Capitolo 10

Nathan si infilò sotto la doccia e mentre l'acqua calda portava via il residuo di ciò che avevano fatto iniziò a imprecare, lanciando un grido di frustrazione.

Si era fatto trattare nuovamente come una puttana, Evan aveva usato lui come faceva con le ragazze che si scopava. Lui non era niente più di un buco, forse un po' più stretto e con cui poteva essere più rude.

Era un vero deficiente!

Perché glielo aveva lasciato fare? Perché non aveva detto di no? Perché si era lasciato trattare così?

Temeva la risposta, ma sapeva che era inesorabilmente quella.

Non riusciva a dire di no a Evan, come succedeva quando erano più piccoli, semplicemente per un motivo, ne era ancora innamorato, adesso come allora.

Non era cambiato niente. Era solo diventato più idiota.

Quando era più piccolo almeno si limitava a farsi una sega, non andava da lui a farselo mettere in culo. Due volte nello stesso giorno per di più. Aveva male ovunque.

Doveva fermare quella follia subito!

Scopare con un etero di cui era tragicamente innamorato era come darsi una coltellata nell'anima ogni volta.

Dov'era finito il suo orgoglio? Il suo amor proprio?

Si sarebbe fatto meno male ad andare a prostituirsi!

Evan, nonostante quello che aveva detto Nathan, si sentiva galleggiare fra le nuvole, non aveva mai provato niente di simile, era stato travolgente e intenso come non avrebbe mai creduto possibile.

Nathan era fantastico in tutto e lui non avrebbe mai mollato la presa, lo rivoleva indietro, come amico naturalmente.

Non capiva poi dove fosse il problema a trarre anche qualche beneficio extra dalla loro amicizia. Erano entrambi uomini, perché dovevano esserci delle seghe mentali come con le donne?

Nathan era gay, quindi gli piaceva il cazzo e farsi scopare, a lui piaceva metterglielo dentro e le sue pompe erano fantastiche. Quindi perché non approfittarne per del magnifico sesso? La loro intesa era perfetta anche a letto. A lui non piaceva trattenersi e Nathan sembrava gradire.

Passò il resto della domenica in una sorta di bolla, dopo essersi fatto una lunga doccia andò alla mensa per cenare insieme ai suoi compagni, ma non ascoltò nessuno dei loro discorsi parlando solo a monosillabi.

Non rispose nemmeno ai messaggi di Bonny, in cui la ragazza lo informava che nonostante fosse andata a casa con Miles (nel caso ancora nessuno glielo avesse riferito voleva essere certa lo sapesse) era pronta a perdonarlo per averla trascurata la sera prima.

In quello successivo lo avvisava che era da sola nella sua stanza e che la sua compagna rientrava la mattina dopo. Gli aveva inviato anche una foto molto esplicita di come si stava trastullando da sola in attesa del suo arrivo.

Evan era certo che Bonny avesse interpretato il suo silenzio come gelosia e sicuramente ne era estremamente felice; vedendo che lui li leggeva continuò a inviargli messaggi per tutta la sera.

Evan lo sapeva che doveva evitarlo, ma non riusciva ad ignorare quel suono fastidioso, era più forte di lui, ma per la prima volta le foto e le parole della ragazza non gli fecero alcun effetto, non si sentì eccitato e non avvertì nemmeno l'esigenza di correre da lei.

Evidentemente aveva già scopato abbastanza in quella giornata, anche se pensare a Nathan e a ciò che avevano fatto non lo lasciava per niente indifferente.

Il giorno dopo Evan non riuscì a incontrare Nathan all'università, probabilmente avevano orari diversi.

Mentre si dirigeva al palazzetto del ghiaccio decise che lo avrebbe chiamato subito dopo gli allenamenti.

Arrivò come sempre con un po' di anticipo, si preparò con calma e poi cercò di liberare la mente da tutto quello che era successo negli ultimi giorni.

Dopo poco vide entrare Miles, il capitano gli rivolse un ghigno malefico.

Evan era certo gli volesse sbattere in faccia la sua scopata con Bonny, ma la cosa non lo turbava minimamente, sapeva esattamente cosa rispondergli: lei era libera di fare ciò che voleva, non era la sua fidanzata.

Ma non fu così, perché quello che Miles disse lo lasciò senza parole: "Ti sei divertito sabato sera con il tuo amico frocetto?"

Nathan sentì il suo cuore perdere un colpo "Cosa?"

Miles scoppiò a ridere "Non fare quella faccia. Bonny era furiosa, non faceva che ripetere che te ne eri andato con un finocchio del cazzo"

Evan per un momento pensò di negare, ma la sua bugia avrebbe retto poco, sapeva bene che Nathan non faceva mistero del suo orientamento sessuale e tutti li avevano visti uscire insieme.

Così si limitò a dire "Allora?"

"Spero non ti sia fatto convincere a metterglielo nel culo"

Evan sentì un brivido di paura "Ma sei scemo! E' solo un amico."

Miles gli si avvicinò con sguardo cattivo "Sarà meglio, perché io posso sopportare la tua arroganza e la tua sfacciataggine, ma per nessun motivo accetterò una sporca checca nella mia squadra"

Evan si alzò facendo fare un passo indietro al capitano, lo sovrastava in altezza "Ascolta non credo di doverti ricordare quanto poco ci ho messo a scoparmi la Jons. Posso avere "chi voglio quando voglio" e secondo te vado con un uomo? Tu piuttosto dovresti preoccuparti delle tue prestazioni sessuali, Bonny ieri sera mi ha pregato di raggiungerla perché voleva essere scopata come si deve, l'ho abituata bene, non si accontenta di un cazzo moscio"

"Stai attento Evan ..."

In quel momento arrivarono anche gli altri membri della squadra, che li guardarono con sospetto, non era la prima volta che erano ai ferri corti. Così Miles si allontanò e Evan uscì dagli spogliatoi.

Era arrabbiatissimo, che cosa volevano quella carogna di Miles e quella stronza di Bonny dalla sua vita? Non erano cazzi loro con chi scopava!

Non aveva detto la verità perché Miles non avrebbe capito, infondo lui con Nathan aveva fatto solo sesso anale, esattamente lo stesso che avrebbe potuto sperimentare con Bonny.

Non era colpa sua se Nathan era più bravo di qualunque ragazza ad usare la bocca e se era così eccitante scopare con lui.

Lui non aveva fatto niente da "frocio" era Nathan ad aver fatto la parte della donna.

L'unica cosa che si poteva considerare "strana" era stato stringere il suo sesso, ma l'aveva già fatto purtroppo una volta con quel pervertito di suo fratello.

Dopo quello che era successo con Nathan, Morgan aveva voluto fare uno strano esperimento con lui.

Si era abbassato i pantaloni e lo aveva costretto a fargli una sega, doveva farlo venire senza eccitarsi. Gli aveva detto che era per valutare se era anche lui un finocchio.

Adesso solo a pensarci gli veniva voglia di spaccargli la faccia, ma allora aveva avuto così paura da non opporsi.

Lui era sicuro di non preferire gli uomini alle donne, aveva visto tante volte i suoi compagni di squadra nudi sotto la doccia, ma mai una volta si era sentito minimamente eccitato, le ragazze invece erano un'altra storia.

E Nathan? Lui era una categoria a parte.

Quando era piccolo spesso lo scambiavano per una bambina con quei bellissimi capelli biondi che si ostinava a portare lunghi, le labbra carnose e il corpo minuto. Per non parlare di quegli incredibili occhi azzurri.

Adesso era un maschio senza ombra di dubbio, non poteva più essere scambiato per una ragazza però per Evan "Nathan era Nathan". Era una parte della sua anima, la parte bella della sua vita. Quando 5 anni prima se ne era andato aveva portato via con sé anche un pezzo di lui e adesso glielo stava restituendo.

Nonostante tutti quei pensieri quando ritornò in camera, dopo la fine degli allenamenti, preferì non chiamare Nathan, le parole di Miles per quanto non volesse ammetterlo gli aveva fatto effetto. Gli aveva instillato la paura di essere scoperto e giudicato.

Prima di tutto doveva eliminare sul nascere ogni dubbio sulle proprie preferenze sessuali e per farlo il modo più semplice e veloce era rassicurare Bonny, poi ci avrebbe pensato lei a farlo sapere a tutti.

Di malavoglia chiamò la ragazza fingendosi arrabbiato per la sua scappatella.

"Allora devo considerarmi sostituito? Devo chiedere a un'altra cheerleader?"

Lei cercò subito di scusarsi "No! Tesoro, cosa dici? Io non ti sostituirei mai. Nessuno sa farmi godere come te!"

Evan aveva già voglia di chiuderle il telefono in faccia, con quella voce da "gatta morta" ma doveva arrivare in fondo "E Miles?"

"Lui non è nessuno. Ero arrabbiata con te perché mi hai lasciata sola, sei andato via con quel frocetto, hai preferito lui a me"

Ecco era arrivato il momento di andare in scena e mentire da vero attore "Ma che cazzo dici! Come potrei preferire un maschio a te!? Ero talmente ubriaco che non riuscivo a reggermi in piedi. Mi ha aiutato ad arrivare fino in camera, poi è andato via. Nathan è solo un mio vecchio amico delle medie. Oppure devo dimostrarti che preferisco le ragazze scopandomi tutte le tue amichette? Penso che riuscirei a convincerle."

Evan sentì la paura nella voce di Bonny "No, non volevo dire questo ... è solo che avrei potuto aiutarti io"

Evan scoppiò a ridere "Si come no. Sono il doppio di te! Non volevo rovinare la serata agli altri e ho approfittato di lui perché stava andando via"

"Però hai parlato con lui tutta la sera"

"Sì e lo rifarei" l'unica verità in quella accozzaglia di cazzate e poi aggiunse la bugia più grossa che gli bruciò come fuoco nello stomaco "Con lui preferisco parlare, con te scopare! Non chiedermi di fare il contrario perché ti manderei a fare in culo e cercherei un'altra da far godere. Adesso se abbiamo finito con le stronzate passiamo ai fatti: quando vengo da te? Così ti dimostro di persona che non sono frocio"

"Oh tesoro, non vedo l'ora! Questa sera purtroppo Jennifer non è uscita, però posso venire io da te."

Evan face una smorfia, fortuna non fosse una videochiamata altrimenti l'avrebbe sgamato subito "Non farmi aspettare"

"Mi metto qualcosa di sexy e arrivo"

Adesso lo attendeva una serata di sesso anche se non ne aveva nessuna voglia, ma così almeno avrebbe eliminato ogni dubbio.

Bonny arrivò dopo circa 15 minuti, tacchi alti, minigonna oscena e top talmente stretto da sembrare sul punto di esplodere non riuscendo più a contenere le sue tette rifatte.

Altre volte quel suo abbigliamento da puttana lo aveva eccitato, quella sera invece lo faceva solo irritare. Perché doveva sempre essere così eccessiva? Aveva forse paura che se non mostrava a lui non gli si alzava?

Il pensiero gli volò immediatamente a Nathan e a come si era eccitato vedendolo, stava da dio con quei pantaloncini aderenti messi per correre non per mostrare il culo.

Non si perse in chiacchiere e cominciò subito ciò che doveva fare.

Anche se cercava in tutti i modi di non pensare a Nathan la sua mente traditrice ritornava sempre a lui.

La pompa che Bonny gli stava facendo non era paragonabile a quella di Nathan.

Anche quando ricambiò il favore, immerso con la faccia fra le sue gambe non riuscì a non chiedersi come sarebbe stato prendere in bocca il sesso di lui, se avrebbe ansimato come stava facendo la ragazza.

Più tardi mentre lei lo cavalcava cercò di concentrarsi sul suo corpo femminile per allontanare Nathan, ma non ci riuscì. Si chiese nuovamente come sarebbe stato possedere il suo amico in quella posizione.

Alla fine si arrese alle sue fantasie, le mise una mano sulla bocca per non sentire la sua voce troppo acuta e lasciò la sua mente riempirsi di lui.

Un'ora più tardi Bonny se ne andò soddisfatta senza alcun dubbio sul suo ragazzo, dubbi che invece Evan avrebbe dovuto avere.

Cacciò tutto l'accaduto con la semplice spiegazione che era solo una scopata. Siccome Nathan era molto bravo e possederlo era stato fantastico, era normale desiderare di farlo ancora e soprattutto era naturale fare paragoni visto che in entrambi i casi era solo sesso; di Bonny non era innamorato, ne era certo, e di sicuro nemmeno di Nathan, non era gay, non si sarebbe mai innamorato di un maschio.

Finito di fare la doccia si guardò allo specchio, quella stronza gli aveva lasciato un'evidente succhiotto sul collo, appena sotto la mandibola, impossibile da nascondere. Aveva voluto segnare il suo territorio per far sapere a tutte che lui era "off limits".

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