[sette: my night]
+scusate il ritardo ma ho voluto prima concludere l'altra mia storia Lividi nel cuore, così ne ho una in meno da mandare avanti.
ma dopo non ho avuto nè voglia, nè tempo e nè la giusta concentrazione per scrivere.
spero vi piaccia comunque questo capitolo, buona lettura kidz.
Gaia era impazzita, era l'unica risposta plausibile al suo muoversi in modo completamente senza senso e schizzato.
Da almeno mezz'ora andava da una parte all'altra della stanza borbottando in maniera incomprensibile, avevo persino pensato che fossero quelle parole magiche che pronunciano le streghe quando vogliono far accadere qualcosa a tutti i costi.
Eppure lei e il suo avanti e indietro mi stavano provocando un fastidiosissimo giramento di testa.
«Si può sapere che stai facendo?» osai chiedere almeno per la decima volta, era stancante, lei non mi rispondeva mai, o scuoteva la testa o sbuffava.
In pratica, mi stava bellamente ignorando, come se fossi un insetto inutile.
«Zitta o mi deconcentri» berciò ammonendomi e donandomi un'occhiataccia da fare invidia ai film horror, mi aveva fatto venire i brividi sulla pelle.
«Almeno dimmi che hai in mente» la supplicai, feci gli occhi dolci e sbattei le ciglia peggio di una bambina di cinque anni che vuole il giocattolo appena adocchiato e sbatte i piedi a tera finchè non lo ottiene.
In poche parole, insopportabile, ma preferivo essere paragonata agli occhioni del gatto con gli stivali di Shrek.
«Sei noiosa» sbuffò e finalmente si fermò mettendosi le mani sui fianchi «stasera esci» sentenziò, inarcando un sopracciglio diabolica.
«Ma io dovrei..»
«Ah no carina, non mi interessa cosa avevi in mente di fare» mi ammonì, scuotendomi un dito davanti in senso negativo «ti porterò fuori e non accetto un rifiuto» alzò la testa in senso di superiorità: sua maestà la regina era davanti a me in tutta la sua imponenza.
Fu il mio turno di sbuffare e alzare gli occhi al cielo, anche se non avevo più libertà di scelta.
Sarei uscita quella sera ma solo perché ero obbligata, altrimenti me ne sarei stata sul divano a guardare il solito film deprimente del sabato sera.
Mi mancavano le serate folli e ribelli, quelle in cui non si sapeva mai cosa fare e alla fine si finiva per combinare cavolate e rischiare denunce.
Le cosiddette notti brave dei quasi non più adolescenti.
Se non lo facevo adesso che «avevo l'età» come mi raccomandava sempre mia nonna, a quarant'anni me ne sarei pentita e mi sarei ridotta a girovagare per le strade ubriaca e vestita da ragazzina.
Pensavo spesso al mio futuro ma vedevo bianco, completamente, con un bel punto interrogativo nel mezzo.
Potevo immaginare di essermi costruita una famiglia con marito e marmocchi al seguito che correvano per casa, ma poi tutto sfumava e me ne ritornavo seduta sul letto della mia stanza a guardare impotente il tempo che scorreva.
Stavo sognando con gli occhi aperti.
Una mano sventolò davanti alla mia faccia da pesce lesso e io mi riscossi, guardandomi intorno con sguardo perso.
«Dove eri andata?» mi domandò Gaia, sorridendo sorniona.
Alzai le spalle e la guardai imbronciata «a fare un giro con la testa»
Lei annuì e acchiappò un vestitino dall'armadio: una specie di tubino blu elettrico con dei ricami in pizzo sul fondo e sulle spalline, con una grande scollatura sulla schiena.
Acquisto vecchio e impolverato, mai indossato per pudore.
Inarcai un sopracciglio in una muta domanda e lei si affrettò a spiegare, quasi non stesse più nella pelle «metterai questa meraviglia di abito» mi ordinò, girandosi poi a proprio agio per raccogliere un paio di zeppe argentate «e queste» annuii più volte convinta e soddisfatta della scelta.
«Agli ordini capo» ironizzai sorridendo.
«Mi ringrazierai un giorno» sospirò e si buttò sul letto a peso morto, come se avesse appena corso la maratona di Boston.
********
Tutto mi sarei aspettata ma non una festa.
Una di quelle da spaccarsi i timpani per la musica impiantata al massimo con le casse ad ogni angolo, con almeno cinque ragazzi al bancone per servire alcolici, altri che vendevano robaccia e pacchetti vuoti di sigarette e cicche in ogni dove.
Quello era il Bollywood, locale attivo da qualche anno in cui avevo messo il piede massimo due volte.
La puzza di fumo già mi riempiva gli occhi e la bocca e non ero ancora arrivata a metà locale.
Mi girai con una smorfia verso Gaia che alzava il collo e faceva roteare gli occhi come una pazza, segno che stesse cercando qualcuno in particolare.
Dovevo immaginarmelo che avrebbe organizzato qualcosa, ancora aleggiava il mistero su chi l'aveva chiamata qualche ora prima.
Mi prese per mano e mi fece sprofondare in uno dei tanti divanetti scuri sparsi per quello spazio pubblico dove era già tanto se riuscivo a beccare ossigeno puro non contaminato.
«Allora?» strillai per farmi sentire, odiavo la musica troppo alta, sembrava mi uscisse direttamente dal petto.
Mi fece segno di attendere con la mano e dopo si sbracciò come una ossessa.
La guardai accigliata finchè non comparì un sorriso sulle sue labbra.
Tutto si svolse in un millisecondo e non ebbi il tempo di collegare i vari pezzi del puzzle.
Una testa castana e sul riccio si avvicinò a lei e senza degnarmi di uno sguardo o di un saluto si stese quasi su di lei, senza pudore, per stamparle un bacio sulla bocca.
Rimasi sconvolta ed impietrita, non tanto per la scena ma piuttosto perché il ragazzo incriminato assomigliava a qualcuno di ben conosciuto.
Continuavo a ripetermi che non era possibile, che se fosse stato lui l'avrei saputo in qualche modo invece, quando si girò dalla mia parte con gli occhi sgranati e lucidi, dovetti ricredermi.
Gaia impallidì visibilmente mentre io mi atteggiai da offesa e incrociai le braccia esigendo delle spiegazioni.
«Bucci» incominciò lui con voce roca e in evidente imbarazzo «chi si rivede»
Inarcai un sopracciglio e sbuffai «non cambiare argomento con me» ribattei dura e gridando per farmi sentire dalla musica a palla, era tutto un controsenso unico.
«Te lo avrei detto» intervenne invece Gaia «ma è la tua serata, la tua occasione»
Feci per domandare di che diavolo stesse parlando e soprattutto di quale occasione quando il mio sguardo cadde proprio su di lui.
+bah, che succederà adesso?ahah
++vi segnalo due interviste che ho fatto poco tempo fa, se volete fateci un salto o due, quanti ne volete xD
mi sono divertita molto a farle ahahah.
|| Jelia_Engel12 in Storie di interviste
|| mine1509 in Intervista ad Alicehorrorpanic
[se volete imprecare, benedirmi o rompermi le scatole per noia scrivetemi pure su ask dove sono Giulia Alice Mortisien ]
+ah, qualche giorno fa mi stavo chiedendo se sarei in grado di scrivere qualcosa, di non banale e scontato come al solito, tra persone più adulte diciamo e non ragazzi ahah anche perché ho due storie nuove che mi frullano in testa, ma con protagonisti sempre adolescenti ahahahah.
++e boh, mi sono anche stufata di scrivere di Alice e Nico ahahah non so più cosa inventarmi, spero di finire in fretta ahahah
++++eeeeh se volete seguite il mio secondo profilo sniffolibribad dove credo che pubblicherò una storia nuova [tra tantissimo eh] e pensavo di mettere anche Corpi elettrici ma non lo so, perché ho già pubblicato qui il prologo.
Bacibaci xoxo
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top