Psicologia
Accarezzo la copertina con le dita.
L'odore di carta nuova si spande per un sotterraneo illuminato solo dalle fiamme deboli del fuoco.
Sfoglio le pagine.
Ho desiderato questo dizionario per tanto tempo, e adesso che posso tenerlo tra le mani mi sembra ancora più bello.
Me lo hai regalato tu.
In una slancio di sentimento che non ti avrei attribuito.
Oh, sei rimasto freddo.
Tu lo sei sempre.
Tranne quando facciamo l'amore.
Quando ti trasformi e lasci scendere la maschera, guardandomi negli occhi con tutta la passione che vorrei vederti impressa sul volto.
Ti spio da dietro alle pagine, mentre tu resti immobile sulla poltrona proprio accanto al camino.
Ogni tanto lasci saettare uno sguardo nella mia direzione, poi arricci le labbra.
È un gioco di psicologia, il nostro.
Un gioco che mi vede come saltimbanco infaticabile e che ti sta scoprendo incline alle risate.
Forse un giorno riuscirai a farlo.
A ridere.
Riuscirai ad accantonare per un istante i tuoi demoni e a concederti il lusso di vivere.
È un gioco di psicologia, il nostro.
Io che spingo e tu che freni.
Tu che scappi e io che ti inseguo.
È un gioco di psicologia, il nostro.
Un gioco che mi tiene viva più della potenza dei libri, più dell'adrenalina di una battaglia, più della paura di una guerra, più di una cattedra conquistata a fatica.
È un gioco di psicologia, il nostro.
Un gioco che vorrei potesse durare per sempre.
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