Anna
Forse Jack non aveva avuto una così brutta idea nel proporre di andare a prendere un panino al solito chioschetto. Ormai si era convertito nel loro ritrovo abituale. Era una cosa solo loro perché, riflettendoci bene, non avevano mai invitato Nick a unirsi. La situazione si stava facendo sempre più complicata e quando pensavano di essere vicini a sbrogliare la matassa, ecco che questa sembrava ingarbugliarsi ancor di più. Probabilmente, accortosi del muso lungo dell'amica, il bel dottore cercò di tirarla su con il suo panino preferito. Non avrebbe risolto il caso, ma, a pancia piena, si ragiona meglio. Scientificamente provato, anche se non proprio con queste parole!
«Grazie, ne avevo proprio bisogno.» Replicò la ragazza, addentando la gustosa tentazione.
«Ma figurati, non potrei mai perdonarmi di farti avere un calo di zuccheri, anche se non sarei affatto dispiaciuto di tenerti stretta tra le mie braccia.» Disse lui, scostandole una ciocca di capelli dal viso.
"Devo imparare a dissimulare e a prendere più alla leggera queste sue dichiarazioni o mi ritroverò a vivere a una temperatura costante di più di trentotto gradi!" Pensò Anna, tentando di concentrarsi solo sul panino e di evitare di incrociare lo sguardo del Vichingo al suo fianco.
«Che ne diresti di fare una passeggiata? Oggi è una così bella giornata, ho proprio voglia di sgranchirmi le gambe in mezzo al verde prima di andarmi a rinchiudere dietro la mia scrivania per risolvere una marea di beghe.»
«A tal proposito, come stanno il direttore e sua moglie?» Chiese il medico.
«Molto meglio. L'altro ieri è stata dimessa e adesso si sono provvisoriamente trasferiti a casa dell'agente Ryan come già sai. Mi spiace davvero tanto per questa situazione, perciò pensavo che potremmo organizzare loro una bella festa per tirarli un po' su di morale. Inoltre, potremmo informarlo dei progressi delle nostre indagini.» Il biondo le tirò un'occhiataccia.
«Mamma mia, come sei suscettibile. Sta' tranquillo, voglio solo rasserenarlo sul fatto che siamo sempre più vicini ad ottenere giustizia. Ne avranno pur il diritto dopo essersi ritrovati vivi per miracolo e con la casa ridotta a un colabrodo, o no?!»
A queste ultime parole, Jack non se la sentì di replicare, preferendo lasciar cadere la conversazione e continuando la sua spudorata, ma simpatica corte.
Parlando, parlando, i due arrivarono a una collinetta nelle vicinanze su cui sorgeva un meraviglioso albero, ma nessuno si sarebbe mai aspettato di assistere a uno spettacolo del genere: Nick stava baciando una donna e che donna! Anna era spiazzata, sentiva le lacrime pungerle gli occhi, ma non voleva certo dargli la soddisfazione di vederla struggersi per lui. Probabilmente, l'avrebbe fatto, ma non davanti a lui! Anzi, al momento, le lacrime che si preparavano a uscire erano di rabbia. Senza ulteriori indugi, la ragazza fece subito retro front, correndo verso la redazione con l'intenzione di non uscirne più.
"So che non è decisamente il momento più appropriato, ma non sarebbe affatto male un trasferimento nella Foresta Amazzonica, in un'isoletta sperduta nelle vicinanze dell'Australia, insomma, mi basterebbe non doverlo vedere più per il resto della vita. Stupida io a pensare che potesse davvero innamorarsi di me." Si disse tra sé e sé, uscendo dal parco e dirigendosi di corsa in redazione. Adesso, doveva trovare qualcosa su cui concentrarsi e il miglior rimedio era il lavoro.
"Come se non bastasse, stasera dovrei anche vederlo. No, assolutamente no. Chiederò ospitalità a Charles o, addirittura, a Donna, oppure mi godrò la metropolitana di notte, fatto sta che non intendo vederlo." Dichiarò mentalmente, accorgendosi troppo tardi del suono di un campanello e di una bici che stava per investirla a gran velocità. Nella concitazione del momento e, onde evitare di diventare un tutt'uno col cemento, cercò di scansare il mezzo in arrivo, ma, nel farlo, mise male il piede, prendendo una brutta storta.
«Fantastico, la mia giornata sta andando veramente alla grande. Il mio piede diventerà specie di salsiccia nel giro di poche ore, io devo finire la mia giornata lavorativa e non posso neanche tornare a casa perché la situazione sarebbe fin troppo imbarazzante. Che poi è assurdo che quella a farsi i problemi sia io, dato che la casa è mia!» Borbottò cercando di evitare di dare ancora più spettacolo di quanto già non stesse facendo.
Dopo essersi assicurata di aver ripreso tutto ciò che le era caduto dalla borsa e aver rassicurato i presenti e il suo investitore di essere ancora tutta intera, si diresse verso la redazione, alla velocità che il piede le consentiva. Poche volte aveva preso storte così dolorose, di quelle che fanno gelare le estremità e iniziare a sudare freddo. Comunque, aggrappandosi ai muretti disseminati qua e là riuscì a raggiungere la meta. In tutto ciò, il suo cellulare non aveva mai smesso di squillare. Sinceramente, non era sicura se fossero più di Jack o di Nick le chiamate, ma, al momento, non le importava. Giusto per evitare che arrivassero alle mani, mandò un messaggio al primo per tranquillizzarlo sul fatto di essere ancora viva e già a lavoro.
"Spero solo che mantenga la parola e non dia mie notizie a lui. Non ho proprio voglia di sentire scuse. Anche perché tra noi non c'è niente quindi non avrebbe proprio nulla di cui giustificarsi." Bubbolò tra sé, fingendo di credere alle sue stesse parole e lasciando la tracolla sulla sedia vicino, sperando, nel frattanto, che Charles passasse presto nelle vicinanze. Con la caviglia in quelle condizioni, non aveva proprio la forza di cercarlo per tutta la redazione.
Passarono un paio d'ore e facendone buon uso, mise insieme del materiale per un nuovo articolo sull'inquinamento dei mari. Del resto, non se ne parla mai abbastanza e dato che per la redazione dell'articolo sui progressi delle indagini sull'esplosione in casa del direttore si sarebbe dovuta mantenere abbastanza sul vago per non destare sospetti, ma almeno sull'inquinamento ambientale poteva sfogarsi. Probabilmente l'avrebbero eletta "ambientalista dell'anno" per tutta l'energia che doveva scaricare! Un'altra ora dopo, Charles capitò nel suo raggio visivo e, arpionato per un braccio, Anna gli spiegò la situazione.
«Caspita, questa proprio non me l'aspettavo. Certo che puoi stare da me, tutto il tempo che vuoi.»
«Sicuro non dia fastidio a Donna?» Chiese lei, soffiandosi il naso e sforzandosi di non pensare al dolore.
«Ma quale fastidio. Sa l'amicizia che ci lega e ti conosce. Finiamo ciò che c'è da finire e ti accompagno alla macchina, va bene?» Concluse l'amico con tanta comprensione negli occhi. Charles è l'amico che tutti dovrebbero avere, sempre pronto a offrirti una spalla, un conforto e anche una strigliata (quando necessaria).
Adesso che almeno il problema alloggio per la notte era risolto, avrebbe dovuto pensare al confronto, ma di quello se ne sarebbe occupata il giorno seguente, forse...
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