[missing moment due garis: body on me]
HALOA
+ecco a voi il secondo missing moment della coppia Garis di mrsxcollins 👄
+impo:::: i capitoli sono ambientati quasi un anno prima, tra natale e capodanno, quando i due barboni non stavano ancora insieme
buona lettura kidz
[GAIA POV]
Faceva freddo, mi sentivo un ghiacciolo tanto che l'aria filtrava anche attraverso il mio cappotto verde militare e il mio cappellino di pelo che avevo messo apposta per ripararmi.
Ma nulla si poteva fare contro l'inverno, neanche la sottoscritta Gaia Blasi aveva un metodo infallibile.
«Gaia, vieni o no?»
Mi girai verso Alice che mi stava chiamando per la decima volta su quella cavolo di pista di pattinaggio, anche lei coperta fino alla testa come un'eschimese.
Scossi la testa e mi sorpresi che non si fosse incriccata per tutti quegli spifferi gelidi sul collo «per ora no, vai tu» le sorrisi e ritornò a volteggiare sul ghiaccio insieme al suo bad boy fresco di conquista.
Si muoveva con così tanta leggerezza e sicurezza che sembrava volasse.
«Non ti piace pattinare?»
«Non ho bei ricordi» storsi la bocca e vagai con lo sguardo su tutte quelle persone che giravano a cerchio, come se fosse qualcosa di automatico nella loro vita.
«Non mi dire» lui ridacchiò e mi diede una gomitata «una piccola Gaietta che cade sul ghiaccio?»
Lo fulminai e assottigliai lo sguardo «non c'è niente da ridere, mi sono slogata una caviglia per colpa di una bambinetta idiota che mi è venuta addosso»
«L'hai stesa con il tuo fascino»
«Sarebbe più giusto dire che lei mi ha steso e si, il bambino che le piaceva aveva occhi solo per me, era gelosa e mi ha fatto un dispetto» grugnii al solo ricordo di quella scenetta, avevo fatto la figura dell'imbranata e quell'arpia non mi aveva mai chiesto scusa.
Se l'avessi incontrata ora gliele avrei suonate di santa ragione.
«Uh, facevi già stragi allora» rise e scosse la testa divertito dalle mie disgrazie infantili.
«La farò davvero ora se non la smetti di parlare»
Quell'ammasso di ricci stipato nella sua cuffia giallo ocra alzò le mani in segno di resa e pensò bene di starsene zitto.
Dovetti ammettere a me stessa però che vedere la sua bocca muoversi per sputare fuori parole inutili e poco confortanti mi riportò con la mente all'altra sera, alla festa, al gioco della bottiglia, alle sue labbra sulle mie, al bacio a cui ero stata costretta, ai brividi comparsi subito dopo, alla gola secca e alla voglia di rifarlo.
No, scossi la testa con forza per far uscire quei pensieri malsani e lui mi guardò con un sopracciglio alzato, ma non osò dire nulla e gliene fui grata, non avrei potuto scommettere che uscisse qualcosa di sensato dalla mia bocca.
Così, accolsi come un'ancora di salvezza il ventesimo invito della bionda di mettere quei dannati pattini e scivolare per un po' sul ghiaccio, per liberare la mia testa da quei pensieri macabri e insulsi che stava macchinando da qualche minuto.
Niccolò era uscito a far compagnia all'amico, mentre Alice mi aveva preso per mano e mi stava accompagnando attraverso quel percorso circolare ricalcato da tutti.
Dopo qualche tempo in cui la mia barriera di pericolo sfumò, riuscii a cavarmela da sola, a pattinare con sicurezza, come se lo facessi da tutta la vita.
Ogni tanto gettavo occhiate dietro di me, dove trovavo sempre la mia compare, e all'ingresso dietro al muretto, notando di avere sempre gli occhi di Christopher addosso, tranne l'ultima volta, perché i due bad boys erano scomparsi dalla loro postazione.
Mentre il mio cervello macchinava ipotesi irreali e la mia testa era ancora mezza girata, andai a sbattere contro qualcuno, il mio corpo era letteralmente spalmato contro un altro e avevo chiuso gli occhi per non dover guardare l'ennesima figuraccia causata da una maledetta pista da pattinaggio.
Da oggi in poi avrei chiuso i ponti, non c'era altra soluzione.
Eppure trovai la forza di girare la testa e aprire un occhio, e sospirare di sollievo quando mi accorsi che non fosse uno sconosciuto ma subito mi irrigidii e avvampai quando constatai che ero stretta tra le braccia del nemico.
Ero incapace di muovermi, sia perché le sue braccia circondavano la mia vita sia perché i suoi occhi verdi mi guardavano con una luce strana a pochissimi centimetri di distanza.
«Non credevo di fare questo effetto anche su di te» gongolò alzando un angolo della bocca, rovinando immancabilmente quel momento di ipnosi reciproca.
Con un movimento brusco mi allontanai e mi raddrizzai, e con testa alta e petto in fuori, inarcai un sopracciglio e feci scorrere i miei occhi sulla sua figura dal basso verso l'alto «nessun effetto, non almeno quello che pensi tu»
«Vorresti dire che non mi trovi affascinante?»
«Esatto, ti trovo repellente, soprattutto conciato in questo modo da barbone» soffiai, dipingendo sulle mie labbra un sorrisetto di scherno.
[CHRIS POV]
«Mi tratti male perché ci siamo baciati l'altra sera?» le domandai, con un tono di voce malizioso e occhiate ammiccanti.
«È stato un bacio non voluto, colpa di quello stupido giochetto» grugnì e scosse la testa indispettita, per poi salire le scalette di legno.
«Allora non mi parli perchè ti è piaciuto?»
«Non dire cazzate» bofonchiò e si bloccò di colpo, vagando con lo sguardo sulla pista di pattinaggio per inquadrare dove fossero i due piccioncini.
«Non ti costa nulla ammetterlo»
«Non ho intenzione di alzare ancora di più il tuo ego»
«Arrenditi Gaietta» la provocai di nuovo, stavo ridacchiando ormai da dieci minuti cercando di estorcergli quell'informazione che mi premeva conoscere, mi ero trasformato in una donnetta pettegola, ma ero troppo affamato di curiosità, e di speranza.
Lei si girò di scatto pronta a fronteggiarmi con il suo sguardo duro «ti avverto, finiscila»
Schioccai la lingua e scrollai le spalle «devi solo rispondere di sì»
«Non ti dirò mai di si» rispose pignola e continuando a camminare tra gli spalti, dandomi le spalle.
I suoi capelli lunghi mossi ondeggiavano da una parte all'altra, il suo corpo si muoveva con una sensualità tale che lei sicuramente ignorava ma che io notavo benissimo.
Mi schiarii la voce e interruppi il flusso dei miei pensieri per tornare sul pianeta terra «quindi ti è piaciuto di più il bacio di quel tizio?» aggrottai la fronte sconcertato e per niente convinto.
«Dio, che strazio che sei»
«Avrei preferito dicessi altro su di me» alzai un angolo della bocca ammiccando nella sua direzione, ma lei si bloccò e si girò, trovandomela vicinissima al mio viso, ai suoi occhi celesti e alla sua bocca rosea.
Deglutii e sentii lei fare lo stesso, prima di inspirare profondamente e trattenere il respiro «Chistopher Marconi, se dicendoti che il tuo bacio è stato il più bello della mia vita, mi lascerai in pace?»
Mossi le mie labbra in un sorrisetto sfacciato e inclinai la testa di lato «forse»
S B A M
S B E M
xoxo
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