Capitolo 1: A suon di Kylie Minogue

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                                   KINSLEY

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La la la-la-la
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<<Kinsley forse dovresti scendere.>>
Joe, la mia migliore amica (anche l'unica), cerca di convincermi a scendere dal tavolo sul quale sono salita subito dopo aver sentito le prime note della mia canzone preferita.

Non ho dovuto nemmeno aspettare che la prima parola rimbombasse nell'aria, appena la base è partita, ho capito al volo.

Scuoto la testa e continuo a ballare sul tavolo, prestando poca attenzione a quello che i miei piedi, infagottati da un modello fantasmagorico di stivaletti Jimmy Choo, calpestano.

<<Sei tutta matta.>> Urla ed inizia a muoversi al ritmo di musica anche lei, senza però salire sul tavolo.

Mi blocco sul posto e sbatto i piedi a terra.

<<Non sono tutta mattaaa>> Alcune persone si girano verso di me, altre invece si limitano a guardarmi nascondendo un sorriso.

Non sono tutta matta! Forse un po' folle, ma non tutta matta.

La la la
La la la

La la la-la-la
La la la la la

I just can′t get you out of my head
Boy, your loving is all I think about
Ragazzo, il modo in cui ami è tutto ciò a cui penso

I just can't get you out of my head
Non riesco a toglierti dai miei pensieri

Boy, it′s more than I dare to think about

Continuo a muovermi a ritmo di musica, facendo dei movimenti provocanti. Talmente tanto, che la gonna nera aderente piena di pagliette luccicanti, anch'esse nere, sale pericolosamente su.

Meno male che ho messo questo tanga nero di pizzo comodissimo pagato una piccola fortuna da Victoria Secret, almeno se le persone guarderanno sarà davvero un bel guardare.

Faccio una giravolta. Mi abbasso buttando il sedere all'infuori e mi rialzo portando le mani sopra la testa e scuotendole.

Un boato, urla per lo più maschili, si diffonde nell'aria. Apro gli occhi di scatto, quel tanto che basta per vedere alcuni uomini che si sono avvicinati al tavolo e mi stanno incitando a continuare.

La la la la la

La la la
La la la

La la la-la-la
La la la la la

I just can't get you out of my head
Non riesco a toglierti dai miei pensieri

Boy, your loving is all I think about
Ragazzo, il modo in cui ami è tutto ciò a cui penso

I just can't get you out of my head
Non riesco a toglierti dai miei pensieri

Boy, it′s more than I dare to think about.

Poco dopo, altre grida si diffondono nella stanza. Alle urla maschili, però si sono aggiunte anche quelle femminili.

Non c'è bisogno che apra gli occhi per vedere, so già cosa è successo. Qualcuno, forse proprio il DJ, ha spento le luci ed ha acceso la sfera stroboscopica, che inizia ad illuminare a caso la sala.

Mi sento afferrare la caviglia. La stretta è gentile, ma fastidiosa, e la mano fredda a contatto con la mia pelle calda mi fa rabbrividire. Così abbasso lo sguardo per chiedere alla persona di mollare la presa.

<<Joe non mi convincerai a scendere. Smettila.>> Scalcio la mano della mia migliore amica come se fosse una palla da football e faccio qualche passetto indietro.

<<Stronza voglio salire anche io.>> Urla lei, muovendo le braccia sopra la testa e facendo le corna verso l'alto con le mani.

Forse è un tantino ubriaca. Scuoto le spalle. Gliel'avevo detto di non bere tutti quei Martini.

Dei ragazzi al suo fianco, sentendo le sue parole, l'afferrano dalle gambe e la fanno salire sul tavolo al mio fianco.

Appena i suoi piedi si fissano stabilmente sulla superficie, mi si getta tra le braccia. La sua pelle è umida e si attacca alla mia facendomi storcere il naso. Odio il sudore!

<<Sei la migliore. È l'addio al nubilato più bello della storia.>> Mi stringe ancora. Poi molla la presa ed inizia a ballare senza seguire il ritmo.

E io che pensavo che fosse l'addio al nubilato più brutto della storia.

In realtà era partito come il più brutto, ma poi la ruota della fortuna ha iniziato a girare. O quasi.

Avevo ingaggiato degli spogliarellisti grazie ad un sito internet. Duemila dollari, due ore, due spogliarellisti. Un affare!

Mi ero accordata, via chat, con uno di loro. Aron, un cioccolatino brasiliano, niente male. Spalle larghe, pettorali in vista, mascella squadrata, capelli neri e una carnagione color cioccolato . Il suo sguardo prometteva scintille.

Averi dovuto capire che erano scintille che avevano come unico obbiettivo quello di truffare giovani donne.

Dopo aver effettuato il pagamento, il sito è scomparso ed Aron è sparito. Con i miei soldi.

La la la
La la la

La la la-la-la
La la la la la

La la la

La canzone termina tra gli applausi del pubblico che sono tutti per noi.

Scendo malamente dal tavolo, atterrando sul tacco che traballa leggermente. Mi volto verso Joe, per aiutarla a scendere, nel momento esatto in cui vedo la punta delle sue scarpe di camoscio conficcarsi in un bicchiere di plastica colmo di liquido.

Joe strilla e cerca di liberare la sua scarpa e ci riesce. Scalcia. Il bicchiere vola. Il liquido vola. Finiscono entrambi addosso ad una donna, che poco distante da noi, stava tranquillamente conversando con altre donne.

Non donne normali. Culturiste.

La donna si gira verso di noi. Ci guarda con gli occhi ridotti a due fessure. Cede il bicchiere che aveva tra le mani ad una delle altre donne ed avanza verso di noi.

<<Oh oh>> Sbiscica Joe al mio fianco.

Si para davanti e prima che io o Joe aprissimo bocca, afferra la mia amica per i capelli.

<<Rissa tra donneeeee.>> Urla qualcuno nella stanza.

Metto una mano in vita, con l'altra picchietto forte sulla spalla di questa stronza. La diretta interessata, senza lasciare i capelli della mia migliore amica, si gira e mi guarda.

<<Non puoi strapparle i capelli stronza. Le servono. Deve sposarsi.>> Il mio sguardo è duro. Ed inizio a sentire caldo. Mi sa che mi sto incazzando.

<<Come mi hai chiamato?>> Lascia la presa dai capelli di Joe e si volta completamente verso di me.

<<Stronza.>> Sorrido malefica.

Prima che possa anche solo rendermene conto, il suo pugno si schianta contro il mio volto, colpendomi al labbro.

Un sapore metallico mi invade la bocca. Tocco il labbro superiore e vedo che le mie dita diventano di un color rosso cremisi.

<<Mi hai rotto il labbro.>> Ringhio.

Prima che possa fare qualsiasi cosa però, Joe le salta sulla schiena ed inizia a colpirla.

Mi si avvicina, con Joe aggrappata alle sue spalle come una scimmia, e cerca di colpirmi. Ancora.

Scanso il colpo. Perde l'equilibrio. Ed in un attimo ci ritroviamo tutte e tre a rotolarci ed azzuffarci sul pavimento sporco del locale.

Riesco a sgusciare fuori e cerco di tornare alla carica.

Quando mi accorgo che la gente, che era accalcata attorno a noi,  si è dispersa e la musica è stata spenta un paio di stivali neri appaiono nel mio campo visivo.

Joe e l'altra donna, accorgendosi che mi sono fermata, si fermano a loro volta e guardano esattamente quello che sto guardando io.

<<Ciao cognatino.>> Alza la mano e saluta Ryan.

L'uomo, che tiene la pistola puntata contro di noi, la guarda. Sembra arrabbiato.

<<Ciao Ryan.>> Lo saluto anche io.

Mi guarda, e diamine, sembra ancora più arrabbiato.






***

Guardo l'orologio affisso al muro. Le cinque e dieci minuti di mattina.

Sbuffo per la milionesima volta e mi guardo intorno triste. Questa panca, oltre ad essere fredda, è scomodissima.

Sistemo meglio il sacchetto del ghiaccio sullo zigomo e reprimo un gemito quando una scarica di dolore mi trapassa la faccia.

Quella stronza colpiva forte.

Mi alzo stiracchiandomi. Tiro giù la gonna. E mi avvicino alle sbarre. Con la mano libera, usando anche l'anello all'anulare, sbatto contro il ferro e richiamo l'attenzione del poliziotto che vigila le celle.

<<Ehy tu.>> Lo chiamo imperterrita.

<<Cosa vuole ancora?>> Ringhia l'ultima parola e si volta verso di me, staccando lo sguardo dal libro che ha davanti e dedicandomi tutta la sua attenzione.

<<Non avrei diritto a fare una chiamata?>> Avrò anche una dose smisurata di alcol nelle vene, ma perbacco conosco bene i miei diritti.

<<Lei non può. Ordini superiori.>> Mi risponde alzando gli occhi al cielo e torna a concentrarsi sul suo libro.

<<Che vuol dire ordini superiori?>>

Joe che fino a quel momento era completamente stesa sulla panca, si alza e viene a mettersi al mio fianco.

Non ha un bell'aspetto. Anzi direi che è proprio gialla in volto.

<<Proprio quello che ho detto.>> Chiude il libro con un tonfo e si alza dalla sedia.

Prima che possa dire qualcosa, due figure quasi identiche compiano nel mio campo visivo.

Josh e Ryan Hill sembrano proprio incazzati, nel significato più cazzuto che la parola possa avere.

<<Oh oh.>> Sibila Joe al mio fianco guardando il suo futuro marito, nonché mio capo.

Josh Hill è il canadese più cazzuto che abbia mai conosciuto, non che ne conosca tanti. É un investigatore privato e la sua agenzia é famosa in tutto lo stato. Ha alle sue dipendenze una decina di uomini cazzuti quasi quanto lui, e me. La sua segretaria. Anche io sono cazzuta. Non la maggior parte del mio tempo, ma quando ce n'è bisogno si. Sono in grado di raggiungere livelli di cazzutaggine elevatissimi. E non causo mai problemi. Oh meglio, quasi mai.

<<Josh...>> Joe inizia a parlare, ma al suo quasi futuro marito basta uno sguardo per zittirla.

Qualcuno avrà un problema. E no. Non sono io.

<<Faremo i conti una volta arrivati a casa.>>

Ryan estrae dalla tasca un paio di chiavi ed apre la nostra cella.

Finalmente libere.

<<Tu.>> Il suo indice è su di me, ed in un attimo il mio corpo è sugli attenti.

<<Domani ti voglio a lavoro. Puntuale.>>Mi dice solo.

Annuisco e li seguo. Io e Joe camminiamo davanti, fianco a fianco. I due fratelli cazzuti dietro di noi.

Stiamo quasi per uscire dal corridoio delle celle, quando il mio sguardo si posa sull'ultima cella e noto la stronza della rissa.

<<Ah ah ah. Sfigata.>> Faccio il segno delle corna e continuo a camminare.

Una volta fuori dalla centrale, dopo che i due uomini hanno ringraziato un paio di agenti che ci guardavano con sguardo di disapprovazione, Joe e Josh si sono avviati alla macchina mentre io e Ryan siamo rimasti sul marciapiedi a guardarli andare via.

Prima che la mia amica salisse in auto, si è volata vesto di me.

<<Ti ricordi quando prima ti ho detto che è stato il più bel addio al nubilato?>>

Annuisco.

<<Scherzavo. È stato il più bellissimo addio al nubilato del mondo.>> Scompare nella macchina dopo avermi mandato un bacio.

Mi volto a guardare Ryan, con un sorriso sulle labbra, e noto che siamo rimasti soli. Le porte della stazione di polizia si sono chiuse e qualche luce si è spenta.

<<Mi riporti tu a casa?>>

<<Cristo.>>

Penso proprio che sia un si. Più che altro, lo spero.









N/A:
Nuova avventura ragazze 🌸
Questa è Kinsley, la nostra protagonista.

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un bacio 💋

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