~Capitolo 8🍃

Appena scesi dal suo magnifico attico ci siamo incamminati a piedi verso la chiesa del Notre-Dame, uno dei tanti pezzi di storia che io amo da morire.

Arrivati al suo interno, non contenendo l'entusiasmo ho quasi urlato un forte 'Wow' che ha fatto eco, il prete stava quasi per cacciarci.

Il marmo, grandi finestroni colorati, io amo il gotico francese.

"È stupendo" dico quasi in un bisbiglio andando verso la luce riflessa a terra dall'enorme rosone colorato posto sulla zona più alta della facciata.

Mi metto dove c'è la luce colorata e giro e rigiro le mani guardandole colorarsi di vari colori.

"È stupenda non è vero?" dice Shax ormai di fronte a me colorandosi anche lui di vari colori.

È bellissimo anche sotto questo aspetto, cioè carino, aaah ma chi prendo in giro, sembra un modello di Coco&Channel, di Guess, Dolce&Gabbana, insomma tutte le marche più famose che io conosca.

I suoi capelli color oro si colorano di rosso, verde e blu.

Ingoio il groppo che si è formato in gola a fatica, di sicuro ora ho una faccia completamente nervosa, agitata, le mie mani sono ferme a mezz'aria, a pochi centimetri dal suo petto.

"Tutto apposto?" chiede preoccupato toccandomi un braccio.

Faccio una smorfia imbarazzata e nervosa mentre annuisco solamente.

"Dai che c'è molto da vedere oggi" Mi afferra le dita delle mani e mi porta fin fuori dalla chiesa.

Tremo, tremo, tremo. Ci manca solo cadere su di lui. Cavoli che situazione.

Sfila via una mano da una delle mie e mi tiene solo per una.

No no no no! Ho vergogna! Tanta vergogna.

Devo fare qualcosa per allontanarmi.

Grazie al cielo ho trovato quello che mi serviva.

"Guarda!" indico il camioncino dello zucchero filato poco più avanti da noi.

Sfilo la mano dalla sua presa delicata anche se mi piaceva ero troppo nervosa per rimanerci ancora vicino.

"Dai prendiamoli" lo supplico facendo gli occhi da gatta, ma sembro più un cane bastonato.

Accenna una piccola risata.

"Wow" dico in un bisbiglio.

"D'accordo riccioli blu, andiamo" cammina di fianco a me con un sorriso sul volto.

Parla lui all'uomo che ci porge due enormi coni di zucchero filato alla vaniglia per lui e alla fragola per me.

Passiamo su un ponte che attraversa la Senna camminando vicino e spintonandoci a vicenda.

"Mantienimi il cono devo allacciarmi la scarpa" piega una gamba posandola a terra mentre l'altra la tiene piegata.

Iniziano a fermarsi davanti a noi un mucchio di gente filmandoci mentre io mi riempio la bocca dello zucchero filato, anche un pò del suo.

"Shax..." dico con una smorfia.

"Che c'è?" alza la testa e nota anche lui le persone che ci filmano sorprese.

"Messieurs, il n'y a rien à voir, aller, ne se produit pas une proposition de mariage, alors allez-y" il suo accento è perfetto mentre spinge via le persone con calma e anche un po in imbarazzo stranamente.

"Che succede, Shax?" dico agitata.

"N-niente, pensavano solo che ti stessi chiedendo una proposta di matrimonio, questo ponte è famoso per questo" dice imbarazzato mentre si gratta la nuca.

Riprende il suo cono mentre io riempio la bocca di zucchero filato fino ad esplodere.

Poi annuisco, non sapendo cosa rispondere.

"Dopo questa figura possiamo anche sparire da qui" dice sospirando.

"Mi sembra il contrario dico voltandomi verso la gente che inizia a scattare foto e fare video"

Si gira a che lui e fa un espressione abbastanza nervosa, non se l'aspettava minimamente.

"Corri!" mi afferra la mano ed inizia a correre portandomi con se a tutta velocità.

"Corri veloce, rallenta un pò, rischierò di cadere" dico tenendo rigido il mio braccio.

Lui non risponde sembra accellelare. Scendiamo le scale spintonando la gente che ci sta vicino.

"Chi sono quelle persone, Shax?" dico quasi avendo paura della situazione.

"Paparazzi" dice prima di svoltare l'angolo di una strada e fermarci per riprendere fiato.

"Papa-paparazzi?" dico piegandomi in due.

"Quando hai dei genitori famosi e un figlio che ha appena iniziato a fare il modello per Coco&Channel e cortometraggi, non e facile uscire dal guscio" dice affannato.

"Lo sapevo!" dico riferendomi al fatto che lui fosse un modello, solo perché ho indovinato, non perché fossi informata.

"Sapevi cosa?" dice alzando un sopracciglio.

"Uhm...no, nulla" dico mettendo le mani dietro la schiena e stringendole mentre gioco con qualche pietruzza usando un piede.

"Puoi affacciarti e vedere se ci sono ancora?" dice supplichevole.

"Perché non lo fai tu?" dico mettendo le braccia al petto.

"Vuoi che ci seguano ancora?" dice poggiandosi al muro.

Riflettendoci... "Certo che no!" dico tirando su col naso.

Mi affaccio e vedo che la cozzaglia di gente scrupolosa, non c'è.

"Via libera" gli dico girandomi verso di lui.

"Bene, visto che ci siamo, perché non andiamo alla Tour Eiffel?"

"Dici davvero? Cioè io e te li, e guardare Parigi da una vista mozzafiato" dico sorpresa.

Annuisce "perché? C'è qualcosa che no va?" dice curioso.

"Tutt'altro, NON VEDO L'ORA DI ANDARCI. YYYYYAY!" Urlo dalla gioia ed il troppo entusiasmo.

Mi tappa la bocca con un mano avvicinando le labbra, con una mano mi mantiene dietro la schiena per non farmi cadere dato il suo peso sul mio corpo più piccolo e basso del suo, fa scontrare le mie spalle con il muro dietro di me.

Divento rossa come un peperone, anzi faccio persino concorrenza.

"Shh" si guarda attorno.
"Così ci farai scoprire" stringe la presa sulla mia schiena ancora di più sentendo il suo bacino sul mio addome comprimersi.

Mi guarda negli e poi sulle guance e schiude le labbra mentre i suoi occhi diventano sempre più grandi.

Cavoli ha notato il mio rossore.

Le mie mani piccole e sottili comprimono sul suo petto, ma dopo mi lascio andare, non facendo più nulla.

Strofina il pollice della mano sulla mia bocca sugli zigomi arrossati, scarno gli occhi dopo il suo tocco leggero.

Oltre al suo respiro caldo non sento più nulla, come se le strade fossero deserte.

Sto tremando dall'agitazione.

A risvegliarmi da tutto è il suono delle auto che passano vicino a noi.

Si stacca da me lentamente facendo solleticare le sue mani sulla mia vota prima di staccarle del tutto.

"Andiamo, la Tour Eiffel al tramonto è stupenda, soprattutto Parigi"

Io annuisco sorridendo.

"A proposito..." dice voltandosi verso di me.

"Sì?" chiedo confusa e curiosa.

"Arrosisci più spesso, mi piacciono le tue guance rosse" dice con un ghigno facendomi andare le guance a fuoco.

"Beccata di nuovo!" sorride divertito.

Prendo un paio di ciocche di capelli e mi copro il viso imbarazzata.

"Smettila, Shax" mi lamento.

"Va bene la smetto" ride.

**

"Allora che ne pensi, non è stupenda?" osserva la stupenda vista di Parigi al tramonto.

Annuisco ammirando Parigi.

Poggio i gomiti sul davanzale di ferro mettendo la testa sulle mani.

"È la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia" dico non staccando gli occhi dal sole che cala lentamente.

"Già..." dice guardando il mio profilo.

Sposto la coda dell'occhio su di lui che posa il suo corpo sul davanzale di ferro al contrario, posa la sua schiena mentre io viso è su di me.

"Perché mi guardi così?" mi giro verso di lui.

"Avvolte i miei occhi vanno dove non devono andare" dice spostando il suo sguardo sulle piccole abitazioni colorate.

Non so se essere imbarazzata.
Non mi viene in mente nient'altro.

"Torniamo a casa mia, si è fatto tardi" dice camminando verso le scale che portano all'ascensore.

Lo seguo senza fare storie o ribadire.

Appena a terra c'incamminiamo.

"Oggi dormirai a casa mia" dice smorzando il silenzio.

"Cosa? Perché?" la sua frase mi fa rimanere spiazzata.

"Il tragitto sarà lungo, la notte di Parigi non è adatta ad una ragazza" dice serio.

"Ma..." lui mi ferma

"Niente ma" dice serio.

"Ohw...okay" dico abbassando il capo.

"Tranquilla questa volta potrai spogliarti da sola" soffoca una risata.

"Sei un idiota, Shax" gli do una gomitata sul braccio.

"Una ragazza che si prova a difendere, che paura" fa una vocina abbastanza fastidiosa.

"Qualcuno venga a salvare questa giovane donzella in difficoltà" imitò quella stessa vocina.

Entrambi emettiamo un lamento di sofferenza proprio da ragazza viziata che cerca attenzioni.

Finiamo col ridere fragorosamente.

"Scommetto che qui c'è qualcuno che salva la città come un vero supereroe" dico sognando ad occhi aperti.

Lui si ferma all'istante.
"Cosa?"

"Sì, insomma questa è Parigi, città dell'Amore deve pur esserci qualcuno che salva la gente" dico convinta del mio ragionamento.

"Uno c'è!" dice all'improvviso.

"Davvero? Chi è? Come si chiama? E bello almeno?" dico entusiasta.

"Lo chiamano Chat Strié, so che è molto bravo a combattere e a salvare la gente" sorride quasi venerando questo eroe.

Parla di lui come se fosse un Dio.

"Dicono che è molto bello!" dice facendo un ghigno.

"Buono a sapersi" dico ridacchiando.

"E perché scusa?" dice curioso.

"Vorrei solo incontrare questo eroe e vedere davvero chi è" dico con curiosità.

"A ben altro da fare" mette le braccia dietro la nuca.

"Ah, si? E tu cosa ne sai?" dico con tono di sfida.

"Un ragazzo come lui deve avere una vita abbastanza indaffarata, non credi?" dice pavoneggiandosi.

"Secondo me è un pallone gonfiato" tiro su col naso.

"Lui non è un pallone gonfiato, questo te l'assicuro!"

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