Capitolo 15
Evan aveva un'ora buca, però non aveva nessuna voglia di rientrare in camera o di andare in biblioteca a studiare aveva paura di addormentarsi, erano diverse notti che non riusciva a dormire bene, i pensieri erano troppi e troppo confusi, così decise di prendersi un caffè al bar centrale del campus per sperare di restare sveglio almeno fino al termine delle lezioni.
Il locale era praticamente deserto a parte una paio di coppiette.
Evan non si fece alcun problema, in fondo era lì per prendere un caffè non per rimorchiare.
Ordinò e si sedette ad un tavolino.
Una strana risata lo fece voltare, non gli era nuova l'aveva già sentita da qualche parte.
La riconobbe quasi subito, ma soprattutto riconobbe il ragazzo che era con lei, era Liam il fidanzato di Nathan e lei era la ragazza che spesso li accompagnava.
Stava per tornare a godersi il suo caffè, quando i due si baciarono, un bacio che non si dava ad una amica.
Evan scattò in piedi, Liam stava tradendo Nathan! Come poteva farlo!?
Aveva la fortuna di avere fra le braccia una persona meravigliosa e lui non la apprezzava?!
Si parò davanti al tavolo dei due e parlò cercando di trattenere la rabbia che sentiva montare "Tu non sei il ragazzo di Nathan?"
Liam alzò gli occhi sorpreso e non riuscì ad impedirsi di fare una smorfia riconoscendo chi aveva parlato "E tu devi essere Evan"
Anche Crystal lo riconobbe e sorrise preparandosi a gustare una scena di gelosia tipica dei suoi fumetti preferiti.
Evan sentiva la voglia irrefrenabile di picchiarlo, ma cercò di trattenersi "Se mi conosci, bene. Non avrò bisogno di presentarmi."
Si abbassò appoggiando le mani sul tavolo per essere alla sua stessa altezza e poterlo guardare negli occhi "Come cazzo ti permetti di trattarlo così? E non dirmi che non sono fatti miei perché lo sono eccome!"
Liam rimase per un momento in silenzio non capendo bene a cosa si riferisse, la loro notte insieme era stata consenziente, ma poi guardò Crystal e tutto gli fu chiaro: credeva stesse tradendo Nathan.
Quei due erano proprio degli idioti!
Anche se Evan era solo un gran coglione che gli stava "sul cazzo" e non se lo meritava, era arrivato il momento di svelare le carte e fare qualcosa per quello scemo del suo migliore amico.
Una parte di lui gli urlava di mandarlo a fanculo sbattendogli in faccia la sua notte di sesso con Nathan, ma un'altra lo amava troppo per farlo, anche se in fondo entrambe speravano che Evan lo rifiutasse una volta per tutte così da avere strada libera, anche se la sua faccia infuriata faceva pensare l'esatto opposto.
"Andiamo da un'altra parte a parlare"
Evan guardò Crystal che se ne stava in silenzio "Non vuoi che lei sappia..."
Liam lo interruppe "Lei sa tutto. Non voglio che la gente sappia quanto sei idiota. E adesso seguimi"
Si alzò e afferrando la mano di Evan lo trascinò fuori dalla caffetteria.
Evan lo guardò sorpreso "Ehi! Come ti permetti?! Aspetta!"
Però nonostante le proteste volente o nolente fu costretto a seguirlo, il discorso non poteva finire così.
Crystal li salutò delusa non potendo assistere al resto della conversazione.
Appena fuori Liam mollò la presa certo che l'altro ragazzo lo avrebbe seguito, perché se avesse voluto veramente liberarsi lui non avrebbe potuto impedirglielo.
Lo condusse nel laboratorio di chimica di cui aveva le chiavi, lì non li avrebbe disturbati nessuno.
Quando entrambi furono dentro il più grande si chiuse la porta alle spalle e partì all'attacco "Crystal è la mia ragazza, Nathan no."
Evan scoppiò a ridere "Ma fammi il piacere! Vi ho visto più di una volta intenti a divorarvi la faccia"
Liam sorrise "Beh non posso negarlo e sinceramente ..." il suo sorriso si allargò "abbiamo fatto anche di peggio."
Evan lo guardò male "Cosa vorresti dire che Nathan è una puttana e che la tua ragazza è consenziente"
Liam si sedette sulla cattedra "Oh, Crystal è più che consenziente, puoi starne certo. E' una fanatica del sesso fra maschi e poi ha un vero debole per Nathan. Ma Nathan non è una puttana, nel modo più assoluto, io non lo tratterei mai così. E' un ragazzo fantastico, il migliore che io conosca. E' successo tutto a causa tua"
"Per colpa mia!? Ma vaffanculo!! Fosse per me tu non avresti mai messo le tue minacce su di lui!"
"Nathan mi ha chiesto di aiutarlo a tenerti a distanza"
"Cosa!? Perché?"
"Perché è ancora innamorato di te ed è sicuro che questa cosa lo farà solo soffrire, perché sei un etero represso del cazzo che lo vuole scopare per sfogare i suoi desideri proibiti. Io sono pienamente d'accordo con lui. Penso che tu non lo meriti affatto. Mi è bastato poco per capirti. Il "come" aiutarlo è stato semplice e se devo dirlo divertente. Nathan sapeva che non ti saresti mai avvicinato a lui se non fosse stato solo, hai troppa paura di essere scambiato per un omosessuale. Così ci siamo divertiti a fingerci fidanzati. Ti devo ringraziare, se non fosse stato per te non avrei mai avuto la possibilità di fare sesso con lui"
Evan non sapeva cosa dire, quel nuovo risvolto gli faceva provare sensazioni contrastanti. Era felice di sapere che Nathan provava ancora qualcosa per lui, ma al tempo stesso era furioso sapendo che aveva fatto sesso con quel damerino solo per allontanarlo, per dimenticarlo e forse alla fine ci sarebbe anche riuscito.
No! Non lo avrebbe permesso, non lo avrebbe lasciato a nessuno. Nathan era suo e di nessun altro.
Liam riprese "Non sarà oggi, ma puoi starne certo, lo aiuterò ad uscirne, a lasciarti alle spalle, insieme a tutto il dolore che gli hai procurato e che continui ancora a procurargli"
Evan questa volta scattò, le parole uscirono da sole "No! Non te lo permetterò!"
Liam scoppiò a ridere e gli si avvicinò con aria di sfida "E come pensi di fare? Ora sono io il suo migliore amico. Sono io a stargli accanto in ogni momento. E ora che grazia a te siamo anche amanti, non mi ci vorrà molto per scacciarti completamente dal suo cuore. Io sono perfetto per lui, con me può dare e ricevere. Tu invece pensi solo a te stesso. Pensi che Nathan sia solo un bel culo da scopare, ma te lo assicuro non è così. Tu non potrai mai dargli ciò che lui desidera e questo Nathan lo sa perfettamente. Sei tu che lo stai trattando come una puttana e questo lui non lo merita, non merita di essere lo sporco segreto di nessuno, nemmeno il tuo!"
Quelle parole fecero a Evan l'effetto di un pugno nello stomaco semplicemente perché erano vere, aveva sempre pensato solo a se stesso e aveva fatto soffrire Nathan.
E adesso cosa poteva fare? Non voleva rinunciare a lui, non voleva lasciarlo al ragazzo che aveva davanti e a nessun altro, ma Liam aveva ragione, cosa poteva dargli lui?
Nathan non la voleva la sua idea egoistica di amicizia segreta con benefici.
Liam vedendo la sua espressione sconvolta decise che doveva affondare il colpo "E' ora che ti prendi le tue responsabilità, è ora di decidere. O sei disposto a dare a Nathan ciò di cui ha bisogno e a mettere a rischio tutto ciò che hai per lui, oppure devi lasciarlo in pace, sparire dalla sua vita, dargli la possibilità di andare avanti ed essere felice."
In quel momento entrò nell'aula il professore di chimica, guardò sorpreso i due ragazzi poi riconoscendo il suo studente e assistente sorrise "Liam sei già qui, mi fa piacere, avevo proprio bisogno del tuo aiuto."
Evan anticipò qualunque possibile domanda sul suo conto e sul perché si trovasse lì "Io vado, grazie Liam dei tuoi appunti, te li riporto domani. Professore arrivederci" e uscì dall'aula.
Le successive ore di lezione per Evan furono completamente inutili, non riuscì ad assimilare nemmeno un concetto, le parole di Liam continuavano a vorticargli nel cervello mandandolo completamente in tilt.
Rientrato in camera al termine dell'estenuante giornata si stese sul letto e afferrando il cellulare fece scorrere le foto della festa di inizio stagione che Nolan gli aveva mandato.
Si soffermò su quella in cui lui e Nathan era insieme. Tutto era cambiato quella notte, che cosa lo aveva spinto ad andare a letto con il suo migliore amico? A desiderarlo a tal punto nonostante fosse un maschio?
A pensarci bene però qualche anomala pulsione l'aveva avvertita anche prima... sin da quel dannato video.
Dopo quel momento aveva iniziato a fare strani pensieri su Nathan, pensieri non proprio casti.
Era tutta colpa di Nathan e della sua assurda richiesta.
Evan scosse la testa, stava nuovamente cercando una scappatoia addossando la colpa a qualcun altro.
Adesso l'importante non era come era cambiato tutto, ma cosa avrebbe fatto ora.
Aveva solo due possibilità: accontentarsi di essere un vecchio amico, limitandosi a salutarlo quando si incontravano e scambiarci solo qualche chiacchiera occasionali; oppure far evolvere il loro rapporto, portarlo ad un altro livello, sempre se Nathan avesse accettato.
E lui era pronto a ciò che questo comportava? Non si preoccupava certo del sesso, quello era fantastico, non avrebbe avuto alcun problema.
Stare apertamente con un ragazzo però aveva delle conseguenze serie, molti lo avrebbero allontanato, preso in giro, altri sarebbero stati addirittura disgustati, per non parlare di suo padre, lo avrebbe disconosciuto.
E la squadra? Probabilmente avrebbe perso il suo posto da titolare e addio carriera nei professionisti. Chi avrebbe mai ingaggiato un gay nella propria squadra?
Il fatto era che Evan non si sentiva omosessuale, gli altri ragazzi non gli facevano alcun effetto. Era Nathan, solo lui.
Il fulcro di tutto era: cosa provava veramente per Nathan?
Era certo non fosse solo amicizia, c'era qualcosa di più, lui amava Nathan, di questo ormai era certo, lo aveva sempre amato, come persona a prescindere dal suo sesso, e ultimamente aveva iniziato ad amare anche il suo corpo, a desiderarlo.
Ma questo amore era tanto forte da sopportarne le conseguenze?
Evan non ne era certo, ma sapeva che non voleva perdere Nathan, loro due erano legati, il destino li aveva uniti da sempre.
Doveva incontrare l'amico e parlargli per capire veramente cosa fare.
Quella mattina Nathan aveva deciso di recarsi in facoltà da solo, non aveva voluto disturbare nuovamente Liam e poi dalla loro notte di sesso non si erano più parlati.
Erano passati solo 2 giorni, ma a Nathan sembrava già un'eternità.
Liam gli mancava da morire e senza di lui a riempire il vuoto lasciato da Evan temeva che avrebbe fatto nuovamente una cazzata.
Doveva evitare quello stronzo ad ogni costo, in quello stato d'animo e senza l'amico a proteggerlo era capace di farsi scopare nel primo bagno disponibile.
Non aveva ancora finito di formulare quel pensiero che vide proprio Evan seduto su una panchina vicino all'ingresso.
Sentì l'istinto di scappare mischiarsi ad una strana eccitazione, cercò di restare impassibile per non fare la figura dello scemo. In fondo c'erano tanti studenti attorno a loro, Evan non avrebbe tentato alcun approccio, probabilmente avrebbe finto di non conoscerlo.
Ed invece l'amico si alzò e gli si parò davanti "Ciao Nate. Come stai?"
Nathan si irrigidì "Che cazzo vuoi?"
Evan si rabbuiò, era difficile credere che Nathan fosse ancora innamorato di lui "Vorrei parlarti"
"Io no. Discorso chiuso" e cercò di superarlo.
Evan lo afferrò per un braccio "Solo pochi minuti. E' molto importante"
"Se pensi che riuscirai a trascinarmi nuovamente nella tua camera o in un lurido bagno, ti sbagli di grosso!"
"Mi va bene qualunque posto. Ti prego Nate"
Nathan soffiò rassegnato "Va bene. Alla pausa aspettami in caffetteria"
L'altro gli sorrise riconoscente "Grazie" e lo lasciò andare.
Nathan sapeva che avrebbe dovuto rifiutarsi, ma quando l'amico lo pregava riusciva a strappargli qualunque cosa. Almeno aveva avuto la testa di scegliere un posto molto affollato, con la paura che aveva Evan dei giudizi delle altre persone non avrebbe fatto niente di imbarazzante o compromettente.
Come aveva previsto la caffetteria a quell'ora era piena di studenti il sovrapporsi delle voci si avvertiva già nei corridoi.
Addentrandosi nel locale riuscì a scorgere Evan seduto in un tavolino posto in un angolo. Nathan ordinò un caffè e si diresse dall'amico.
Evan avrebbe preferito un posto più tranquillo, solo loro due e nessun altro, ma non poteva biasimare Nathan se aveva scelto quel luogo, non si fidava di lui. L'unica cosa buona era che con tutto quel baccano nessuno avrebbe ascoltato la loro conversazione.
Quando l'amico si fu seduto Evan partì all'attacco "Io ti amo"
Nathan rischiò di soffocare con il caffè che stava bevendo "Cosa?!"
Una parte di lui aveva iniziato ad esultare impazzita, mentre l'altra guardava l'amico terrorizzata.
Evan aveva pensato e ripensato a quella conversazione, alle parole giuste per dirglielo, per confessare ciò che provava, poi alla fine aveva scelto il modo più diretto. "Hai capito bene. Ho riflettuto a lungo sui sentimenti che provo per te e sono arrivato a una sola risposta: ti amo da sempre."
Nathan non riusciva a credere alle proprie orecchie, aveva desiderato per lungo tempo di sentire pronunciare da Evan quelle parole e adesso che finalmente lo faceva non poteva accettarlo.
Sentì la rabbia assalirlo "È solo un nuovo stratagemma per scoparmi, ma questa volta non attacca. Ora ho un ragazzo e non lo tradirò per la tua bella faccia da cazzo"
Evan si aspettava quella reazione perciò non si scompose "Ieri ho incontrato Liam proprio qui. Era insieme ad una ragazza, si stavano baciando. Credevo ti stesse tradendo, così l'ho affrontato. Lui mi ha raccontato tutto, del vostro accordo e del perché glielo hai chiesto"
Nathan si sentì perduto, perché Liam non gli aveva detto niente?
Evan vedendo che l'altro non ribatteva riprese "Mi ha detto che mi ami ancora e che lo hai fatto solo per tenermi lontano. Se è vero, ti prego smettila. Smettiamola di farci del male, anche io ti amo"
Nathan scosse la testa "Tu non sai cosa dici. Hai pensato solo per un attimo a cosa comporta quello che mi stai chiedendo? Alle conseguenze? E' vero io sono ancora innamorato di te purtroppo, ma sappi che non sono disposto ad essere lo sporco segreto di nessuno, nemmeno il tuo. Se vuoi avere una relazione con me lo dovrai fare alla luce del sole. E lo sai questo cosa vuol dire? Tutti sapranno che sei un finocchio del cazzo. Ti guarderanno con disprezzo. E i tuoi compagni di squadra? Pensi che ti accetteranno solo perché sei il loro campione. Credimi tutto cambierà. Non ti vedranno più come ti vedono adesso, sarai solo un reietto, uno da evitare. Sei pronto a tutto questo? Sei pronto a vederti chiudere in faccia le porte della NHL solo perché ti scopi un maschio? E tuo fratello, la tua famiglia? Sei sicuro di volerlo? Ti pentirai il giorno dopo e allora sarà troppo tardi"
Evan sentì le parole di Nathan penetrargli fino nelle ossa e farlo tremare, però aveva ammesso di amarlo ancora e questo gli diede coraggio "No, non so se sono pronto. Non so se voglio tutto questo, però so che voglio te. Sto impazzendo senza di te, sento la tua mancanza ogni giorno di più. Non sopporto di saperti con altri. Voglio stringerti, averti tutto per me. Sono certo, noi siamo legati, siamo destinati a stare insieme."
Nathan sentiva tutto il suo essere in subbuglio per le parole di Evan, ma non poteva cedere senza capire bene le intenzioni dell'altro. Il rischio per lui era troppo alto, aveva già sofferto troppo a causa sua.
Evan era sempre stato etero e non voleva che questa sua fase di indecisione provocata probabilmente da semplice lussuria gli rovinasse ancora la vita.
Essere abbandonato e tradito nuovamente dalla persona che amava lo avrebbe distrutto e questa volta definitivamente. Perché metteva in gioco tutto se stesso, stare con lui significava aprirsi completamente e lasciarsi andare a una felicità che da sempre aveva desiderato.
Certo le storie finivano e anche la loro poteva non funzionare, ma per buoni motivi, non perché si tirava indietro alle prime difficoltà, perché quelle non sarebbero mancate, o perché semplicemente aveva soddisfatto la libidine di scopare con un ragazzo.
"Cosa vorresti fare allora? Io non sarò il frocetto con cui sfogare i tuoi desideri repressi, mentre coltivi la tua immagine di "bravo ragazzo". Per quello puoi convincere la tua troietta a farselo mettere in culo"
"Non so cosa voglio fare. Dammi solo una piccola possibilità per capire meglio. Non ti chiedo di fare sesso, ma solo un po' di tempo da trascorrere insieme. Una semplice serata solo noi due"
Nathan si morse il labbro indeciso, forse una piccola uscita poteva anche concedergliela, poteva essere utile per dargli un assaggio del suo mondo, tanto ne era certo, sarebbe scappato alle prime voci sul suo conto "Se mi prometti di non saltarmi addosso e cercare di fottermi posso anche accettare"
Evan sorrise entusiasta, non credeva di riuscire a convincerlo "Te lo prometto. Hai la mia parola"
"Ok. Ti chiamo domani"
Si salutarono e ognuno tornò alle proprie lezioni.
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