Capitolo 21

Anna

Mentre le due marmotte travestite da gatti se ne stavano tranquillamente rannicchiate vicino alla padrona su una comoda panchina, la ragazza non era per nulla tranquilla.


«Sono in un enorme casino. È di una tale portata che non so nemmeno da dove partire per analizzarlo. Per prima cosa, come mi devo comportare adesso con Jack? Io spero proprio che quest'accorata dichiarazione fuori programma non gli abbia fatto cambiare opinione su di me. Io non ho mai voluto prenderlo in giro e, senza Nick, molto probabilmente sarebbe stato il mio uomo ideale. Comunque, questo sali e scendi sentimentali mi ha fatto capire che dovremmo abolire lo stereotipo di "uomo/donna ideale", anche perché, alla fine, capitiamo sempre insieme a persone lontane anni luce dai nostri piani e, sinceramente, è più bello così. Oddio, chissà ora come attaccheranno la mia famiglia e tutti i miei amici. Non voglio nemmeno pensarci. Per non parlare poi, dei vicini; non so davvero come sia possibile, salvo il palazzo non sia tappezzato di cimici, che tutti sappiano sempre i fatti degli altri, alle volte, ancor prima del diretto interessato! Ma questa è un'altra storia. Tralasciando un attimo queste questioni, la vera domanda è: io e Nick ora, stiamo insieme o no? I rapporti al giorno d'oggi sono imprevedibili; perlomeno, una volta le cose avevano una logica, adesso, invece, è tutto così frenetico e confuso che, alla fine, nessuno sembra capirci più niente. Ah, non so che pensare. Al momento, l'unica cosa che sento è il cuore gonfio di felicità e, se questo è un sogno, allora voglio dormire per l'eternità. Non credevo l'amore potesse far provare un tale groviglio inestricabile di emozioni, sinceramente ero più dell'ipotesi che fosse un espediente da romanzo rosa per incrementare le vendite! Invece, mi sbagliavo eccome e, per una volta in vita mia, ne sono ben contenta.» Disse più a sé stessa che ai suoi ruffiani ascoltatori e ladri di pesce. Persino un musicista di strada sembrava sconvolto all'ascoltare le sue turbe sentimentali.

«Mi scusi, ma lei non dovrebbe suonare piuttosto che origliare le mie conversazioni personali?» Esordì lei, rivolgendosi al musicista squattrinato.

«Cerco sempre ispirazione in ciò che mi circonda e da quanto ho potuto ascoltare, ha una vita interessante e ricca di spunti. Se posso permettermi, perché se ne resta lì a mangiarsi le unghie e a parlare dei suoi dilemmi interiori con due gatti, piuttosto che esprimerli ai diretti interessati?» Disse lui, senza girarci troppo attorno.

«Lei è una persona davvero indiscreta e, a ogni modo, non è facile come può sembrare.»

«Sciocchezze. Quello che ha lei è un caso di...»

La ragazza stava trattenendo il fiato, senza accorgersene, in attesa di sentire il proseguo della frase.

«... fifa.» Concluse lui con un gran sorriso.

Ci mancò poco che Anna cadesse dalla panchina a faccia in giù.

"Roba da matti, adesso anche il primo che passa si mette a sfottermi, è davvero assurdo." Rifletté amaramente, mentre sembrava le stesse per sbucare fuori il fumo dalle orecchie da un momento all'altro, salvo poi pensare che, forse, esprimere i suoi pensieri con due gatti pelandroni su una panchina non era proprio ciò che si definirebbe tutela della propria privacy. Comunque, il soggetto in questione è certamente un gran maleducato!

«Senta, le hanno mai detto che è un gran maleducato? Non conosce me, le mie vicissitudini, insomma niente che mi riguardi, eppure si permette di darmi della fifona? Lei è matto. Comunque, su una cosa devo darle ragione, preferisco tornarmene a casa, piuttosto che restare qui a farmi insultare. Le auguro una buona serata.» Concluse lei, offesa.

«Le chiedo scusa, effettivamente sono stato un po' brusco. Mea culpa, me lo dicono spesso, ma ho la "brutta" abitudine di osservare le persone, di cercare di capirle da fuori e ho sviluppato una tendenza, talvolta sgradita, a dare consigli non richiesti. In ogni caso, mi considero un romantico e un "bardo" moderno e non mi piace che le persone con molto potenziale si facciano fermare da futili dubbi.»

«Non sono futili dubbi, io davvero non so come comportarmi.» Rispose lei, quasi affranta, mentre si risedeva sulla scricchiolante panchina rossa.

«Perché lei pensa con la testa e non col cuore. In amore, il raziocinio va un po' accantonato, altrimenti non si può riuscire a ottenere la vera felicità.»

«Dato che è così prodigo di consigli, sono certa che avrà una compagna o un compagno, non saprei, ad attenderla a casa.» Disse di getto la giornalista.

«Lei mi piace, ha la risposta pronta. Mi spiace, ma sono un amatore del gentil sesso. In ogni caso, devo deluderla, ma l'unico ad aspettarmi a casa è il letto. Ho perso la donna che amavo a causa del mio lavoro, perciò, visto che ho maturato un po' d'esperienza, cerco di evitare che altri commettano i miei stessi errori.»

«Mi dispiace molto. Le mie condoglianze.» Rispose l'altra, avvicinandosi a lui, già pronta per un cordoglio funebre.

«No, no, non intendevo in quel senso. Svolgevo un lavoro molto pericoloso, mentre lei aspirava a una vita più tranquilla. Con me era sempre sul chi va là, senza orari fissi e con la possibilità che un giorno non sarei più tornato. Alla fine, ha scelto la tranquillità e non gliene ho mai fatto una colpa.» Spiegò lui con un tono rassegnato e sereno.

«Ah, mi dispiace comunque. Sa, nemmeno io e lui svolgiamo delle professioni "tranquille". Ad esempio, io sono una giornalista e gli orari d'ufficio sono una chimera, però amo questo lavoro e non lo cambierei per niente al mondo.»

«Il rischio e il brivido sono alla base del vostro rapporto dunque. Le rinnovo il consiglio di correre a casa e di capire come procedere d'ora in avanti. Cerchi di fare in modo che nulla incrini il vostro amore, nemmeno la paura.» La invitò lui con un'espressione malinconica in viso. Ad osservarlo più da vicino, era un bell'uomo, forse dai tratti un po' troppo duri per i suoi gusti. Più o meno sulla quarantina, dai capelli biondo cenere, occhi verde scuro e delle mani estremamente affusolate, con un fisico muscoloso e definito, totalmente diverso da quello che uno si aspetterebbe da un musicista di strada.

«Allora le rigiro il consiglio e la invito a fare altrettanto, non tutto è perduto. Provi a tornare dalla sua amata e a recuperare, solo allora potrà vivere senza rimpianti. Comunque, la ringrazio tanto per la chiacchierata e buona fortuna per tutto.» L'altro tacque, rivolgendole solo un sorriso.

Forse avrebbero riavuto a che fare in futuro, ma, al momento, l'uomo aveva preferito non recapitarle il messaggio della donna che l'aveva ingaggiato. Voleva prima capirne di più!


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