[missing moment quattro garis: swear]

HALOA

+questo missing moment non è nulla di nuovo, ho riscritto la notte di capodanno dal punto di vista di Gaia XD

buona lettura

[GAIA POV]

Avevo freddo, di nuovo, e uscire in terrazza per respirare aria non era stata un'idea tra quelle più geniali.

Dentro si moriva di caldo e fuori si gelava.

Mi ero stretta da sola, in una sorta di abbraccio solitario, aspettando che qualcuno mi ributtasse nella mischia dentro all'Hollywood.

«Gaietta, tu non hai freddo?» il nemico numero uno mi lanciò un'occhiata divertita e ammiccante, e io cercavo di non guardarlo negli occhi perché se lo avessi fatto avrei perso completamente il controllo.

L'ultima volta che lo avevo fatto eravamo finiti a baciarci in un angolo e nascosti da tutti, immersi solo nel nostro mondo immaginario dove due come noi andavano d'accordo.

«Posso riscaldarti se vuoi» aggiunse ridacchiando mentre io con una falcata mi allontanai di scatto «non toccarmi» avevo ancora impresso i ricordi del suo corpo attaccato al mio, delle sue mani che mi accarezzavano e non potevo cedere di nuovo «non voglio spiaccicarmi addosso a lui» diedi voce ai miei pensieri quando notai che Alice mi aveva guardato male, ma cosa poteva saperne lei?

Era accovacciata vicino al suo bad boy che amava ed era felice, inutile distrarla con i miei problemi adolescenziali con quell'ammasso di ricci che continuava ad osservarmi e a ridere da solo «sei testarda eh, dai vieni qui, stai congelando scema»

E nonostante tutto il mio impegno mi ritrovai schiacciata contro il suo corpo, un suo braccio mi circondava i fianchi come se avesse paura che potessi scappare da un momento all'altro.

Ma lui non poteva sapere che non mi sarei mai azzardata a scappare, perché le sue braccia sul mio corpo mi piacevano e avrei voluto stare sempre così, stretta a lui come una bambina che aveva paura del buio.

Tutti questi pensieri melensi erano solo nella mia testa perché fuori mostravo un'espressione imbronciata e concentrata per mettere ordine a questo mio disordine interno.

Volevo stare con lui ma allo stesso tempo non volevo perché avevo paura di essermi già scottata prima del tempo.

Sentii una sua mano scendere delicatamente e prima che potessi sciogliermi ringhiai un falsissimo «non palparmi» anche se avrei voluto che lo facesse, perché nessuno mi aveva toccato così attentamente e dolcemente come lui.

Questa cosa mi faceva una grandissima paura, me la facevo sotto al solo pensiero.

«Vuoi stare un po' calma per favore? Non sono mica un molestatore»

No, certo che no, infatti le sue mani non erano sul mio seno sinistro l'ultima volta.

Grugnii infastidita e gli mollai una gomitata nello stomaco che lo fece smettere di ridere come un demente.

Fu il mio turno di ridacchiare vittoriosa ma l'emozione durò poco perché quella vipera di Niccolò pensò bene di allontanarsi per andare a ballare con la sua principessina, senza pensare ai problemi mentali che mi stavano affliggendo.

Non sapevo cosa fare, come comportarmi e cosa dire, perciò me ne stavo tranquilla e tremante tra le sue braccia, in attesa che quei due tornassero.

Non volevo muovermi perché se lo avessi fatto mi sarei imbattuta nel suo viso, nei suoi occhi e ciao mondo, quei due brillanti verdi avevano qualche potere sconosciuto, erano in grado di ammaliare qualunque essere femminile, o forse ero solo io che avevo un debole per loro.

Mi mossi cercando di scacciare quel pensiero dalla mia testa e ne uscii con una frase che era più una domanda, dettata dalla mia impazienza «ma dove cazzo sono finiti quelli»

Lo sentii sospirare e soffiare un finissimo «che ne so, saranno andati a scopare»

Inarcai un sopracciglio e gli rifilai un'altra gomitata «come sei rude cazzo» e tentando di incrociare le braccia al petto incontrai le sue mani gelate che mi lanciarono varie scariche elettriche in tutto il corpo.

Digrignai i denti e mi rimisi le mani in tasca chiudendo gli occhi per ignorare quei brividi traditori.

«E tu sei eccitante quando dici le parolacce»

Sorrisi al pensiero che fosse già la seconda volta che me lo confessava ma decisi di non far vedere quanto fossi appagata di saperlo, mascherando il tutto con una risatina «se non stessi congelando ti avrei già riempito di botte»

Alzai lo sguardo e lui fece lo stesso, trovandomi il suo volto a pochi centimetri dal mio e deglutii rumorosamente, sentendo anche colorarsi le mie guance.

«Mi devo ritenere miracolato allora» soffiò questa risposta sul mio viso e mi districai appena in tempo dal suo abbraccio anti-congelamento «devo andare in bagno» peggior scusa non potevo trovare ma dovevo allontanarmi da lui per un po' per liberare la mia mente da certi pensieri.

«Fumo una sigaretta e ti raggiungo»

«Non ce ne è bisogno, sono capace di andarci da sola» precisai e volevo anche convincerlo a non seguirmi per nulla al mondo.

Roteò gli occhi e mi linciò con quei bellissimi occhi verdi «lo spero per te, comunque era per non perderci»

«Allora potevi fumartela prima la sigaretta no?» gli feci notare ovvia.

«So che ti da fastidio»

Che amore, come faceva a ricordarsi una frase detta cent'anni prima?

«Comunque non ti preoccupare, farò in fretta e ti raggiungerò Gaietta mia»

Mascherai i miei occhi a cuoricino e un imminente infarto con un grugnito e uno sguardo assassino.

Dopo un'ultima occhiata rientrai per dirigermi ai bagni, o in qualunque posto avrei trovato a patto che fosse isolato da tutti.

La musica mi frastornava e mentre cercavo di farmi spazio nella ressa afferrai un bicchiere da un tavolo e lo buttai giù velocemente.

La gola mi bruciava ma mi sentivo rinvigorita e meno infreddolita.

In fondo trovai la porta della toilette femminile ed entrai, mi slacciai il giubbotto e mi guardai allo specchio grande come tutta la parete: il tubino blu che indossavo mi stava alla perfezione, mi fasciava perfettamente tutto il corpo lasciando poco all'immaginazione, i capelli mi scendevano sulle spalle in leggere onde che miracolosamente ero riuscita a fare con quella dannatissima piastra per i ricci e il trucco era ancora perfetto, non era sbavato e incorniciava i miei occhi azzurri leggermente dilatati.

Stavo farneticando su quest'ultimo aspetto quando sentii la porta aprirsi e mi intrufolai velocemente nel bagno bofonchiando un «ma che cazzo» essendo stata presa alla sprovvista ma poi riconobbi la risata divertita e passato lo spavento momentaneo sospirai «ah sei tu»

«Chi pensavi che fossi scusa? Ti avevo detto che ti avrei raggiunta»

«Hai fatto presto»

«Sono scappato da una biondina ubriaca»

Nascosi il conato che mi era salito in gola nel sapere che qualcuna ci aveva provato con lui e sorrisi inconsapevolmente per il fatto che lui non era stato con lei.

Scossi la testa per eliminare quei pensieri insensati e uscii dal bagno, per lavarmi le mani «strano, non è nel tuo stile scappare, di solito le accontenti» ghignai e mi girai a guardarlo, notando che i suoi occhi stavano percorrendo intensamente ogni centimetro del mio corpo in modo quasi innaturale, senza farsi sfuggire nessun dettaglio.

«Accontento chi voglio» sottolineò, lanciando un'occhiata al mio viso leggermente arrossato.

Poi ritornò a farmi la radiografia e di colpo si passò le mani sugli occhi, come per non vedere cosa avesse davanti.

Inarcai un sopracciglio divertita «che cazzo fai con le mani davanti? Hai visto un fantasma? Dove cazzo è andato ora?» la mia bocca scaricava domande a non finire e io continuavo a ridere come una scema.

«Gaietta» la sua voce bassa e roca mi fece bloccare le parole in gola «ti ho già detto che mi ecciti quando dici le parolacce?»

Mi morsi un labbro catturata dal suo sguardo intenso «e quindi?»

«Quindi» fece un passo avanti mentre io di riflesso ne feci uno indietro, incontrando il muro «non farlo più» il suo tono era così supplichevole che non potei non pensare che si stesse trattenendo da fare qualcosa.

Ma io non volevo che si trattenesse «va bene cazzone» sussurrai e subito dopo mi tappai la bocca «ops»

Lui mi guardò con gli occhi sgranati e ancora più brillanti «lo fai apposta per farmi impazzire vero?»

No, non lo facevo apposta ma mi stavo divertendo da matti a vederlo in quello stato, combattuto tra il resistere e l'osare.

«Cosa coglione?» replicai innocentemente e accennai un sorriso che subito fu nascosto dalle sue labbra che si avventarono sulle mie, mordendole.

Allacciai le mie braccia intorno al suo collo pensando solo a quanto mi fosse mancato baciarlo, anche se erano passati massimo due giorni, e quel sapore di fumo che tanto odiavo stava iniziando a piacermi, soprattutto se era nella sua bocca.

Il mio giubbotto era di troppo secondo lui, così me lo tolse con un istinto quasi violento e impaziente, mi afferrò per i fianchi e lo circondai con le mie gambe mentre lui scendeva a baciarmi il collo e le spalle, lasciando qualche morso nel suo percorso.

Le sue carezze non erano più delicate ma fameliche, e mi stavano facendo impazzire.

Gli tolsi il giubbotto e lo lasciai cadere a terra, intromisi le mie mani sotto la felpa scura che indossava e potei sentire il suo petto marcato, le sue spalle forti e le braccia muscolose ma non eccessivamente.

Toccarlo, sfiorarlo e graffiarlo mi stava piacendo troppo e lui non si stava lamentando, anzi, a ogni mio tocco mordeva la mia pelle con più forza.

Stufa di non poter vedere gli tolsi con uno scatto anche quell'indumento di troppo per finalmente dare un'immagine a ciò che avevo percorso fino ad ora, marchiato da vari segni rossi e piccoli graffi sulla pelle bianca.

Sembrava tutto così irreale e fantastico, immersi nel nostro silenzio fatto di sospiri e respiri pesanti, finchè alle nostre orecchie non giunse la voce dello speaker che annunciava che mancavano pochi secondi a mezzanotte.

Fermarsi o andare avanti?

Smettere di sognare e tornare alla realtà o continuare questa pazzia?

Il mio cervello non ragionava più, il mio cuore batteva così forte che ero certa che anche lui lo sentisse, e il mio corpo rispondeva al suo tocco automaticamente «muoviti stronzo» mi uscì inconsapevolmente, quando mi pizzicò l'interno coscia e mi baciò dietro l'orecchio.

Si staccò e lo sentii ridacchiare mentre cercava nella tasca del giubbotto il preservativo, che non sarebbe servito ma non avevo la forza di parlare, per paura che uscissero frasi incontrollate dalla mia bocca.

Dopo pochi secondi ritornò da me e mi baciò dolcemente, mentre si slacciava i pantaloni e mi appoggiava sul bordo del lavandino freddo.

Alzò di poco il mio vestito e si bloccò, ponendo le mani sui miei fianchi e appoggiando la fronte alla mia «giurami che non te ne pentirai, che non me lo rinfaccerai e che soprattutto lo vuoi quanto lo voglio io in questo momento» la sua voce era bassa e tranquilla, senza nessuna punta di divertimento e pensai in che modo riuscisse a stare così calmo quando io scalpitavo, ormai vicino alla pazzia.

Mi mossi per far incontrare le nostre labbra ma lui si scostò incatenando i miei occhi ai suoi «giuramelo, dimmi che non sono solo io star impazzando, che è normale desiderarti così..»

«Ti giuro che ti voglio proprio ora come non ho mai voluto nessuno prima» bloccai il suo flusso di parole per confessare la mia insanità mentale e confermare la pazzia di entrambi.

Afferrai le sue mani e scostai del tutto il mio vestito, avvicinandomi a lui e iniziando a baciarlo piano.

Era strano che volesse conferme, lui che era sempre sicuro di sè e sparava battute a raffica, forse era vero che eravamo due pazzi e ci completavamo alla perfezione.

Il conto alla rovescia era già iniziato da un pezzo ma a noi non importava, il suo corpo si era già unito al mio con poca delicatezza, ma il sapere che non erano solo mie congetture mi faceva sentire sollevata e felice.

Anche lui mi voleva quanto me, anche se non sapevo quanto questa situazione fosse durata, l'indomani avremmo dovuto affrontare le conseguenze oppure ce ne saremmo dimenticati in fretta.

Ma più lui mi baciava e mi toccava, più pensavo che non sarei riuscita a dimenticare nulla, nessun gesto, nessun bacio, nessuno sguardo, niente di niente, perché lui mi piaceva, mi piaceva come mi guardava, come mi sfiorava con la paura di rompermi, come mi faceva sentire, e forse mi sarebbe piaciuto per sempre, fino a quando la realtà non sarebbe venuta a bussare dentro al nostro sogno.

S B E M

+ho notato che cagate poco questi capitoli che invece a me piacciono anche di più rispetto agli altri, ma come si dice, meglio pochi ma buoni quindi vi amo comunque ahah

+cosa vi aspettate dal prossimo missing moment?
[ne mancano tipo due]

xoxo

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