[ventidue: no martini no party]

ALLELUIAAA [cantate insieme a me raga, bisogna festeggiare]

cantami o musa Mine1509
grazie infinite, praticamente il capitolo l'ha fatto lei AHAH

+impo:::le parti in corsivo sono flashback

buona lettura kidz

«Luca fa una festa»

Annuii solo a queste sue parole, perché concentrata ormai da qualche minuto sulle sue dita che mi accarezzavano delicatamente i capelli, le guance, le spalle, le braccia, fino ad intrecciarsi alle mie e stringerle in una presa ferrea.

«Stasera» aggiunse con tono attento e premonitore, prima di interrompere i suoi gesti e di farmi elaborare quell'informazione scomoda.

«E me lo dici così?» saltai su come una molla districandomi con poca grazia dal suo abbraccio e guardandolo storto, storcendo il naso per il suo sorrisetto sul viso leggermente più rilassato.

Era strano, da parecchi giorni, sembrava sulle nuvole, non era il solito Niccolò spaccone, c'era qualcosa che lo turbava e di cui lui non mi voleva accennare.

Decisi comunque di non fargli il terzo grado che tanto odiavo quando io stessa ero sotto interrogatorio, non volevo diventare insopportabile e appiccicosa, dovevo trattenere i miei istinti da investigatrice per vivere una relazione normale e tranquilla, senza incasinarla ulteriormente.

«Non è una tragedia» continuò a parlare con tono più rilassato senza nascondere il suo sorrisetto sornione «tra un'ora dobbiamo essere là»

«Questa si che è una vera tragedia» commentai di nuovo storcendo il naso e iniziando ad aprire le ante dell'armadio in modo nervoso e alla ricerca di qualcosa da indossare.

«Non fare la sclerotica, vestiti comoda»

«La fai facile» sbuffai mettendomi le mani sui fianchi indispettita.

«Lascia fare a me, facciamo prima» ridacchiò e subito fu al mio fianco, squadrò qualche vestito, tirò fuori e rimise al loro posto diversi abiti troppo corti e troppo scollati non adatti all'occasione e infine mi buttò tra le mani una canotta bianca corta e un paio di jeans molto strappati «mi piace il fatto che gli altri possano vederti solo a pezzi mentre io posso avere il pacchetto completo» alzò le spalle e ritornò a sedersi sul mio letto con le braccia incrociate e uno sguardo malizioso.

«Vado a cambiarmi» roteai gli occhi e sorrisi, aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare.

«Fallo davanti a me»

Scossi la testa e mi voltai a guardarlo «non avevi detto che volevi ricominciare dall'inizio, con calma?» sottolineai le ultime parole e inarcai un sopracciglio interrogativa.

«Non con troppa calma» ammiccò e fu di nuovo davanti a me, mi stampò un bacio dolce sulle labbra e iniziò a sfilarmi il vestito che portavo con estrema lentezza, come se stesse calibrando ogni suo movimento.

«Ora chiudo gli occhi e quando li riapro devi essere coperta» asserì, con un cipiglio serio stampato in viso e un sorrisetto di circostanza.

Annuii e indossai subito i jeans quasi inesistenti, e sentii le sue mani posarsi sui miei fianchi «fatto?»

«Mi manca la maglia»

Alzò un angolo della bocca e aprì gli occhi, scrutandomi e rubandomela dalle mani.

«Faccio io» sorrise di nuovo e mi infilò la canotta dalla testa, accompagnando le sue mani sulle mie spalle e poi sulle braccia, a piccoli baci sulla mia pelle, prima che venisse coperta.

«Mi piaci quando improvvisi»

«Allora devo farlo più spesso, se mi rispondi con quella voce» sorrise soddisfatto e risalì di nuovo sulla mia bocca per darmi un bacio «ora vai a metterti quel rossetto, anche se dopo non potrò più baciarti» asserì, facendo una smorfia.

«Se vuoi non lo metto»

«No mettilo, così avrai una scusa per non baciare nessuno»

*****

«Ehi tu» Luca sbraitò per la centesima volta prima di rubare il bicchierino dalle mani del ragazzo davanti a lui «e tu» aggiunse, puntando il dito contro la ragazza «no martini no party» scherzò, beandosi delle espressioni stralunate dei due «a meno che la tua donna non voglia fare party con me, niente preservativi usati sul mio letto»

«Non sei normale» commentai, scuotendo la testa costernata.

«Bucci, vale anche per te» ghignò e bevve il liquido bianco, iniziando a muoversi a ritmo della canzone che usciva dalle casse.

«Dai Luchino troverai qualcuna anche tu» Gaia rise della sua stessa battuta prima di rifugiarsi tra le braccia di Chris, che alzò le spalle divertito dalla situazione.

«Come mi hai chiamato?» berciò il biondo, fulminandola e adocchiando qualcuno di suo interesse subito dopo, salvo poi vedere il suo sorriso spegnersi e diventare una smorfia «ecco i nuovi piccioncini»

Seguii il suo sguardo e trovai Guglielmo abbracciato teneramente a una moretta, altina e magra, e quella gonnellina blu scozzese la slanciava ancora di più.

Sorrisi impercettibilmente nel vedere quella ragazza a suo agio, nonostante la baraonda che la circondava.

«Ebbravo» Niccolò diede una pacca sulla spalla all'amico, dopo essersi scambiati uno sguardo che capivano solo loro.

Inarcai un sopracciglio perplessa e lanciai un'occhiata a Gaia, anche lei con un'espressione strana stampata in volto.

Tutti gli sguardi andarono sulla nuova arrivata, che abbassò lo sguardo sulle sue scarpe per i troppi occhi che la squadravano, come darle torto, quando volevano gli uomini sapevano essere intimidatori.

«Ehi raga, ci siete tutti» Gugi sorrise raggiante per poi rivolgersi al suo fianco «lei è Martina» continuò, passandosi una mano tra i ricci ribelli «mi sembra di stare a una riunione di famiglia» ridacchiò e lo seguimmo a ruota, poi ci presentammo tutti cercando di sovrastare la musica altissima.

«Bro avevi detto che era piccola» ironizzò Luca, continuando a fissare intensamente la moretta, che iniziò ad attorcigliarsi una ciocca tra le dita per il suo sguardo insistente.

«Lo sono, ho quindici anni» rispose lei, sorridendo e storcendo la bocca in una piccola smorfia.

«Ma io mi aspettavo la bambina col biberon, non una piccola bellezza»

«Bro se la guardi un'altra volta finisci con la testa nel bancone»

Luca ghignò e alzò le mani in segno di resa, cambiando direzione del suo sguardo verso altre ragazze.

«Marti, ti accorgerai che questi sono pazzi maschilisti, ma in fondo sono simpatici» Gaia ridacchiò e io annuii, aggiungendo solo «ma molto in fondo»

«Dove, lo scoprirai presto» Chris ghignò e noi scuotemmo la testa rassegnate dalla sua stupidità.

«Lascia stare questo idiota che mi ritrovo come ragazzo» berciò la mora al mio fianco fulminando il riccio con lo sguardo «che scuola fai?»

«Liceo classico» rispose, senza nascondere una nota di divertimento per le parole di Gaia e successivamente una piccola smorfia.

«Te la sei scelta anche intelligente» Luca ridacchiò ma noi lo ignorammo.

«E che materia ti piace di più?» domandai, avvicinandomi per sentire meglio la risposta.

«Inglese, leggo molti libri in lingua originale» asserì compiaciuta e sorridendo a tutti, evitando di guardare negli occhi gli altri ragazzi che le buttavano spesso occhiate ammiccanti.

«Allora potresti dare qualche lezione a Gugi, è una schiappa nelle lingue» commentò Gaia con ilarità, facendo ridere tutti, tranne il diretto interessato «ehi, così mi sento offeso»

*****

Mi ero allontanata dal gruppetto per prendere un po' di distanza, volevo prendere una boccata d'ossigeno, così aprii la porticina posteriore che dava sul cortile e prima di rendermene conto incontrai uno sguardo che non dimenticherò mai, un misto tra tristezza e rassegnazione.

Scorrevo nelle varie pagine tumblr sul mio pc, osservando qualche citazione e foto qua e là, mentre mi mordevo l'interno guancia, annoiata.

Era settembre inoltrato, e quel pomeriggio, stranamente, non avevo molti compiti.

Il mio sguardo vagava assente sullo schermo, quando la mia attenzione fu catturata da una foto appesa allo specchio.

Erano due anni che quella foto era ferma lì, due anni in cui mi ricordava cosa avevo e non dovevo perdere.

La porta si aprì con un tonfo silenzioso, mostrando la figura del mio migliore amico, che anche se di vista, sembrava assente.

«Ehi» gli sorrisi calorosa, chiudendo il pc e avvicinandomi a lui, volendo abbracciarlo.

Lui ricambiò, ma con freddezza «Lore..?»

«Ali..» soffiò, quasi lacrimante, mentre tentava di perdere i nostri sguardi «Dobbiamo parlare»

«Lore, che ci fai qui?»

«Quello che ci fai tu, bere e dimenticare« alzò le spalle e mi sorrise amaramente, incastrando i suoi occhi nei miei.

«Non bevo per dimenticare» scrollai il bicchierino che avevo tra le dita e lo buttai giù, in un unico sorso.

«Io voglio ricordare ciò che eravamo, ma mi conviene non farlo»

Annuii accondiscente e abbassai la testa, per non incontrare più il suo sguardo.

«Giocavamo sull'altalena, poi con la disney, fino ad uscire assieme e fare l'amore» mormorò, varcando il confine dei ricordi «come siamo finiti ad odiarci?»

«È più facile iniziare ad odiarsi, piuttosto che continuare ad amarsi senza possibilità»

«Noi avevamo queste possibilità, Alice, ma non le abbiamo afferrate, le abbiamo lasciate andare via»

«Noi ci siamo lasciati, è diverso»

«Sì, ma potevamo combattere per non perderci»

«Hai ragione, ci siamo persi. La parte divertente é che nulla di questo era programmato. Io ho perso te, tu hai perso me»

«Non deve essere per forza»

«A volte credo che ci pieghiamo al destino, come semplici marionette» scrollai le spalle, distrattamente.

«Magari le marionette dovrebbero prendere i fili, Alice»

«Non puoi dire sul serio!» la mia voce rieccheggiava nella stanza, ed ero perfettamente consapevole che anche mia madre la sentisse.

Lui non rispose, piangeva ancora, come me del resto.

«Lore e la scuola? I tuoi hobby? I tuoi amici? Io?» le mie mani vagavano in aria, mentre cercavo negli angoli remoti della mia mente una sorta di contegno «Non puoi davvero trasferirti. Da quando lo sai?!»

«Ali..»
«Dimmelo!»

«Qualche settimana» mi cadde il cuore, potevo giurare di averlo sentito infrangersi per terra.

«Qualche settimana..» mi morsi la lingua, incazzata «qualche settimana..» risi amareggiata.

«Alice.. perfavore!»
«Alice un cazzo, Lore! Tutte le volte in cui mi dicevi che non mi avresti mai lasciato, in qualche settimana, era tutto finto!Finto!» piansi sconfitta, accasciandomi per terra.

Avevo bisogno di lui, ma lui se ne andava.

Saremmo rimasti ricordi.

Come quelle fotografie mai attaccate, ma impresse nel cuore.

Un puzzle che era destinato a non essere mai completato.

Un cuore prima aggiustato, poi distrutto dal suo salvatore.

Lui si sedette accanto a me, abbracciandomi.

Assorbii per l'ultima volta quel suo profumo, perchè lui mi avrebbe lasciato.

«Io ho bisogno di te, e ti conserverò proprio qui.» posò una mia mano sul suo cuore, e giurai stesse sfondando la gabbia toracica.

Mi limitai ad annuire, poggiando la testa su di lui, lasciandomi andare al sonno.

«Tu sei partito Lore! Non io. Io ero qui! E credi che per me sia stato bello che dopo tutto ciò che avevamo condiviso tu mi abbia detto che ti saresti trasferito?»

«Non dipendeva da me, l'ho fatto perché volevo custodire una parte di te, una parte che sarebbe stata mia per sempre! E poi quando sono tornato tu eri..lasciamo perdere!»

«Ero con chi? Niccoló? Lore tu sei sparito, tu mi hai distrutto. Ho solo ricominciato, senza guardarmi indietro»

«Mi hai dimenticato allora» non avevo la forza di rispondere, la voce mi era morta in gola, ero a pezzi, di nuovo «sai, invece io non ti ho dimenticata, per quanto io ci abbia provato per anni. Ti ho sempre pensato, ogni giorno, pensavo a te. Sei stata importate Alice, io ero innamorato di te, non è stato semplice non poterti più vedere, abbracciare e baciare»

«Eri innamorato di me?» sussurrai, a metà tra una domanda e una affermazione.

«Sì, lo ero, e forse lo sono anche ora»

Scossi la testa e volsi lo sguardo altrove, dove lui non poteva esserci «sai quando quel giorno ti ho attaccato..dicendoti di starmi lontano, me ne sono pentita» alzai gli occhi al cielo per non far scendere le lacrime che minacciavano di uscirmi «eri il mio migliore amico, eri colui che mi faceva sentire a posto, e per quanto male mi hai fatto, ho ancora bisogno di te»

«Anche io ho bisogno di te, ancora, forse non nello stesso modo che vorrei, ma ci posso provare»

«Quindi amici?» mi lasciai andare a un sorriso, prima di avvicinarmi a lui cautamente.

Roteò gli occhi e sbuffo divertito «vieni qui, stupida» ridacchiò e mi intrappolò tra le sue braccia, come una volta

I ricordi fanno male, questo é vero.

Forse era per questo che con Lore era finito tutto, troppi ricordi a galla, troppi fili che ci mantenevano, spezzati.

I ricordi sono proprio questo, mattoni per costruire pilastri, il terremoto che li distrugge.

*****

Quando lasciai Lore, trovai Niccolò sulla porta, con uno sguardo strano.

«Da quanto sei qui?» domandai, guardandomi in giro.

«Da un po'» rispose, alzando le spalle «che vi siete...» i suoi occhi vagavano confusi, era nervoso, lo si capiva dal tono e dal continuo trascinare le mani nei capelli.

Ridacchiai interiormente alla scena dolce.

«Che vi siete detti?»

«Abbiamo ricordato» la buttai lì, calciando nel vuoto e sospirando all'aria fresca di quella sera «abbiamo capito di aver bisogno l'uno dell'altro» sbiancò e non potei che sorridere «da amici» precisai.

«Perché gli hai parlato?»

«Sai come si costruisce un futuro?» chiesi retorica, lasciandogli scuotere la testa.

I suoi occhi blu brillavano alla luna.

«Chiudendo il capitolo del passato. Ed io stasera, ho cominciato a lavorare per il mio futuro»

«E cosa ci sarebbe in questo futuro?» ammiccò malizioso, provocandomi i brividi quando mi toccò i fianchi
«io e te, Niccolò Rizzo»

FINISH
+cioè no ahah il prossimo capitolo sarà un epilogo della ship Nalice di Mine1509 poi qualche missing moment su Gaia e Chris ship Garis di mrsxcollins AHAH
::::preferite che li inserisca qua o in un altro libro separato?

+stasera the vampire diaries XD

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top