1.

Sono passati 3 anni, 36 mesi, 156.54 Settimane,1095.75 Giorni, 26298 Ore e 1577880 Minuti da quando ho lasciato Bordeaux per trasferirmi a Belstaff.

Ogni giorno provo ad essere una persona forte, a far finta di essere felice ma non  riesco; sono tre fottuti anni  che le lacrime mi fanno compagnia.

E' solo allergia dico. Nessuno osa chiedere, tutti annuiscono. Non sono stupidi hanno capito che il mio rientro a casa non è stato causale. Nessuno osa impicciarsi nei miei affari e come dargli torto? L'unica volta che hanno provato a chiedere ho reagito urlando.

Tiro su con il naso e mi volto a guardare la meraviglia che dorme al mio fianco. Così piccolo e indifeso, non so se avrò la forza di proteggerlo. Vorrei essere forte per lui, essere la mamma che si merita ma come faccio se sono rotta all'interno? Come faccio se tutto ciò che pensavo durasse in eterno si è sbriciolato in un nano secondo?

Un altra notte passata in bianco,  un'altra notte a perdermi nei meandri dei miei pensieri. Un'altra notte passata a pentirmi delle mie scelte. 
In fin dei conti a pagarne le conseguenze è stato il mio piccolo raggio di sole e per questo sono pentita amaramente.

Se tornassi indietro agirei in modo diverso ma piangere sul latte versato non è mai servito a nulla. Questo è l'insegnamento di mia madre Amanda Buils.

Sono le cinque del mattino quando poggio il piede sul tappeto persiano di casa mia, troppo presto per un bambino di tre anni; mi dirigo in cucina, ho bisogno di caffè per affrontare questo nuovo giorno.
Accendo la macchina del caffè e quando noto la spia verde inserisco la cialda e premo il pulsante. Il liquido scuro scende finendo dritto dentro la tazzina arancione, il suo odore mi scuote dallo stato di trance e una  volta bevuto inizio a preparare l'occorrente per la colazione di mio figlio.

Il rumore delle chiavi nella serratura mi avverte che lei è già qui.
« Il fatto che tu sia la mia migliore amica non ti autorizza ad entrare in casa mia così.» la mia giornata non inizia mai senza Tess .

Tess non è sempre stata la mia migliore amica anzi al liceo ci siamo odiate ma dopo alcuni anni ci siamo ritrovate ad essere due madri nello stesso reparto di cosmetici dell' azienda in cui lavoriamo e dopo aver approfondito la conoscenza  abbiamo imparato a tollerarci l'una con l'altra ma la ciliegina sulla torta è stato il matrimonio con mio fratello Joel.

« Mi hai dato tu le chiavi di casa!» con tono offeso fa il suo ingresso in cucina ancora con indosso il suo pigiama di pile.

« Per le urgenze.» replico con tono divertito.

« Ogni mattina è un'urgenza.» Certo per lei alzarsi dal letto e venire in casa mia a prendere un caffè si tratta di un'urgenza.

«Oggi tornerai a lavoro? » chiede con un tono indagatore che non mi piace per niente.
Sento i suoi occhi puntati su di me, anche se sono di spalle capisco che vorrebbe prendermi a testate. Non tollera la mia insonnia ma soprattutto non tollera la mia non richiesta di aiuto.

«Si. Non posso approfittare della bontà della signora Lana. Albert è guarito del tutto quindi posso benissimo lasciarlo a mia madre» e mentre bevo un sorso di caffe mi giro a guardarla.

« Tess, smettila. So quello che stai pensando. Finché resisto va bene, fidati di me.» accenno un sorriso e mi dirigo in camera per controllare Albert.
Non voglio litigare con lei soprattutto non voglio ferirla con i miei modi bruschi. 
Quando torno in cucina trovo la trovo ancora lì, gli occhi puntati sul display del mio cellulare e lo sguardo di chi ha appena visto un fantasma. Mi avvicino per controllare cosa abbia scaturito la sua reazione quando noto il mittente di quella fottuta email.
Il cuore inizia a battere furioso, le lacrime iniziano la sua discesa e il sudore mi imperla la fronte.
E' tutto finito, sarà un fottuto disastro.




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