Capitolo 18
Appena varcarono la soglia della camera i vestiti volarono ovunque e in un attimo Evan si ritrovò steso sul letto con Nathan a cavalcioni su di sé.
"Questa volta lascia fare a me"
Evan accarezzò i fianchi di Nathan "Ti lascerei fare anche se stessi per uccidermi"
Il biondo sorrise "Ti porterò nel girone dei lussuriosi"
Prese del lubrificante e se lo passò sulla sua apertura, fortunatamente era già quasi pronta perché il desiderio stava consumando Evan, i suoi occhi ardevano, le sue mani sui suoi fianchi gli avrebbero lasciato il segno e si stava mordendo il labbro.
Non poteva più farlo aspettare, così gli infilò un preservativo e si calò su di lui sodomizzandosi.
Il dolore lo invase insieme al piacere e dopo un momento prese a muoversi deciso guidato dalle mani dell'altro.
Evan stava per perdere il controllo, voleva avere Nathan subito e quell'attesa era devastante, quando finalmente sentì il suo sesso farsi strada dentro l'amico, il piacere esplose potente invadendogli ogni cellulare. Ma non era solo quello, sentì un calore improvviso bruciargli dentro, non era solo sesso e lussuria, era qualcosa di più, voleva Nathan solo per sé, era tutto ciò che desiderava e non lo avrebbe lasciato a nessuno. In una parola lui lo amava.
L'orgasmo li raggiunse lasciando entrambi appagati e soddisfatti. Si addormentarono abbracciati ancora nudi.
Quando una lama di luce colpì gli occhi di Nathan svegliandolo, in un primo momento non riuscì a capire dove si trovasse, ma poi il corpo caldo accanto a lui gli portò tutto alla mente.
La consapevolezza di essersi addormentato nel letto di Evan dopo aver fatto sesso gli fece riacquistare subito lucidità e scattare a sedere.
Era già mattina e lui si trovava ancora nella camera di Evan, nel dormitorio degli atleti. Imprecò dandosi dell'idiota, adesso sarebbe stato impossibile andarsene senza essere visto.
Fece per alzarsi, ma Evan lo afferrò "Non scappare"
Nathan lo guardò serio certo che l'amico fosse ancora addormentato e non si fosse reso conto del problema, anche se gli faceva male ammetterlo, lo sapeva quanto Evan temesse di essere scoperto in sua compagnia, figurarsi farsi vedere uscire dalla sua camera la mattina. Tutti avrebbero capito "È già mattina"
"Lo so ... il momento migliore per fare sesso"
Nathan gli diede un pugno in testa "Cretino. Adesso sarà impossibile non essere visto da nessuno"
Evan si mise a sedere e lo guardò negli occhi sorprendendo l'amico con le sue parole "E allora? Non ho più intenzione di nascondermi." poi sorrise "E poi basta che non ti faccia più uscire"
Nathan sentì la felicità assalirlo, ma cercò di rimanere con i piedi per terra per non avere un'altra delusione "Tu non sai cosa dici. Hai idea di tutti i problemi che questa cosa ti causerà"
"Io voglio stare con te. L'ho capito ieri sera, voglio che tu sia solo mio, non permetterò più a nessuno di starti accanto. Ti amo e sono disposto a tutto per averti. Niente è più importante. E poi vedrai, se tu starai con me, riuscirò ad affrontare ogni cosa. Adesso la domanda importante è: Nate vuoi essere il mio ragazzo?"
Nathan sentì il cuore esplodere di gioia e delle calde lacrime riempirgli gli occhi, spinse Evan nuovamente disteso e lo baciò lasciando finalmente libero tutto l'infinito amore che provava da sempre per lui e che aveva sigillato per tutti quegli anni per non soffrire.
Dopo aver festeggiato con abbondante sesso, Nathan riuscì a convincere Evan a lasciarlo andare a casa, il dolore alla schiena si stava facendo sentire al di sopra della lussuria e doveva assolutamente fare una pausa se voleva ancora camminare da solo. Era certo che se fosse rimasto con lui non sarebbe riuscito a fermarsi: Evan nudo e voglioso era una tentazione troppo grande!
Uscendo dalla stanza, nonostante le parole del suo nuovo ragazzo, Nathan cercò di non essere visto e andò tutto bene finché non si trovò nel giardino.
Qui per sua sfortuna si imbatté in Miles e alcuni suoi compagni di squadra.
Il capitano lo guardò con disgusto "Cosa fai qua frocetto? Sei venuto dal tuo fidanzato?"
Nathan sapendo benissimo che si riferiva a Evan preferì non rispondergli per non causare problemi all'amico, anche se non era da lui starmene zitto davanti a una provocazione.
Miles vedendo che non reagiva decise di infierire "A me non interessa se sei bravo a prenderlo in culo, io non li voglio i finocchi come te qui"
Nathan questa volta non riuscì a trattenersi "Tranquillo con il fagiolino moscio che ti ritrovi non saresti mai in grado di soddisfarmi. E smettila di farti le seghe tanto non crescerà"
Sentendo i suoi amici sghignazzare Miles divenne rosso di rabbia "Che cosa hai detto frocetto?"
E cercò di afferrare Nathan per il collo, ma lui fu più veloce, dopo essersi abbassato lo colpì alle gambe facendolo finire per terra.
"Non ti conviene fare a pugni con me. Sarai più grosso, ma io so combattere e anche piuttosto bene"
Miles ringhiò rialzandosi "Io ti spacco la faccia brutta checca di merda!"
"Cosa succede qui?"
L'arrivo dell'allenatore Bradley fu provvidenziale per sedare sul nascerà quello che sembrava ormai uno scontro inevitabile. Infatti i compagni di Miles non avevano nessuna intenzione di fermare il loro capitano vista la differenza di peso erano certi della sua vittoria e non avevano nessun interesse a salvare un frocetto che se l'era cercata.
"Niente Mister"
"Allora muovetevi fra poco c'è la riunione tecnica"
Nathan se ne andò sotto lo sguardo furioso del più grande con la mente rivolta a Evan. Non gli aveva detto niente del suo impegno, chissà se ne ricordava o il troppo sangue affluito nelle parti basse in quelle ore glielo avevano fatto dimenticare.
Lo chiamò al telefono per sincerarsene. Evan rispose al primo squillo "Ci hai ripensato? Io sono ancora nudo e pronto per un altro round"
"Idiota! Non hai dimenticato nessun impegno?"
"Impegno?"
"Tipo la riunione tecnica"
"Oh merda! E tu come fai a saperlo?"
Nathan scoppiò a ridere "Ho le mie fonti non preoccuparti. Tu preoccupati di fa affluire ogni tanto un po' di sangue al cervello e non solo al cazzo"
Evan sbuffò "Non mi sembra che prima ti sia lamentato"
"Hai ragione. Vorrà dire che penserò io per entrambi. Adesso muoviti"
"Va bene, mi muovo. Ci vediamo sta sera?"
"Sì. A sta sera"
Nathan era stato sul punto di dirgli del suo incontro con Miles, ma poi aveva preferito evitare, conoscendo il temperamento dell'amico era certo sarebbe corso dall'altro per difenderlo e lui non aveva bisogno di un principe azzurro e nemmeno lo voleva.
Evan si vestì in fretta e furia per poi dirigersi alla sala comune del dormitorio, non aveva tempo di domandarsi come mai Nathan sapesse della sua riunione, forse gliene aveva parlato lui la sera prima.
Si sentiva al settimo cielo, invaso da una felicità immensa e niente e nessuno poteva turbarlo.
Quando arrivò il mister aveva già iniziato e gli rivolse uno sguardo carico di biasimo. Non gli sfuggì nemmeno quello colmo di odio di Miles, ma ormai non ci faceva più caso era sempre così dopo il loro ultimo scontro.
Appena Mister Bradley lì congedò Evan si ritrovò il capitano davanti che gli sbarrava la strada.
"Hai qualche problema Miles?"
Il più grande gli rivolse un sorriso trionfante "Il problema ce lo hai tu e anche bello grosso"
Evan assottigliò lo sguardo "Cosa vorresti dire?"
"Prima ho visto il tuo amico biondo uscire dalla tua camera. Non puoi più negare che ti scopi quella checca."
Evan sentì la rabbia assalirlo di fronte al disprezzo dell'altro, come si permetteva di giudicare e denigrare il suo amore per Nathan "Se anche fosse? Quello che faccio non sono affari che ti riguardano."
"Certo che mi riguardano. Te l'ho già detto non voglio una checca nella mia squadra"
Siccome i toni si erano alzati anche gli altri componenti della squadra si erano radunati attorno ai due per vedere cosa stesse succedendo ed eventualmente per dividerli. Non era la prima volta che arrivavano alle mani.
Miles si girò verso gli altri "Non abbiamo bisogno di un succhicazzi nella nostra squadra. Vero ragazzi?"
Evan trattenne a stento la rabbia vedendo i suoi amici starsene in silenzio e guardarlo sconvolti come se non lo riconoscessero.
Contrariamente a quello che avrebbe voluto fare si costrinse a non dire niente e ad andarsene. Infondo cosa faceva nella sua vita privata non erano affari della squadra finché non avesse influito sul suo rendimento di gioco.
"Ma va a fanculo Miles" e con una spallata lo oltrepassò.
Miles rise trionfante "Nessuno ti vuole. Vattene finché sei in tempo"
Il capitano non si fece sfuggire l'occasione per screditare il rivale, così in breve tempo la voce della sua presunta omosessualità si diffuse per tutta l'università, anche perché Evan non fece niente per smentirla, anzi passava gran parte del suo tempo in compagnia di Nathan e anche se in pubblico non tenevano mai comportamenti da "coppietta" tutti li osservavano come se fossero l'attrazione del momento.
Agli allenamenti la situazione era anche peggiore, Evan trovò più di una volta la scritta "frocio" sul suo armadietto e i suoi compagni lo evitavano non solo negli spogliatoi.
Alla partita successiva di campionato fu completamente isolato in campo e subirono una cocente sconfitta, così l'allenatore decise di correre immediatamente ai ripari prima che la situazione degenerasse ulteriormente.
Prima di farli rientrare negli spogliatoi li volle tutti attorno a sé.
"Non me ne frega niente dei vostri problemi interpersonali o delle vostre divergenze, in campo siete una cosa solo e dovete agire come tale. Dovete fare di tutto per il bene della squadra e per vincere. E questo significa lavorare tutti per la nostra punta affinché lui possa segnare."
Miles cercò di ribattere "Non vogliamo giocare con una checca. Non abbiamo bisogno di lui"
Bradley lo guardò malissimo "A me queste cazzate non interessano! Quando diventerai bravo anche solo la metà di McCarthy ne riparleremo. Adesso tutti voi giocherete come vi dico io, altrimenti tu in quanto capitano sarai il primo a perdere il posto. Chiaro!?"
Risposero tutti all'unisono "Sì mister!"
Poi l'allenatore lasciò rientrare tutti negli spogliatoi tranne Evan
"McCarthy aspetta un momento"
Evan fece una smorfia, evidentemente anche l'allenatore aveva sentito le voci su di lui
"Sì Mister?"
L'uomo gli rivolse uno sguardo dispiaciuto "Non so se ne eri a conoscenza, ma oggi sulle tribune c'erano dei selezionatori venuti a posta per vederti"
Evan sgranò gli occhi "No, non lo sapevo" aveva paura di chiedere perché dall'espressione del mister non poteva essere andata troppo bene "Se ne sono già andati?"
"Sì, se ne sono andati a fine primo tempo."
Non era certo una buona notizia "Immagino non sia andata bene se non si sono fermati a parlarmi"
"No infatti. Non so se per come è andata la partita o per le voci che girano su di te, ma mi hanno detto che non sei il giocatore che cercano"
Evan sentì la rabbia assalirlo: quel brutto bastardo di Miles! Gli avrebbe volentieri spaccato la faccia, era solo feccia e nient'altro.
"Ascolta ragazzo, non credi sia stato un errore quello che hai fatto?"
Evan lo guardò stupito "Quello che ho fatto?"
L'uomo sembrava imbarazzato "Sì, rendere pubblica la tua omosessualità proprio quando le squadre professioniste hanno iniziato a dimostrare il loro interesse nei tuoi confronti?"
Evan non riuscì a trattenersi "Dovrei nascondermi come un criminale solo perché mi piace un ragazzo? Per queste idee becere ho rischiato di perderlo e non lo farò più. Lui ha cambiato le mie priorità, con questo non voglio dire che l'hockey non è più una mia priorità, ma non esiste solo quello adesso nella mia vita. E se questi bigotti pensano che non sono degno di giocare solo perché amo Nathan, allora non mi resta che dimostrargli di essere il migliore."
L'allenatore sorrise "Hai ragione dimostra a tutti cosa sai fare e vedrai che non potranno ignorarti"
Evan lo ringraziò e si diresse negli spogliatoi.
Era certo di non trovare più nessuno e invece con suo grande sorpresa Isaac, Joey e Nolan lo stavano aspettando.
Joey fu il primo a parlare "Volevamo chiederti scusa per come ci siamo comportati in questi giorni. Siamo stati dei veri idioti e dei pessimi amici"
Evan li guardò stupito, mentre anche gli altri due annuivano e gli chiedevano scusa. Sentì un grosso peso sul cuore sciogliersi, forse non doveva rinunciare a tutti.
Isaac si intromise "Sì, non avremmo dovuto dare retta a quello stronzo di Miles"
Evan sentì il bisogno di chiarire subito la situazione non voleva illudersi "Visto che siamo amici voglio essere sincero con voi. Io non sono attratto dai maschi, i vostri culi non mi fanno nessun effetto. Non mi farò mai una sega pensando a voi. Senza offesa." Si misero a ridere "Nessuna offesa"
Evan continuò "Però Miles ha ragione: io e Nathan stiamo insieme"
Nolan lo guardò stranito "Ma è un ragazzo?!"
Evan non riuscì a non sorridere "Ah, lo so bene. Ma io non sono cambiato di una virgola. Io sono sempre io. Non mi vedrete mai truccato o girare con i tacchi"
Isaac rise "Lo spero bene. Non saresti un bello spettacolo"
Risero insieme.
Nolan non era ancora convinto "Ma non è come fare sesso con una ragazza ..."
Evan ghignò "Vuoi veramente sapere nel dettaglio come lo scopo?"
Si rese subito conto di aver trattato male Nathan con quella frase, ma il suo orgoglio maschile aveva voluto mettere ben in chiaro con i suoi amici che era lui a fare l'attivo.
Joey alzò le mani "No grazie. Ne faccio a meno"
Continuarono a chiacchierare mentre Evan si preparava e poi uscirono insieme dallo spogliatoio.
Grazie al chiarimento con i suoi amici Evan si era un po' rilassato, ma la rabbia per il fallito provino non era scemata.
Aveva chiaro in testa il suo proposito: si sarebbe impegnato per dimostrare a tutti che una "checca" sa giocare meglio di tutti quegli stronzi omofobi del cazzo!
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