[dieci: pink effect]

HO AGGIORNATO ANCHE SE È IL MIO COMPLEANNO, AMATEMI AHAHAH

+siamo già al decimo capitolo, a metà dell'opera insomma ahahah.
buona lettura kidz

Sentii degli applausi e degli urletti di sottofondo, ma non ci feci molto caso poiché il mio cervello, insieme al cuore, stava rielaborando le sue ultime parole: «neanche io mi stuferò mai di te, sei la mia cattiva ragazza»

Ero come una qualsiasi macchina messa in stand-by, inceppata, a cui serviva una nuova carica per ripartire e prendere conoscenza.

«Bro, finalmente, ero stufo di vederti depresso»

«Sta zitto idiota»

«Brava bionda» a questa affermazione seguì una pacca forte sulla mia spalla e ritornai sulla terra, con la faccia di Gaia sorridente davanti agli occhi.

Aggrottai la fronte e scossi la testa rimbambita più che mai.
Nessuno fece caso al mio strano comportamento a parte la mora che continuava a guardarmi su di giri e annuendo soddisfatta.

«C'è da festeggiare» strillò Chris in preda a qualche crisi alcolica, ero troppo felice e pazzo per essere sobrio.

Accennai una risatina e sentii un braccio sulla mia spalla «come vuoi festeggiare?» mi chiese malizioso lo stronzo-ragazzo affascinante, accentuando la domanda con un ghigno che non prometteva nulla di buono.

Alzai le spalle e mi voltai a guardare Gaia che osservava la scena sorridendo furbescamente «e se andassimo un giorno al mare?»

Il riccio schioccò la lingua e alzò un braccio al cielo urlando «tutti al mareee» ma la sua pazzia fu frenata sul nascere da una pacca sul collo neanche tanto debole da parte di Nico «cazzo urli idiota»

Mi morsi un labbro per non ridere e mi guardai in giro per verificare che nessuno avesse assistito alla scena imbarazzante.
Zero pubblico, per fortuna.

«Allora, che ne dite?» continuò la mora, lanciando occhiate ammonitrici a Chris e scuotendo la testa divertita allo stesso tempo.

«Per me va bene» annuii felice osservando Chris ora seduto a terra che ci guardava dal basso sorridendo come un ebete.

«Ma che c'ha?» chiese preoccupato e sarcastico il mio ragazzo, abbassandosi per dargli un'altra pacca leggera sulla testa.

«Credo si sia fumato qualcosa prima e sta facendo effetto solo ora» spiegò Gaia, sempre più divertita.

Non avevo mai visto Chris in quello stato in tutti gli anni passati a scuola, probabilmente era un episodio da incorniciare in qualche modo.

«La finisci di picchiarmi?» disse lui rivolto al suo amico che iniziò a ridere a crepapelle per l'espressione imbronciata dell'altro.

«Andiamo a casa riccioli d'oro» lo canzonò Gaia, sorridendo sotto i baffi seguita anche da me.

«Ma non sono biondo» protestò lui, incrociando le braccia al petto.

«Vuol dire che te li tingerò» sbuffò lei guardandomi in cerca di un aiuto.

«Dai rompicoglioni, alzati» berciò il suo caro amico, cercando di tirarlo su di peso.

«Non hai muscoli bro» lo beffeggiò l'altro.
«Presto mi iscriverò in palestra, non temere, per te questo e altro» ribattè, riuscendo finalmente a rimetterlo in piedi anche se in equilibrio precario.

«Uomini» mormorò Gaia al mio orecchio.

«Ma ti piace questo uomo» strascicò il riccio girandosi a guardarla, aggrappato a un braccio dell'amico «e anche tanto direi» ammiccò malizioso squadrandola dalla testa ai piedi e ricevendo una pacca sul braccio dalla mia amica.

«Siete violenti voi due» indicò gli altri e poi mi sorrise «e tu Bucci, non mi vuoi picchiare anche tu?»

«Per ora no, ma picchierò la tua ragazza» chiesi interrogativa «che mi ha nascosto la vostra storia segreta» le puntai un dito contro scherzosa e lei alzò le mani in segno di resa «chiedo venia»

**************

«Ho sonno» un lamento accompagnato da uno sbuffo seccato ruppe il silenzio quasi totale, a parte per il rumore delle rotaie e il chiacchiericcio sul vagone, proveniente dall'essere reduce da una nottata post-sbronza.

In effetti, non era stato molto produttivo e ragionevole buttarlo giù dal letto alle sette di mattina per arrivare a salire sul treno delle nove.

Ancora mi domandavo come aveva fatto, probabilmente Gaia l'aveva tempestato di chiamate, conoscendola, o era andata direttamente a casa sua per massacrarlo di botte e aspirine per fargli avere un aspetto almeno presentabile e da umano.

«Manca poco brontolone» ribattè la mora alzando gli occhi al cielo e rifilando la rivista Cosmopolitan nella borsa a tracolla nera.

Sorrisi e mi girai verso destra dove il mio sguardo fu catturato da una chioma scura e da degli occhi blu luminosi.

Accennai una risata imbarazzata per l'intensità del suo sguardo e scossi la testa, pensando al casino della sera prima.

Tutto era finito o quasi, nel migliore dei modi, a parte il discorso del per sempre felici e contenti che era stato prettamente abolito.

Sbuffai e allungai lo sguardo per ammirare il mare baciato dai raggi del sole, le palme alte e verdi, le case colorate in modo quasi troppo allegro, ma che trasmettevano felicità anche all'essere più depresso sulla terra.

Sentii qualcosa sfiorarmi la mano, aggrottai la fronte e abbassai lo sguardo, notando due mani aggrovigliate: la mia e la sua.

«Dimmi che la casa ha un letto grande» borbottò Chris sempre con l'aria assonnata di due ore prima.

«Ce ne sono due e sono matrimoniali, quindi si» spiegò Gaia annuendo «ma non lo vedrai neanche, siamo venuti per andare al mare» continuò con tono autorevole e guardando di sbieco il riccio, che alzò a sua volta lo sguardo e appoggiò la testa sul sedile.

«Ti è andata male bro» lo schernì Nico, infierendo ancora di più sul suo mal di vivere dopo la notte scorsa.

«Dai pecoroni, dobbiamo scendere alla prossima» berciò lei dopo aver ascoltato con fatica la voce dell'autoparlante che annunciava la prossima fermata.

Afferrai la borsa e mi alzai, cercando di rimanere in equilibrio e non volteggiare a destra e a sinistra.

Delle mani si posarono strette sui miei fianchi e mi spinsero più avanti, fino alla porta d'uscita.

Il treno si fermò con un fischio e scendemmo in massa quei gradini alti e malefici, finendo tra i vacanzieri con cappelli di paglia e camicie a fiori.

Storsi il naso e seguii Gaia che sembrava essere il capo di una comitiva con le mani alzate per farsi vedere, le mancava la bandierina rossa e avrebbe potuto condurre un esercito intero.

Assaporai la ancora lieve aria di mare e respirai a fondo quell'aroma, amavo quella sensazione.

«Drogata» mi canzonò il mio ragazzo guardandomi perplesso per l'espressione del mio viso «muoviti o ci perdiamo» ridacchiò e mi prese per mano, raggiungendo una pazza che correva e uno che si trascinava a fatica.

Sorrisi divertita e mi affrettai anche io dietro di loro attraverso varie stradine piene zeppe di negozietti, ristoranti e gelaterie.

Dopo circa dieci minuti arrivammo davanti a un portone di legno vecchio e rovinato, ma a parte ciò l'esterno perfettamente bianco prometteva più che bene.

Tre scalini e cinque rampe di scale dopo, nonostante il calpestare un tappeto rosso fuoco degno delle star di Hollywood, ero stanca morta e potevo sposarmi subito con Chris che stava sbuffando e imprecando già dal primo gradino.

Finalmente dopo la scalata del secolo arrivammo a una porta bianca lucida, Gaia si girò sorridente e con un ghigno strano stampato in viso e inforcò la chiave per entrare nella reggia della regina.

Era tutto al buio ma appena la luce iniziò a traspirare dalle tapparelle alzate, un bianco accecante mi colpì negli occhi.

Basta bianco, in futuro avrei preso una casa tutta nera, dark totale.

Il corridoio lungo portava a sinistra verso le due camere da letto, grandissime e ben accessoriate con matrimoniale, divanetto, scrivania e armadio a tre ante, a destra invece c'era la cucina, piccola ma con tutto il necessario.

In fondo, il bagno mi trasmetteva un'aria strana, mi affacciai e mi luccicarono gli occhi, mi sarei messa a saltare da lì a poco.

«Bucci» il riccio mi squadrò da capo a piedi per assicurarsi che non avessi qualche verme che mi correva su per il corpo «cazzo c'hai, sembri pazza»

«Meraviglia, che hai visto che ti eccita più di me?» chiese l'altro con un ghigno malizioso e scrollando la testa per scompigliarsi ancora di più i capelli.

Gaia mi arrivò alle spalle e mi sorrise complice «sapevo che avresti apprezzato bionda»

«Avete rotto con sti segreti» berciò Chris avvicinandosi e bloccandosi poco dopo, con aria sconvolta «stai scherzando vero?» chiese speranzoso, mentre io e la mora gli scoppiammo a ridere in faccia.

Nico aggrottò la fronte non capendo lo scambio di battute senza logica, così ci raggiunse e poi guardò comprensivo l'amico negando con la testa «non ci entrerò mai» affermò sicuro.

«Che sarà mai, quanto la fare lunga» sospirò la mora, divertita più che mai.

«Come cazzo faccio ad entrare in un bagno completamente rosa?» strillò indignato il riccio «non mi esce neanche se lo prego in ginocchio»

IL FINALE È DA CENSURA, MA OKAY AHAHAH

+brutta notizia, credo che pubblicherò ancora qualche capitolo e poi mi fermerò perché dovrò studiare per gli esami in estate, ma proverò a concludere questa 'prima parte' del libro prima di interrompermi.

BaciBaci

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