Capitolo 45

Anna

Una volta affollata la casa della giovane, si misero d'accordo sul da farsi. Prima di tutto, però, bisognava riassegnare un po' gli spazi, dato che non era prevista una riunione con così tanta gente in tarda notte e quell'appartamento non è esattamente una delle suites dell'Excelsior!

«Ok gente, discuteremo di tutto, ma dopo. Per il momento, vi invito a sedervi dove c'è posto e a non fare casino, per piacere. la situazione è già fin troppo assurda così.» Disse lei, starnutendo subito dopo. Nick, Jack occupatevene un attimo voi, d'accordo?

«Anzitutto, mi devo fare subito una doccia o rischio di prendermi un accidenti.» Parlò più a sé stessa che ai presenti, decisamente imbarazzati di trovarsi lì e incerti su cosa fare.

«Bene, hai ragione, Lasceremo il dottorino a occuparsi della questione, mentre io ti accompagnerò a fare una bella doccia ristoratrice.» Si aggiunse Nick, facendo rizzare le orecchie a tutti i presenti e imbarazzando un tantino la compagna.

«Ma non esiste proprio. Lasciala stare, non vedi che la stai mettendo in imbarazzo? Piuttosto dammi una mano con questo qua, è pesante.» Replicò Jack, mentre teneva praticamente sulla schiena il misterioso individuo, mercenario nel tempo libero.

«Questa casa rispecchia il tuo pessimo gusto. Si vede che è tua.» Esordì acida la spina del fianco della bella giornalista.

«Fosse per me, non dovresti assistere a questo "scempio", ma non si sa perché, qualcuno abbia richiesto anche la tua presenza.» Rispose la ragazza, mentre le lanciava un asciugamani dritto in faccia.

«E togliti le scarpe. Pulisco tutti i giorni e non voglio che sporchi in giro. Non ti sedere nemmeno con quei vestiti bagnati. Ti vado a prendere dei vestiti asciutti. Mi spiace, ma ti dovrai accontentare di umili vesti, qui non siamo tutti truffatori incalliti e non possiamo permetterci i lussi guadagnati sul sangue della gente.» Le lanciò un'altra frecciata la mora, prima di incamminarsi in camera sua e senza lasciarle la possibilità di ribattere.

«Quella maledetta. Prima o poi, gliele farò rimangiare tutte.» Disse stizzita l'altra mentre si levava le sue amate Dior.

«Che peccato, ormai sono solo da buttare. Erano un'edizione speciale.» Borbottava tra sé e sé mentre le osservava intrise d'acqua.

Nick non poté far a meno di notarla da dietro. Il sofisticato caschetto bagnato e gocciolante o il trucco sfatto non riuscivano comunque ad annullare il suo fascino. Le gambe lunghe e il fisico snello erano resi ancora più evidenti dal completo nero aderente bagnato. Sotto l'aspetto fisico era certamente rimasta invariata.

«Ammetto che la simpaticona con cui ti intrattieni adesso non mi arrivi nemmeno alle suole, però, non mi sembra carino nei suoi confronti farmi una tale radiografia con lo sguardo.» Disse lei, sicura di sé senza neppure avere bisogno di voltarsi.

«È inutile che tu faccia quella faccia sorpresa, riesco a percepire ancora il tuo sguardo ardente su di me. Noto, con estremo piacere, che certe cose non cambiano mai.» Si avvicinò sempre di più a lui con fare seducente, accarezzandogli il viso.

«Non ti avvicinare ulteriormente. Non è affatto come pensi. Riflettevo su come possa celarsi una tale meschinità dietro cotanta bellezza. E, per la cronaca, Anna non ha niente da invidiarti.» Replicò lui, stringendole un polso con decisione, ma senza farle male. Nonostante le sue parole, rivederla a pochi centimetri da lui continuava a fargli effetto. Lo faceva ripensare a quanto fosse stato stupido e ingenuo a innamorarsi di una donna gelida come lei.

«Eccomi, scusate se c'ho messo un po', ma non riuscivo a trovare questi bei vestiti.» Esordì l'altra concorrente al cuore dell'ex ladro. Una volta di ritorno, si accorse subito dell'aria tesa che si respirava.

«Beh, che sta succedendo qua?» Chiese guardando prima lui e poi lei. Prima che la bionda potesse dire qualcosa di falso e compromettente, Doc intervenne, rompendo il silenzio che l'aveva sinora contraddistinto.

«Nulla, moretta. Stavano solo parlando come sono soliti fare due vecchie conoscenze. Coraggio, va' pure a lavarti. Dopo discuteremo. Intanto occupiamoci del nuovo arrivato.» Disse lui, rimanendo appoggiato alla parete vicino alla porta, quasi volesse essere pronto alla fuga in caso di pericolo.

«State tranquilli, di lui mi occupo io. Fortunatamente, la situazione non è così critica. Ha due costole incrinate e diversi ematomi. L'affaticamento della nuotata e della fuga non hanno certamente aiutato, ma, a parte questo, sta bene. Adesso, gli spalmerò un po' di antidolorifico e lo benderò. Dovrà stare a riposo qualche giorno.»

«La ringrazio, dottore. Mi dispiace di avervi occupato il divano.» Si scusò Alexander.

«Non mi ringrazi. L'ho aiutata solo per il giuramento di Ippocrate e perché me l'ha chiesto Anna, ma né io né nessuno dei presenti ci fidiamo di lei. Ha rapito Anna e le ha rubato il campione di droga che eravamo riusciti a ottenere dal laboratorio di Friederich. Per non parlare del fatto che ha lavorato per Jacqueline e non ha avuto la minima esitazione a tradire neppure lei. Io non mi fido di nessuno di voi due.» Sentenziò l'altro, mentre preparava tutto l'occorrente.

«Quando parleremo, vi sarà tutto più chiaro.» Aggiunse semplicemente l'altro, prima di sospirare per il dolore e riappoggiarsi al bracciolo del divano.

Anna, nel frattempo, era andata a lavarsi, mentre l'ex fiamma di Nick aveva approfittato della sua assenza per andarsi a cambiare in camera sua. La giornalista non aveva esitato un attimo nel darle una maglia rosa shocking veramente oscena che utilizzava come pigiama, per non parlare del pantalone, più o meno, sulla stessa riga.

«Ti donano, sai? Esaltano il colore dei tuoi occhi.» Riferendosi al grigio delle tempeste che li caratterizzavano. Le sussurrò l'altro all'orecchio, non potendo esimersi dal godere dello scherzetto ordito dalla compagna.

«Potresti chiederle se te li regala, così, quando finalmente avrò le prove capaci di mandarti in galera, potrai esibirli durante le ore d'aria, che ne pensi?» Azzardò lui, compiaciuto e divertito, pregustandosi il momento.

«Tu non mi manderesti mai in galera. Ad ogni modo, non finirò mai in basso come te. Sei arrivato a lavorare per la parte giusta della barricata, pur di evitarti la gattabuia. Non mi aspettavo proprio una tale caduta di stile da te.» Lo rimbeccò lei, non staccando lo sguardo da lui. Quando l'altro stava per replicare, Anna uscì dal bagno con un aspetto decisamente migliore.

«Se vuoi usare il bagno, prego. Ci manca solo che ti ammali e ti ritrovi a dare la colpa a me.» Disse la ragazza, prima di andare da Nick e baciarlo appassionatamente, non esitando a marcare il territorio. Il giovane ne rimase piacevolmente spiazzato e, viste le risicate occasioni in cui riuscivano ad abbandonarsi un po' alla passione, non esitò.

Oltremodo oltraggiata, la rivale si rifugiò in bagno, sbattendo la porta dietro di sé.

«Ehi, se mi rompi qualcosa, ti assicuro che sarò la prima a lanciarti in pasto ai pescecani.» Le urlò dietro l'altra, prima di essere riavvolta tra le robuste braccia del fidanzato.

Non darle tutta quest'importanza. Rimaniamo così un altro po'. Ho avuto così tanta paura che credevo davvero sarei morto. Non potrei sopportare che ti accadesse qualcosa. Rivelò lui, tutto d'un fiato, non allentando la presa su di lei, quasi temesse potesse sparirgli dalle braccia.

«Mi dispiace che tu e gli altri vi siate preoccupati tanto per me. Cercherò di non farmi rapire nuovamente a breve.» Scherzò lei, cercando di smorzare un po' la tensione, ma quei suoi occhi neri e profondi le rendevano la cosa molto difficile.

«Quando avremo finalmente casa libera e la situazione sarà più calma, ci prenderemo un bel giorno di ferie e non lasceremo la camera da letto per tutto il giorno.»

«Questo mi sembra un piano davvero geniale.» Accettò lei, con un sorrisetto malizioso dipinto in volto.

Comunque, il loro ambizioso progetto avrebbe dovuto attendere un po', visto che un altro ospite era arrivati per unirsi alla festa, l'agente Ryan.

«Beh, che storia è questa riunione notturna qui? È forse diventato il vostro quartier generale?»

«Entri agente, adesso l'uomo che vede steso sul mio divano chiarirà i nostri dubbi.» Lo invitò Anna, ancora in accappatoio. Ormai l'agente non si stupiva più di niente.

«Ottimo. Sono felice di vedere che sei sana e salva. Anche perché non avrei retto mio figlio andare su e giù come un leone in gabbia un solo minuto di più.»

L'ultimo pezzo fece indispettire Nick, che andò ad aspettare con tutti quanti nel piccolo salotto.

«Bene, allora andiamo a toglierci un po' di curiosità.» E con ciò, anche loro si unirono al gruppo, aspettando soltanto l'arrivo di Jacqueline.


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