CAPITOLO 1



Voglio dedicare questa storia ad una mia amica che mi è sempre stata vicina e mi ha supportato e mi ha aiutata molto durante la stesura di questo capitolo. Grazie di tutto, veramente.





"Vuoi veramente sapere quanto ti amo?" Gli chiesi con le lacrime che correvano sulle mie guance.

"Si! Ormai non lo so più" disse lui con un filo di voce.

"Bene! Ti amo così tanto..." Iniziai io "Che non ho mai detto a nessuno quanto tu mi abbia fatto soffrire per non essere rovinato ai loro occhi" Dopo qualche istante non mi reggevano più le gambe, ero spaventata e stavo piangendo a dirotto; non riuscivo più a stare in piedi così caddi sul cemento bagnato e gelido della strada. Le gocce di pioggia mi ricadevano sul viso sciogliendo il fondotinta che avevo messo la mattina stessa. Non ero sola perché c'era lì Nath con me ma non mi ero mai sentita così prima. Non avevo mai provato una sensazione così dolorosa. E poi basta, solo nero. Ma la storia è lunga, partiamo dal principio.

"Ciao mamma vado a scuola" Esclamai un venerdì di maggio.

"Aspetta! Steph! Hai fatto colazione?" Urlò mia mamma dall'altra parte della casa

"No mamma, non ho fame. Lo sai!" É da circa un mese che non faccio un pasto decente, mangio qualcosina per rimanere in forza ma non basta mai. Non mi piace il mio corpo e lo voglio cambiare, mi sento grassa. Ho le cosce enormi e le braccia molli e cerco di migliorare ma mi sembra che non bastino mai i miei sforzi nell'apparire migliore alla vista dei miei coetanei. Alexa, la mia migliore amica, dice che ho un corpo invidiabile ma non credo sia vero.

A scuola parlano tutti della verginità e di come perderla entro la fine dell'anno, mi ha sempre dato fastidio questo argomento perché faccio parte del 97%. È stato mio padre a farmi perdere la verginità, da quel giorno ha continuato a stuprarmi e a trattare sia me che mia madre in modo orribile. Mio padre quando tornava a casa era sempre ubriaco e se la prendeva con me. Dopo molte sofferenze e sforzi mia madre riuscì a buttare fuori casa mio padre, e questa volta per sempre. Io e lei siamo andate avanti ancora più forti di prima e niente e nessuno è più riuscito a farci soffrire.

Uscita di casa ho preso la scorciatoia per arrivare a scuola, la scorciatoia è un sentierino che passa dal bosco e arriva direttamente ad un buco nel cancello della scuola. Odio passare di lì perché c'è sempre Daniel, il ragazzo più popolare della scuola, che si fa le canne o si scopa una delle sue troiette ma oggi non ho scelta.

Appena entrata a scuola c'era Alexa che mi aspettava davanti al mio armadietto, era in lacrime così la presi per mano e la portai in bagno dove cercai di calmarla.

Era a pezzi e non riusciva a respirare. Alexa ha degli attacchi di ansia che la portano a farsi del male, si gratta nella piega interna del gomito fino a sanguinare e a togliersi la pelle. Non riusciva a respirare e men che meno a parlare. Dopo averle dato un bicchiere di acqua e averla calmata iniziò a parlare: "Steph, devo dirti una cosa molto importante, quindi siediti e stai calma", ha singhiozzato la mia amica "Hai presente Noah Richardson quel ragazzo dell'ultimo anno? Sabato alla festa io e lui lo abbiamo fatto ma eravamo così presi che ci siamo dimenticati di indossare le protezioni. Ieri sono andata in farmacia perché ho un ritardo di quindici giorni, ho comprato un test di gravidanza e... ", ha abbassato a testa e si è rimessa a piangere. Alexa Gray, la mia migliore amica, era definitivamente incinta.

Non sapendo cosa dire ho cercato di farla ridere: "Oddio Al, stai dicendo che diventerò zia?"

"Si Steph, hai capito bene!" mi rispose lei seccata.

"Sono felicissima! Ti aiuterò sempre se i tuoi genitori non vorranno aiutarti, ti starò vicina, vizierò la mia o il mio nipotino e gli o le insegnerò a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno. Dovrà essere forte, proprio come la sua mamma." le sorrisi.

Alexa mi guardò con i suoi grandi occhi pieni di lacrime e mi abbracciò fortissimo, sottovoce mi sussurrò nell'orecchio "Grazie di tutto, non so cosa avrei fatto senza di te."

"Ok Al, ti voglio bene ma smettiamola con tutto questa dolcezza che mi vengono le carie solo a guardarti. Adesso dobbiamo risolvere il problema più grande, ovvero dire al padre e ai nonni dell'esistenza di questo piccolo esserino."

A pranzo Alexa parlò con Noah. Aveva un'espressione molto confusa ma dopo una mezzoretta sembrava avessero chiarito, invece non era così. Alexa tornò da me ancora una volta in lacrime e capii subito che Noah non voleva essere padre. Non potevo dargli torto, aveva diciotto anni, tutta una vita davanti e sabato non aveva intenzione di mettere su famiglia ma solo di divertirsi un po' con una bella ragazza.

Sono sicura che molte persone non avrebbero appoggiato la decisione di Alexa, e infatti c'ero io per lei.

Alexa doveva essere solamente quella compagna di classe che ti prestava i pennarelli all'ora di arte o un foglio nell'ora di scienze, ma abbiamo iniziato a frequentarci anche dopo scuola, ci confidavamo tutti i segreti e lei mi conosceva meglio di chiunque altro. Dopo che mio padre era andato via mia madre iniziò ad ubriacarsi e cadde in una forte depressione. Dopo pochi giorni aveva già perso il lavoro e io non sapevo cosa fare, ma in quel momento c'era Alexa ad aiutarmi e adesso lei ha bisogno di me quindi non mi tirerò indietro per nulla al Mondo.

Quando è suonata la campanella per la fine delle lezioni ho accompagnato Alexa dai suoi genitori perché dovevano sapere la verità.

Eravamo tutti riuniti in salotto e l'atmosfera era così tesa che si poteva quasi toccare. Alexa prese un grandissimo respiro ed iniziò a spiegare della festa di sabato, che era andata dai Richardson per questa festa e si era ubriaca e un secondo dopo si trovava a letto con Noah. A quelle parole la madre iniziò ad urlare e strepitare. Dopo alcuni minuti Alexa riuscì a calmarla e a dire a tutti che aspettava un bambino. La madre sbiancò e quasi svenne. I genitori di Alexa volevano che lei abortisse ma la mia amica lo voleva tenere, era pur sempre suo figlio! Dopo due ore di urli e litigate Alexa mi trascinò di corsa in camera sua, la aiutai a fare le valigie per poi trasferirsi a casa mia. Non era il momento adatto per stare nella sua casa, aveva tutti contro e non si sentiva al sicuro.

Le settimane successive furono molto frustranti, eravamo piene di verifiche, interrogazioni e compiti da svolgere entro la fine dell'anno scolastico. Alexa stava sempre peggio e infatti faceva visite quasi quattro volte alla settimana, doveva stare sempre sotto controllo per assicurarsi che il bambino stesse bene.

Prima di incontrare Alexa avevo frequentato per alcuni anni delle ragazze più grandi di me, mi hanno insegnato molte cose: come non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, come fare soldi in modo semplice e veloce, come rubare senza farsi scoprire, come prepararsi una canna e come fare i pompini.

Sono stati degli anni di spensieratezza: tornavo a casa una volta alla settimana solo per far vedere a mia madre che ero ancora viva, passavo le giornate a sballarsi con le mie amiche e a fare sesso con ragazzi che neanche avevo mai visto.

Finiti questi anni e di conseguenza questi momenti di spensieratezza mi è caduto il mondo addosso, mia madre ha iniziato a chiamare i servizi sociali, mi ha portato dalla psicologa che mi ha consigliato ad andare ai Narcotici Anonimi per poter raccontare le mie esperienze e far si che nessuno faccia gli stessi errori. Ho incontrato Alexa e bla bla bla...

Tutti si aspettano che io racconti una storia del genere, tutti si aspettano che io abbia una storia da raccontare ma non siamo in una serie tv americana, non esistono queste cose nella vita reale. Non ho una storia da raccontare.

Non ho mentito su tutto quello che ho detto, mi chiamo veramente Steph, sono nata e vivo tutt'ora a Seattle. La mia famiglia è abbastanza benestante, ho sempre frequentato scuole molto importanti e costose e questo mi ha sempre messo a disagio, so che sembra una cosa stupida perché dovrei essere felice di poter frequentare queste scuole ma mi ha sempre fatto sentire esclusa, io ero "quella ricca" oppure "la figlia di papà" ma nessuno sapeva che cosa c'era dietro. I miei genitori sono sempre assenti a causa del lavoro e quindi mi ritrovo tutte le sere da sola, non ho molti amici perché secondo i miei genitori non ho tempo per loro, devo solo e d esclusivamente studiare per assicurarmi un futuro. Mio padre è sempre stato molto povero infatti si è impegnato e ha sudato molto per arrivare dov'è adesso, ha sempre voluto che i suoi figli avessero la vita che lui non ha potuto avere. Ho un fratello più grande molto bravo a scuola, i mie genitori sono molto orgogliosi di lui e dicono che dovrei prendere spunto da lui.

Abbiamo una casa tutta nostra che è sempre occupata dalle grida dei litigi familiari che in questo periodo non si fermano mai.

A differenza di mio fratello a me piace viaggiare e suonare, infatti suono il clarinetto e il pianoforte in conservatorio, amo leggere e ascoltare la musica; sono due ottimi modi per scappare per qualche ora da questo mondo pieno di paure, insicurezze e sofferenze. Mi piace molto recitare e devo dire che sono anche abbastanza brava, infatti riesco a cambiare il mio umore molto velocemente e questa cosa mi rende la vita molto più facile perché riesco a manipolare le persone. Riesco anche a piangere a comando e grazie a questo appaio innocua e indifesa.



Spazio autrice

Ciao a tutti, per me pubblicare questo capitolo vuol dire riuscire a realizzare un mio sogno. Spero vi piaccia e spero di poter continuare a scrivere.

Buona giornata. _antixsocialife_

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