

Mentre l'acqua scivolava sulla sua pelle cercò di ricordare i fatti della serata e della nottata appena trascorse.

Era andato alla festa a piedi insieme ai suoi compagni di squadra, il locale era il loro solito ritrovo addobbato per l'occasione con i loro colori.

Quando erano arrivati le ragazze erano già lì.

Bonny gli si era avvinghiata addosso per reclamare il suo territorio, faceva sempre così quando c'erano le altre cheerleader.

Avevano ordinato subito da bere, poi l'allenatore aveva fatto il suo consueto discorso di inizio anno seguito dai cori e dalle canzoni di incitamento.

Fino lì i ricordi erano nitidi, poi, ancora faticava a crederci, era arrivato Nathan e lui era stato incredibilmente felice di vederlo, anche se il biondo non aveva voluto ammetterlo, Evan voleva credere che fosse andato lì appositamente per lui, perché teneva alla loro amicizia.

Da quel momento tutto iniziavano a farsi più nebuloso, ricordava che si erano seduti a bere ad un tavolo. Avrebbe voluto passare del tempo solo con lui ed invece due ragazze si erano appiccicate al suo amico con un chiaro interesse, lo stesso che Bonny gli aveva palesato infilandogli una mano nelle mutande e sussurrandogli che voleva andare a fare sesso.

Aveva ceduto? Si era portato Bonny a casa e avevano scopato? No, impossibile. Era talmente incazzato per quella situazione che l'avrebbe attaccata al muro insieme alle altre due.

Cos'era successo dopo? I suoi compagni lo avevano chiamato per fare altri brindisi e lui aveva colto l'occasione al volo per portare via Nathan.

E poi? Più niente. Buio totale.

Doveva parlare con qualcuno di loro, magari sapevano dirgli qualcosa.

A Nathan preferiva non chiedere niente, non voleva sentirsi dire proprio da lui di essersi comportato da idiota.

Anche Bonny era da escludere, non era una buona idea dire a una donna che non ricordavi di averci andato a letto e se non era lei ancora peggio! Anche se non stavano ufficialmente insieme lei lo considerava una sua proprietà.

Mentre finiva di lavarsi dei brevi flash lo lasciarono senza fiato. Scosse la testa, non era possibile, non erano ricordi di ciò che era accaduto, ma solo stralci di sogni.

In fondo erano giorni che Nathan nudo a novanta riempiva le sue notti, lo aveva immaginato anche al posto di Bonny mentre faceva sesso con lei.

Sperava solo, ubriaco com'era, di non aver chiamato Bonny o chiunque si fosse portato a letto "Nathan" altrimenti era finito!

La possibilità che fosse veramente Nathan la persona che si era scopato, non voleva nemmeno prenderla in considerazione.

Mentre si asciugava sentì un forte bruciore, si guardò allo specchio e vide dei graffi profondi. La ragazza con cui aveva fatto sesso lo aveva marchiato, non aveva più dubbi sul fatto che avesse passato effettivamente la notte con qualcuno.

Nathan si svegliò ancora dolorante e si infilò immediatamente sotto il getto caldo della doccia, doveva cancellare ogni residua sensazione della notte passata con Evan. Se fosse stato possibile avrebbe voluto eliminare dalla sua mente anche ogni ricordo.

Non avrebbe dovuto cedere alla tentazione, adesso che conosceva i gemiti, la passione, e la foga di Evan quando faceva sesso come avrebbe fatto a rinunciarci?

Eppure doveva farlo, non c'era futuro e soprattutto niente di buono in una loro relazione.

Uscì dalla doccia e si esaminò allo specchio. Imprecò vedendo i segni che Evan gli aveva lasciato, la sua pelle chiara era delicata, ma lui aveva proprio esagerato.

Aveva dei lividi sui fianchi dove Evan lo aveva stretto mentre lo penetrava, dei segni sul collo e per finire due morsi, uno su una natica e uno più evidente su una spalla che gli aveva dato mentre raggiungeva l'orgasmo, un misto di piacere e dolore che lo aveva travolto.

Per non parlare del dolore che ancora sentiva infondo alla schiena.

Nathan non sapeva se Evan era sempre così rude quando faceva sesso o se aveva riservato quel trattamento solo a lui, oppure se era successo perché era troppo ubriaco e troppo eccitato per darsi dei limiti.

Si sentiva un vero masochista per avergli lasciato fare ciò che voleva e per aver goduto così tanto per un rapporto così animalesco.

Nathan si vestì per uscire a fare una corsa, aveva bisogno di distrarsi e concentrarsi su altro che non fosse il sesso con Evan.

Sbuffò guardandosi allo specchio, con tutti i segni che gli aveva lasciato era difficile dimenticare cosa avevano fatto.

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