Se non lo fai tu, lo faccio io
Scivoliamo nei corridoi deserti, ci nascondiamo dietro agli angoli bui, cercando nelle pietre una clandestinità che abbiamo mandato a puttane in un sala grande gremita di gente.
Siamo due ragazzini.
O meglio, tu sei una ragazzina, io sono un vecchio patetico che non sa dare un freno alle pulsioni.
Ti desidero fino a farmi male.
Desidero tutto di te. Il tuo profumo, le tue risate, la tua schiettezza, le tue parole irrefrenabili.
E forse desidero anche me stesso. Desidero essere come mi scopro al tuo fianco.
Il mio passato si allontana. Insieme alle urla, al dolore, all'impotenza e alla sconfitta perpetua di cui è stata macchiata la mia esistenza.
E questo io non lo avevo mai avuto. Sono rimasto in apnea per anni, e poi arrivi tu, con tanto di quell'ossigeno da soffiarmi in faccia, con tanta di quella vita da farmi vivere.
E io non so se sono pronto, non so se sono capace.
Ma voglio farlo. Con te.
Mi afferri la mano, mi trascini al di là di una porta.
È una magazzino delle scope. È pieno di polvere, ragnatele e squallore.
Non ci importa. Sembra non importarci più di nulla.
E forse è così, lo sai Hermione?
Forse per la prima volta in vita mia non mi importa di altro che di questo momento presente. Da vivere senza un piano, senza uno scopo, se non quello di averti.
Mi guardi negli occhi. Sembri dissetarti di questa mia assenza di finzione.
Non sono perfetto, ragazzina.
Probabilmente non lo sarò mai.
E tu te ne freghi.
Perché prendi ogni mia spigolosità con l'intento di smussarla. E quando non la smussi sollevi le spalle, ridi, e ne affronti un'altra.
No, non sono perfetto.
Ma sono perfetto con te. Mi sento perfetto con te.
Mi passi una mano tra i capelli, poi la dirigi sull'allacciatura della mia casacca.
Ti sollevo il mento con le dita.
Voglio guardarti negli occhi ancora una volta.
Qui tra l'oscurità e le ragnatele.
Voglio sorriderti, e forse ci riesco anche.
Mi guardi anche tu. Una malizia appena accennata abbandona i tuoi occhi per prendermi a schiaffi le guance.
«Siamo in un magazzino delle scope, Hermione, cosa hai...»
«Se non lo fai tu, lo faccio io.» sussurri.
Sollevo un sopracciglio.
Tu ridi.
Ridi sempre. Ridi sempre con me.
Se qualcuno me lo avesse detto, appena qualche settimana fa, lo avrei preso per pazzo.
«Cosa?» te lo chiedo. La voce resa roca da una foga a cui non so sottrarmi.
«Toglimi i vestiti, Severus. Tutti quanti!»
Ti prendo il viso tra le mani. Ti bacio.
Poi prendo la bacchetta, lancio un incantesimo a quella dannata porta.
Gazza è talmente stupido che riuscirebbe ad aprire questa sera l'unico sgabuzzino di Hogwarts che non viene aperto da anni.
Intrufolo le dita sotto la tua camicetta.
«Hai fatto bene a...»
Ti bacio ancora, interrompo un tuo nuovo sproloquio impazzito.
«Adesso stai zitta, solo un momento, e lascia che ti faccia mia...»
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