Capitolo 44

Nick

Una volta sulla cara e bella terra ferma, la felice combriccola trovò il buon vecchio ad attenderli. Dato che ci avevano messo più del previsto, il lupo di mare si era appostato sull'ormeggio, con un continuo suo e giù della gamba ad accompagnarlo nell'attesa per scaricare la tensione. Il freddo sembrava ormai essergli entrato nelle ossa, ma era più l'angoscia nel non sapere se avrebbe più rivisto la ragazza.

Ragazzi, finalmente ce l'avete fatta. Moretta, allora sei tutta intera? Sono proprio contento che tu riesca sempre a tirare fuori le gambe da qualsiasi situazione. È davvero ammirevole.

Anna stava per replicare e per ringraziarlo del suo interessamento, oltre ad aver prestato degli uomini a Jack e Nick per aiutarli nel suo salvataggio, ma il moro non gliene diede il tempo.

«Ma che caspita ci fai qui fuori così? Ti avrei informato io. Ti pare di avere l'età per stare fuori all'addiaccio in piena notte?» Disse Nick, mentre stringeva la giovane giornalista tra le braccia, bagnata come un pulcino e con solo una coperta a coprirla.

«Etchoo. Spero proprio di evitarmi una bronchite. Uh, mamma mia, ormai, persino le mie ossa sanno di sardine.» Confessò la ragazza, tra uno starnuto e l'altro.

Nel frattanto, era sceso anche Elijah dall'imbarcazione, aggiungendosi alla conversazione: Come prima cosa, a casa, devi fare un bagno molto bollenti e dormire con indumenti caldi. Domani, vedremo com'è la situazione.

«Ehi, e noi?»

Al vedere gli altri due intrusi, Doc strabuzzò gli occhi, non riuscendo a credere agli stessi.

«Tu!» Fece lui serio, rivolgendosi all'acerrima nemica Jacqueline e al misterioso accompagnatore.

«Si può sapere perché questa calamita umana di guai, per essere educati, è su uno dei miei mezzi? Scommetto che Anna è stata rapita per colpa sua. Ma poi, quest'altro chi diavolo è?» Chiese in ultimo, riferendosi ad Alexander, il quale, nel frattempo, stava sempre peggio per le ferite riportate.

Suvvia Doc, non è questo il momento. O meglio, Jacqueline puoi anche insultarla, ma non ora. Dobbiamo pensare ad Alexander.

«Ehi, come sarebbe che può anche insultarmi!? Maledetta paparazza che non sei altro, ma come ti permetti!»

«Si può permettere quanto vuole, ma chi è Alexander?»

«Lui!» Dissero le due rivali all'unisono, indicando il ferito, il quale, sentendosi sotto osservazione, aveva sollevato una mano per farsi riconoscere.

«È il tizio che mi aveva sottratto il campione di droga, quello che io e Nick eravamo riusciti a soffiare dal laboratorio segreto di Friederich.» Spiegò brevemente la ragazza, mentre tutti insieme si avviavano verso il parcheggio.

«A dirla tutta, lavorava per me prima che scoprissi che è un bastardo doppiogiochista.» Aggiunse Jakie.

«Ma ti sembra il momento di rinfacciarglielo? È ferito e ti vorrei ricordare che ci ha dato una grande mano sul mercantile.» Provò a difenderlo Anna, prendendolo sotto braccio, mentre cercava di non tremare troppo dal freddo. Sembravano due poveri naufraghi che provavano a sostenersi l'un l'altro con scarsi risultati.

«Parla per te, io mi sono salvata da sola. Comunque, bastardo, sappi che non ti permetterò certo di morire per due schiaffetti da nulla. Devi ancora pagarmela per esserti burlato della sottoscritta e, generalmente, è un conto molto salato!»

«Ehi, dannato medico da strapazzo, invece che propugnare il tuo giuramento di Ippocrate pure ai muri, vedi di metterlo un po' in pratica e tieniti a questo.» Intervenne Nick, prima di lanciare il malcapitato tra le braccia del giovane dottore.

«Giusto per la cronaca, lui fa il medico legale. Divertiti.» Concluse acido l'ex ladro, mentre sollevò la fidanzata allibita tra le braccia.

«Ma Nick, cosa fai?» Chiese imbarazzata, mentre cercava di non starnutirgli in faccia.

«Provo ad arrivare alla macchina in tempi decenti. Con il tuo spedito passo attuale, ci vorrebbe un po', perciò, preferisco accorciare i tempi e farti arrivare prima al tuo morbido e caldo letto.» Spiegò lui, inumidendosi il soprabito per la vicinanza con la giovane.

Doc, al vedere tutta questa baraonda, si era quasi scordato dell'agente Ryan e del supervisore di Nick. Aveva detto loro che ne avrebbero parlato l'indomani, ma non era sicuro che quei due avrebbero resistito tanto prima di presentarsi con un mandato davanti casa della giovane giornalista. Ad ogni modo, al momento, era troppo occupato ad assimilare tutte le informazioni che le donne della combriccola non avevano esitato a fornirgli!

«Ma come diavolo sarebbe a dire che ti ha rapita e derubata? Ma allora, lo aveva mandato questa grandissima serpe qua presente. Voleva farti uccidere e poi fare bella figura con il capo.» Concluse in fretta e furia Doc, preparandosi a usare Jacqueline come bersaglio per la sua amata Colt!

«Ehi bastardo, hai forse perso l'ultimo barlume di ragione che ti restava? Secondo te, avrei messo su tutto sto casino solo per liberarmi di un'inutile e scialba pedina come questa qua?» Chiese sarcasticamente, mentre si nascondeva, però, dietro la sagoma di Nick e Anna.

«Doc, abbassa quella pistola e seguici anche tu. Vedrai che la nostra simpaticona saprà spiegarci tutto.» Lo zittì Nick con poche parole.

«Io sono scioccato, ma veramente. Qui siete tutti matti. Tu, poi, più di tutti. Si può sapere che hai al posto della testa? Le donne ti hanno fottuto il cervello, ragazzo, te lo dico io. Perché hai salvato anche lei e il suo mercenario?» Continuava a chiedere esterrefatto il pover uomo, mentre riponeva momentaneamente la pistola.

«Non è stata una mia scelta, ma dei due cari benefattori di nostra conoscenza. Fosse stato per me, li avrei lasciati in pasto ai pesce cani, almeno sarebbero serviti a qualcosa per una volta.» Disse schietto lui.

«Il rapitore è un certo Daniel O'Connel.» Esordì d'un tratto Jack.

«Ma come lui?! Dopo tutti questi anni, è di nuovo in affari in America. Speravo tanto se ne restasse nel Vecchio Continente.» Confessò pieno di rabbia l'uomo.

«Invece, eccotelo qua. E indovina chi dobbiamo ringraziare.» Rispose Nick, riferendosi non troppo velatamente all'ex amante, la quale, ignorava bellamente le sue frecciate.

«Sono certo che dietro il traffico di quadri contraffatti, ci sia il nostro nuovo amico. Doc, dobbiamo fare in modo di rintracciarlo, FBI o meno. Non posso permettere che continui a scorrazzare libero e felice dopo quello che ha osato fare stasera. Va fermato.»

«Certo ragazzo, conta pure su di me e sui miei uomini, come sempre. Ad ogni modo, io sono ancora sconvolto.»

«Figurati noi.» Aveva aggiunto Anna, bellamente ignorando il fatto che il fidanzato fosse disposto a ricorrere anche a mezzi illeciti per vendicarsi del torto subito, ma, avrebbe cercato di spingerlo a cambiare opinione all'indomani. L'unica cosa a cui puntava in quel momento era un po' di pace, ma, evidentemente, non era destino!

«Bene, andremo tutti a casa di Anna.» Disse infine Doc, interrompendo il flusso di pensieri di tutti. Il commento fu seguito dallo sgomento generale, specie quello della protagonista in questione.

«Ma perché?»

«Perché dobbiamo discutere delle prossime mosse e ormai siamo tutti in mezzo, chi in un modo, chi in un altro.»

«Ma tu non hai il diritto di invitare gente a casa mia, specie se si tratta di criminali pericolosi.» Rispose vigorosa la ragazza, lanciando un'occhiataccia all'acerrima rivale.

«Non c'è tempo per discutere. Prima ci leviamo d'impiccio, meglio sarà per tutti. Dobbiamo torchiare la nostra voltagabbana a dovere, sia lei che il suo "amico" ferito. Hai voluto salvarli, benissimo, ma adesso, dobbiamo cercare di spremerli e usarli il più possibile.»

«Potete scordarvelo. Io me ne vado...» Stava dicendo la bionda, prima di sentire Doc depositare la fredda canna della pistola vicino la tempia della ragazza.

«Ti do dieci secondi per arrivare alla macchina per prima di tutti. Uno, due...»

Sette secondi dopo, era lì davanti a borbottare improperi vari.

Si preannuncia una serata ricca di eventi. Sentenziarono rassegnati Anna e Nick, mentre loro più Jack, Jacqueline, Doc e Alexander salirono sulle macchine, rispettivamente di Jack e Doc.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top